Riassunto dei vari articoli sui femminicidi: differenze tra le versioni

Da Tematiche di genere.
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== Altri articoli ==
 
 
== Riassunto di studi di ricerca (paper) ==
* [[Riassunto studio sulla rappresentazione dei femminicidi]]
*[[Riassunto studio su Femminicidio, Panico Morale e Discorso Progressista]]
*[[Riassunto studio Analyzing Femicide in Italy. Overview of major findings and international comparisons]]
*[[Riassunto studio Femminicidio in Italia: una critica al discorso femminista di genere e una lettura costruttivista dell'identità umana]]
== Altri articoli ancora da riassumere ==
Anatomia della violenza, le radici biologiche del crimine Di Adrian Raine
Anatomia della violenza, le radici biologiche del crimine Di Adrian Raine


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L'articolo è ben scritto, utilizza toni pacati e una introduzione ben scritta che denota il giusto tatto.
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<nowiki>http://www.ilfoglio.it/articoli/2015/06/06/news/piano-col-tormentone-femminicidio-84567/</nowiki>
[http://www.ilfoglio.it/articoli/2015/06/06/news/piano-col-tormentone-femminicidio-84567/ Piano col tormentone “femminicidio” - Il Foglio]
 
<s><nowiki>https://barbarabenedettelli.it/wp-content/uploads/2018/06/Indagine-completa-omicidi-nelle-Ris-i-numeri-oltre-il-genere-1.pdf</nowiki></s>
 
<s><nowiki>https://time.com/30545/its-time-to-end-rape-culture-hysteria/</nowiki></s>
 
<s><nowiki>https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html</nowiki></s> (riassunto)
 
<s><nowiki>https://violenza-donne.blogspot.com/2014/09/quella-squallida-menzogna-del.html</nowiki></s> (riassunto)
 
<s><nowiki>http://lnx.ispitalia.org/archives/article/femminicidio-e-violenza-maschile-un-binomio-da-sfatare-la-violenza-non-ha-genere</nowiki></s>
 
<nowiki>https://violenza-donne.blogspot.com/2015/12/un-anno-caso-2014-smascherata-la-bufala.html</nowiki>
 
<nowiki>https://violenzafamiliare.wordpress.com/2013/08/19/la-calunnia-del-femminicidio</nowiki>


<nowiki>https://www.facebook.com/groups/1082284531868057/permalink/1534765623286610/</nowiki>
[https://www.ilgiornale.it/news/politica/allarme-maschicidi-uomini-vittime-quanto-donne-nessuno-ne-1537979.html Allarme maschicidi Gli uomini vittime quanto le donne Ma nessuno ne parla - Il Giornale]


<nowiki>https://www.facebook.com/page/658473344207132/search/?q=femminicidi</nowiki>
https://www.facebook.com/groups/1082284531868057/permalink/1534765623286610/


<nowiki>https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/11/femminicidio-numeri-sono-tutti-sbagliati/590171/</nowiki>
https://www.facebook.com/page/658473344207132/search/?q=femminicidi


<nowiki>https://www.ilpost.it/davidedeluca/2013/05/20/i-veri-numeri-sul-femminicidio/</nowiki>
[https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/11/femminicidio-numeri-sono-tutti-sbagliati/590171/ Femminicidio, i numeri sono tutti sbagliati - Il fatto quotidiano]


<nowiki>https://www.ilpost.it/davidedeluca/2013/05/28/tutti-i-numeri-sul-femminicidio-2/</nowiki>
[https://www.ilpost.it/davidedeluca/2013/05/20/i-veri-numeri-sul-femminicidio/ I veri numeri sul femminicidio - Il Post - parte 1] e [https://www.ilpost.it/davidedeluca/2013/05/28/tutti-i-numeri-sul-femminicidio-2/ parte 2]


<nowiki>https://www.pensierocritico.eu/manipolazioni-statistiche.html</nowiki>
[https://www.pensierocritico.eu/manipolazioni-statistiche.html Manipolazioni statistiche sulla violenza di genere - Pensiero critico]


[http://www.pallequadre.com/2017/01/femminicidi-patriarcato-e-complotti-vari.html Femminicidi e patriarcato - pallequadre.com]


''La gente crede solo a ciò che già sa'' (= che ha visto in TV...)
''La gente crede solo a ciò che già sa'' (= che ha visto in TV...)
 
== Articoli già riassunti ==
== Femminicidio e violenza maschile: falso binomio ==
== Femminicidio e violenza maschile: falso binomio ==
http://lnx.ispitalia.org/archives/article/femminicidio-e-violenza-maschile-un-binomio-da-sfatare-la-violenza-non-ha-genere
[[Riassunto articolo Femminicidio e violenza maschile: falso binomio]]
 
Di [https://www.linkedin.com/in/monica-aitanga-leva/ Monica Leva], psicoterapeuta e presidente I.S.P.
 
«Non vi è giorno in cui i media non diffondano notizia di nuovi casi di cronaca nei quali mogli, compagne, fidanzate, figlie, donne di differente età, vengono uccise da mariti, fidanzati, ex, padri, comunque uomini e ''il termine “femminicidio” è certamente uno dei più ricorrenti, ma'' di sicuro ''non'' l’unico possibile e tantomeno ''il più appropriato ad ogni circostanza''. ''Definire indiscriminatamente  femminicidio ogni singolo episodio di violenza contro le donne'', presuppone, infatti, un preciso orientamento teorico e l’assunzione implicita di un punto di vista non sempre pertinente.
 
In un’epoca in cui la violenza attraversa abbondantemente tutte le relazioni umane, è fin troppo facile considerare quella sulle donne una manifestazione unitaria e dalla matrice univoca, e sicuramente ''non aiuta a comprenderne la vera natura e a contrastarla adeguatamente''.
 
Il primo passo verso una maggiore comprensione del fenomeno è quello di esaminare le condotte violente nelle loro varie sfumature e definizioni, iniziando, così, ad uscire dal grande “contenitore” della cosiddetta '''''violenza di genere'''''.
 
Infatti, con questo termine viene ormai indicata “qualsiasi” forma di violenza che una donna subisce per mano di un uomo, qualora quest’ultima non sia vittima accidentale di un evento che la trova coinvolta solo casualmente.
 
Per quanto non sia così facile risalire alle origini di tale espressione, la si incontra ufficialmente per la prima volta nella '''“''Declaration on the elimination of violence against women''”''', adottata dall’'''ONU''' nel '''1993''', che testualmente recita: <blockquote>«Per gli scopi di questa Dichiarazione, il termine “violenza contro le donne” significa ogni atto di violenza di genere che esita in (o è probabile che esiti in) danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche verso le donne, includendo minacce di questi atti, coercizione o deprivazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica o in privato».</blockquote>Sebbene <u>appaia qui evidente la volontà di circoscrivere tale definizione</u> a un ambito specifico e circoscritto nel tempo e nello spazio, <u>l’espressione “violenza di genere” ha iniziato a essere, perlomeno nel nostro Paese, ampiamente associata alla violenza nei confronti della donna ''tout-court'',</u> <u>senza il necessario discernimento</u> rispetto alle sole situazioni in cui  è il diverso genere della persona che subisce violenza rispetto a chi la perpetra, il ''movente'' essenziale di colui/colei che la agisce.
E sebbene soltanto da quest’ultima prospettiva sia possibile far discendere <u>il concetto di “femminicidio”</u>, altrettanto si tratta di un termine ormai da tempo usato e <u>abusato in modo spesso improprio e fuorviant</u>e.
 
Se, infatti, <u>le argomentazioni tradizionali impiegate per rendere conto della violenza contro le donne</u>, come appunto il genere e ancorpiù il patriarcato, <u>sono state parzialmente aderenti alla realtà nel passato</u> e ''forse ancora oggi in specifici contesti sociali e culturali arretrati'', ''attualmente non sono assolutamente sufficienti a descrivere la fenomenologia corrente.''
 
il termine “femminicidio” fu '''coniato''' in ambito giuridico dalla criminologa [[wikipedia:Diana_E._H._Russell|Diana Russell]], che lo introdusse per la prima volta 1992, nel libro ''Femicide''. Secondo la stessa autrice, il concetto può contemplare tutte quelle situazioni in cui: '''«…la morte della donna rappresenta l’esito o la conseguenza di atteggiamenti o pratiche sociali misogine»'''.
 
Possiamo quindi, anche qui, rilevare la matrice patriarcale dell’assunto che circoscrive palesemente l’uccisione di una donna in quanto donna per mano maschile, indipendentemente dalla specificità della vittima e della relazione con l’autore di violenza. ''Il paradigma <u>patriarcale</u>'', che a sua volta ''nasce col <u>femminismo marxiano</u>'', '''interpreta''' la società dell’epoca precipuamente sul criterio del genere
* il maschile dominante sul femminile
* la famiglia come luogo elettivo di oppressione
* la violenza nella coppia quale strumento maschile privilegiato per mantenere le donne in uno stato di dipendenza e sottomissione
In realtà, ''<u>oggi, gran parte della violenza e della conflittualità nella coppia, non deriva affatto di una ideologia</u>'' di sopraffazione dell’uomo sulla donna e non ha alcuna specificità di genere: prova ne è la rilevante presenza di violenza femminile non esclusivamente in risposta a quella maschile e quella agita, ad esempio, all’interno delle relazioni intime tra persone dello stesso sesso.
 
<u>Il messaggio che viene invece implicitamente veicolato dai ''media'' è quello che l’uomo, in quanto maschio, sia violento a priori e, come noto, il rischio degli stereotipi è che divengano una chiave di lettura riducente e distorcente della realtà.</u>
 
Questo preconcetto gravissimo e fuorviante che attribuisce un sesso alla violenza e ne relega le cause a presunte caratteristiche innate e “naturali”, pone, di fatto, le basi per un estremo pregiudizio, annullando il ruolo e la responsabilità personali.
 
I ''fenomeni'' di violenza sono molto ''complessi'' e articolati e soprattutto hanno una storia e un significato. Sono numerosi gli esempi storici e le ricerche scientifiche che dimostrano come, per l’essere umano, l’aggressività non sia affatto qualcosa di “naturale”, non dipenda dal DNA e non risponda a dinamiche codificabili e che l’agire violento sia piuttosto un atto contestuale e non mai il mero risultato di innati e incoercibili processi biochimici.
 
Come ben spiega e documenta nel suo libro, “''[https://g.co/kgs/zThdqa La bestia dentro di noi. Smascherare l'aggressività]''” Adriano Zamperini, ''docente di Psicologia della violenza'', di ''Psicologia del disagio sociale e di Relazioni interpersonali'' all’Università di Padova: «…non esiste una presunta molla aggressiva alla quale ascrivere le azioni violente verso gli altri e non esistono supporti empirici che possano dimostrarla».
 
L’errore è proprio quello di lavorare troppo spesso sulla categoria piuttosto che sulle persone.
 
A riprova di questo, se prendiamo in considerazione la teoria dell’apprendimento sociale, secondo la quale i comportamenti violenti sarebbero frutto di modelli educativi appresi, trasmessi a livello intergenerazionale, possiamo coglierne facilmente i limiti.
 
''Una vasta letteratura scientifica dimostra innanzitutto che non tutti i bambini cresciuti con genitori violenti e/o che abbiano subito abusi divengano poi adulti violenti'', ''ma neppure nel caso contrario'' (ovvero di bambini violenti con genitori violenti), ''si può escludere'' a priori la variabile ''che le cause della violenza siano correlate'' ad altri e diversi ''fattori ambientali sfavorevoli''.
 
''Tantomeno è impossibile pensare di non prendere in considerazione'', nell’essere umano, i ''fattori soggettivi'' sia di ''rischio'' che di ''resilienza''.
 
Una lettura esclusivamente sociologica, fondata soltanto sulla devianza, si traduce inevitabilmente in una forma vera e propria di “<u>riduzionismo filosofico</u>”, un <u>grave problema ideologico che porta alla perdita della dimensione della complessità</u>; l’individuo va compreso nel suo contesto e nella sua storia, e questo è terreno di specifica pertinenza della psicologia.
 
Non sono infatti concepibili modelli di intervento idonei ed efficaci sugli autori di violenza che non contemplino la variabile psicologica del fenomeno, la soggettività e il funzionamento della loro personalità.
 
Nel nostro Paese esiste una carenza profonda sull’intervento psicologico sul tema e, da questo punto di vista, quando si parla di relazioni maltrattanti, il cui meccanismo fondante è la distruzione dell’altro, occorre innanzitutto evidenziare che questo è assolutamente identico per uomo e donna.
 
Lo stesso termine ''<u>violenza domestica</u>'', coniato negli ''anni ’70'' e usato in modo generico dagli studiosi per ''indicare la violenza nella coppia matrimoniale, in cui la vittima era tipicamente la donna,'' oggigiorno viene utilizzato per designare qualsiasi atto di violenza tra ''partner'', senza alcuna definizione a priori del genere dell’abusante e della vittima.


Altrettanto si può affermare per l’espressione ''Intimate Partner Violence'' (IPV), denominazione più recente, comparsa nel 2000 e maggiormente diffusa nella letteratura internazionale per connotare la violenza tra persone che abbiano, o abbiano avuto, una qualunque relazione intima (coniugi, fidanzati, partner occasionali, etc.). Ovviamente, al passo con i mutamenti sociali, non è più stato possibile concepire soltanto la coppia classica eterosessuale e la moglie tradizionalmente sposata quale esclusiva, possibile vittima dell’uomo.
{{:Riassunto articolo Femminicidio e violenza maschile: falso binomio}}
 
Una ''lettura'' puntuale e profonda del ''comportamento violento'', porta a identificarne le ''radici'' in ''due configurazioni relazionali tipiche'' e tra loro molto differenti, ovvero
* all’interno di una situazione di conflittualità di coppia molto elevata, caratterizzata dall’incapacità di separarsi
* oppure in una struttura di personalità dell’autore di violenza francamente patologica
Se nel <u>primo</u> caso è la relazione disperante l’elemento fondante del maltrattamento, relazione che genera sofferenza e nella quale la violenza diventa l’espressione difensiva disfunzionale da un dolore antico destabilizzante che si rivive,
 
Nel <u>secondo</u> caso si tratta generalmente di un ''grave disturbo della personalità'' caratterizzato, secondo una chiara definizione di [[google:Caretti+e+Craparo+del+2010&rlz=1C1CHBF_itIT880IT880&sourceid=chrome&ie=UTF-8|Caretti e Craparo del 2010]], «da una condizione di aggressività istintuale e dall’incapacità di stringere una relazione oggettuale basata sulla reciprocità e sulla corrispondenza delle comuni emozioni», che conduce il soggetto ad agire una violenza unilaterale indipendentemente dalla relazione con quello specifico ''partner''.
 
In conclusione, la psicologia, che per suo intrinseco mandato mai prescinde dagli individui, dalle loro relazioni, dalla loro mente e dalle loro storie, non può che negare ogni e qualsiasi definizione e/o classificazione dell’atto violento che escluda un’accurata indagine del soggetto e delle circostanze.
 
Da ciò si evince definitivamente che <u>l’essere umano di genere maschile nella sua generalità non umilia, picchia, o peggio ancora uccide il proprio ''partner'' poiché cela immancabilmente  in sé un maltrattante, ma questo può accadere e, purtroppo accade, in condizioni specifiche e talvolta estreme che sarebbe importante imparare a riconoscere a fini preventivi, proprio perché caratterizzate da segnali precisi e ricorrenti.</u>
 
Attraverso una richiesta precoce di aiuto, la psicologia può efficacemente intervenire nello spezzare la spirale della relazione violenta, così contribuendo alla diminuzione degli episodi di maltrattamento spesso ad esito letale di cui oggi constatiamo la crescita esponenziale.»
== È ora di porre fine all'isteria della "cultura dello stupro" (del Time) ==
== È ora di porre fine all'isteria della "cultura dello stupro" (del Time) ==
Di seguito l'articolo tradotto: https://time.com/30545/its-time-to-end-rape-culture-hysteria/
[[Critiche alla cultura dello stupro]]
 
"Lo stupro è americano come la torta di mele", afferma la blogger Jessica Valenti. Descrivono la nostra società come una “cultura dello stupro” in cui la violenza contro le donne è così normale, quasi invisibile. Film, riviste, moda, libri, musica, umorismo, ''persino Barbie - secondo le attiviste - cooperano nel trasmettere il messaggio che le donne sono lì per essere usate, abusate e sfruttate''. ''Recentemente, la teoria della cultura dello stupro è migrata dagli angoli solitari della blogosfera femminista al mainstream''. A gennaio, la Casa Bianca ha affermato che dobbiamo combattere lo stupro nel campus "[cambiando] una cultura di passività e tolleranza in questo paese, che troppo spesso permette a questo tipo di violenza di persistere".
 
Tolleranza per lo stupro? Lo stupro è un crimine orribile e gli stupratori sono disprezzati. Abbiamo leggi severe che gli americani vogliono vedere applicate. Sebbene lo stupro sia certamente un problema serio, ''non ci sono prove che sia considerato una norma culturale''. L'America del ventunesimo secolo non ha una cultura dello stupro; '''quello che abbiamo è una lobby fuori controllo''' che conduce il pubblico e i nostri leader politici e educativi sulla strada sbagliata. ''La teoria della cultura dello stupro sta facendo poco per aiutare le vittime, ma il suo potere di avvelenare le menti delle giovani donne e portare ad ambienti ostili per i maschi innocenti è immenso.''
 
<u>Nei campus</u> universitari, l'<u>ossessione</u> di eliminare la "cultura dello stupro" ha portato alla censura e all'isteria.
* Alla Boston University, attivisti studenteschi hanno lanciato una petizione chiedendo la cancellazione di un concerto di Robin Thicke perché il testo della sua canzone di successo "Blurred Lines" avrebbe celebrato "il patriarcato sistemico e l'oppressione sessuale". (I testi potrebbero non essere esattamente piacevoli per molte donne, ma i testi delle canzoni non trasformano gli uomini in stupratori. <u>Eppure, ridicolmente, la canzone è già stata bandita in più di 20 università britanniche</u>.)
* Gli attivisti di Wellesley hanno recentemente chiesto agli amministratori di rimuovere un statua di un uomo sonnambulo: l'immagine di un maschio quasi nudo potrebbe "innescare" ricordi di violenza sessuale per le vittime.
* Nel frattempo, un numero crescente di giovani uomini si ritrovano accusati di stupro, nominati pubblicamente e portati davanti a comitati giudiziari del campus informati dalla teoria della cultura dello stupro. In tali tribunali il giusto processo è praticamente inesistente: colpevole ''perché'' accusato.
* I teorici della cultura dello stupro respingono i critici che portano esempi di isteria e false accuse come "negazionisti dello stupro" e "apologisti dello stupro". Anche suggerire che si verificano false accuse, secondo gli attivisti, significa impegnarsi nel "colpevolizzare la vittima". Ma ora, i culturalisti dello stupro stanno affrontando un critico formidabile che anche loro troveranno difficile da respingere.
RAINN (Rae, Abuse & Incest National Network ) '''è la più grande''' e influente '''organizzazione americana contro la violenza sessuale'''. È la voce principale per la difesa delle vittime di aggressioni sessuali. In effetti, gli attivisti della cultura dello stupro citano abitualmente l'autorità di RAINN per sostenere la loro causa. '''Ma''' nelle recenti raccomandazioni di '''RAINN''' alla Task Force della Casa Bianca per proteggere gli studenti dalle aggressioni sessuali, '''ripudia la retorica del movimento contro la "cultura dello stupro"''':
 
RAINN esorta la Casa Bianca a "rimanere concentrata sulla vera causa del problema" e suggerisce un approccio su tre fronti per combattere lo stupro: responsabilizzare i membri della comunità attraverso l'educazione all'intervento degli astanti, utilizzando "messaggi di riduzione del rischio" per incoraggiare gli studenti ad aumentare il loro personale sicurezza e promuovere un'educazione più chiara su "dove si trova la 'linea di consenso'". ''Afferma inoltre che dovremmo trattare lo stupro come un crimine grave che è conferendo potere a forze dell'ordine addestrate piuttosto che a commissioni giudiziarie interne del campus.''
 
'''RAINN è particolarmente critico nei confronti dell'idea che dobbiamo concentrarci sull'insegnare agli uomini a non stuprare - il segno distintivo dell'attivismo della cultura dello stupro. Poiché lo stupro esiste perché la nostra cultura lo perdona e lo normalizza, dicono gli attivisti, possiamo porre fine all'epidemia di violenza sessuale solo insegnando ai ragazzi a non stuprare.'''
 
Nessuno negherebbe che dovremmo insegnare ai ragazzi a rispettare le donne. Ma nel complesso, questo sta già accadendo. Quando gli uomini raggiungono il college, spiega RAINN, ''"la maggior parte degli studenti è stata esposta a 18 anni di messaggi di prevenzione, in una forma o nell'altra"''. La stragrande maggioranza degli uomini assorbe questi messaggi e considera lo stupro l'orribile crimine che è. Quindi gli sforzi per affrontare lo stupro devono concentrarsi sulla piccolissima parte della popolazione che "si è dimostrata immune da anni di messaggi di prevenzione". Dovrebbero ''non'' denigrare il ragazzo medio.
 
Incolpando la cosiddetta cultura dello stupro:
* coinvolgiamo tutti gli uomini in un'atrocità sociale
* banalizziamo le esperienze dei sopravvissuti
* deviamo la colpa dagli stupratori veramente responsabili della violenza sessuale
RAINN spiega che la tendenza a concentrarsi sul'''la cultura dello stupro "ha l'effetto paradossale di rendere più difficile fermare la violenza sessuale''', poiché rimuove l'attenzione dall'individuo in colpa e apparentemente mitiga la responsabilità personale per le proprie azioni".
 
<u>Il [[Panico morale e Diavoli popolari|panico morale]] per la "cultura dello stupro" non aiuta nessuno</u>, <u>men che meno le sopravvissute alle violenze sessuali</u>.
 
I leader dei college, i gruppi di donne e la Casa Bianca hanno una scelta. Possono schierarsi con la polizia del pensiero della blogosfera femminista che dichiara guerra a Robin Thicke, ''Sports Illustrated'' Swimsuit Edition, statue maschili e Barbie. Oppure possono ascoltare il sano consiglio di RAINN.


''[https://www.linkedin.com/in/caroline-kitchens-29a86622/ Caroline Kitchens] è assistente di ricerca presso l'[https://www.aei.org/profile/caroline-kitchens/ American Enterprise Institute]''
{{:Critiche alla cultura dello stupro}}
== Riassunto barbarabenedettelli.it Indagine femminicidi 2018 ==
== Riassunto barbarabenedettelli.it Indagine femminicidi 2018 ==
Barbara Benedettelli, nell'indagine che trovate [https://barbarabenedettelli.it/wp-content/uploads/2018/06/Indagine-completa-omicidi-nelle-Ris-i-numeri-oltre-il-genere-1.pdf qui linkata], fa un lavoro notevole sia nel linguaggio, sia per i dati che riporta.
[[Riassunto barbarabenedettelli.it Indagine femminicidi 2018]]
 
Ci chiarisce che la definizione arcinota di femminicidio, ripresa anche da vari dizionari, è di Diana Russel<ref>Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una 1 sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l'identità attraverso l'assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte. Femicidio l’omicidio per tale causa. Qui la definizione data da Diana Russel ([[www.dianarussel.com]])</ref>. E ci parla degli omicidi nelle '''[[Relazioni Interpersonali Significative]] (RIS)'''.
 
Nell'incipit segnala un problema con i dati e invita ad uno studio privo di bias ideologici<blockquote>"mostrare un quadro d'insieme delle <u>morti violente causate da chi avrebbe dovuto proteggere, amare</u>, o anche solo accompagnare per alcuni tratti il tortuoso cammino della vita.
Ed è <u>anche un invito a osservare i fenomeni per quello che sono, senza mistificazioni e deviazioni culturali che non permettono di attuare politiche preventive corrette</u>".


<u>Questa indagine</u>, che forse per la prima volta <u>comprende le Vittime maschili e quelle femminili</u> trattando i casi con gli <u>stessi criteri di analisi</u>, va vista come un punto di partenza che invita in primis le Istituzioni ad approfondire lo studio del fenomeno da una <u>prospettiva allargata e non ideologica</u>.
{{:Riassunto barbarabenedettelli.it Indagine femminicidi 2018}}
 
Quando in occasione del pamphlet '<nowiki/>''Il maschicidio silenzioso''<nowiki/>' (Collana Fuori dal Coro in allegato a Il Giornale), poi in '[https://www.ibs.it/50-sfumature-di-violenza-femminicidio-libro-barbara-benedettelli/e/9788860528414 ''50 Sfumature di violenza. Femminicidio e 1 maschicidio in Italia''<nowiki/>' (Cairo Editore]), ho cominciato a osservare il fenomeno nel suo insieme, senza pregiudizi, senza discriminazioni di sorta verso chiunque, senza il condizionamento dell'ideologia.</blockquote>E si pone '''domande interessanti''':
* perché, nonostante tutto quello che si è fatto negli ultimi anni per contrastare la violenza di genere
* le donne ogni anno muoiono in media nello stesso numero?
* Quali sono i criteri per rilevare i dati?
* Cosa stiamo sbagliando?
* Cosa ci manca per comprendere il fenomeno nella sua interezza?
Il tutto deve essere osservato e studiato senza veti ideologici, pregiudizi, narrazioni retoriche e monche che condizionano la percezione collettiva della realtà e impediscono di trovare il modo si “aggiustare ciò che si è rotto”: le relazioni affettive che diventano (o nascono) disfunzionali.
 
Secondo gli ultimi dati del Viminale nell'Italia del '''2017''' sono state '''uccise 355 persone''', <u>il numero più basso di sempre</u>.
=== Stesso numero di vittime maschili e femminili ===
Di queste ben '''236 sono state ammazzate in famiglia'''<nowiki/>''', in coppia, tra amici, vicini di casa, colleghi di lavor'''o: le vittime '''femminili''' sono 120, le vittime '''maschili''' sono '''116''', 120 '''se consideriamo anche i 4 italiani uccisi all'estero dalle loro partner.''
 
E' quanto emerge dall'indagine '''''Violenza domestica e di prossimità: i numeri oltre il genere''''', da me effettuata attraverso la ricerca dei fatti sulle testate web locali e nazionali tenendo conto non solo delle donne uccise, ma anche degli uomini. Mettendo insieme gli omicidi avvenuti nelle relazioni più significative <u>si è rilevato che uomini e donne vengono uccisi nello stesso numero e spesso per le stesse ragioni</u>. Però solo la Vittima femminile è al centro dell'attenzione sociale, politica e mediatica. Solo l'uccisione di una donna suscita sdegno, scandalo, orrore. Solo delle donne si pubblicano liste tragiche con nomi e cognomi.
 
Le donne sono oggettivamente le prime vittime in ambito di coppia, nel 2017 ne sono state uccise 66 dai partner contro 19 uomini uccisi dalle compagne ('''parliamo di omicidi'''). E questo giustifica in parte il maggior impegno nei confronti delle Vittime femminili. Ma è sbagliato osservare il fenomeno da un solo prisma, quello della cultura patriarcale. Prima di definirli femminicidi, bisognerebbe analizzare gli atti d’indagine e studiare le vite individuali dei protagonisti. Sono '''42 i femminicidi''' dei 66 omicidi. Di 42 femminicidi 14 hanno visto autori stranieri (soprattutto nazionalità dove la cultura patriarcale è ancora forte), mentre quando a uccidere sono gli italiani spesso si sono tolti la vita. Un dato per nulla irrilevante al quale dare risposte che vanno oltre il teorema della cultura patriarcale.
 
Un'altra osservazione interessante che fa la Benedettelli è che se il femminicidio fosse un fenomeno culturale diventa difficile spiegare perché gli uomini uccidono di più in generale, mentre le donne uccidono solo all'interno della relazione, ne consegue che gli omicidi per il possesso sono la motivazione più frequente per gli omicidi compiuti dalle donne (pag. 3).
=== Gli enti raccolgono i numeri in modo scorretto ===
<blockquote>Senza indispensabili linee guida universali che permettono di intraprendere le migliori azioni preventive. '''A seconda dell'ente''' civile o istituzionale '''che raccoglie i dati''', il numero delle donne vittime di “femminicidio” sale o scende arbitrariamente: '''90, 114, 88, 140'''. '''E in tutti i casi questi''' numeri sono la somma di omicidi '''il cui rapporto vittima/carnefice''' '''e il movente''' '''con il femminicidio non hanno nulla a che fare''':
tra le Vittime di “femminicidio” per esempio '''vengono inserite''' donne uccise dai figli o dalle figlie per ragioni economiche o a causa di psicopatie; oppure da criminali che volevano rapinarle o da vicini/e di casa con i quali avevano cattivi rapporti; o da partner con gravi psicopatie. Tutti questi delitti hanno origini e dinamiche diverse delle quali è necessario tener conto. Chiamarli femminicidi (o femicidi) non permette di intervenire nel modo corretto quando non lo sono. Mettere tutto in un unico calderone è forse utile a creare un'allarme che permette di attuare politiche sociali a favore delle donne, in quanto “diverse”, e che con la prevenzione della violenza non c'entrano.<ref>{{Cita|Barbara Benedettelli - https://barbarabenedettelli.it/wp-content/uploads/2018/06/Indagine-completa-omicidi-nelle-Ris-i-numeri-oltre-il-genere-1.pdf}}, pag 3</ref> </blockquote>La Benedettelli fa anche notare come "''utilizzando gli identici criteri arbitrari'' utilizzati per rilevare i “femminicidi” anche per le vittime maschili emerge che gli uomini uccisi sono più delle donne: 133 i primi, 128 le seconde". L'autrice sottolinea come questo sia un '''"gioco di prestigio"'''. Riguardo le modalità con cui le statistiche possono essere distorte è interessante la citazione "''Se torturi i dati abbastanza, alla fine confesseranno quello che vuoi"'' di Darrell Huff.
== Riassunto ilfattoquotidiano.it - l'insostenibile leggerezza del rapporto tra media e femminicidio ==
== Riassunto ilfattoquotidiano.it - l'insostenibile leggerezza del rapporto tra media e femminicidio ==
Sulle pagine de Il fatto quotidiano lo psicologo psicoterapeuta Mario De Maglie critica la leggerezza con cui le riviste trattano argomenti così delicati per fare clickbait. L'articolo è ben scritto, non aggiunge nulla di nuovo a livello di analisi sull'inconsistenza dei dati, ma è comunque utile per la parte di denuncia della stampa e attacco delle certezze e delle narrazioni opportunistiche. Clicca per leggere [https://share.getliner.com/Gezq4 l'articolo sottolineato]
[[Riassunto ilfattoquotidiano-insostenibile leggerezza del rapporto tra media e femminicidio]]
 
{{:Riassunto ilfattoquotidiano-insostenibile leggerezza del rapporto tra media e femminicidio}}
Riassunto:<blockquote>Un maschile fortemente sotto accusa può  faticare che rischia di:
== Riassunti violenza-donne.blogspot.com ==
1) non capire il grido di aiuto delle donne (non quello legato ai femminicidi, ma a tutte le tematiche di genere)
[[Riassunto articolo "Femminicidio" 2012: confermata finalità allarmistica]]
 
2) di arroccarsi su posizioni di chiusura (rendendo uno dei punti più critici delle questioni di genere, ossia il disinteresse maschile in proposito, ancora più critico).
 
Dobbiamo '''migliorare la qualità dei dati sul femminicidio''' in nostro possesso. Attualmente a farsi carico della loro '''raccolta''' sono i Centri Antiviolenza<ref>che hanno un conflitto di interessi a effettuare una raccolta dati corretta dato che i loro finanziamenti derivano dal sensazionalismo</ref> e il sito Bollettino di Guerra e questa avviene attraverso la '''conta delle uccisioni di donne riportate dalla cronaca'''. Questa rilevazione è certamente indicativa di come la stampa tratti  la tematica, ma non è necessariamente coincidente con la sua effettiva realtà.


Il rapporto tra media e femminicidio può essere molto delicato, non di rado '''la cronaca ha i suoi vantaggi dall’esacerbare alcune realtà o dipingerle in modo da suscitare morbosità''' o banalizzazione. Se il contenuto è buono, ma non attira la notizia può anche passare in secondo piano, se il contenuto non è un granché, ma può essere presentato con modalità che suscitano una certa emotività, l’emotività vende.
{{:Riassunto articolo "Femminicidio" 2012: confermata finalità allarmistica}}
 
Va analizzato '''quanto l’interesse dei media sia strumentale a creare e a cavalcare un’onda emotiva  per aumentare le copie da vendere''' o le visualizzazioni in rete. Un tipo di interesse di questa fatta non è che una forma di maltrattamento aggiuntivo, molto subdolo perché ben nascosto dietro una parvenza di una denuncia in aiuto delle donne,ed invece neanche morte possono trovare pace, sfruttate fino all’ultimo ed anche oltre.  Non interessa che la donna sia stata ammazzata, ma che la donna ammazzata faccia notizia.</blockquote>
== Riassunti [https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html violenza-donne.blogspot.com] ==
===Riassunto articolo [https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html "Femminicidio" 2012: confermata finalità allarmistica...]===
Articolo appare affidabile ma in tono molto polemico.
 
'''Secondo l’analisi criminologica condotta sui 115 casi di omicidio'''<ref>https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html</ref> '''aventi come vittime una o più donne''' (per un totale di 119 vittime) commessi in Italia nel '''2012''', - ed indicati nel ddl 3390 (Serafini-PD) come prova di una presunta “emergenza femminicidio in Italia” (''uccisione di una donna in quanto donna, compiuta da un uomo con l’implicita volontà di riaffermare un potere storicamente ineguale fra i Generi'') -  '''ha portato ai risultati riportati sotto.''' A valle dell’analisi criminologica '''"solo" 61 delle 119 vittime risultano femminicidi''' evidenziando la presenza di errori grossolani di attribuzione:
{| class="wikitable mw-collapsible"
|+
!'''15''' casi: '''rilevazione incongrua''' '''rispetto alla tesi di "femminicidio"'''
!'''19''' casi: '''compiuti da soggetti incapaci d’intendere e di volere'''
!'''23''' casi: movente '''totalmente estraneo alla sfera''' '''relazionale'''/passionale (e dunque a presunte concezioni “patriarcali” sulle “ineguaglianze di Genere”) ed in particolare:
|-
|ed in particolare:
*'''1''' caso: causa di morte ignota;
*'''1''' caso: '''morte naturale''';
*'''3''' casi: '''suicidio''';
*'''5''' casi ('''6''' vittime): '''autore/autrice ignoto/a'''
*'''3''' casi: '''autrice donna''' (esecutrice materiale / mandante - unica / in concorso);
*'''1''' caso: anno di commissione diverso dal 2012;
*'''1''' caso: '''omicidio colposo/preterintenzionale''';
|
|
*'''6''' casi con '''movente''' '''economico-patrimoniale'''
*'''1''' caso con '''movente''' di '''rancore maturato in ambito professionale, familiare-allargato, di vicinato'''
*'''7''' casi di '''omicidio eutanasico'''
*'''8''' casi per '''rapina''' o per procurarsi l’impunità da un reato comune
*'''1''' caso: scriminante del '''grave e violento boicottaggio''' dell'insopprimibile '''funzione genitoriale'''
|}Nell'articolo [https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html violenza-donne.blogspot.com] sottolinea che nello stesso anno, in Italia, sono stati '''53''' gli '''''omicidi''''' (consumati e tentati<ref>Come fa notare violenza-donne, è il caso di ricordare che - a differenza di un omicidio colposo, preterintenzionale o compiuto da persona incapace d’intendere e volere - il tentato omicidio presuppone una '''lucida volontà di uccidere''', che non raggiunge l'esito fatale unicamente per l'imperizia dell'autore/autrice.</ref>) compiuti da '''''donne'' a danno di ''uomini''''', di cui '''35 per movente relazionale-passionale''' (8 consumati).
Nell'articolo vengono anche riportati in una '''tabella con 3 colonne''' tutti i casi di femminicidio, riportati dai mass-media, confermati dalle indagini come tali o meno.
{| class="wikitable"
|'''PRESUNTI''' EPISODI DI “FEMMINICIDIO” secondo la stampa del ''mainstream''
(listati in <u>rosa</u> quelli in cui risulta <u>confermato</u> il movente passionale-relazionale)
|'''GIUDIZIO CRIMINOLOGICO''' E CLASSIFICAZIONE MOVENTE desumibili dalla stampa
Link che svela la natura di episodio/movente
 
(sfondo <u>rosso</u> per <u>autore straniero</u> con movente relazionale-passionale)
|EPISODI DI “MASCHICIDIO”
(sfondo colorato per quelli con movente passionale-relazionale - in azzurro: consumato; in celeste: tentato)
|}
 
 
Il blog sottolinea che i femminicidi vengono spesso '''presentati come un problema di educazione degli italiani,''' intrisi di ''cultura patriarcale del possesso,'' '''mentre''' l'analisi statistico-criminologica degli episodi di cronaca mostra che la propensione al femminicidio risulta caratteristica soprattutto degli '''immigrati''' e che, negli uomini italiani, è meno della metà degli stranieri<ref>percentuale di stranieri sulla popolazione maschile italiana (censimento 2011 - tutte le classi d'età): '''6,54%''' vittime femminili (movente relazionale-passionale) ascrivibili ad autore straniero: '''14,7%''' [https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html?m=1&fbclid=IwAR3QDxyy0DjSRn7JipsLOjYuDW3OBqd1R4uBoWPAz8OaPLW_sgEp4j3hus0 https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html]</ref> (il che è un dato notevole considerando che rappresentano solo il 10% della popolazione italiana).
 
Dallo stesso articolo viene anche ipotizzato tra le righe che le '''reali finalità''' dei politici potrebbero essere legate alla movimentazione degli '''85 milioni di euro''' stanziati, che non andranno alle famiglie delle 53 donne, ma come previsto dal Capo VIII, art. 35 ([https://violenza-donne.blogspot.com/2013/04/femminicidio-2012-confermata-finalita.html qui riassunto]) ai '''centri antiviolenza''' (che secondo la pagina stessa sono '''policitizzati''') '''e a province''', comuni ed enti vari.
==Riassunto - [https://violenza-donne.blogspot.com/2014/09/quella-squallida-menzogna-del.html articolo settembre 2014]==
==Riassunto - [https://violenza-donne.blogspot.com/2014/09/quella-squallida-menzogna-del.html articolo settembre 2014]==
Articolo appare affidabile ma in tono molto polemico.
[[Riassunti violenza-donne.blogspot.com set 2014]]
 
 
Definizione di “femminicidio” secondo il ddl n. 724 (PD) del 29-05-2013 “Disposizioni per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio”<ref>ddl n. 724 (PD) del 29-05-2013 “Disposizioni per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio” http://www.senato.it/versionestampa/stampa.jsp?thispage</ref>:<blockquote>Il concetto di femminicidio comprende, infatti, non solo l’uccisione di una donna '''in quanto donna''', ma ogni atto violento o minaccia di violenza esercitato nei confronti di una donna in quanto donna, in ambito pubblico e/o privato, che provochi o possa provocare un danno fisico, sessuale o psicologico o sofferenza alla donna.</blockquote>L'articolo si pone di '''verificare la validità di questo postulato circa le finalità dell'omicidio''', poiché i femminicidi sono un fenomeno dalla prevalenza estremamente bassa, parliamo di 5 donne ogni milione all'anno. In medicina i sintomi più rari che vengono considerati un rischio sono intorno ad un caso ogni 10000. Per dimostrare l'esistenza di una matrice patriarcale di questi omicidi occorre una '''verifica statistica''': pertanto, il concetto di "femminicidio", per essere confermato necessita dei seguenti elementi:
#che gli '''omicidi''' siano '''volontari'''. Non sono quindi ascrivibili a "femminicidio" le morti femminili dovute a:
##'''omicidio preterintenzionale''' (manca la volontà o questa era diretta ad altro fine);
##compiuto da '''persona incapace d'intendere e volere'''
#che l'atto di violenza sia '''fondato sul genere''' (in quanto donna), es. che l'atto di violenza si basi su un movente che sottenda la ''riaffermazione'' di una ''"relazione di potere storicamente ineguale fra donne e uomini"'', che releghi ''"la donna, in quanto donna, a un ruolo subordinato"''<ref>(definizione della "violenza di genere" elaborata nella Conferenza di Pechino).</ref>.
##Es. di inclusione il delitto passionale (secondo l'articolo le cronache giudiziarie traboccano di questo tipo di omicidi commessi (ma, ovviamente, censurati in TV) da donne su uomini ([https://violenza-donne.blogspot.it/search/label/uccisione%20del%20partner qui 248 casi]) o da donne su donne (qui [https://violenza-donne.blogspot.it/2009/01/violenza-delle-donne-sulle-donne-il.html 4 casi])).
##Es. di esclusione, ad esempio, l''''omicidio''' '''eutanasico''' o pietatis causa (mosso non da sopraffazione, ma da empatia - a volte distorta o parossistica - verso la vittima affetta da malattia inguaribile), quasi sempre seguito da suicidio dell'autore; a volte coesistente con estrema precarietà economica (impossibilità, reale o percepita, per la famiglia, di “andare avanti”); anche nella declinazione del "suicidio assistito";
##Es. esclusione: '''movente economico'''-patrimoniale
##movente di '''rancore maturato in ambito professionale''' (rivalità per carriera, mobbing, ecc.), o in ambito familiare allargato (faida, nella quale si colpisce un membro qualunque della famiglia avversaria per colpire la famiglia nel suo insieme o per vendetta), o in ambito di vicinato: qualcuno potrebbe forse affermare che nell'arcinota "strage di Erba" i due coniugi assassini - il tassista Olindo e la moglie Rosa - fossero spinti da motivazioni diverse e sessualmente connotate?
##l'omicidio maturato come '''"danno collaterale" ad altro crimine''' comune: p. es. allo scopo di eliminare un testimone;


{{:Riassunti violenza-donne.blogspot.com set 2014}}
== Riassunto [https://violenza-donne.blogspot.com/2015/12/un-anno-caso-2014-smascherata-la-bufala.html articolo violenza-donne.blogspot.com del 2015] ==
[[Riassunto articolo violenza-donne.blogspot.com del 2015]]


L'autore ''critica'' anche la presunta minorità sociale patita nel passato dalle donne. Spiega infatti che:<blockquote>in quel passato, ai minori '''''onori''''' riconosciuti alla donna, corrispondevano minori '''''oneri''''' e ''maggiore protezione sociale'', nonché ''deresponsabilizzazione penale.''
{{:Riassunto articolo violenza-donne.blogspot.com del 2015}}
Ancora oggi, il codice penale italiano riserva alla '''infanticida''' un "trattamento di favore": '''pena da 4 a 12 anni''', rispetto ai '''21''' comminati all''''uomo''';
== Riassunto articolo https://violenzafamiliare.wordpress.com/2013/08/19/la-calunnia-del-femminicidio ==
[[Riassunto articolo violenzafamiliare.wordpress.com 2013 calunnia - femminicidio]]


'''Inoltre il regime detentivo''' è, per la donna, un'eventualità meramente residuale, bastando la presenza di un figlio di età fino ai 10 anni per godere della detenzione domiciliare: beneficio, questo, negato ai padri, tranne che la madre del proprio figlio sia morta o assolutamente impossibilitata ad assistere la prole.</blockquote>L'autore sottolinea anche che:<blockquote>la relazione sentimentale (sia etero che omo-sessuale) racchiudono in sé un certo desiderio/bisogno di "controllo" sano sul partner , cui fa da contraltare la '''paura dell'abbandono''': è una manifestazione di "potere", più o meno negoziabile all'interno della coppia, che si estrinseca nelle più disparate modalità - alcune di polarità maschile, altre di polarità femminile (ma tutte agibili da ciascun sesso) - lungo uno spettro che va dall'accudimento ricattatorio alla violenza psicologica, verbale, fisica; dal ricatto economico a quello sessuale, ecc. Nella donna, la volontà di controllo (che, evidentemente, non ha proprio nulla a che fare col patriarcato) è parimenti presente.</blockquote>Dal punto di vista psicologico la riflessione è corretta: le emozioni come la gelosia, la rabbia, la tristezza sono tutte sane e funzionali, il problema nasce dagli '''eccessi'''. Individui in cui la gelosia è <u>totalmente assente</u> sono tutt'altro che funzionali, ad esempio quelli affetti da psicopatia<ref>Gli psicopatici non percepiscono le proprie emozioni come le persone normali: alcuni medici le hanno descritte come semplici “proto-emozioni” ovvero «primitive risposte alle esigenze immediate». https://it.wikipedia.org/wiki/Psicopatia#cite_note-Conscience-25</ref>. Del resto milioni di persone, sia maschi che femmine, sono gelose, mentre i femminicidi sono 5 casi ogni milione di donne. Appare evidente che la gelosia da sola non sia certo il maggior [[Predittori di un fenomeno in statistica|predittore]] di un femminicidio.
{{:Riassunto articolo violenzafamiliare.wordpress.com 2013 calunnia - femminicidio}}
L'articolo sottolinea come:
*il presunto fenomeno "femminicidio" racchiude un '''enorme business'''. In ballo ci sono centinaia di stipendi; si pensi che il ddl 724/2013 (proponente: PD) comporta un ''<u>finanziamento di 85 mln di euro all'anno</u>'' (art. 34): verso le "Case delle donne".
*Il personale di questi centri è interamente femminile, il che sarebbe illegale in quanto la discriminazione per sesso nell'assunzione del personale è vietata.
*quasi '''nessuno dei "maschicidi" è stato raccontato in TV''', né reti RAI né quelle Mediaset: quasi nessuno è passato nei TG o ha costituito ghiotta occasione per format di compiaciuto e morboso approfondimento (Quarto grado, Chi l'ha visto, ecc.); ''l'uomo in veste di vittima è pressoché indicibile, offuscherebbe le lamentele di pancia delle masse per le vittime rosa, la vulgata secondo cui "lei" può essere solo vittima, non carnefice; ed anzi, se proprio è indispensabile raccontare - per la loro enormità - tragedie con vittime maschili, queste le si "desessualizza", chiamandole non "uomini" ma "persone":''
== Note ==
<references />
[[Categoria:Violenza di genere]]
[[Categoria:Violenza di genere]]
[[Categoria:Violenza]]
[[Categoria:Violenza]]
[[Categoria:Teorie femministe]]
[[Categoria:Distorsioni]]
[[Categoria:Violenza contro le donne]]
[[Categoria:Polarizzazione]]
[[Categoria:Omicidio]]
[[Categoria:Femminicidi]]

Versione attuale delle 18:03, 8 feb 2023


Riassunto di studi di ricerca (paper)[modifica | modifica sorgente]

Altri articoli ancora da riassumere[modifica | modifica sorgente]

Anatomia della violenza, le radici biologiche del crimine Di Adrian Raine


http://noisefromamerika.org/articolo/femminicidio

L'articolo è ben scritto, utilizza toni pacati e una introduzione ben scritta che denota il giusto tatto.

Piano col tormentone “femminicidio” - Il Foglio

Allarme maschicidi Gli uomini vittime quanto le donne Ma nessuno ne parla - Il Giornale

https://www.facebook.com/groups/1082284531868057/permalink/1534765623286610/

https://www.facebook.com/page/658473344207132/search/?q=femminicidi

Femminicidio, i numeri sono tutti sbagliati - Il fatto quotidiano

I veri numeri sul femminicidio - Il Post - parte 1 e parte 2

Manipolazioni statistiche sulla violenza di genere - Pensiero critico

Femminicidi e patriarcato - pallequadre.com

La gente crede solo a ciò che già sa (= che ha visto in TV...)

Articoli già riassunti[modifica | modifica sorgente]

Femminicidio e violenza maschile: falso binomio[modifica | modifica sorgente]

Riassunto articolo Femminicidio e violenza maschile: falso binomio

Riassunto: L'articolo di Monica Leva, psicoterapeuta e presidente dell'Istituto di Studi Psicologici, critica l'utilizzo indiscriminato del termine "femminicidio" per descrivere ogni forma di violenza contro le donne. Il termine è stato introdotto ufficialmente dall'ONU nel 1993 come "ogni atto di violenza di genere che esita in danni o sofferenze fisici, sessuali o psicologici verso le donne". Tuttavia, secondo l'autore, l'espressione "violenza di genere" viene ora associata alla violenza contro le donne senza la necessaria comprensione delle sole situazioni in cui il genere è il motivo principale della violenza. Anche il termine "femminicidio", coniato dalla criminologa Diana Russell nel 1992, viene utilizzato impropriamente e fuorviante. Inoltre, le argomentazioni tradizionali legate alla violenza contro le donne, come il genere e il patriarcato, non sono più sufficienti a descrivere il fenomeno corrente.

TLDR: L'articolo critica l'utilizzo indiscriminato del termine "femminicidio" per descrivere ogni forma di violenza contro le donne e sostiene che il concetto di "violenza di genere" viene associato alla violenza contro le donne senza una comprensione adeguata delle sole situazioni in cui il genere è il motivo principale della violenza.

Tags: femminicidio, violenza contro le donne, psicoterapeuta, Istituto di Studi Psicologici, media, ONU, violenza di genere, genere, patriarcato.

Link: Femminicidio e violenza maschile: falso binomio, la violenza non ha genere - ispitalia.org

È ora di porre fine all'isteria della "cultura dello stupro" (del Time)[modifica | modifica sorgente]

Critiche alla cultura dello stupro

Riassunto: L'articolo afferma che la teoria della "cultura dello stupro" nella società americana è un'esagerazione e non è supportata da prove. Sostiene che lo stupro è visto come un crimine orribile e che le leggi sul tema sono severe. L'articolo critica anche l'obsessione per la cultura dello stupro nei campus universitari che ha portato alla censura e all'isteria. Gli attivisti della cultura dello stupro sono descritti come una lobby fuori controllo che conduce il pubblico e i leader sulla strada sbagliata. La RAINN, la più grande organizzazione americana contro la violenza sessuale, ha criticato la teoria della cultura dello stupro e sostenuto che essa può danneggiare le vittime e portare a false accuse.

TLDR: L'articolo afferma che la teoria della "cultura dello stupro" nella società americana è un'esagerazione e che la sua enfasi nei campus universitari ha portato alla censura e all'isteria. La RAINN, la più grande organizzazione americana contro la violenza sessuale, ha criticato la teoria della cultura dello stupro e sostenuto che essa può danneggiare le vittime e portare a false accuse.

Riassunto barbarabenedettelli.it Indagine femminicidi 2018[modifica | modifica sorgente]

Riassunto barbarabenedettelli.it Indagine femminicidi 2018

Riassunto: L'articolo riguarda un'indagine sulla violenza di genere in Italia, condotta da Barbara Benedettelli, che comprende sia le vittime maschili che quelle femminili e li tratta con gli stessi criteri di analisi. L'indagine sottolinea il problema dei dati e invita a studiare il fenomeno senza pregiudizi ideologici e narrazioni retoriche. Secondo i dati del Viminale, nel 2017 sono state uccise 355 persone in Italia, con lo stesso numero di vittime maschili e femminili. L'indagine sottolinea che solo la vittima femminile è al centro dell'attenzione sociale, politica e mediatica e che solo l'uccisione di una donna suscita sdegno.

Un'indagine sulla violenza di genere in Italia che comprende sia le vittime maschili che quelle femminili e li tratta con gli stessi criteri di analisi.

TLDR: Un'indagine sulla violenza di genere in Italia mostra che il numero di uomini e donne uccisi è lo stesso, ma solo la vittima femminile è al centro dell'attenzione sociale, politica e mediatica.

Tag: Violenza di genere, Italia, Vittime maschili, Vittime femminili, Indagine, Diana Russel, Relazioni Interpersonali Significative, Ideologia, Pregiudizi, Narrazioni retoriche.

Riassunto ilfattoquotidiano.it - l'insostenibile leggerezza del rapporto tra media e femminicidio[modifica | modifica sorgente]

Riassunto ilfattoquotidiano-insostenibile leggerezza del rapporto tra media e femminicidio TLDR: Il numero di donne uccise da uomini è in crescita o amplificato dai media? Questo è un argomento di cui si parla spesso negli ultimi tempi. È importante migliorare la qualità dei dati sul femminicidio e dobbiamo muoverci su criteri scientifici. Il rapporto tra media e femminicidio può essere delicato e a volte i media esacerbano o banalizzano la situazione. La cronaca ha spesso un interesse strumentale a creare un'onda emotiva.

Tags: Femminicidio, Violenza di genere, Media, Istat, Dati sul femminicidio, Interesse dei media, differenze di genere, stereotipi di genere, assemblea universitaria.

Riassunti violenza-donne.blogspot.com[modifica | modifica sorgente]

Riassunto articolo "Femminicidio" 2012: confermata finalità allarmistica

Riassunto: L'articolo presenta i risultati di un'analisi criminologica su 115 casi di omicidio di donne in Italia nel 2012. Dall'analisi è emerso che solo 61 delle 119 vittime sono state classificate come femminicidi, mentre gli altri sono stati classificati come errori di attribuzione. L'articolo sottolinea che i femminicidi vengono spesso presentati come un problema legato alla cultura patriarcale in Italia, ma che l'analisi statistico-criminologica mostra che la propensione al femminicidio è maggiore negli immigrati che negli uomini italiani. Inoltre, l'articolo presenta una tabella che confronta gli episodi di femminicidio e maschicidio presentati dai media con il giudizio criminologico e la classificazione del movente. Infine, l'articolo ipotizza che le finalità dei politici dietro la lotta al femminicidio potrebbero essere legate alla gestione di fondi pubblici.

TLDR: Secondo un'analisi criminologica su 115 casi di omicidio di donne in Italia nel 2012, solo 61 sono stati classificati come femminicidio. Il blog sottolinea che i femminicidi vengono spesso presentati come un problema di educazione degli italiani, ma in realtà la propensione al femminicidio è più caratteristica degli immigrati che degli uomini italiani. L'articolo suggerisce che i politici potrebbero avere altre motivazioni per la movimentazione dei fondi stanziati per la lotta al femminicidio.

Tags: #femminicidio #Italia #analisi criminologica #immigrati #educazione #politici #fondi stanziati

Riassunto - articolo settembre 2014[modifica | modifica sorgente]

Riassunti violenza-donne.blogspot.com set 2014

Riassunto: L'articolo esamina la definizione di "femminicidio" come descritto nel ddl n. 724 del 29-05-2013. L'autore critica questa definizione e afferma che per verificare la validità di una matrice patriarcale di questi omicidi, occorre una verifica statistica. L'articolo descrive anche gli elementi necessari per confermare il concetto di "femminicidio", tra cui che l'omicidio sia volontario e basato sul genere. L'autore esclude alcuni motivi per gli omicidi, tra cui moventi economici, professionali o familiari. Infine, l'autore critica la presunta minorità sociale subita dalle donne in passato.

TLDR: L'articolo critica la definizione di "femminicidio" descritta nel ddl n. 724 e afferma che occorre una verifica statistica per confermare la matrice patriarcale di questi omicidi. L'articolo descrive anche gli elementi necessari per confermare il concetto di "femminicidio" e esclude alcuni motivi per gli omicidi. L'autore critica anche la presunta minorità sociale subita dalle donne in passato.

Tag: #Femminicidio #DDL 724 #Violenza contro le donne #Patriarcato #Statistica #Minoranza sociale

Link: https://violenza-donne.blogspot.com/2014/09/quella-squallida-menzogna-del.html

Riassunto articolo violenza-donne.blogspot.com del 2015[modifica | modifica sorgente]

Riassunto articolo violenza-donne.blogspot.com del 2015

Riassunto: L'articolo critica l'affidabilità dei dati dell'ente EURES, affermando che non sono immediatamente accessibili al pubblico e non specificano le fonti per ogni episodio. Il sito Centro Documentazione Violenza Donne, al contrario, fornisce fatti, nomi, date, fonti e metodo. Secondo il sito, la disinformazione sulle questioni di genere è causata da superficialità, pressappochismo, dilettantismo e ignoranza. Il testo ripercorre la storia delle politiche sulla parità di genere, partendo dalla Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, fino alla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e lotta contro la violenza contro le donne e la violenza domestica. L'articolo critica la proliferazione di direttive europee a sfondo razzista-sessista contro il genere maschile, come l'Ordine di Protezione Europeo e la direttiva per la protezione specifica per le donne vittime di violenza di genere e di violenza domestica. Il ddl 724 del 2013, che definisce cosa costituisca un femminicidio, viene criticato perché porterebbe a considerare ogni morte di una donna per mano di un uomo come "femminicidio".

TLDR: L'articolo critica i dati dell'ente EURES sulla violenza di genere e sostiene che sono inaffidabili. In alternativa, il sito Centro Documentazione Violenza Donne fornisce informazioni affidabili. L'articolo critica la storia delle politiche sulla parità di genere e le direttive europee contro il genere maschile. Il ddl 724 del 2013 che definisce un femminicidio viene criticato.

Tag: #violenza di genere #parità di genere #discriminazione #dati EURES #Centro Documentazione Violenza Donne #politiche di genere #direttive europee #femminicidio.

Link: https://violenza-donne.blogspot.com/2015/12/un-anno-caso-2014-smascherata-la-bufala.html

Riassunto articolo https://violenzafamiliare.wordpress.com/2013/08/19/la-calunnia-del-femminicidio[modifica | modifica sorgente]

Riassunto articolo violenzafamiliare.wordpress.com 2013 calunnia - femminicidio

TLDR: Il termine "Femminicidio" è stato coniato da Marcela Legarde, una femminista messicana. Il termine è diventato popolare a causa del film "Bordertown" del 2007, ispirato alle vicende delle migliaia di donne uccise a Ciudad Juarez, in Messico. Ciudad Juarez è considerata la città più pericolosa al mondo a causa della guerra del narcotraffico e dei numerosi omicidi. La città è diventata tristemente famosa per i femminicidi. La questione è stata trattata in vari film e libri, tra cui "Bordertown" e "Huesos en el desierto".

Tags: Femminicidio, Marcela Legarde, Messico, Ciudad Juarez, Narcotraffico, Femminismo, Violenza, Crimine, Film, Libri, Arte pubblica.

Link: https://violenzafamiliare.wordpress.com/2013/08/19/la-calunnia-del-femminicidio