Categoria:Femminicidi: differenze tra le versioni

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Versione attuale delle 14:51, 15 mag 2024

Tutti gli articoli che seguono evidenziano un'alternativa alla narrazione dominante sui femminicidi, basata su parecchi studi e indagini.

Violenza contro le donne


• Uso ambiguo del termine "femminicidio" da parte di ISTAT ed Eures, includendo omicidi senza considerare il movente

• Inclusione di omicidi pietatis causa di donne anziane e per 𝗹𝗶𝘁𝗶𝗴𝗶 o 𝗿𝗮𝗽𝘁𝘂𝘀 nelle statistiche sui femminicidi

• Mancanza di studi scientifici che dimostrino un legame tra "cultura patriarcale" e femminicidi (verifica con ipotesi nulla delle ipotesi)

• Italia con uno dei tassi 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗯𝗮𝘀𝘀𝗼 di femminicidi in Europa

• Incongruenza tra dati della Polizia (circa 50/anno) e ISTAT/Eures (circa 140/anno)

• Indagine Benedettelli (2018): uguale numero di vittime maschili e femminili, ma solo uccisioni di donne suscitano attenzione

• Analisi criminologica (2012): 61 su 115 omicidi di donne classificati come femminicidi; più frequenti tra immigrati

• Termine "femminicidio" coniato da femminista messicana Legarde, popolarizzato da film "Bordertown" (2007)

• Ciudad Juarez, la città messicana dove coniato il termine, era la capitale del narcotraffico, gli omicidi in genere erano tantissimi e c'erano anche killer donna. Le vittime femminili mai oltre 18% del totale (media <10%); percentuale inferiore agli USA (20-25%)

• Progetto PASK (il più grande al mondo): rileva tassi simili di violenza tra partner per uomini e donne, mette in discussione l'asimmetria di genere


• 𝗠𝗮𝗻𝗰𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗶 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰i 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗶𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗶no 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗲𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 causale o anche solo di correlazione tra la "cultura patriarcale" e l'incidenza dei femminicidi (invece ci sono studi che li mettono in relazione con la povertà)

• Scarsa considerazione di fattori psicologici individuali e disturbi mentali nell'analisi dei moventi dei femminicidi

• 𝗜𝗻𝗰𝗼𝗻𝗴𝗿𝘂𝗲𝗻𝘇𝗮 𝘁𝗿𝗮 𝗶 𝗱𝗮𝘁𝗶 𝘀𝘂𝗶 𝗳𝗲𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝗰𝗶𝗱𝗶 𝗲𝗹𝗮𝗯𝗼𝗿𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗣𝗼𝗹𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝘁𝗮𝘁𝗼, 𝗯𝗮𝘀𝗮𝘁𝗶 𝘀𝘂 𝗰𝗿𝗶𝘁𝗲𝗿𝗶 𝗿𝗶𝗴𝗼𝗿𝗼𝘀𝗶 𝘀𝘁𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗖𝗼𝗻𝘃𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗜𝘀𝘁𝗮𝗻𝗯𝘂𝗹, e quelli forniti dai maggiori istituti statistici come ISTAT, che risultano significativamente più elevati (circa 50 l'anno quelli della polizia, contro 140 l'anno quelli rilevati da ISTAT ed Eures)

• Analisi criminologica su 115 casi di omicidio di donne in Italia nel 2012, che classifica solo 61 come femminicidi e suggerisce una maggiore propensione al femminicidio tra gli immigrati rispetto agli uomini italiani

• Origine del termine "femminicidio" coniato da Marcela Legarde, femminista messicana, e popolarizzato dal film "Bordertown" del 2007 ispirato ai numerosi omicidi di donne a Ciudad Juarez, in Messico

• Dati che mostrano come le vittime di omicidio femminile a Ciudad Juárez non abbiano mai rappresentato più del 18% del totale delle vittime di omicidio, con una media inferiore al 10% negli ultimi due decenni, percentuale più bassa rispetto agli Stati Uniti, dove circa il 20-25% delle persone uccise ogni anno sono donne

𝗔𝗹𝘁𝗿𝗶 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝗱𝗶𝗿𝗲𝘁𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗲𝗴𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗶 𝗳𝗲𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝗰𝗶𝗱𝗶

• Risultati del progetto PASK (Partner Abuse State of Knowledge), il più grande database di ricerca sulla violenza domestica al mondo, che evidenziano tassi simili di violenza tra partner per uomini e donne, una prevalenza di violenza bidirezionale e moventi comuni tra i generi, mettendo in discussione il paradigma dell'asimmetria di genere nella violenza intrarelazionale

• Alta incidenza di false accuse di maltrattamenti in fase di separazione, spesso usate strumentalmente nei contenziosi

• Mancanza di dati sulla violenza domestica contro gli uomini e nelle relazioni LGBT+ in Italia, che porta a un'analisi parziale del fenomeno e a soluzioni potenzialmente inefficaci o controproducenti

• Critiche alla teoria della "cultura dello stupro" nella società americana, vista come un'esagerazione non supportata da prove e causa di censura e isteria nei campus universitari

• Difficoltà per le vittime maschili di violenza domestica nell'accedere a servizi di supporto adeguati, a causa di pregiudizi, ostilità delle istituzioni e mancanza di centri antiviolenza inclusivi

• Attenzione selettiva dei media e dell'opinione pubblica sui femminicidi, a discapito di altri tipi di violenza (es. contro uomini o soggetti deboli)


Il termine "femminicidio" è stato coniato da Marcela Legarde, antropologa, politica e femminista messicana, rappresentante di spicco del femminismo latinoamericano e prima teorizzatrice del concetto

Il termine è diventato popolare grazie al film "Bordertown" (2007), ispirato alle reali vicende delle migliaia di donne uccise a Ciudad Juarez, in Messico

Ciudad Juarez è considerata la città più pericolosa del mondo a causa della guerra del narcotraffico e dei numerosi omicidi, con circa 950 bande armate che vi operano

La città è diventata tristemente famosa per le 4.500 donne scomparse e gli omicidi perpetrati ai danni di giovani donne, generalmente di umile estrazione sociale e impiegate nelle numerose maquiladora

𝗨𝗻𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗺𝗶𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗵𝗮 𝗿𝗶𝗹𝗲𝘃𝗮𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗶𝗿𝗰𝗮 𝗹𝗮 𝗺𝗲𝘁𝗮̀ 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗼𝗺𝗶𝗰𝗶𝗱𝗶 𝗲𝘀𝗮𝗺𝗶𝗻𝗮𝘁𝗶 𝗲𝗿𝗮𝗻𝗼 𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝗿𝗮𝗽𝗶𝗻𝗲 𝗲 𝗴𝘂𝗲𝗿𝗿𝗲 𝘁𝗿𝗮 𝗯𝗮𝗻𝗱𝗲

Secondo alcuni studiosi, 𝗹𝗲 𝘃𝗶𝘁𝘁𝗶𝗺𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝗺𝗶𝗰𝗶𝗱𝗶𝗼 𝗳𝗲𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝗹𝗲 𝗮 𝗖𝗶𝘂𝗱𝗮𝗱 𝗝𝘂𝗮𝗿𝗲𝘇 𝗻𝗼𝗻 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗺𝗮𝗶 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗱𝗲𝗹 𝟭𝟴% 𝗱𝗲𝗹 𝘁𝗼𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝘃𝗶𝘁𝘁𝗶𝗺𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝗺𝗶𝗰𝗶𝗱𝗶𝗼, 𝗲 𝗶 𝘁𝗮𝘀𝘀𝗶 𝗱𝗶 𝗳𝗲𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝗰𝗶𝗱𝗶𝗼 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗶𝗻𝗳𝗲𝗿𝗶𝗼𝗿𝗶 𝗮 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗲 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀ 𝗮𝗺𝗲𝗿𝗶𝗰𝗮𝗻𝗲

I cartelli della droga reclutano molte ragazze come sicari, preferendole agli uomini perché meno sospettabili

L'affermazione "Il femmicidio e il femminicidio sono crimini tollerati dalle pubbliche istituzioni" non sarebbe mai stata citata dall'ONU, ma da un comitato femminista interno all'organizzazione

I dati ONU mostrano l'Italia come uno dei paesi con il più basso numero di omicidi femminili al mondo, con un tasso di omicidi maschili tre volte superiore a quello femminile