Riassunto dei vari articoli sui femminicidi: differenze tra le versioni

Da Tematiche di genere.
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== Riassunto di studi di ricerca (paper) ==
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* [[Riassunto studio sulla rappresentazione dei femminicidi]]
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*[[Riassunto studio Analyzing Femicide in Italy. Overview of major findings and international comparisons]]
*[[Riassunto studio Analyzing Femicide in Italy. Overview of major findings and international comparisons]]
*[[Riassunto studio Femminicidio in Italia: una critica al discorso femminista di genere e una lettura costruttivista dell'identità umana]]
*[[Riassunto studio Femminicidio in Italia: una critica al discorso femminista di genere e una lettura costruttivista dell'identità umana]]
== Altri articoli ==
== Altri articoli ancora da riassumere ==
Anatomia della violenza, le radici biologiche del crimine Di Adrian Raine
Anatomia della violenza, le radici biologiche del crimine Di Adrian Raine


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L'articolo è ben scritto, utilizza toni pacati e una introduzione ben scritta che denota il giusto tatto.
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<nowiki>http://www.ilfoglio.it/articoli/2015/06/06/news/piano-col-tormentone-femminicidio-84567/</nowiki>
[http://www.ilfoglio.it/articoli/2015/06/06/news/piano-col-tormentone-femminicidio-84567/ Piano col tormentone “femminicidio” - Il Foglio]
 
<s><nowiki>https://barbarabenedettelli.it/wp-content/uploads/2018/06/Indagine-completa-omicidi-nelle-Ris-i-numeri-oltre-il-genere-1.pdf</nowiki></s>
 
<s><nowiki>https://time.com/30545/its-time-to-end-rape-culture-hysteria/</nowiki></s>
 
<s><nowiki>https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html</nowiki></s> (riassunto)
 
<s><nowiki>https://violenza-donne.blogspot.com/2014/09/quella-squallida-menzogna-del.html</nowiki></s> (riassunto)
 
<s><nowiki>http://lnx.ispitalia.org/archives/article/femminicidio-e-violenza-maschile-un-binomio-da-sfatare-la-violenza-non-ha-genere</nowiki></s>
 
<s><nowiki>https://violenza-donne.blogspot.com/2015/12/un-anno-caso-2014-smascherata-la-bufala.html</nowiki></s>
 
https://www.ilgiornale.it/news/politica/allarme-maschicidi-uomini-vittime-quanto-donne-nessuno-ne-1537979.html
 
<s><nowiki>https://violenzafamiliare.wordpress.com/2013/08/19/la-calunnia-del-femminicidio</nowiki></s>


<nowiki>https://www.facebook.com/groups/1082284531868057/permalink/1534765623286610/</nowiki>
[https://www.ilgiornale.it/news/politica/allarme-maschicidi-uomini-vittime-quanto-donne-nessuno-ne-1537979.html Allarme maschicidi Gli uomini vittime quanto le donne Ma nessuno ne parla - Il Giornale]


<nowiki>https://www.facebook.com/page/658473344207132/search/?q=femminicidi</nowiki>
https://www.facebook.com/groups/1082284531868057/permalink/1534765623286610/


<nowiki>https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/11/femminicidio-numeri-sono-tutti-sbagliati/590171/</nowiki>
https://www.facebook.com/page/658473344207132/search/?q=femminicidi


<nowiki>https://www.ilpost.it/davidedeluca/2013/05/20/i-veri-numeri-sul-femminicidio/</nowiki>
[https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/11/femminicidio-numeri-sono-tutti-sbagliati/590171/ Femminicidio, i numeri sono tutti sbagliati - Il fatto quotidiano]


<nowiki>https://www.ilpost.it/davidedeluca/2013/05/28/tutti-i-numeri-sul-femminicidio-2/</nowiki>
[https://www.ilpost.it/davidedeluca/2013/05/20/i-veri-numeri-sul-femminicidio/ I veri numeri sul femminicidio - Il Post - parte 1] e [https://www.ilpost.it/davidedeluca/2013/05/28/tutti-i-numeri-sul-femminicidio-2/ parte 2]


<nowiki>https://www.pensierocritico.eu/manipolazioni-statistiche.html</nowiki>
[https://www.pensierocritico.eu/manipolazioni-statistiche.html Manipolazioni statistiche sulla violenza di genere - Pensiero critico]


http://www.pallequadre.com/2017/01/femminicidi-patriarcato-e-complotti-vari.html
[http://www.pallequadre.com/2017/01/femminicidi-patriarcato-e-complotti-vari.html Femminicidi e patriarcato - pallequadre.com]


''La gente crede solo a ciò che già sa'' (= che ha visto in TV...)
''La gente crede solo a ciò che già sa'' (= che ha visto in TV...)
== Articoli già riassunti ==
== Femminicidio e violenza maschile: falso binomio ==
== Femminicidio e violenza maschile: falso binomio ==
http://lnx.ispitalia.org/archives/article/femminicidio-e-violenza-maschile-un-binomio-da-sfatare-la-violenza-non-ha-genere
[[Riassunto articolo Femminicidio e violenza maschile: falso binomio]]
 
Di [https://www.linkedin.com/in/monica-aitanga-leva/ Monica Leva], psicoterapeuta e presidente I.S.P.
 
«Non vi è giorno in cui i media non diffondano notizia di nuovi casi di cronaca nei quali mogli, compagne, fidanzate, figlie, donne di differente età, vengono uccise da mariti, fidanzati, ex, padri, comunque uomini e ''il termine “femminicidio” è certamente uno dei più ricorrenti, ma'' di sicuro ''non'' l’unico possibile e tantomeno ''il più appropriato ad ogni circostanza''. ''Definire indiscriminatamente  femminicidio ogni singolo episodio di violenza contro le donne'', presuppone, infatti, un preciso orientamento teorico e l’assunzione implicita di un punto di vista non sempre pertinente.
 
In un’epoca in cui la violenza attraversa abbondantemente tutte le relazioni umane, è fin troppo facile considerare quella sulle donne una manifestazione unitaria e dalla matrice univoca, e sicuramente ''non aiuta a comprenderne la vera natura e a contrastarla adeguatamente''.
 
Il primo passo verso una maggiore comprensione del fenomeno è quello di esaminare le condotte violente nelle loro varie sfumature e definizioni, iniziando, così, ad uscire dal grande “contenitore” della cosiddetta '''''violenza di genere'''''.
 
Infatti, con questo termine viene ormai indicata “qualsiasi” forma di violenza che una donna subisce per mano di un uomo, qualora quest’ultima non sia vittima accidentale di un evento che la trova coinvolta solo casualmente.
 
Per quanto non sia così facile risalire alle origini di tale espressione, la si incontra ufficialmente per la prima volta nella '''“''Declaration on the elimination of violence against women''”''', adottata dall’'''ONU''' nel '''1993''', che testualmente recita: <blockquote>«Per gli scopi di questa Dichiarazione, il termine “violenza contro le donne” significa ogni atto di violenza di genere che esita in (o è probabile che esiti in) danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche verso le donne, includendo minacce di questi atti, coercizione o deprivazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica o in privato».</blockquote>Sebbene <u>appaia qui evidente la volontà di circoscrivere tale definizione</u> a un ambito specifico e circoscritto nel tempo e nello spazio, <u>l’espressione “violenza di genere” ha iniziato a essere, perlomeno nel nostro Paese, ampiamente associata alla violenza nei confronti della donna ''tout-court'',</u> <u>senza il necessario discernimento</u> rispetto alle sole situazioni in cui  è il diverso genere della persona che subisce violenza rispetto a chi la perpetra, il ''movente'' essenziale di colui/colei che la agisce.
E sebbene soltanto da quest’ultima prospettiva sia possibile far discendere <u>il concetto di “femminicidio”</u>, altrettanto si tratta di un termine ormai da tempo usato e <u>abusato in modo spesso improprio e fuorviant</u>e.
 
Se, infatti, <u>le argomentazioni tradizionali impiegate per rendere conto della violenza contro le donne</u>, come appunto il genere e ancorpiù il patriarcato, <u>sono state parzialmente aderenti alla realtà nel passato</u> e ''forse ancora oggi in specifici contesti sociali e culturali arretrati'', ''attualmente non sono assolutamente sufficienti a descrivere la fenomenologia corrente.''
 
il termine “femminicidio” fu '''coniato''' in ambito giuridico dalla criminologa [[wikipedia:Diana_E._H._Russell|Diana Russell]], che lo introdusse per la prima volta 1992, nel libro ''Femicide''. Secondo la stessa autrice, il concetto può contemplare tutte quelle situazioni in cui: '''«…la morte della donna rappresenta l’esito o la conseguenza di atteggiamenti o pratiche sociali misogine»'''.
 
Possiamo quindi, anche qui, rilevare la matrice patriarcale dell’assunto che circoscrive palesemente l’uccisione di una donna in quanto donna per mano maschile, indipendentemente dalla specificità della vittima e della relazione con l’autore di violenza. ''Il paradigma <u>patriarcale</u>'', che a sua volta ''nasce col <u>femminismo marxiano</u>'', '''interpreta''' la società dell’epoca precipuamente sul criterio del genere
* il maschile dominante sul femminile
* la famiglia come luogo elettivo di oppressione
* la violenza nella coppia quale strumento maschile privilegiato per mantenere le donne in uno stato di dipendenza e sottomissione
In realtà, ''<u>oggi, gran parte della violenza e della conflittualità nella coppia, non deriva affatto di una ideologia</u>'' di sopraffazione dell’uomo sulla donna e non ha alcuna specificità di genere: prova ne è la rilevante presenza di violenza femminile non esclusivamente in risposta a quella maschile e quella agita, ad esempio, all’interno delle relazioni intime tra persone dello stesso sesso.
 
<u>Il messaggio che viene invece implicitamente veicolato dai ''media'' è quello che l’uomo, in quanto maschio, sia violento a priori e, come noto, il rischio degli stereotipi è che divengano una chiave di lettura riducente e distorcente della realtà.</u>
 
Questo preconcetto gravissimo e fuorviante che attribuisce un sesso alla violenza e ne relega le cause a presunte caratteristiche innate e “naturali”, pone, di fatto, le basi per un estremo pregiudizio, annullando il ruolo e la responsabilità personali.
 
I ''fenomeni'' di violenza sono molto ''complessi'' e articolati e soprattutto hanno una storia e un significato. Sono numerosi gli esempi storici e le ricerche scientifiche che dimostrano come, per l’essere umano, l’aggressività non sia affatto qualcosa di “naturale”, non dipenda dal DNA e non risponda a dinamiche codificabili e che l’agire violento sia piuttosto un atto contestuale e non mai il mero risultato di innati e incoercibili processi biochimici.
 
Come ben spiega e documenta nel suo libro, “''[https://g.co/kgs/zThdqa La bestia dentro di noi. Smascherare l'aggressività]''” Adriano Zamperini, ''docente di Psicologia della violenza'', di ''Psicologia del disagio sociale e di Relazioni interpersonali'' all’Università di Padova: «…non esiste una presunta molla aggressiva alla quale ascrivere le azioni violente verso gli altri e non esistono supporti empirici che possano dimostrarla».
 
L’errore è proprio quello di lavorare troppo spesso sulla categoria piuttosto che sulle persone.
 
A riprova di questo, se prendiamo in considerazione la teoria dell’apprendimento sociale, secondo la quale i comportamenti violenti sarebbero frutto di modelli educativi appresi, trasmessi a livello intergenerazionale, possiamo coglierne facilmente i limiti.
 
''Una vasta letteratura scientifica dimostra innanzitutto che non tutti i bambini cresciuti con genitori violenti e/o che abbiano subito abusi divengano poi adulti violenti'', ''ma neppure nel caso contrario'' (ovvero di bambini violenti con genitori violenti), ''si può escludere'' a priori la variabile ''che le cause della violenza siano correlate'' ad altri e diversi ''fattori ambientali sfavorevoli''.
 
''Tantomeno è impossibile pensare di non prendere in considerazione'', nell’essere umano, i ''fattori soggettivi'' sia di ''rischio'' che di ''resilienza''.
 
Una lettura esclusivamente sociologica, fondata soltanto sulla devianza, si traduce inevitabilmente in una forma vera e propria di “<u>riduzionismo filosofico</u>”, un <u>grave problema ideologico che porta alla perdita della dimensione della complessità</u>; l’individuo va compreso nel suo contesto e nella sua storia, e questo è terreno di specifica pertinenza della psicologia.


Non sono infatti concepibili modelli di intervento idonei ed efficaci sugli autori di violenza che non contemplino la variabile psicologica del fenomeno, la soggettività e il funzionamento della loro personalità.
{{:Riassunto articolo Femminicidio e violenza maschile: falso binomio}}
 
Nel nostro Paese esiste una carenza profonda sull’intervento psicologico sul tema e, da questo punto di vista, quando si parla di relazioni maltrattanti, il cui meccanismo fondante è la distruzione dell’altro, occorre innanzitutto evidenziare che questo è assolutamente identico per uomo e donna.
 
Lo stesso termine ''<u>violenza domestica</u>'', coniato negli ''anni ’70'' e usato in modo generico dagli studiosi per ''indicare la violenza nella coppia matrimoniale, in cui la vittima era tipicamente la donna,'' oggigiorno viene utilizzato per designare qualsiasi atto di violenza tra ''partner'', senza alcuna definizione a priori del genere dell’abusante e della vittima.
 
Altrettanto si può affermare per l’espressione ''Intimate Partner Violence'' (IPV), denominazione più recente, comparsa nel 2000 e maggiormente diffusa nella letteratura internazionale per connotare la violenza tra persone che abbiano, o abbiano avuto, una qualunque relazione intima (coniugi, fidanzati, partner occasionali, etc.). Ovviamente, al passo con i mutamenti sociali, non è più stato possibile concepire soltanto la coppia classica eterosessuale e la moglie tradizionalmente sposata quale esclusiva, possibile vittima dell’uomo.
 
Una ''lettura'' puntuale e profonda del ''comportamento violento'', porta a identificarne le ''radici'' in ''due configurazioni relazionali tipiche'' e tra loro molto differenti, ovvero
* all’interno di una situazione di conflittualità di coppia molto elevata, caratterizzata dall’incapacità di separarsi
* oppure in una struttura di personalità dell’autore di violenza francamente patologica
Se nel <u>primo</u> caso è la relazione disperante l’elemento fondante del maltrattamento, relazione che genera sofferenza e nella quale la violenza diventa l’espressione difensiva disfunzionale da un dolore antico destabilizzante che si rivive,
 
Nel <u>secondo</u> caso si tratta generalmente di un ''grave disturbo della personalità'' caratterizzato, secondo una chiara definizione di [[google:Caretti+e+Craparo+del+2010&rlz=1C1CHBF_itIT880IT880&sourceid=chrome&ie=UTF-8|Caretti e Craparo del 2010]], «da una condizione di aggressività istintuale e dall’incapacità di stringere una relazione oggettuale basata sulla reciprocità e sulla corrispondenza delle comuni emozioni», che conduce il soggetto ad agire una violenza unilaterale indipendentemente dalla relazione con quello specifico ''partner''.
 
In conclusione, la psicologia, che per suo intrinseco mandato mai prescinde dagli individui, dalle loro relazioni, dalla loro mente e dalle loro storie, non può che negare ogni e qualsiasi definizione e/o classificazione dell’atto violento che escluda un’accurata indagine del soggetto e delle circostanze.
 
Da ciò si evince definitivamente che <u>l’essere umano di genere maschile nella sua generalità non umilia, picchia, o peggio ancora uccide il proprio ''partner'' poiché cela immancabilmente  in sé un maltrattante, ma questo può accadere e, purtroppo accade, in condizioni specifiche e talvolta estreme che sarebbe importante imparare a riconoscere a fini preventivi, proprio perché caratterizzate da segnali precisi e ricorrenti.</u>
 
Attraverso una richiesta precoce di aiuto, la psicologia può efficacemente intervenire nello spezzare la spirale della relazione violenta, così contribuendo alla diminuzione degli episodi di maltrattamento spesso ad esito letale di cui oggi constatiamo la crescita esponenziale.»
== È ora di porre fine all'isteria della "cultura dello stupro" (del Time) ==
== È ora di porre fine all'isteria della "cultura dello stupro" (del Time) ==
[[Critiche alla cultura dello stupro]]
[[Critiche alla cultura dello stupro]]
{{:Critiche alla cultura dello stupro}}
== Riassunto barbarabenedettelli.it Indagine femminicidi 2018 ==
== Riassunto barbarabenedettelli.it Indagine femminicidi 2018 ==
[https://it.wikipedia.org/wiki/Barbara_Benedettelli Barbara Benedettelli] ([http://barbarabenedettelli.it/violenza-domestica-indagine-i-numeri-oltre-il-genere/ link al sito]), nell'indagine che trovate [https://barbarabenedettelli.it/wp-content/uploads/2018/06/Indagine-completa-omicidi-nelle-Ris-i-numeri-oltre-il-genere-1.pdf qui linkata], fa un lavoro notevole sia nel linguaggio, sia per i dati che riporta.
[[Riassunto barbarabenedettelli.it Indagine femminicidi 2018]]


Ci chiarisce che la definizione arcinota di femminicidio, ripresa anche da vari dizionari, è di Diana Russel<ref>Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una 1 sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l'identità attraverso l'assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte. Femicidio l’omicidio per tale causa. Qui la definizione data da Diana Russel.</ref>. E ci parla degli omicidi nelle '''[[Relazioni Interpersonali Significative]] (RIS)'''.
{{:Riassunto barbarabenedettelli.it Indagine femminicidi 2018}}
 
Nell'incipit segnala un problema con i dati e invita ad uno studio privo di bias ideologici<blockquote>"mostrare un quadro d'insieme delle <u>morti violente causate da chi avrebbe dovuto proteggere, amare</u>, o anche solo accompagnare per alcuni tratti il tortuoso cammino della vita.
Ed è <u>anche un invito a osservare i fenomeni per quello che sono, senza mistificazioni e deviazioni culturali che non permettono di attuare politiche preventive corrette</u>".
 
<u>Questa indagine</u>, che forse per la prima volta <u>comprende le Vittime maschili e quelle femminili</u> trattando i casi con gli <u>stessi criteri di analisi</u>, va vista come un punto di partenza che invita in primis le Istituzioni ad approfondire lo studio del fenomeno da una <u>prospettiva allargata e non ideologica</u>.
 
Quando in occasione del pamphlet '<nowiki/>''Il maschicidio silenzioso''<nowiki/>' (Collana Fuori dal Coro in allegato a Il Giornale), poi in '[https://www.ibs.it/50-sfumature-di-violenza-femminicidio-libro-barbara-benedettelli/e/9788860528414 ''50 Sfumature di violenza. Femminicidio e 1 maschicidio in Italia''<nowiki/>' (Cairo Editore]), ho cominciato a osservare il fenomeno nel suo insieme, senza pregiudizi, senza discriminazioni di sorta verso chiunque, senza il condizionamento dell'ideologia.</blockquote>E si pone '''domande interessanti''':
* perché, nonostante tutto quello che si è fatto negli ultimi anni per contrastare la violenza di genere
* le donne ogni anno muoiono in media nello stesso numero?
* Quali sono i criteri per rilevare i dati?
* Cosa stiamo sbagliando?
* Cosa ci manca per comprendere il fenomeno nella sua interezza?
Il tutto deve essere osservato e studiato senza veti ideologici, pregiudizi, narrazioni retoriche e monche che condizionano la percezione collettiva della realtà e impediscono di trovare il modo si “aggiustare ciò che si è rotto”: le relazioni affettive che diventano (o nascono) disfunzionali.
 
Secondo gli ultimi dati del Viminale nell'Italia del '''2017''' sono state '''uccise 355 persone''', <u>il numero più basso di sempre</u>.
=== Stesso numero di vittime maschili e femminili ===
Di queste ben '''236 sono state ammazzate in famiglia'''<nowiki/>''', in coppia, tra amici, vicini di casa, colleghi di lavor'''o: le vittime '''femminili''' sono 120, le vittime '''maschili''' sono '''116''', 120 '''se consideriamo anche i 4 italiani uccisi all'estero dalle loro partner.''
 
E' quanto emerge dall'indagine '''''Violenza domestica e di prossimità: i numeri oltre il genere''''', da me effettuata attraverso la ricerca dei fatti sulle testate web locali e nazionali tenendo conto non solo delle donne uccise, ma anche degli uomini. Mettendo insieme gli omicidi avvenuti nelle relazioni più significative <u>si è rilevato che uomini e donne vengono uccisi nello stesso numero e spesso per le stesse ragioni</u>. Però solo la Vittima femminile è al centro dell'attenzione sociale, politica e mediatica. Solo l'uccisione di una donna suscita sdegno, scandalo, orrore. Solo delle donne si pubblicano liste tragiche con nomi e cognomi.
 
Le donne sono oggettivamente le prime vittime in ambito di coppia, nel 2017 ne sono state uccise 66 dai partner contro 19 uomini uccisi dalle compagne ('''parliamo di omicidi'''). E questo giustifica in parte il maggior impegno nei confronti delle Vittime femminili. Ma è sbagliato osservare il fenomeno da un solo prisma, quello della cultura patriarcale. Prima di definirli femminicidi, bisognerebbe analizzare gli atti d’indagine e studiare le vite individuali dei protagonisti. Sono '''42 i femminicidi''' dei 66 omicidi. Di 42 femminicidi 14 hanno visto autori stranieri (soprattutto nazionalità dove la cultura patriarcale è ancora forte), mentre quando a uccidere sono gli italiani spesso si sono tolti la vita. Un dato per nulla irrilevante al quale dare risposte che vanno oltre il teorema della cultura patriarcale.
 
Un'altra osservazione interessante che fa la Benedettelli è che se il femminicidio fosse un fenomeno culturale diventa difficile spiegare perché gli uomini uccidono di più in generale, mentre le donne uccidono solo all'interno della relazione, ne consegue che gli omicidi per il possesso sono la motivazione più frequente per gli omicidi compiuti dalle donne (pag. 3).
=== Gli enti raccolgono i numeri in modo scorretto ===
<blockquote>Senza indispensabili linee guida universali che permettono di intraprendere le migliori azioni preventive. '''A seconda dell'ente''' civile o istituzionale '''che raccoglie i dati''', il numero delle donne vittime di “femminicidio” sale o scende arbitrariamente: '''90, 114, 88, 140'''. '''E in tutti i casi questi''' numeri sono la somma di omicidi '''il cui rapporto vittima/carnefice''' '''e il movente''' '''con il femminicidio non hanno nulla a che fare''':
tra le Vittime di “femminicidio” per esempio '''vengono inserite''' donne uccise dai figli o dalle figlie per ragioni economiche o a causa di psicopatie; oppure da criminali che volevano rapinarle o da vicini/e di casa con i quali avevano cattivi rapporti; o da partner con gravi psicopatie. Tutti questi delitti hanno origini e dinamiche diverse delle quali è necessario tener conto. Chiamarli femminicidi (o femicidi) non permette di intervenire nel modo corretto quando non lo sono. Mettere tutto in un unico calderone è forse utile a creare un'allarme che permette di attuare politiche sociali a favore delle donne, in quanto “diverse”, e che con la prevenzione della violenza non c'entrano.<ref>{{Cita|Barbara Benedettelli - https://barbarabenedettelli.it/wp-content/uploads/2018/06/Indagine-completa-omicidi-nelle-Ris-i-numeri-oltre-il-genere-1.pdf}}, pag 3</ref> </blockquote>La Benedettelli fa anche notare come "''utilizzando gli identici criteri arbitrari'' utilizzati per rilevare i “femminicidi” anche per le vittime maschili emerge che gli uomini uccisi sono più delle donne: 133 i primi, 128 le seconde". L'autrice sottolinea come questo sia un '''"gioco di prestigio"'''. Riguardo le modalità con cui le statistiche possono essere distorte è interessante la citazione "''Se torturi i dati abbastanza, alla fine confesseranno quello che vuoi"'' di Darrell Huff.
== Riassunto ilfattoquotidiano.it - l'insostenibile leggerezza del rapporto tra media e femminicidio ==
== Riassunto ilfattoquotidiano.it - l'insostenibile leggerezza del rapporto tra media e femminicidio ==
Sulle pagine de Il fatto quotidiano lo psicologo psicoterapeuta Mario De Maglie critica la leggerezza con cui le riviste trattano argomenti così delicati per fare clickbait. L'articolo è ben scritto, non aggiunge nulla di nuovo a livello di analisi sull'inconsistenza dei dati, ma è comunque utile per la parte di denuncia della stampa e attacco delle certezze e delle narrazioni opportunistiche. Clicca per leggere [https://share.getliner.com/Gezq4 l'articolo sottolineato]
[[Riassunto ilfattoquotidiano-insostenibile leggerezza del rapporto tra media e femminicidio]]
 
{{:Riassunto ilfattoquotidiano-insostenibile leggerezza del rapporto tra media e femminicidio}}
Riassunto:<blockquote>Un maschile fortemente sotto accusa può  faticare che rischia di:
== Riassunti violenza-donne.blogspot.com ==
1) non capire il grido di aiuto delle donne (non quello legato ai femminicidi, ma a tutte le tematiche di genere)
[[Riassunto articolo "Femminicidio" 2012: confermata finalità allarmistica]]
 
2) di arroccarsi su posizioni di chiusura (rendendo uno dei punti più critici delle questioni di genere, ossia il disinteresse maschile in proposito, ancora più critico).


Dobbiamo '''migliorare la qualità dei dati sul femminicidio''' in nostro possesso. Attualmente a farsi carico della loro '''raccolta''' sono i Centri Antiviolenza<ref>che hanno un conflitto di interessi a effettuare una raccolta dati corretta dato che i loro finanziamenti derivano dal sensazionalismo</ref> e il sito Bollettino di Guerra e questa avviene attraverso la '''conta delle uccisioni di donne riportate dalla cronaca'''. Questa rilevazione è certamente indicativa di come la stampa tratti  la tematica, ma non è necessariamente coincidente con la sua effettiva realtà.
{{:Riassunto articolo "Femminicidio" 2012: confermata finalità allarmistica}}
 
Il rapporto tra media e femminicidio può essere molto delicato, non di rado '''la cronaca ha i suoi vantaggi dall’esacerbare alcune realtà o dipingerle in modo da suscitare morbosità''' o banalizzazione. Se il contenuto è buono, ma non attira la notizia può anche passare in secondo piano, se il contenuto non è un granché, ma può essere presentato con modalità che suscitano una certa emotività, l’emotività vende.
 
Va analizzato '''quanto l’interesse dei media sia strumentale a creare e a cavalcare un’onda emotiva  per aumentare le copie da vendere''' o le visualizzazioni in rete. Un tipo di interesse di questa fatta non è che una forma di maltrattamento aggiuntivo, molto subdolo perché ben nascosto dietro una parvenza di una denuncia in aiuto delle donne,ed invece neanche morte possono trovare pace, sfruttate fino all’ultimo ed anche oltre.  Non interessa che la donna sia stata ammazzata, ma che la donna ammazzata faccia notizia.</blockquote>
== Riassunti [https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html violenza-donne.blogspot.com] ==
===Riassunto articolo [https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html "Femminicidio" 2012: confermata finalità allarmistica...]===
Articolo appare affidabile ma in tono molto polemico.
 
'''Secondo l’analisi criminologica condotta sui 115 casi di omicidio'''<ref>https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html</ref> '''aventi come vittime una o più donne''' (per un totale di 119 vittime) commessi in Italia nel '''2012''', - ed indicati nel ddl 3390 (Serafini-PD) come prova di una presunta “emergenza femminicidio in Italia” (''uccisione di una donna in quanto donna, compiuta da un uomo con l’implicita volontà di riaffermare un potere storicamente ineguale fra i Generi'') -  '''ha portato ai risultati riportati sotto.''' A valle dell’analisi criminologica '''"solo" 61 delle 119 vittime risultano femminicidi''' evidenziando la presenza di errori grossolani di attribuzione:
{| class="wikitable mw-collapsible"
|+
!'''15''' casi: '''rilevazione incongrua''' '''rispetto alla tesi di "femminicidio"'''
!'''19''' casi: '''compiuti da soggetti incapaci d’intendere e di volere'''
!'''23''' casi: movente '''totalmente estraneo alla sfera''' '''relazionale'''/passionale (e dunque a presunte concezioni “patriarcali” sulle “ineguaglianze di Genere”) ed in particolare:
|-
|ed in particolare:
*'''1''' caso: causa di morte ignota;
*'''1''' caso: '''morte naturale''';
*'''3''' casi: '''suicidio''';
*'''5''' casi ('''6''' vittime): '''autore/autrice ignoto/a'''
*'''3''' casi: '''autrice donna''' (esecutrice materiale / mandante - unica / in concorso);
*'''1''' caso: anno di commissione diverso dal 2012;
*'''1''' caso: '''omicidio colposo/preterintenzionale''';
|
|
*'''6''' casi con '''movente''' '''economico-patrimoniale'''
*'''1''' caso con '''movente''' di '''rancore maturato in ambito professionale, familiare-allargato, di vicinato'''
*'''7''' casi di '''omicidio eutanasico'''
*'''8''' casi per '''rapina''' o per procurarsi l’impunità da un reato comune
*'''1''' caso: scriminante del '''grave e violento boicottaggio''' dell'insopprimibile '''funzione genitoriale'''
|}Nell'articolo [https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html violenza-donne.blogspot.com] sottolinea che nello stesso anno, in Italia, sono stati '''53''' gli '''''omicidi''''' (consumati e tentati<ref>Come fa notare violenza-donne, è il caso di ricordare che - a differenza di un omicidio colposo, preterintenzionale o compiuto da persona incapace d’intendere e volere - il tentato omicidio presuppone una '''lucida volontà di uccidere''', che non raggiunge l'esito fatale unicamente per l'imperizia dell'autore/autrice.</ref>) compiuti da '''''donne'' a danno di ''uomini''''', di cui '''35 per movente relazionale-passionale''' (8 consumati).
Nell'articolo vengono anche riportati in una '''tabella con 3 colonne''' tutti i casi di femminicidio, riportati dai mass-media, confermati dalle indagini come tali o meno.
{| class="wikitable"
|'''PRESUNTI''' EPISODI DI “FEMMINICIDIO” secondo la stampa del ''mainstream''
(listati in <u>rosa</u> quelli in cui risulta <u>confermato</u> il movente passionale-relazionale)
|'''GIUDIZIO CRIMINOLOGICO''' E CLASSIFICAZIONE MOVENTE desumibili dalla stampa
Link che svela la natura di episodio/movente
 
(sfondo <u>rosso</u> per <u>autore straniero</u> con movente relazionale-passionale)
|EPISODI DI “MASCHICIDIO”
(sfondo colorato per quelli con movente passionale-relazionale - in azzurro: consumato; in celeste: tentato)
|}
 
 
Il blog sottolinea che i femminicidi vengono spesso '''presentati come un problema di educazione degli italiani,''' intrisi di ''cultura patriarcale del possesso,'' '''mentre''' l'analisi statistico-criminologica degli episodi di cronaca mostra che la propensione al femminicidio risulta caratteristica soprattutto degli '''immigrati''' e che, negli uomini italiani, è meno della metà degli stranieri<ref>percentuale di stranieri sulla popolazione maschile italiana (censimento 2011 - tutte le classi d'età): '''6,54%''' vittime femminili (movente relazionale-passionale) ascrivibili ad autore straniero: '''14,7%''' [https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html?m=1&fbclid=IwAR3QDxyy0DjSRn7JipsLOjYuDW3OBqd1R4uBoWPAz8OaPLW_sgEp4j3hus0 https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html]</ref> (il che è un dato notevole considerando che rappresentano solo il 10% della popolazione italiana).
 
Dallo stesso articolo viene anche ipotizzato tra le righe che le '''reali finalità''' dei politici potrebbero essere legate alla movimentazione degli '''85 milioni di euro''' stanziati, che non andranno alle famiglie delle 53 donne, ma come previsto dal Capo VIII, art. 35 ([https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html qui riassunto]) ai '''centri antiviolenza''' (che secondo la pagina stessa sono '''policitizzati''') '''e a province''', comuni ed enti vari.
==Riassunto - [https://violenza-donne.blogspot.com/2014/09/quella-squallida-menzogna-del.html articolo settembre 2014]==
==Riassunto - [https://violenza-donne.blogspot.com/2014/09/quella-squallida-menzogna-del.html articolo settembre 2014]==
Articolo appare affidabile ma in tono molto polemico.
[[Riassunti violenza-donne.blogspot.com set 2014]]


 
{{:Riassunti violenza-donne.blogspot.com set 2014}}
Definizione di “femminicidio” secondo il ddl n. 724 (PD) del 29-05-2013 “Disposizioni per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio”<ref>ddl n. 724 (PD) del 29-05-2013 “Disposizioni per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio” http://www.senato.it/versionestampa/stampa.jsp?thispage</ref>:<blockquote>Il concetto di femminicidio comprende, infatti, non solo l’uccisione di una donna '''in quanto donna''', ma ogni atto violento o minaccia di violenza esercitato nei confronti di una donna in quanto donna, in ambito pubblico e/o privato, che provochi o possa provocare un danno fisico, sessuale o psicologico o sofferenza alla donna.</blockquote>L'articolo si pone di '''verificare la validità di questo postulato circa le finalità dell'omicidio''', poiché i femminicidi sono un fenomeno dalla prevalenza estremamente bassa, parliamo di 5 donne ogni milione all'anno. In medicina i sintomi più rari che vengono considerati un rischio sono intorno ad un caso ogni 10000. Per dimostrare l'esistenza di una matrice patriarcale di questi omicidi occorre una '''verifica statistica''': pertanto, il concetto di "femminicidio", per essere confermato necessita dei seguenti elementi:
#che gli '''omicidi''' siano '''volontari'''. Non sono quindi ascrivibili a "femminicidio" le morti femminili dovute a:
##'''omicidio preterintenzionale''' (manca la volontà o questa era diretta ad altro fine);
##compiuto da '''persona incapace d'intendere e volere'''
#che l'atto di violenza sia '''fondato sul genere''' (in quanto donna), es. che l'atto di violenza si basi su un movente che sottenda la ''riaffermazione'' di una ''"relazione di potere storicamente ineguale fra donne e uomini"'', che releghi ''"la donna, in quanto donna, a un ruolo subordinato"''<ref>(definizione della "violenza di genere" elaborata nella Conferenza di Pechino).</ref>.
##Es. di inclusione il delitto passionale (secondo l'articolo le cronache giudiziarie traboccano di questo tipo di omicidi commessi (ma, ovviamente, censurati in TV) da donne su uomini ([https://violenza-donne.blogspot.it/search/label/uccisione%20del%20partner qui 248 casi]) o da donne su donne (qui [https://violenza-donne.blogspot.it/2009/01/violenza-delle-donne-sulle-donne-il.html 4 casi])).
##Es. di esclusione, ad esempio, l''''omicidio''' '''eutanasico''' o pietatis causa (mosso non da sopraffazione, ma da empatia - a volte distorta o parossistica - verso la vittima affetta da malattia inguaribile), quasi sempre seguito da suicidio dell'autore; a volte coesistente con estrema precarietà economica (impossibilità, reale o percepita, per la famiglia, di “andare avanti”); anche nella declinazione del "suicidio assistito";
##Es. esclusione: '''movente economico'''-patrimoniale
##movente di '''rancore maturato in ambito professionale''' (rivalità per carriera, mobbing, ecc.), o in ambito familiare allargato (faida, nella quale si colpisce un membro qualunque della famiglia avversaria per colpire la famiglia nel suo insieme o per vendetta), o in ambito di vicinato: qualcuno potrebbe forse affermare che nell'arcinota "strage di Erba" i due coniugi assassini - il tassista Olindo e la moglie Rosa - fossero spinti da motivazioni diverse e sessualmente connotate?
##l'omicidio maturato come '''"danno collaterale" ad altro crimine''' comune: p. es. allo scopo di eliminare un testimone;
 
 
L'autore ''critica'' anche la presunta minorità sociale patita nel passato dalle donne. Spiega infatti che:<blockquote>in quel passato, ai minori '''''onori''''' riconosciuti alla donna, corrispondevano minori '''''oneri''''' e ''maggiore protezione sociale'', nonché ''deresponsabilizzazione penale.''
Ancora oggi, il codice penale italiano riserva alla '''infanticida''' un "trattamento di favore": '''pena da 4 a 12 anni''', rispetto ai '''21''' comminati all''''uomo''';
 
'''Inoltre il regime detentivo''' è, per la donna, un'eventualità meramente residuale, bastando la presenza di un figlio di età fino ai 10 anni per godere della detenzione domiciliare: beneficio, questo, negato ai padri, tranne che la madre del proprio figlio sia morta o assolutamente impossibilitata ad assistere la prole.</blockquote>L'autore sottolinea anche che:<blockquote>la relazione sentimentale (sia etero che omo-sessuale) racchiudono in sé un certo desiderio/bisogno di "controllo" sano sul partner , cui fa da contraltare la '''paura dell'abbandono''': è una manifestazione di "potere", più o meno negoziabile all'interno della coppia, che si estrinseca nelle più disparate modalità - alcune di polarità maschile, altre di polarità femminile (ma tutte agibili da ciascun sesso) - lungo uno spettro che va dall'accudimento ricattatorio alla violenza psicologica, verbale, fisica; dal ricatto economico a quello sessuale, ecc. Nella donna, la volontà di controllo (che, evidentemente, non ha proprio nulla a che fare col patriarcato) è parimenti presente.</blockquote>Dal punto di vista psicologico la riflessione è corretta: le emozioni come la gelosia, la rabbia, la tristezza sono tutte sane e funzionali, il problema nasce dagli '''eccessi'''. Individui in cui la gelosia è <u>totalmente assente</u> sono tutt'altro che funzionali, ad esempio quelli affetti da psicopatia<ref>Gli psicopatici non percepiscono le proprie emozioni come le persone normali: alcuni medici le hanno descritte come semplici “proto-emozioni” ovvero «primitive risposte alle esigenze immediate». https://it.wikipedia.org/wiki/Psicopatia#cite_note-Conscience-25</ref>. Del resto milioni di persone, sia maschi che femmine, sono gelose, mentre i femminicidi sono 5 casi ogni milione di donne. Appare evidente che la gelosia da sola non sia certo il maggior [[Predittori di un fenomeno in statistica|predittore]] di un femminicidio.
L'articolo sottolinea come:
*il presunto fenomeno "femminicidio" racchiude un '''enorme business'''. In ballo ci sono centinaia di stipendi; si pensi che il ddl 724/2013 (proponente: PD) comporta un ''<u>finanziamento di 85 mln di euro all'anno</u>'' (art. 34): verso le "Case delle donne".
*Il personale di questi centri è interamente femminile, il che sarebbe illegale in quanto la discriminazione per sesso nell'assunzione del personale è vietata.
*quasi '''nessuno dei "maschicidi" è stato raccontato in TV''', né reti RAI né quelle Mediaset: quasi nessuno è passato nei TG o ha costituito ghiotta occasione per format di compiaciuto e morboso approfondimento (Quarto grado, Chi l'ha visto, ecc.); ''l'uomo in veste di vittima è pressoché indicibile, offuscherebbe le lamentele di pancia delle masse per le vittime rosa, la vulgata secondo cui "lei" può essere solo vittima, non carnefice; ed anzi, se proprio è indispensabile raccontare - per la loro enormità - tragedie con vittime maschili, queste le si "desessualizza", chiamandole non "uomini" ma "persone":''
== Riassunto [https://violenza-donne.blogspot.com/2015/12/un-anno-caso-2014-smascherata-la-bufala.html articolo violenza-donne.blogspot.com del 2015] ==
== Riassunto [https://violenza-donne.blogspot.com/2015/12/un-anno-caso-2014-smascherata-la-bufala.html articolo violenza-donne.blogspot.com del 2015] ==
L'articolo appare affidabile ma in tono molto polemico, di seguito ne riportiamo un sunto:
[[Riassunto articolo violenza-donne.blogspot.com del 2015]]


La TV fa riferimento ai dati EURES, l’ente, cioè, che dovrebbe conferire il blasone di scientificità, e quindi dall’indipendenza delle ideologie politiche, peccato che l’istituto non renda immediatamente accessibili a tutti, tali dati, e non specifichi le fonti per singolo episodio. Il sito in questione, [https://violenza-donne.blogspot.com/ Centro Documentazione Violenza Donne], riporta fatti, nomi, date, fonti e metodo. Secondo tale sito superficialità, pressappochismo, dilettantismo, ignoranza delle basi teoriche della criminologia e suicidi spacciati come omicidi sono la principale causa di disinformazione al giorno d’oggi.
{{:Riassunto articolo violenza-donne.blogspot.com del 2015}}
 
Secondo la pagina la falsificazione della storia e delle relazioni di potere storicamente ineguali fra donne e uomini, comincia da tempi remoti. “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà la verità” Joseph Goebbels, ministro della propaganda del terzo Reich.
* Nel 1979 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò la Convention of the Elimination of All Forms of Discrimination against Women (CEDAW).
* Il 20 dicembre 1993 la stessa Assemblea adottò, senza voto, la risoluzione 48/104 denominata "Dichiarazione sull'eliminazione della violenza contro le donne", la quale implica la la teoria della violenza sulle donne come manifestazione di relazioni di potere storicamente ineguali.
* Ma è con la Conferenza mondiale di Pechino, nel 1995, che l'ONU come osserva il giudice spagnolo Francisco Serrano Castro nel suo libro [https://www.amazon.it/dictadura-g%C3%A9nero-Francisco-Serrano-2012-10-08/dp/B00HX21UQ6 La dittatura di genere]: "Un'ideologia dell'odio basata non sulla razza ma sul sesso”.
* E si giunge così ai giorni nostri, alla convenzione del Consiglio d’Europa, sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e sulla violenza domestica, avvenuta a Istanbul l’11 maggio del 2011. Essa racconta, nel suo preambolo, della violenza sulle donne come manifestazione di forza storicamente diseguali fra i sessi e sdogana definitivamente il razzismo-pessimo a livello globale.
Da lì in poi, è tutto un proliferare di direttive dell'Unione Europea a sfondo razzista-sessista nei confronti del genere maschile.
* Per capirne un po' di più basta citare la direttiva 2011/99/UE che istituisce l'Ordine di Protezione Europeo (OPE); o la direttiva 2012/29/UE (entrambe recepite dall'Italia con la legge di delegazione europea 6 agosto 2013, n. 96, all. B), volta alla "protezione specifica per le donne vittime di violenza di genere e di violenza domestica”.
* Il ddl n. 724 (PD) del 29-05-2013 “Disposizioni per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio”, ci fornisce a pagina 1 la modalità per il quale un femminicidio possa essere considerato tale, esso infatti ha bisogno di due elementi costituivi (1, 2) e resta escluso in presenza di sei scrutinanti (S1, S2, S3, S4, S5, S6):
# Che vi sia un atto di violenza, non un qualsiasi accadimento come ad esempio un incidente, ma l’azione volontaria di qualcuno.
# L’atto di violenza deve essere basato e fondato sul genere cioè che l'atto di violenza sia fondato "sulla diversità di Genere fra autore e vittima": ma in tal modo si giungerebbe al paradosso per cui ogni morte di una donna per mano di un uomo sarebbe "femminicidio", mentre non lo sarebbe se causata da un'altra donna.
S1- Omicidio preterintenzionale (manca la volontà o questa era diretta ad altro fine), solitamente  compiuto da persona incapace d'intendere e volere, in maniera parziale o totale, al momento dell’evento.
 
S2- Omicidio eutanasico o pietatis causa, ovvero mosso non da sopraffazione, ma da empatia.
 
S3- movente economico-patrimoniale: e difatti, come pecunia non olet (e cioè suscita cupidigia a prescindere dalla liceità della provenienza), così il denaro "non ha sesso”.
 
S4- Movente di rancore maturato in ambito professionale (rivalità per carriera, mobbing, ecc.), o in ambito familiare allargato (faida, nella quale si colpisce un membro qualunque della famiglia avversaria per colpire la famiglia nel suo insieme o per vendetta), o in ambito di vicinato.
 
S5- l'omicidio maturato come "danno collaterale" ad altro crimine comune: p. es. allo scopo di eliminare un testimone.
 
S6- l’omicidio su commissione, ove prevale il movente della mandante, perché quello dell'esecutore materiale, invece, potrebbe essere meramente mercenario o volto a guadagnarsi la gratitudine.
 
E allora come abbiamo potuto osservare, dietro alle varie menzogne di molti “casi di femminicidio”, alla quale hanno lavorato ampliamente per decenni, decine di intellettuali femministe, soprattutto in ambito anglo-americano, si nascondono due verità, una di dignità scientifica (A) e l’altra venale ed ignobile.
 
A - la relazione sentimentale racchiude in sé - in modo ontologico, cioè connaturato ed inemendabile, un "lato oscuro", che è il desiderio/bisogno di "controllo" sul partner, con la quale scaturisce una manifestazione di “potere”. Tutto ciò si può convertire in svariati fattori che vanno dalla violenza psicologica, verbale, fisica, dal ricatto economico a quello sessuale.
 
B - il presunto fenomeno "femminicidio" racchiude un enorme business al suo interno, tutto al femminile; in ballo ci sono centinaia di stipendi, tutti rosa: che le famigerate “Case delle donne” abbiano personale tutto femminile, passi, essendo associazioni private; quanto ai "nuclei specializzati" presso le questure e le ASL, invece, per decenza costituzionale le norme non specificano il sesso del personale (trattandosi di enti pubblici), ma non è difficile prevederlo, se non altro per i soliti motivi di opportunità.
== Riassunto articolo https://violenzafamiliare.wordpress.com/2013/08/19/la-calunnia-del-femminicidio ==
== Riassunto articolo https://violenzafamiliare.wordpress.com/2013/08/19/la-calunnia-del-femminicidio ==
=== L'origine del termine, la città in messico, il film e i cartelli della droga ===
[[Riassunto articolo violenzafamiliare.wordpress.com 2013 calunnia - femminicidio]]
Il termine “Femminicidio” è stato da [https://it.wikipedia.org/wiki/Marcela_Lagarde Maria Marcela Legarde], una femminista messicana. Il termine è divenuto popolare per via del film “[https://it.wikipedia.org/wiki/Bordertown_(film_2006) Bordertown]”, uscito in Italia nel 2007, ispirato alle reali vicende delle migliaia di [https://it.wikipedia.org/wiki/Femminicidio_a_Ciudad_Ju%C3%A1rez donne uccise nella città messicana di Ciudad Juarez].
 
"Secondo la teoria femminista" - scrive l'autore dell'articolo - "venivano uccise in quanto donne da maschi violenti nell’indifferenza della polizia".
 
In realtà la città di [https://it.wikipedia.org/wiki/Ciudad_Ju%C3%A1rez Ciudad Juarez] (la vecchia El Paso dei film western), è diventata il <u>crocevia mondiale del narcotraffico</u> e la <u>città con più omicidi al mondo</u>.
 
Le fonti citano che circa l'''’80% dei 10.000 omicidi''' compiuti, '''sono''' '''ai danni di uomini''', e '''alcuni''' di questi omicidi sono stati compiuti da '''donne killer''' attive soprattutto nel [https://it.wikipedia.org/wiki/Los_Zetas cartello di Los Zetas], <u>preferite agli uomini perché meno sospettabili</u>.
 
Le più note sono [https://elcierredigital.com/investigacion/674707617/Comandante-Bombon-jefa-seccion-femenina-Zetas.html Maria del Pilar Narro Lopez], alias “la comandante Bombon” e ''Maria Jimenez'', che catturata dopo decine di omicidi ha confessato:<blockquote>«noi donne lo facciamo per il denaro. Mi misi ad uccidere diventando sicario a tempo pieno insieme a ragazze così belle e con unghie grandi e affilate come coltelli che ispiravano pensieri inverecondi».<ref>Fonte: Corriere della Sera, 16/8/2011, “[https://www.corriere.it/esteri/speciali/2010/i-reportage-di-ettore-mo/notizie/ciudad-juarez_480905ee-c7de-11e0-9dd1-bf930586114f.shtml Le donne di Ciudad Juarez: vittime, madri e sicarie]”.</ref></blockquote>
=== Media, associazioni interne all'ONU ===
L’articolo cita che il femminicidio è un fenomeno esploso in Italia dal 2010, in particolare grazie ai media.
Secondo la propaganda ripresa dalla stampa, l’<u>ONU avrebbe detto</u> che ''“Il femmicidio e il femminicidio sono  crimini tollerati dalle pubbliche istituzioni”'', <u>ma si è scoperto che questa affermazione non è mai stata citata dall’ONU</u>, ma da una femminista chiamata [[wikipedia:Rashida_Manjoo|Rashida Manjoo]], che possiede un comitato femminista ([https://www.ohchr.org/en/hrbodies/cedaw/pages/cedawindex.aspx CEDAW]) tollerato all’interno dell’ONU.
=== I veri dati ONU<ref>[https://www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/homicide.html 2011 Global Study on Homicide, UNODC Homicide Statistics]</ref> riportano: ===
* L’Italia è uno dei paesi con il più basso numero di omicidi femminili al mondo, 5 per 1 milione all’anno, circa la metà dei paesi confinanti. Dei cosiddetti “Grandi Paesi”, sono Giappone, Irlanda e Grecia hanno un tasso minore.
* In Italia il tasso di omicidi maschili è di 16 per milione all’anno, cioè vengono uccisi più di 3 uomini per ogni donna uccisa. Sia uomini che donne uccidono in prevalenza uomini: circa 400 ogni anno.<ref>http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/14/0900_rapporto_criminalita.pdf</ref>
*In Italia il tasso di suicidio di uomini separati è di 284 per milione all’anno [Dati EURES 2009<ref>http://www.eures.it/upload/doc_1305878239.pdf</ref>]. Nessuno ne parla, sebbene si tratti di una vera strage di stato: il tasso di suicidi si quadruplica con la separazione, anche a causa delle sentenze  che privano i papà dei loro figli, della loro casa, del loro reddito.
* Le donne assassine uccidono nel 39% dei casi donne, e nel 61% dei casi uomini.
* Gli uomini assassini uccidono nel 31% dei casi donne, e nel 69% dei casi uomini.
* Fonte: [Ministero dell’Interno, Rapporto sulla Criminalità, “Gli omicidi volontari”, Tabella IV.18, “Genere della vittima secondo il genere dell’autore di omicidio commesso in Italia tra il 2004 e il 2006”].
[[File:A3.jpg|nessuno|miniatura|790x790px|Figura 2 : Tassi di omicidi maschili e femminili nei vari paesi europei (sopra) e del mondo (sotto). Contrariamente all'allarmismo sul “femminicidio” creato dalla propaganda femminista, l'Italia è uno dei paesi più sicuri al mondo per le donne.]]
L'autore dell'articolo riassume così:
[[File:Imageqwer23.png|nessuno|miniatura]]
=== “Perché allora l’omicidio di una donna riceve un attenzione maggiore rispetto a quello di un uomo?” ===
È la domanda che si pone l’autore dell'articolo e la risposta starebbe in parte nel perché <u>gli omicidi</u> in generale, pur essendo una causa di morte statisticamente marginale, <u>ricevono molta attenzione sui media</u>.
 
Questo causa una <u>percezione distorta della realtà</u> (vedi l'articolo sulla [[Problematiche diffuse e problematiche sensazionalizzate|percezione del pericolo]]), similmente a come accade per gli <u>incidenti aerei</u>: sono eventi così rari che finiscono in prima pagina, mentre gli incidenti stradali sono così frequenti che non fanno notizia. Gli aerei, il mezzo di trasporto più sicuro, vengono così percepiti come pericolosi.
=== Ipotesi e interpretazioni dell'autore ===
<blockquote>«Norme per il contrasto al femminicidio.
il centro antiviolenza che presta assistenza alla persona offesa può intervenire in giudizio …
La gestione delle case e dei centri delle donne è assicurata attraverso convenzioni…


Agli oneri derivanti dalla presente legge, pari a 85 milioni di Euro…»</blockquote>Il decreto legge italiano sul “femminicidio”<ref>Decreto-Legge 14 agosto 2013, n. 93 - [http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/08/16/13G00141/sg Gazzetta Ufficiale]</ref> prevede, secondo quanto scrive l'autore dell'articolo, che le donne non possano ritirare le denunce e che lo stato rimborsi tutte le spese legali, anche in deroga ai limiti di reddito: l'intento - secondo l'autore dell'articolo - sarebbe quello di tutelare le parcelle e non le donne.
{{:Riassunto articolo violenzafamiliare.wordpress.com 2013 calunnia - femminicidio}}
*
== Note ==
<references />
[[Categoria:Violenza di genere]]
[[Categoria:Violenza di genere]]
[[Categoria:Violenza]]
[[Categoria:Violenza]]
[[Categoria:Distorsioni]]
[[Categoria:Distorsioni]]
[[Categoria:Polarizzazione]]
[[Categoria:Polarizzazione]]
[[Categoria:Femminicidi]]

Versione attuale delle 18:03, 8 feb 2023


Riassunto di studi di ricerca (paper)[modifica | modifica sorgente]

Altri articoli ancora da riassumere[modifica | modifica sorgente]

Anatomia della violenza, le radici biologiche del crimine Di Adrian Raine


http://noisefromamerika.org/articolo/femminicidio

L'articolo è ben scritto, utilizza toni pacati e una introduzione ben scritta che denota il giusto tatto.

Piano col tormentone “femminicidio” - Il Foglio

Allarme maschicidi Gli uomini vittime quanto le donne Ma nessuno ne parla - Il Giornale

https://www.facebook.com/groups/1082284531868057/permalink/1534765623286610/

https://www.facebook.com/page/658473344207132/search/?q=femminicidi

Femminicidio, i numeri sono tutti sbagliati - Il fatto quotidiano

I veri numeri sul femminicidio - Il Post - parte 1 e parte 2

Manipolazioni statistiche sulla violenza di genere - Pensiero critico

Femminicidi e patriarcato - pallequadre.com

La gente crede solo a ciò che già sa (= che ha visto in TV...)

Articoli già riassunti[modifica | modifica sorgente]

Femminicidio e violenza maschile: falso binomio[modifica | modifica sorgente]

Riassunto articolo Femminicidio e violenza maschile: falso binomio

Riassunto: L'articolo di Monica Leva, psicoterapeuta e presidente dell'Istituto di Studi Psicologici, critica l'utilizzo indiscriminato del termine "femminicidio" per descrivere ogni forma di violenza contro le donne. Il termine è stato introdotto ufficialmente dall'ONU nel 1993 come "ogni atto di violenza di genere che esita in danni o sofferenze fisici, sessuali o psicologici verso le donne". Tuttavia, secondo l'autore, l'espressione "violenza di genere" viene ora associata alla violenza contro le donne senza la necessaria comprensione delle sole situazioni in cui il genere è il motivo principale della violenza. Anche il termine "femminicidio", coniato dalla criminologa Diana Russell nel 1992, viene utilizzato impropriamente e fuorviante. Inoltre, le argomentazioni tradizionali legate alla violenza contro le donne, come il genere e il patriarcato, non sono più sufficienti a descrivere il fenomeno corrente.

TLDR: L'articolo critica l'utilizzo indiscriminato del termine "femminicidio" per descrivere ogni forma di violenza contro le donne e sostiene che il concetto di "violenza di genere" viene associato alla violenza contro le donne senza una comprensione adeguata delle sole situazioni in cui il genere è il motivo principale della violenza.

Tags: femminicidio, violenza contro le donne, psicoterapeuta, Istituto di Studi Psicologici, media, ONU, violenza di genere, genere, patriarcato.

Link: Femminicidio e violenza maschile: falso binomio, la violenza non ha genere - ispitalia.org

È ora di porre fine all'isteria della "cultura dello stupro" (del Time)[modifica | modifica sorgente]

Critiche alla cultura dello stupro

Riassunto: L'articolo afferma che la teoria della "cultura dello stupro" nella società americana è un'esagerazione e non è supportata da prove. Sostiene che lo stupro è visto come un crimine orribile e che le leggi sul tema sono severe. L'articolo critica anche l'obsessione per la cultura dello stupro nei campus universitari che ha portato alla censura e all'isteria. Gli attivisti della cultura dello stupro sono descritti come una lobby fuori controllo che conduce il pubblico e i leader sulla strada sbagliata. La RAINN, la più grande organizzazione americana contro la violenza sessuale, ha criticato la teoria della cultura dello stupro e sostenuto che essa può danneggiare le vittime e portare a false accuse.

TLDR: L'articolo afferma che la teoria della "cultura dello stupro" nella società americana è un'esagerazione e che la sua enfasi nei campus universitari ha portato alla censura e all'isteria. La RAINN, la più grande organizzazione americana contro la violenza sessuale, ha criticato la teoria della cultura dello stupro e sostenuto che essa può danneggiare le vittime e portare a false accuse.

Riassunto barbarabenedettelli.it Indagine femminicidi 2018[modifica | modifica sorgente]

Riassunto barbarabenedettelli.it Indagine femminicidi 2018

Riassunto: L'articolo riguarda un'indagine sulla violenza di genere in Italia, condotta da Barbara Benedettelli, che comprende sia le vittime maschili che quelle femminili e li tratta con gli stessi criteri di analisi. L'indagine sottolinea il problema dei dati e invita a studiare il fenomeno senza pregiudizi ideologici e narrazioni retoriche. Secondo i dati del Viminale, nel 2017 sono state uccise 355 persone in Italia, con lo stesso numero di vittime maschili e femminili. L'indagine sottolinea che solo la vittima femminile è al centro dell'attenzione sociale, politica e mediatica e che solo l'uccisione di una donna suscita sdegno.

Un'indagine sulla violenza di genere in Italia che comprende sia le vittime maschili che quelle femminili e li tratta con gli stessi criteri di analisi.

TLDR: Un'indagine sulla violenza di genere in Italia mostra che il numero di uomini e donne uccisi è lo stesso, ma solo la vittima femminile è al centro dell'attenzione sociale, politica e mediatica.

Tag: Violenza di genere, Italia, Vittime maschili, Vittime femminili, Indagine, Diana Russel, Relazioni Interpersonali Significative, Ideologia, Pregiudizi, Narrazioni retoriche.

Riassunto ilfattoquotidiano.it - l'insostenibile leggerezza del rapporto tra media e femminicidio[modifica | modifica sorgente]

Riassunto ilfattoquotidiano-insostenibile leggerezza del rapporto tra media e femminicidio TLDR: Il numero di donne uccise da uomini è in crescita o amplificato dai media? Questo è un argomento di cui si parla spesso negli ultimi tempi. È importante migliorare la qualità dei dati sul femminicidio e dobbiamo muoverci su criteri scientifici. Il rapporto tra media e femminicidio può essere delicato e a volte i media esacerbano o banalizzano la situazione. La cronaca ha spesso un interesse strumentale a creare un'onda emotiva.

Tags: Femminicidio, Violenza di genere, Media, Istat, Dati sul femminicidio, Interesse dei media, differenze di genere, stereotipi di genere, assemblea universitaria.

Riassunti violenza-donne.blogspot.com[modifica | modifica sorgente]

Riassunto articolo "Femminicidio" 2012: confermata finalità allarmistica

Riassunto: L'articolo presenta i risultati di un'analisi criminologica su 115 casi di omicidio di donne in Italia nel 2012. Dall'analisi è emerso che solo 61 delle 119 vittime sono state classificate come femminicidi, mentre gli altri sono stati classificati come errori di attribuzione. L'articolo sottolinea che i femminicidi vengono spesso presentati come un problema legato alla cultura patriarcale in Italia, ma che l'analisi statistico-criminologica mostra che la propensione al femminicidio è maggiore negli immigrati che negli uomini italiani. Inoltre, l'articolo presenta una tabella che confronta gli episodi di femminicidio e maschicidio presentati dai media con il giudizio criminologico e la classificazione del movente. Infine, l'articolo ipotizza che le finalità dei politici dietro la lotta al femminicidio potrebbero essere legate alla gestione di fondi pubblici.

TLDR: Secondo un'analisi criminologica su 115 casi di omicidio di donne in Italia nel 2012, solo 61 sono stati classificati come femminicidio. Il blog sottolinea che i femminicidi vengono spesso presentati come un problema di educazione degli italiani, ma in realtà la propensione al femminicidio è più caratteristica degli immigrati che degli uomini italiani. L'articolo suggerisce che i politici potrebbero avere altre motivazioni per la movimentazione dei fondi stanziati per la lotta al femminicidio.

Tags: #femminicidio #Italia #analisi criminologica #immigrati #educazione #politici #fondi stanziati

Riassunto - articolo settembre 2014[modifica | modifica sorgente]

Riassunti violenza-donne.blogspot.com set 2014

Riassunto: L'articolo esamina la definizione di "femminicidio" come descritto nel ddl n. 724 del 29-05-2013. L'autore critica questa definizione e afferma che per verificare la validità di una matrice patriarcale di questi omicidi, occorre una verifica statistica. L'articolo descrive anche gli elementi necessari per confermare il concetto di "femminicidio", tra cui che l'omicidio sia volontario e basato sul genere. L'autore esclude alcuni motivi per gli omicidi, tra cui moventi economici, professionali o familiari. Infine, l'autore critica la presunta minorità sociale subita dalle donne in passato.

TLDR: L'articolo critica la definizione di "femminicidio" descritta nel ddl n. 724 e afferma che occorre una verifica statistica per confermare la matrice patriarcale di questi omicidi. L'articolo descrive anche gli elementi necessari per confermare il concetto di "femminicidio" e esclude alcuni motivi per gli omicidi. L'autore critica anche la presunta minorità sociale subita dalle donne in passato.

Tag: #Femminicidio #DDL 724 #Violenza contro le donne #Patriarcato #Statistica #Minoranza sociale

Link: https://violenza-donne.blogspot.com/2014/09/quella-squallida-menzogna-del.html

Riassunto articolo violenza-donne.blogspot.com del 2015[modifica | modifica sorgente]

Riassunto articolo violenza-donne.blogspot.com del 2015

Riassunto: L'articolo critica l'affidabilità dei dati dell'ente EURES, affermando che non sono immediatamente accessibili al pubblico e non specificano le fonti per ogni episodio. Il sito Centro Documentazione Violenza Donne, al contrario, fornisce fatti, nomi, date, fonti e metodo. Secondo il sito, la disinformazione sulle questioni di genere è causata da superficialità, pressappochismo, dilettantismo e ignoranza. Il testo ripercorre la storia delle politiche sulla parità di genere, partendo dalla Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, fino alla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e lotta contro la violenza contro le donne e la violenza domestica. L'articolo critica la proliferazione di direttive europee a sfondo razzista-sessista contro il genere maschile, come l'Ordine di Protezione Europeo e la direttiva per la protezione specifica per le donne vittime di violenza di genere e di violenza domestica. Il ddl 724 del 2013, che definisce cosa costituisca un femminicidio, viene criticato perché porterebbe a considerare ogni morte di una donna per mano di un uomo come "femminicidio".

TLDR: L'articolo critica i dati dell'ente EURES sulla violenza di genere e sostiene che sono inaffidabili. In alternativa, il sito Centro Documentazione Violenza Donne fornisce informazioni affidabili. L'articolo critica la storia delle politiche sulla parità di genere e le direttive europee contro il genere maschile. Il ddl 724 del 2013 che definisce un femminicidio viene criticato.

Tag: #violenza di genere #parità di genere #discriminazione #dati EURES #Centro Documentazione Violenza Donne #politiche di genere #direttive europee #femminicidio.

Link: https://violenza-donne.blogspot.com/2015/12/un-anno-caso-2014-smascherata-la-bufala.html

Riassunto articolo https://violenzafamiliare.wordpress.com/2013/08/19/la-calunnia-del-femminicidio[modifica | modifica sorgente]

Riassunto articolo violenzafamiliare.wordpress.com 2013 calunnia - femminicidio

TLDR: Il termine "Femminicidio" è stato coniato da Marcela Legarde, una femminista messicana. Il termine è diventato popolare a causa del film "Bordertown" del 2007, ispirato alle vicende delle migliaia di donne uccise a Ciudad Juarez, in Messico. Ciudad Juarez è considerata la città più pericolosa al mondo a causa della guerra del narcotraffico e dei numerosi omicidi. La città è diventata tristemente famosa per i femminicidi. La questione è stata trattata in vari film e libri, tra cui "Bordertown" e "Huesos en el desierto".

Tags: Femminicidio, Marcela Legarde, Messico, Ciudad Juarez, Narcotraffico, Femminismo, Violenza, Crimine, Film, Libri, Arte pubblica.

Link: https://violenzafamiliare.wordpress.com/2013/08/19/la-calunnia-del-femminicidio