Categoria:Violenza di genere: differenze tra le versioni

 
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=== Conclusione ===
=== Conclusione ===
La violenza domestica in Italia richiede una comprensione e un approccio più olistici, riconoscendo la varietà delle vittime e delle circostanze. Superare i bias di conferma e i pregiudizi istituzionali è essenziale per affrontare efficacemente questo problema umano complesso.
La violenza domestica in Italia richiede una comprensione e un approccio più olistici, riconoscendo la varietà delle vittime e delle circostanze. Superare i bias di conferma e i pregiudizi istituzionali è essenziale per affrontare efficacemente questo problema umano complesso.
<onlyinclude>'''Critiche e Revisioni di Modelli Teorici e Ricerche sulla Violenza Domestica'''Esplora una visione critica sulla violenza di genere, mettendo in discussione i modelli teorici tradizionali e le ricerche esistenti. Questa sezione include articoli che sfidano l'idea che la violenza domestica sia intrinsecamente legata al genere, offrendo una prospettiva più equilibrata e basata sui dati.


* '''[[Violenza domestica|La Violenza domestica non è legata al genere (vari studi lo dimostrano)]] tra i quali anche il [[Violenza domestica, progetto PASK|progetto PASK]] e [[Erin Pizzey#Studi sulla violenza domestica|quelli di Erin Pizzey]]'''
== Vedi anche ==
* [[Gli ideatori del Duluth Model ammettono di aver sbagliato|'''Gli ideatori del modello Duluth ammettono di aver sbagliato''']]
<onlyinclude>'''Critiche e Revisioni di Modelli Teorici e Ricerche sulla Violenza Domestica'''
 
Gli studi recenti suggeriscono che la violenza nelle relazioni intime non sia un fenomeno prevalentemente maschile, contrariamente all'idea popolare che la violenza domestica derivi dal desiderio patriarcale di dominio (modello Duluth). Questo modello, che vede l'uomo come soggetto forte e dominante e la donna come vittima debole e controllata, è stato messo in discussione da ricerche che mostrano come la violenza domestica non sia più prevalente nelle relazioni uomo-donna rispetto a quelle omosessuali o lesbiche.
 
* [https://antisessismo.wordpress.com/2014/06/29/violenza-domestica-verso-gli-uomini-e-le-donne/ '''Antisessismo - Violenza domestica verso gli uomini (e le donne)'''] - L'articolo presenta numerosi studi scientifici, pubblicati su riviste peer-reviewed, che dimostrano come la violenza domestica non sia un fenomeno unidirezionale, ma che colpisca in modo significativo anche gli uomini. Molti di questi studi evidenziano che la violenza nelle relazioni è spesso reciproca e che le donne commettono violenza fisica e psicologica contro i propri partner in percentuali simili o addirittura superiori agli uomini. Alcuni dati rilevanti:
** Studi degli anni '80 e '90 mostrano che uomini e donne riportano tassi simili di violenza subita e perpetrata nelle relazioni.
** Uno studio del 2005 ha trovato che tra gli studenti universitari, il 15,11% delle donne usava violenza grave contro i partner, rispetto al 7,41% degli uomini.
** Uno studio del 2007 rivela che nelle relazioni violente, il 70,7% delle volte la violenza unidirezionale è perpetrata da donne.
** Una review del 2012 di 111 studi ha calcolato che il 28,3% delle donne e il 21,6% degli uomini avevano commesso atti di violenza sul partner. L'articolo sottolinea anche che gli uomini tendono a denunciare meno la violenza subita e che spesso non trovano adeguato supporto nei centri antiviolenza, che tendono a focalizzarsi solo sulle vittime femminili. In conclusione, l'articolo mira a sfatare il mito che la violenza domestica sia un problema unidirezionale di uomini che abusano delle donne, evidenziando come la realtà sia molto più complessa e come anche gli uomini siano vittime significative di questo fenomeno.
 
* '''[[Violenza domestica|La violenza domestica non è legata al genere (vari studi lo dimostrano)]]''' tra i quali anche il '''progetto PASK''' e '''quelli di Erin Pizzey'''
** L'articolo critica la focalizzazione esclusiva sulla violenza contro le donne cis in relazioni etero, ignorando la violenza contro uomini e nelle relazioni LGBT+. '''Studi internazionali mostrano che la violenza domestica è un problema umano, non di genere'''. Propone l'educazione affettiva come soluzione, sostenendo che la narrazione attuale è controproducente e lascia molte vittime senza tutela. Denuncia inoltre i pregiudizi e la mancanza di supporto per le vittime maschili e LGBT+, evidenziando l'importanza di un approccio inclusivo per tutte le vittime.
** Il '''[[Violenza domestica, progetto PASK|progetto PASK]]''' (Partner Abuse State of Knowledge) è <u>il più grande database di ricerca sulla violenza domestica al mondo</u>. Ha riassunto 1.700 studi, rivelando che il 23% delle donne e il 19% degli uomini sono stati aggrediti da un partner. <u>La violenza bidirezionale è prevalente (57,9%), con minime differenze di genere nei moventi di potere/controllo.</u> Gelosia e tradimento sono motivi comuni per entrambi i sessi. PASK offre un'analisi rigorosa e accessibile della violenza domestica.
** Secondo gli [[Erin Pizzey#Studi sulla violenza domestica|'''studi di Erin Pizzey''']], la violenza domestica non è un fenomeno unidirezionale in cui le donne sono sempre vittime innocenti e gli uomini i soli colpevoli. Attraverso i colloqui con le donne ospitate nel suo rifugio, Pizzey si convinse che nella maggior parte dei casi la violenza fosse reciproca, con entrambi i partner responsabili di abusi in misura simile. Nel suo "Studio comparativo delle donne picchiate e donne inclini alla violenza", Pizzey distingue tra:
**# Le "vere donne picchiate", vittime innocenti della violenza del partner
**# Le "donne inclini alla violenza", involontarie vittime della loro stessa violenza  Secondo lo studio, il 62% delle donne analizzate rientrava nella seconda categoria.  Nel libro "Prone to violence", Pizzey ipotizza che molte delle donne nel suo rifugio avessero una personalità che le portava a cercare relazioni violente. Traumi infantili e squilibri ormonali e neurochimici le spingerebbero, da adulte, a ripetere dinamiche abusanti nonostante le gravi conseguenze, nel tentativo di rivivere l'impatto emotivo delle esperienze precoci.
**[[Gli ideatori del Duluth Model ammettono di aver sbagliato|'''Gli ideatori del modello Duluth ammettono di aver sbagliato''']] -  Il Duluth Model, era un approccio alla violenza domestica molto noto, sviluppato negli anni '80, si basava sull'idea che tale violenza derivasse dal patriarcato e dal desiderio maschile di esercitare potere e controllo sulle donne. Tuttavia, la stessa ideatrice, Ellen Pence, ha riconosciuto che il Duluth Model era viziato da bias di conferma e non rifletteva le reali esperienze delle persone coinvolte. Inoltre, ricerche suggeriscono che la violenza domestica non sia più frequente nelle coppie eterosessuali rispetto a quelle omosessuali o lesbiche, mettendo in dubbio l'assunto di base del modello. L'articolo sottolinea come le motivazioni dietro la violenza domestica siano in realtà molto più complesse, includendo molteplici fattori individuali, relazionali, culturali, sociali ed economici. Ridurre tutto al patriarcato appare una semplificazione eccessiva e fuorviante. In conclusione, il Duluth Model si rivela viziato da bias e assunti non corrispondenti alla realtà. La sua visione riduttiva non trova riscontro nella complessità delle dinamiche in gioco. Emerge quindi la necessità di un approccio più articolato per comprendere e affrontare efficacemente la violenza domestica. Una visione più olistica dovrebbe considerare una varietà di fattori, tra cui dinamiche di coppia, background educativo, fattori culturali, situazione economica, stabilità emotiva, problemi relazionali e ruoli di genere.
* [[Erin Pizzey|'''La fondatrice di uno dei primi centri antiviolenza per donne denuncia le (pesanti) strumentalizzazioni di alcune femministe''']] -  La fondatrice di uno dei primi centri antiviolenza per donne, Erin Pizzey, ha denunciato le strumentalizzazioni operate da alcune femministe riguardo al tema della violenza domestica. Inizialmente elogiata per il suo lavoro pionieristico nel sostegno alle donne vittime di abusi, Pizzey ha successivamente adottato posizioni antifemministe, sostenendo che il movimento femminista sfruttasse la questione per demonizzare gli uomini e a fini di lucro. Basandosi sulle proprie esperienze personali e sui colloqui con le donne ospitate nel rifugio da lei fondato, Pizzey è giunta alla conclusione che la maggior parte delle violenze domestiche abbia carattere di reciprocità, con abusi da parte di entrambi i partner. Pizzey afferma di essere stata oggetto di minacce e boicottaggi da parte di militanti femministe a causa delle sue posizioni, che l'avrebbero costretta a lasciare l'Inghilterra per gli Stati Uniti.
* Inoltre ci sono state pesanti [[Critiche ai metodi con cui viene rilevata la violenza sulle donne|'''critiche ai metodi con cui l'ISTAT rileva la violenza sulle donne''']], riassunte anche nel libro di [[Davide Stasi Violenza sulle donne: Le anti-statistiche|'''Davide Stasi (Violenza sulle donne: Le anti-statistiche)''']]
* Inoltre ci sono state pesanti [[Critiche ai metodi con cui viene rilevata la violenza sulle donne|'''critiche ai metodi con cui l'ISTAT rileva la violenza sulle donne''']], riassunte anche nel libro di [[Davide Stasi Violenza sulle donne: Le anti-statistiche|'''Davide Stasi (Violenza sulle donne: Le anti-statistiche)''']]
* [[5 milioni di uomini all'anno sono vittime di donne|'''5 milioni di uomini all'anno sono vittime di donne''']]
** L'analisi critica dell'indagine ISTAT sulla violenza di genere ha rilevato alcune carenze metodologiche, come la mancanza di un gruppo di controllo o di una popolazione generale di riferimento, l'esclusione delle coppie non eterosessuali e la limitazione dell'indagine sulla violenza psicologica ed economica al solo partner e non al contesto familiare. Inoltre, le domande del questionario potrebbero portare a una sovrastima degli episodi di violenza.
** Il libro esamina criticamente le dinamiche di genere e l'uso delle statistiche sulla violenza contro le donne. L'autore, pur definendosi antifemminista, prende le distanze dalla misoginia e mira a promuovere relazioni autentiche tra i sessi. Viene contestato l'uso improprio di statistiche per sostenere una narrativa che dipinge le donne come eterne vittime della violenza maschile. In particolare, si critica l'indagine ISTAT del 2014 per la sua metodologia e i risultati distorti, confrontandola con l'indagine FRA che dà un quadro più equilibrato.  I dati reali su denunce (circa 35.000 l'anno) e condanne (circa 5.000) contraddicono le stime allarmistiche delle indagini. Si ipotizza che molte denunce derivino da separazioni conflittuali e siano strumentali. Si critica anche la mancanza di dati sulla violenza in coppie omosessuali.  L'indagine ISTAT del 2019 sugli stereotipi di genere è accusata di avere un pregiudizio nel considerare solo la violenza maschile. Emergono opinioni condivise da uomini e donne su vari temi.  Si contesta l'uso del termine "femminicidio" per la mancanza di una definizione univoca e l'inclusione di casi eterogenei nelle statistiche. Si critica la formula "un femminicidio ogni tre giorni" come ingannevole.  Sul divario salariale di genere, si sostiene che rifletta spesso scelte individuali e l'impatto della maternità, più che discriminazioni. Una maggiore condivisione delle responsabilità familiari potrebbe ridurlo.  Si mette in dubbio l'affidabilità di certi dati, come i "200 papà separati suicidi" o le cifre dei centri antiviolenza, invocando fonti verificabili. Si sollevano perplessità sulla credibilità di statistiche diffuse da ONU, OCSE e altre organizzazioni, accusate di riciclare dati obsoleti.  In conclusione, si denuncia l'influenza di un "femminismo contemporaneo" che manipola i dati per imporre una narrativa vittimista. Si auspica un dibattito basato su dati accurati per costruire relazioni di comprensione reciproca.
* [[5 milioni di uomini all'anno sono vittime di donne|'''5 milioni di uomini all'anno sono vittime di donne''']] -  Secondo l'articolo, uno studio condotto dall'Università di Siena nel 2012, utilizzando la stessa metodologia degli studi Istat sulla violenza contro le donne, ha rilevato che nel 2011 più di 5 milioni di uomini in Italia sarebbero stati vittime di violenze da parte di donne. Le forme più comuni di violenza includono minacce (63,1%), graffi e morsi (60,5%), pugni e calci (58,1%). Nell'8,4% dei casi la violenza è stata così grave da mettere a rischio la vita delle vittime. Lo studio ha anche evidenziato forme di violenza psicologica ed economica, come minacce di portare via la casa e i beni (68,4%), ostacolare i rapporti con i figli (58,2%), critiche per difetti fisici (29,3%), insulti e denigrazioni (75%). Un'altra ricerca del 2015, parte del progetto europeo Daphne III, ha esaminato le violenze nelle coppie di giovani tra i 14 e i 17 anni in 5 paesi europei. Ha rilevato che il 9% dei ragazzi ha subito gravi violenze sessuali e il 25% qualsiasi forma di violenza sessuale, contro rispettivamente il 17% e il 41% delle ragazze. L'articolo conclude che, sebbene la violenza femminile sia di entità inferiore a quella maschile, è comunque una realtà significativa e richiede di ripensare il problema della violenza di genere da una nuova prospettiva.
 
* [[Violenza fisica sugli uomini|'''Violenza fisica sugli uomini''']] - I mass media non danno risalto agli episodi di violenza fisica a danno degli uomini così diverse associazioni hanno iniziato a creare i propri elenchi.
* [[Figlicidi]] e neonaticidi (altre forme di violenza di cui non si parla)


'''Analisi Sociale e Mediatica della Violenza di Genere'''
'''Analisi Sociale e Mediatica della Violenza di Genere'''
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Approfondimenti sulla rappresentazione mediatica della violenza di genere e sulle sue implicazioni sociali. Questi articoli esaminano come i media influenzano la percezione della violenza, discutendo la necessità di un dialogo più inclusivo e meno stereotipato.
Approfondimenti sulla rappresentazione mediatica della violenza di genere e sulle sue implicazioni sociali. Questi articoli esaminano come i media influenzano la percezione della violenza, discutendo la necessità di un dialogo più inclusivo e meno stereotipato.


* [[Violenza sulle donne, il problema è come se ne parla|'''Violenza sulle donne, il problema è come se ne parla''']]
* [[Violenza sulle donne, il problema è come se ne parla|'''Violenza sulle donne, il problema è come se ne parla''']] -  L'articolo riassume le posizioni presenti nei vari articoli trattati in precedenza, come la non stretta correlazione tra violenza domestica e genere, l'importanza di non trascurare la violenza femminile contro gli uomini, la necessità di interrogarsi sulle metodologie e interpretazioni dei dati sulla violenza di genere, e l'esigenza di combattere stereotipi e pregiudizi che vedono sempre uomini e donne in ruoli fissi di aggressori e vittime. In più, l'articolo riporta anche: 1. Critiche ai media per esagerare la portata della violenza sulle donne e ignorare i casi di false denunce, creando divisioni tra i sessi. 2. La prospettiva di una sociologa che evidenzia l'aumento della consapevolezza maschile sulle questioni di genere, ma anche un senso di ingiustizia, proponendo una visione più sfumata. 3. Denunce di disparità mediatica nella rappresentazione della violenza di genere, con donne sempre vittime e uomini sempre colpevoli. 4. Critiche alla percezione distorta del potere nelle relazioni, con l'idea che l'uomo debba sempre migliorarsi mentre la donna si sopravvaluta. 5. Evidenze di ingiustizia e disparità di trattamento mediatico e legale nei casi di violenza contro gli uomini. 6. Critiche al fenomeno delle false accuse di stupro e al femminismo moderno che non riconosce i disagi maschili. 7. Discussione sulla violenza femminile, spesso diversa da quella maschile, attraverso esperienze personali. 8. Accuse ai media di distorcere la realtà sulla legge russa riguardante la violenza domestica e di non riconoscere le false accuse delle donne in Russia.
* [https://antisessismo.wordpress.com/2014/06/29/violenza-domestica-verso-gli-uomini-e-le-donne/ '''Antisessismo - Violenza domestica verso gli uomini (e le donne)''']


'''Aspetti Legalmente e Socialmente Controversi'''
'''Aspetti Legalmente e Socialmente Controversi'''
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Questa sezione si concentra su questioni legali e sociali controverse legate alla violenza di genere, come le false accuse e la rappresentazione dei femminicidi, offrendo una prospettiva critica sulle narrazioni dominanti.
Questa sezione si concentra su questioni legali e sociali controverse legate alla violenza di genere, come le false accuse e la rappresentazione dei femminicidi, offrendo una prospettiva critica sulle narrazioni dominanti.


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* '''[[Femminicidi]] ('''[[Riassunto dei vari articoli sui femminicidi|'''riassunto dei vari articoli, studi e ricerche''']]''')'''
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* [[Erin Pizzey|'''La fondatrice di uno dei primi centri antiviolenza per donne denuncia le (pesanti) strumentalizzazioni di alcune femministe''']]
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*La "[https://it.wikipedia.org/wiki/Ibristofilia ibristofilia]" detta anche "Groupie<ref>Col termine Groupie si intende un ragazza che diventa fan accanita di un personaggio famoso.</ref> Dei Criminali" è definita come l'attrazione verso individui violenti che hanno compiuto crimini, omicidi o stupri, comune soprattutto tra le donne, in particolare quelle con bassa autostima o che hanno avuto una figura paterna assente o violenta. In Danimarca, proprio allo scopo di cercare di frenare questo fenomeno, è stato addirittura deciso di vietare agli ergastolani di entrare in contatto con nuove persone, una nuova legge prevede che i condannati potranno continuare ad avere scambi di lettere e a incontrare solamente uomini e donne che hanno conosciuto o prima di finire in galera o al massimo durante i primi dieci anni di prigionia. Il provvedimento vieta anche di scrivere post riguardanti la propria storia sui social media o discuterne in dei podcast, cose permesse fino a questo momento. Si sta inoltre considerando l'idea di far ricevere, nonchè visitare queste persone, solo da persone che abbiano lo stesso sesso dei carcerati, in modo tale da limitare il fenomeno ulteriormente.<ref>Fonte: <nowiki>https://www.facebook.com/groups/2848980768519687/posts/4930092140408529/</nowiki></ref>
*La "[https://it.wikipedia.org/wiki/Ibristofilia ibristofilia]" detta anche "Groupie<ref>Col termine Groupie si intende un ragazza che diventa fan accanita di un personaggio famoso.</ref> Dei Criminali" è definita come l'attrazione verso individui violenti che hanno compiuto crimini, omicidi o stupri, comune soprattutto tra le donne, in particolare quelle con bassa autostima o che hanno avuto una figura paterna assente o violenta. In Danimarca, proprio allo scopo di cercare di frenare questo fenomeno, è stato addirittura deciso di vietare agli ergastolani di entrare in contatto con nuove persone, una nuova legge prevede che i condannati potranno continuare ad avere scambi di lettere e a incontrare solamente uomini e donne che hanno conosciuto o prima di finire in galera o al massimo durante i primi dieci anni di prigionia. Il provvedimento vieta anche di scrivere post riguardanti la propria storia sui social media o discuterne in dei podcast, cose permesse fino a questo momento. Si sta inoltre considerando l'idea di far ricevere, nonchè visitare queste persone, solo da persone che abbiano lo stesso sesso dei carcerati, in modo tale da limitare il fenomeno ulteriormente.<ref>Fonte: <nowiki>https://www.facebook.com/groups/2848980768519687/posts/4930092140408529/</nowiki></ref>

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IntroduzioneModifica

In Italia, la mancanza di dati completi sulla violenza domestica contro gli uomini e nelle relazioni LGBT+ perpetua pregiudizi istituzionali e risposte inadeguate. Le ricerche internazionali sfidano l'idea che la violenza domestica derivi principalmente dal controllo patriarcale degli uomini sulle donne, indicando che la violenza domestica oltrepassa i confini di genere e orientamento sessuale.

Prevalenza e Impatto della Violenza DomesticaModifica

Studi mostrano una notevole prevalenza di violenza domestica contro gli uomini in Italia, con minacce, abusi fisici, manipolazione psicologica e pretese economiche. Questa violenza, sebbene in genere meno grave di quella perpetrata dagli uomini, rimane un serio problema. Anche nelle coppie dello stesso sesso la violenza domestica si verifica con frequenze simili alle relazioni eterosessuali, sfidando l'idea che derivi esclusivamente dal dominio maschile.

Modelli Pregiudizievoli e Bias di ConfermaModifica

I modelli teorici come il quadro di Duluth, che interpretano la violenza domestica come radicata nella misoginia e socializzazione maschile, sono stati criticati per la loro limitatezza. La fondatrice del modello Duluth ha ammesso il bias di conferma nel suo sviluppo. Un approccio completo alla violenza domestica richiede l'esame di fattori diversificati, inclusi dinamiche di relazione, background personale e fattori sociali e culturali.

Mancanza di Riconoscimento e SupportoModifica

Esiste una carenza di riconoscimento e supporto per le vittime maschili di violenza domestica e per quelle in contesti non tradizionali. I pregiudizi istituzionali spesso impediscono risposte giudiziarie o terapeutiche appropriate, rendendo necessario un supporto efficace per tutte le vittime, indipendentemente dal genere.

Problematiche di False AccuseModifica

Le false accuse di stupro, benché rappresentino una piccola percentuale delle segnalazioni, possono avere un impatto significativo sul processo giudiziario e sugli accusati. È fondamentale un approccio equilibrato che consideri i tassi effettivi di falsa denuncia e le complessità del sistema legale.

ConclusioneModifica

La violenza domestica in Italia richiede una comprensione e un approccio più olistici, riconoscendo la varietà delle vittime e delle circostanze. Superare i bias di conferma e i pregiudizi istituzionali è essenziale per affrontare efficacemente questo problema umano complesso.

Vedi ancheModifica

Critiche e Revisioni di Modelli Teorici e Ricerche sulla Violenza Domestica

Gli studi recenti suggeriscono che la violenza nelle relazioni intime non sia un fenomeno prevalentemente maschile, contrariamente all'idea popolare che la violenza domestica derivi dal desiderio patriarcale di dominio (modello Duluth). Questo modello, che vede l'uomo come soggetto forte e dominante e la donna come vittima debole e controllata, è stato messo in discussione da ricerche che mostrano come la violenza domestica non sia più prevalente nelle relazioni uomo-donna rispetto a quelle omosessuali o lesbiche.

  • Antisessismo - Violenza domestica verso gli uomini (e le donne) - L'articolo presenta numerosi studi scientifici, pubblicati su riviste peer-reviewed, che dimostrano come la violenza domestica non sia un fenomeno unidirezionale, ma che colpisca in modo significativo anche gli uomini. Molti di questi studi evidenziano che la violenza nelle relazioni è spesso reciproca e che le donne commettono violenza fisica e psicologica contro i propri partner in percentuali simili o addirittura superiori agli uomini. Alcuni dati rilevanti:
    • Studi degli anni '80 e '90 mostrano che uomini e donne riportano tassi simili di violenza subita e perpetrata nelle relazioni.
    • Uno studio del 2005 ha trovato che tra gli studenti universitari, il 15,11% delle donne usava violenza grave contro i partner, rispetto al 7,41% degli uomini.
    • Uno studio del 2007 rivela che nelle relazioni violente, il 70,7% delle volte la violenza unidirezionale è perpetrata da donne.
    • Una review del 2012 di 111 studi ha calcolato che il 28,3% delle donne e il 21,6% degli uomini avevano commesso atti di violenza sul partner. L'articolo sottolinea anche che gli uomini tendono a denunciare meno la violenza subita e che spesso non trovano adeguato supporto nei centri antiviolenza, che tendono a focalizzarsi solo sulle vittime femminili. In conclusione, l'articolo mira a sfatare il mito che la violenza domestica sia un problema unidirezionale di uomini che abusano delle donne, evidenziando come la realtà sia molto più complessa e come anche gli uomini siano vittime significative di questo fenomeno.
  • La violenza domestica non è legata al genere (vari studi lo dimostrano) tra i quali anche il progetto PASK e quelli di Erin Pizzey
    • L'articolo critica la focalizzazione esclusiva sulla violenza contro le donne cis in relazioni etero, ignorando la violenza contro uomini e nelle relazioni LGBT+. Studi internazionali mostrano che la violenza domestica è un problema umano, non di genere. Propone l'educazione affettiva come soluzione, sostenendo che la narrazione attuale è controproducente e lascia molte vittime senza tutela. Denuncia inoltre i pregiudizi e la mancanza di supporto per le vittime maschili e LGBT+, evidenziando l'importanza di un approccio inclusivo per tutte le vittime.
    • Il progetto PASK (Partner Abuse State of Knowledge) è il più grande database di ricerca sulla violenza domestica al mondo. Ha riassunto 1.700 studi, rivelando che il 23% delle donne e il 19% degli uomini sono stati aggrediti da un partner. La violenza bidirezionale è prevalente (57,9%), con minime differenze di genere nei moventi di potere/controllo. Gelosia e tradimento sono motivi comuni per entrambi i sessi. PASK offre un'analisi rigorosa e accessibile della violenza domestica.
    • Secondo gli studi di Erin Pizzey, la violenza domestica non è un fenomeno unidirezionale in cui le donne sono sempre vittime innocenti e gli uomini i soli colpevoli. Attraverso i colloqui con le donne ospitate nel suo rifugio, Pizzey si convinse che nella maggior parte dei casi la violenza fosse reciproca, con entrambi i partner responsabili di abusi in misura simile. Nel suo "Studio comparativo delle donne picchiate e donne inclini alla violenza", Pizzey distingue tra:
      1. Le "vere donne picchiate", vittime innocenti della violenza del partner
      2. Le "donne inclini alla violenza", involontarie vittime della loro stessa violenza Secondo lo studio, il 62% delle donne analizzate rientrava nella seconda categoria. Nel libro "Prone to violence", Pizzey ipotizza che molte delle donne nel suo rifugio avessero una personalità che le portava a cercare relazioni violente. Traumi infantili e squilibri ormonali e neurochimici le spingerebbero, da adulte, a ripetere dinamiche abusanti nonostante le gravi conseguenze, nel tentativo di rivivere l'impatto emotivo delle esperienze precoci.
    • Gli ideatori del modello Duluth ammettono di aver sbagliato - Il Duluth Model, era un approccio alla violenza domestica molto noto, sviluppato negli anni '80, si basava sull'idea che tale violenza derivasse dal patriarcato e dal desiderio maschile di esercitare potere e controllo sulle donne. Tuttavia, la stessa ideatrice, Ellen Pence, ha riconosciuto che il Duluth Model era viziato da bias di conferma e non rifletteva le reali esperienze delle persone coinvolte. Inoltre, ricerche suggeriscono che la violenza domestica non sia più frequente nelle coppie eterosessuali rispetto a quelle omosessuali o lesbiche, mettendo in dubbio l'assunto di base del modello. L'articolo sottolinea come le motivazioni dietro la violenza domestica siano in realtà molto più complesse, includendo molteplici fattori individuali, relazionali, culturali, sociali ed economici. Ridurre tutto al patriarcato appare una semplificazione eccessiva e fuorviante. In conclusione, il Duluth Model si rivela viziato da bias e assunti non corrispondenti alla realtà. La sua visione riduttiva non trova riscontro nella complessità delle dinamiche in gioco. Emerge quindi la necessità di un approccio più articolato per comprendere e affrontare efficacemente la violenza domestica. Una visione più olistica dovrebbe considerare una varietà di fattori, tra cui dinamiche di coppia, background educativo, fattori culturali, situazione economica, stabilità emotiva, problemi relazionali e ruoli di genere.
  • La fondatrice di uno dei primi centri antiviolenza per donne denuncia le (pesanti) strumentalizzazioni di alcune femministe - La fondatrice di uno dei primi centri antiviolenza per donne, Erin Pizzey, ha denunciato le strumentalizzazioni operate da alcune femministe riguardo al tema della violenza domestica. Inizialmente elogiata per il suo lavoro pionieristico nel sostegno alle donne vittime di abusi, Pizzey ha successivamente adottato posizioni antifemministe, sostenendo che il movimento femminista sfruttasse la questione per demonizzare gli uomini e a fini di lucro. Basandosi sulle proprie esperienze personali e sui colloqui con le donne ospitate nel rifugio da lei fondato, Pizzey è giunta alla conclusione che la maggior parte delle violenze domestiche abbia carattere di reciprocità, con abusi da parte di entrambi i partner. Pizzey afferma di essere stata oggetto di minacce e boicottaggi da parte di militanti femministe a causa delle sue posizioni, che l'avrebbero costretta a lasciare l'Inghilterra per gli Stati Uniti.
  • Inoltre ci sono state pesanti critiche ai metodi con cui l'ISTAT rileva la violenza sulle donne, riassunte anche nel libro di Davide Stasi (Violenza sulle donne: Le anti-statistiche)
    • L'analisi critica dell'indagine ISTAT sulla violenza di genere ha rilevato alcune carenze metodologiche, come la mancanza di un gruppo di controllo o di una popolazione generale di riferimento, l'esclusione delle coppie non eterosessuali e la limitazione dell'indagine sulla violenza psicologica ed economica al solo partner e non al contesto familiare. Inoltre, le domande del questionario potrebbero portare a una sovrastima degli episodi di violenza.
    • Il libro esamina criticamente le dinamiche di genere e l'uso delle statistiche sulla violenza contro le donne. L'autore, pur definendosi antifemminista, prende le distanze dalla misoginia e mira a promuovere relazioni autentiche tra i sessi. Viene contestato l'uso improprio di statistiche per sostenere una narrativa che dipinge le donne come eterne vittime della violenza maschile. In particolare, si critica l'indagine ISTAT del 2014 per la sua metodologia e i risultati distorti, confrontandola con l'indagine FRA che dà un quadro più equilibrato. I dati reali su denunce (circa 35.000 l'anno) e condanne (circa 5.000) contraddicono le stime allarmistiche delle indagini. Si ipotizza che molte denunce derivino da separazioni conflittuali e siano strumentali. Si critica anche la mancanza di dati sulla violenza in coppie omosessuali. L'indagine ISTAT del 2019 sugli stereotipi di genere è accusata di avere un pregiudizio nel considerare solo la violenza maschile. Emergono opinioni condivise da uomini e donne su vari temi. Si contesta l'uso del termine "femminicidio" per la mancanza di una definizione univoca e l'inclusione di casi eterogenei nelle statistiche. Si critica la formula "un femminicidio ogni tre giorni" come ingannevole. Sul divario salariale di genere, si sostiene che rifletta spesso scelte individuali e l'impatto della maternità, più che discriminazioni. Una maggiore condivisione delle responsabilità familiari potrebbe ridurlo. Si mette in dubbio l'affidabilità di certi dati, come i "200 papà separati suicidi" o le cifre dei centri antiviolenza, invocando fonti verificabili. Si sollevano perplessità sulla credibilità di statistiche diffuse da ONU, OCSE e altre organizzazioni, accusate di riciclare dati obsoleti. In conclusione, si denuncia l'influenza di un "femminismo contemporaneo" che manipola i dati per imporre una narrativa vittimista. Si auspica un dibattito basato su dati accurati per costruire relazioni di comprensione reciproca.
  • 5 milioni di uomini all'anno sono vittime di donne - Secondo l'articolo, uno studio condotto dall'Università di Siena nel 2012, utilizzando la stessa metodologia degli studi Istat sulla violenza contro le donne, ha rilevato che nel 2011 più di 5 milioni di uomini in Italia sarebbero stati vittime di violenze da parte di donne. Le forme più comuni di violenza includono minacce (63,1%), graffi e morsi (60,5%), pugni e calci (58,1%). Nell'8,4% dei casi la violenza è stata così grave da mettere a rischio la vita delle vittime. Lo studio ha anche evidenziato forme di violenza psicologica ed economica, come minacce di portare via la casa e i beni (68,4%), ostacolare i rapporti con i figli (58,2%), critiche per difetti fisici (29,3%), insulti e denigrazioni (75%). Un'altra ricerca del 2015, parte del progetto europeo Daphne III, ha esaminato le violenze nelle coppie di giovani tra i 14 e i 17 anni in 5 paesi europei. Ha rilevato che il 9% dei ragazzi ha subito gravi violenze sessuali e il 25% qualsiasi forma di violenza sessuale, contro rispettivamente il 17% e il 41% delle ragazze. L'articolo conclude che, sebbene la violenza femminile sia di entità inferiore a quella maschile, è comunque una realtà significativa e richiede di ripensare il problema della violenza di genere da una nuova prospettiva.
  • Violenza fisica sugli uomini - I mass media non danno risalto agli episodi di violenza fisica a danno degli uomini così diverse associazioni hanno iniziato a creare i propri elenchi.
  • Figlicidi e neonaticidi (altre forme di violenza di cui non si parla)

Analisi Sociale e Mediatica della Violenza di Genere

Approfondimenti sulla rappresentazione mediatica della violenza di genere e sulle sue implicazioni sociali. Questi articoli esaminano come i media influenzano la percezione della violenza, discutendo la necessità di un dialogo più inclusivo e meno stereotipato.

  • Violenza sulle donne, il problema è come se ne parla - L'articolo riassume le posizioni presenti nei vari articoli trattati in precedenza, come la non stretta correlazione tra violenza domestica e genere, l'importanza di non trascurare la violenza femminile contro gli uomini, la necessità di interrogarsi sulle metodologie e interpretazioni dei dati sulla violenza di genere, e l'esigenza di combattere stereotipi e pregiudizi che vedono sempre uomini e donne in ruoli fissi di aggressori e vittime. In più, l'articolo riporta anche: 1. Critiche ai media per esagerare la portata della violenza sulle donne e ignorare i casi di false denunce, creando divisioni tra i sessi. 2. La prospettiva di una sociologa che evidenzia l'aumento della consapevolezza maschile sulle questioni di genere, ma anche un senso di ingiustizia, proponendo una visione più sfumata. 3. Denunce di disparità mediatica nella rappresentazione della violenza di genere, con donne sempre vittime e uomini sempre colpevoli. 4. Critiche alla percezione distorta del potere nelle relazioni, con l'idea che l'uomo debba sempre migliorarsi mentre la donna si sopravvaluta. 5. Evidenze di ingiustizia e disparità di trattamento mediatico e legale nei casi di violenza contro gli uomini. 6. Critiche al fenomeno delle false accuse di stupro e al femminismo moderno che non riconosce i disagi maschili. 7. Discussione sulla violenza femminile, spesso diversa da quella maschile, attraverso esperienze personali. 8. Accuse ai media di distorcere la realtà sulla legge russa riguardante la violenza domestica e di non riconoscere le false accuse delle donne in Russia.

Aspetti Legalmente e Socialmente Controversi

Questa sezione si concentra su questioni legali e sociali controverse legate alla violenza di genere, come le false accuse e la rappresentazione dei femminicidi, offrendo una prospettiva critica sulle narrazioni dominanti.

  • False accuse strumentali durante i processi di separazione (denunce) => PRIMA DEVO RIASSUMERVI I VARI ARTICOLI DELLA CATEGORIA
  • Femminicidi (riassunto dei vari articoli, studi e ricerche)
  • La "ibristofilia" detta anche "Groupie[1] Dei Criminali" è definita come l'attrazione verso individui violenti che hanno compiuto crimini, omicidi o stupri, comune soprattutto tra le donne, in particolare quelle con bassa autostima o che hanno avuto una figura paterna assente o violenta. In Danimarca, proprio allo scopo di cercare di frenare questo fenomeno, è stato addirittura deciso di vietare agli ergastolani di entrare in contatto con nuove persone, una nuova legge prevede che i condannati potranno continuare ad avere scambi di lettere e a incontrare solamente uomini e donne che hanno conosciuto o prima di finire in galera o al massimo durante i primi dieci anni di prigionia. Il provvedimento vieta anche di scrivere post riguardanti la propria storia sui social media o discuterne in dei podcast, cose permesse fino a questo momento. Si sta inoltre considerando l'idea di far ricevere, nonchè visitare queste persone, solo da persone che abbiano lo stesso sesso dei carcerati, in modo tale da limitare il fenomeno ulteriormente.[2]

NoteModifica

  1. Col termine Groupie si intende un ragazza che diventa fan accanita di un personaggio famoso.
  2. Fonte: https://www.facebook.com/groups/2848980768519687/posts/4930092140408529/

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