Riassunto articolo violenza-donne.blogspot.com del 2015

Da Tematiche di genere.
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Riassunto: L'articolo critica l'affidabilità dei dati dell'ente EURES, affermando che non sono immediatamente accessibili al pubblico e non specificano le fonti per ogni episodio. Il sito Centro Documentazione Violenza Donne, al contrario, fornisce fatti, nomi, date, fonti e metodo. Secondo il sito, la disinformazione sulle questioni di genere è causata da superficialità, pressappochismo, dilettantismo e ignoranza. Il testo ripercorre la storia delle politiche sulla parità di genere, partendo dalla Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, fino alla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e lotta contro la violenza contro le donne e la violenza domestica. L'articolo critica la proliferazione di direttive europee a sfondo razzista-sessista contro il genere maschile, come l'Ordine di Protezione Europeo e la direttiva per la protezione specifica per le donne vittime di violenza di genere e di violenza domestica. Il ddl 724 del 2013, che definisce cosa costituisca un femminicidio, viene criticato perché porterebbe a considerare ogni morte di una donna per mano di un uomo come "femminicidio".

TLDR: L'articolo critica i dati dell'ente EURES sulla violenza di genere e sostiene che sono inaffidabili. In alternativa, il sito Centro Documentazione Violenza Donne fornisce informazioni affidabili. L'articolo critica la storia delle politiche sulla parità di genere e le direttive europee contro il genere maschile. Il ddl 724 del 2013 che definisce un femminicidio viene criticato.

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Link: https://violenza-donne.blogspot.com/2015/12/un-anno-caso-2014-smascherata-la-bufala.html


L'articolo appare affidabile ma in tono molto polemico, di seguito ne riportiamo un sunto:

La TV fa riferimento ai dati EURES, l’ente, cioè, che dovrebbe conferire il blasone di scientificità, e quindi dall’indipendenza delle ideologie politiche, peccato che l’istituto non renda immediatamente accessibili a tutti, tali dati, e non specifichi le fonti per singolo episodio. Il sito in questione, Centro Documentazione Violenza Donne, riporta fatti, nomi, date, fonti e metodo. Secondo tale sito superficialità, pressappochismo, dilettantismo, ignoranza delle basi teoriche della criminologia e suicidi spacciati come omicidi sono la principale causa di disinformazione al giorno d’oggi. Secondo la pagina la falsificazione della storia e delle relazioni di potere storicamente ineguali fra donne e uomini, comincia da tempi remoti. “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà la verità” Joseph Goebbels, ministro della propaganda del terzo Reich.

  • Nel 1979 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò la Convention of the Elimination of All Forms of Discrimination against Women (CEDAW).
  • Il 20 dicembre 1993 la stessa Assemblea adottò, senza voto, la risoluzione 48/104 denominata "Dichiarazione sull'eliminazione della violenza contro le donne", la quale implica la la teoria della violenza sulle donne come manifestazione di relazioni di potere storicamente ineguali.
  • Ma è con la Conferenza mondiale di Pechino, nel 1995, che l'ONU come osserva il giudice spagnolo Francisco Serrano Castro nel suo libro La dittatura di genere: "Un'ideologia dell'odio basata non sulla razza ma sul sesso”.
  • E si giunge così ai giorni nostri, alla convenzione del Consiglio d’Europa, sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e sulla violenza domestica, avvenuta a Istanbul l’11 maggio del 2011. Essa racconta, nel suo preambolo, della violenza sulle donne come manifestazione di forza storicamente diseguali fra i sessi e sdogana definitivamente il razzismo-pessimo a livello globale.

Da lì in poi, è tutto un proliferare di direttive dell'Unione Europea a sfondo razzista-sessista nei confronti del genere maschile.

  • Per capirne un po' di più basta citare la direttiva 2011/99/UE che istituisce l'Ordine di Protezione Europeo (OPE); o la direttiva 2012/29/UE (entrambe recepite dall'Italia con la legge di delegazione europea 6 agosto 2013, n. 96, all. B), volta alla "protezione specifica per le donne vittime di violenza di genere e di violenza domestica”.
  • Il ddl n. 724 (PD) del 29-05-2013 “Disposizioni per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio”, ci fornisce a pagina 1 la modalità per il quale un femminicidio possa essere considerato tale, esso infatti ha bisogno di due elementi costituivi (1, 2) e resta escluso in presenza di sei scrutinanti (S1, S2, S3, S4, S5, S6):
  1. Che vi sia un atto di violenza, non un qualsiasi accadimento come ad esempio un incidente, ma l’azione volontaria di qualcuno.
  2. L’atto di violenza deve essere basato e fondato sul genere cioè che l'atto di violenza sia fondato "sulla diversità di Genere fra autore e vittima": ma in tal modo si giungerebbe al paradosso per cui ogni morte di una donna per mano di un uomo sarebbe "femminicidio", mentre non lo sarebbe se causata da un'altra donna.

S1- Omicidio preterintenzionale (manca la volontà o questa era diretta ad altro fine), solitamente  compiuto da persona incapace d'intendere e volere, in maniera parziale o totale, al momento dell’evento.

S2- Omicidio eutanasico o pietatis causa, ovvero mosso non da sopraffazione, ma da empatia.

S3- movente economico-patrimoniale: e difatti, come pecunia non olet (e cioè suscita cupidigia a prescindere dalla liceità della provenienza), così il denaro "non ha sesso”.

S4- Movente di rancore maturato in ambito professionale (rivalità per carriera, mobbing, ecc.), o in ambito familiare allargato (faida, nella quale si colpisce un membro qualunque della famiglia avversaria per colpire la famiglia nel suo insieme o per vendetta), o in ambito di vicinato.

S5- l'omicidio maturato come "danno collaterale" ad altro crimine comune: p. es. allo scopo di eliminare un testimone.

S6- l’omicidio su commissione, ove prevale il movente della mandante, perché quello dell'esecutore materiale, invece, potrebbe essere meramente mercenario o volto a guadagnarsi la gratitudine.

E allora come abbiamo potuto osservare, dietro alle varie menzogne di molti “casi di femminicidio”, alla quale hanno lavorato ampliamente per decenni, decine di intellettuali femministe, soprattutto in ambito anglo-americano, si nascondono due verità, una di dignità scientifica (A) e l’altra venale ed ignobile.

A - la relazione sentimentale racchiude in sé - in modo ontologico, cioè connaturato ed inemendabile, un "lato oscuro", che è il desiderio/bisogno di "controllo" sul partner, con la quale scaturisce una manifestazione di “potere”. Tutto ciò si può convertire in svariati fattori che vanno dalla violenza psicologica, verbale, fisica, dal ricatto economico a quello sessuale.

B - il presunto fenomeno "femminicidio" racchiude un enorme business al suo interno, tutto al femminile; in ballo ci sono centinaia di stipendi, tutti rosa: che le famigerate “Case delle donne” abbiano personale tutto femminile, passi, essendo associazioni private; quanto ai "nuclei specializzati" presso le questure e le ASL, invece, per decenza costituzionale le norme non specificano il sesso del personale (trattandosi di enti pubblici), ma non è difficile prevederlo, se non altro per i soliti motivi di opportunità.