Ragazza violentata sul treno: tra il problema delle molestie e quello del sensazionalismo mediatico

Da Tematiche di genere.
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Un meme "divisivo"?

Il meme recita: L'urgenza tipicamente femminile di mettere in atto un'autolimitazione delle proprie libertà quando viaggia da sola per abbassare le probabilità di essere stupr4t4 mentre aspetta che tutti i maschi etero cis vengano educati al rispetto delle donne e a non essere molesti e/o violenti verso di esse.

Si è verificato un fatto di cronaca molto pesante: lo stupro di una ragazza da parte di un extracomunitario e di un italiano sul treno. Questo episodio ha giustamente portato ad un'ondata di indignazione, anche in virtù della diffusione delle molestie nel belpaese. Tuttavia i mass media spettacolarizzano la violenza, cavalcano l'indignazione, vogliono il sensazionalismo e affermazioni nette, non importa se offensive verso i maschi o verso le femmine.

E questo ha portato anche a reazioni che una donna potrebbe ritenere fastidiose e finalizzate a sminuire la gravità di un problema diffuso: quello delle molestie e della violenza sulle donne.

Esempi di reazioni antipatiche da parte maschile

  • Ma seriamente? Ma davvero stiamo ancora al punto che le colpe dei singoli le debbano pagare tutti gli uomini? Ma non ci siamo ancora rotti le palle?
  • ma la cosa comica è che poi sono le stesse che accusano Salvini di generalizzare sui migranti/stranieri. Praticamente se lo generalizzi sugli stranieri è razzismo, se lo fai sugli uomini è femminismo
  • Ma spiegatemi un cosa: educare i maschi per queste fasciste significa che le mamme quando vedono i loro figli a sviluppare le loro prime cotte nei confronti delle coetanee devono picchiarli a sangue perché sennò c'è la remota possibilità che diventino tutti stupratori seriali? E poi un'altra cosa: mi pare che questa petizione sia stata fatta a Milano, una città che sta alle prime classifiche per criminalità, perché non si nota questo anziché dire che gli uomini vadano castrati?

Perché non possiamo limitarci a etichettare come stronzo / insensibile / disinformato chi sminuisce la violenza sulle donne?

Perché non è affatto automatico che chi si esprime male (ad esempio ci ferisce) stia cercando di sminuire questi episodi o che non li condanni, anzi... Diventa più semplice accettare questa possibilità leggendo le riflessioni di altri commentatori che si sono espressi meglio, senza provocare e con empatia, ma hanno comunque sottolineato che i mass media non stiano aiutando la causa femminile. Queste le parole di una ragazza ad esempio:

È davvero brutto di come i media hanno parlato di questa vicenda con i soliti toni divisori (uomo violento/donna vittima). Seppur è giusto riconoscere che le donne siano le maggiori vittime nelle violenze sessuali (ovviamente anche gli uomini lo possono essere), la vicenda della ragazza stuprata sul treno non riesco a non vederla se non in un'ottica di perpetrare un danno a una "preda". La ragazza, il genere non c'entra, era una preda: da sola e impegnata in un'altra attività. Purtroppo poi, culturalmente, le donne vengono viste spesso come esseri deboli, fragili e a cui scassare il cazzo facilmente perché considerate più tranquille e quindi ecco il tassello che chiude il tutto per quei due balordi.

Ma cosa sarebbe cambiato se, al posto di quella ragazza, ci fosse stato un uomo anziano o un altro uomo ritenuto da questi stronzi come preda?

Cosa cambia quando gli aggressori sono le baby gang di ragazzi e ragazze? La vittima è sempre una persona ritenuta fragile e in estremo svantaggio. (Antisessismo tempo fa pubblicò diverse fonti di come le aggressioni sessuali, fisiche ecc. Siano una prova della dominanza di una persona verso un'altra.)

Psicologia dei fraintendimenti

Secondo la psicologia la spiegazione che ci diamo di fronte ad un evento che ci suscita emozioni negative è quella di attribuire al nostro interlocutore una personalità negativa (si veda errore fondamentale di attribuzione), vederlo come diverso da noi e ricondurre le sue idee a stereotipo (in-group e out-group). Per quanto possa sembrare assurdo dubitare delle nostre interpretazioni, non è assolutamente detto che chi si esprime male intenda negare o sminuire le violenze di cui sono vittime le donne, anzi, non è nemmeno automatico dare per scontato che sia lui ad esprimersi male e noi ad essere saltati troppo in fretta alle conclusioni.

Ad esempio un altro commentatore anticipa il problema che si intende affrontare in questo articolo è legato alla spettacolarizzazione operata dai mass media nel riportare le notizie e di altre dinamiche social finalizzate sempre a ottenere maggiore visibilità:

il problema di cui mi lamento non è generico, è estremamente specifico. Mi lamento di come i mass media sfruttino un episodio singolo di violenza gravissimo (stupro / femminicidio) in una popolazione vessata da diffusi episodi di violenza a danno dei più deboli (molestie tipo pacca sul sedere / alzare gonne / scoprire i genitali) che interessano più volte nel corso della loro vita una enorme percentuale di donne (italiane sembra in particolar modo) per generare un'ondata di sdegno e indignazione fortissima che sfocia in affermazioni talmente emotive e giustizialiste da generare una controreazione.

Perché essere pignoli però su cose così gravi, con delle vittime?

Perché anche i nostri interlocutori sono vittime. La maggior parte delle persone lo sono, sono esattamente come noi. Emotivi, razionalizzanti, sensibili, bisognose di affetto, di essere apprezzate, imprecise quando arrabbiate, ferite se vengono fraintese.

  • «se potessimo leggere la storia di ogni nostro nemico ci troveremmo dentro abbastanza sofferenza da far cadere qualsiasi ostilità»
  • regista C. Mazzacurati: «Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre»
  • Baudelaire diceva che colpire la sensibilità di una persona è da considerarsi un delitto
  • Le conseguenze del bullismo sono più gravi dell’abuso (e il bullismo, l'essere emarginati è un'esperienza estremamente comune)
  • “Ci sono passato, ti capisco”… o forse no (spesso le vittime non si mostrano empatiche verso le altre vittime, cercano di insegnargli a "rafforzarsi", è brutto a dirsi ma dipende dalle strategie di coping messe in atto)
  • Taccuino citazioni

Un altro ancora ad esempio si lamenta del fatto che si parli di educazione: «Ma cosa vuol dire educare? Se si dice ad uno stupratore di non stuprare (che come fai a sapere in anticipo se qualcuno è lo è poi è un altro programma) gli viene un illuminazione e non stupra più?»

Educazione? Psicoterapia? Che cambia? Perché scassare le palle su un termine, il problema della violenza sulle donne è reale.

Gli stupratori sono persone con un problema culturale/educativo? O sono criminali? Vanno educati o gli va fatta psicoterapia? Non sarebbe ora che qualcuno al governo si occupasse seriamente di indagare a riguardo?

Polarizzazione

Sul fatto che facebook abbia incoraggiato l'hate speech e le polarizzazioni ci sono molti articoli in rete (si veda la denuncia della whistleblower e il documentario The Social Dilemma). Le finalità sono tutt'altro che positive, si sfrutta l'indignazione per finalità di clickbait, senza cercare di risolvere le problematiche. Al di là delle finalità dei media tutto questo potrebbe sembrare comunque positivo per le donne, ma non è affatto così. Tutto questo infatti non è una novità: si vedano ad esempio gli effetti di imitazione causati dai mass media negli ambiti più disparati (dai suicidi agli avvelenamenti di cibo).

Lo sfruttamento dell'indignazione, della frustrazione, della rabbia delle vittime è una dinamica, piuttosto recente in Italia, ma è diffusa già da diversi anni negli USA e le conseguenze sono ben documentate nel saggio L'era dell'indignazione di Guia Soncini.

Non è limitata all'ambito uomo-donna, bensì ogni ambito in cui un gruppo di persone sia stato vittima di persone appartenenti ad un gruppo diverso (forse per una ragione psicologica legata alla teoria dei gruppi).

Non c'è dubbio che le donne subiscano più molestie, ma la continua esposizione a gogne mediatiche e richiesta di giustizia (che spesso sfocia verso il giustizialismo), alla lunga può risultare frustrante per moltissimi motivi, sia perché essi sono parimenti vittime di numerose altre ingiustizie di cui ancora l'opinione pubblica non ha preso coscienza, sia perchè ci sono molte imprecisioni in diverse narrazioni su temi sociali e la situazione sembra peggiorare verso polarizzazioni sempre maggiori[1].

La spiegazione che mi sono dato

Personalmente discutere sui social cercando neutralità e dialogo mi ha portato a tanta frustrazione ma mi ha permesso anche di capire che basta una minoranza rumorosa per causare una percezione distorta. Spesso la reazione sui social è opposta a quella offline: spesso il problema non è legato alla personalità o alla cultura del mio interlocutore, ma magari è in risposta al modo in cui mi sono posto con lui o al fatto di essere subentrato in una discussione già calda (questo è esattamente ciò che ribadisce l'errore fondamentale di attribuzione).

Queste problematiche di comunicazione non vanno a negare l'esistenza di problemi a danno delle donne, assolutamente, ma spesso rimangono invisibili offline ed appaiono quasi eccessive online. La conseguenza sembra essere una sempre maggior polarizzazione (fortemente spinta per interessi sia dai social network sia dai mass media sia dai politici).

Le azioni giudicate come "eccessive" per assurdo sarebbero causate proprio dal tentativo di una delle due parti di "far ragionare" quelli che percepiscono come estremisti della fazione opposta. A tal riguardo ho esposto qui una riflessione a riguardo.

Reazione mia e confronto con una ragazza

Io: hey! ho una teoria però non so se ti va di sentirla perché l'esempio che ho trovato è relativo ad una svista in cui cadono le donne (aiuto non picchiarmi 🙈)

Una mia amica ha condiviso questo meme, a te non dovrebbe sembrare esagerata o fastidiosa, anzi, dovresti percepirla come giustificata e utile, mentre a me ha suscitato una reazione emotiva abbastanza forte. E il punto è questo, a te la mia reazione emotiva potrebbe sembrare sbagliata, e potresti provare a spiegarla pensando che io sia stronzo o redpill o che non capisca come si sentono le donne, ma se vuoi capire cosa cerco di dire devi "uscire dal tuo corpo" 😬, distaccarti dalle tue emozioni e sforzarti di non cercare spiegazioni al mio comportamento e di continuare a voler capire anche se provi emozioni negative.

Se non ho nulla da nascondere, che mi importa se mi controllano?

Lei: Non è che la percepisco forzata/ utile/giustificata..ecc è che la leggo come se mi trasmettesse le cose cose che leggessi in "l'acqua è liquida e trasparente" 😂. Cioè, la percepisco come vera in primis perché sono meccanismi che attivo, ma non capisco sinceramente, non penso tu sia stronzo ma

è come se io provassi un'emozione forte davanti un ragazzo nero che mi racconta del suo bullismo da bambino per il colore della pelle e che per paura oggi eviti di dare confidenza alle persone bianche; in quanto bianca non avrei alcuna reazione forte perché mi sento a posto. So quello che lui vive è un meccanismo di protezione e dunque impreciso per forza, perché non potrà calarsi nella soggettività di ogni bianco per scoprire se è razzista o no. Ma io starei tranquilla affinché possa scoprire in me, una persona che appunto non gli fa del male, se vuole e ne ha piacere ovviamente.

Non riesco ad immaginare in questo contesto di avere IO una reazione forte, se non fossi una di quelle persone che hanno fatto bullismo in passato 🙄.

La storia insegna o preoccupazioni eccessive?

Io: ok... mi vengono in mente diversi esempi storici per cercare di chiarire il mio punto di vista, ma sono tutti estremi e non vorrei che mi fraintendessi. Perché sono esempi forti, in cui la situazione che descrivi (che non ti suscita preoccupazioni) si è trasformata in drammatica. Quindi io temo che tu mi dirai che il paragone è esagerato, che non posso mettere le due cose sullo stesso piano, ma non è questo che sto cercando di fare. Non sto cercando di porre episodi così diversi a confronto, ma di analizzare il pattern[2] che hanno in comune. E inoltre essendo un tema delicato, ho paura che si generi dissonanza cognitiva (genera una sensazione di fastidio molto forte[3]). Ma il punto è che la reazione giusta sarebbe cercare tu stessa altri esempi meno gravi (da notare la mia paranoia, ho paura di essere allontanato).

Lei: Bon vediamo Sono curiosa 😂

Io: Pensa alle guerre fatte dagli USA. Crollano le Twin Towers → la gente prova emozioni negative → viene fatta passare una legge (il patrioct act)[4] che restringe molto le libertà e i diritti dei cittadini e viene mossa guerra contro l'Iraq. Avremmo potuto non immaginare la preoccupazione di un iraqueno non terrorista ed una eventuale reazione di fastidio o paura, ma col senno di poi avremmo avuto torto.

Nella storia è accaduto molto spesso che si siano usate delle motivazioni ideologiche come scusa (casus belli[5]) per muovere guerra. Ma non è qualcosa limitato ai conflitti, anche le dinamiche tra Israele e Palestina ne sono un altro esempio, poco sopra parlavo di Patrioct Act e, se non erro, anche Orwell parla di queste tecniche. Anche il docufilm Fahreneit 9/11 e il libro Shock Economy parlano di queste cose.

Nello specifico delle problematiche maschili cosa si rischierebbe?

Legislativi

Nel caso dei maschi una studentessa di giurisprudenza diceva così:

«Sono d'accordo. Con la Convenzione di Lanzarote non si è capito più niente e il furore repressivo è alle stelle, si va a colpire [...] in puro stile diritto penale del nemico»

Ma il problema è anche che il nostro legislatore è sciatto, frettoloso e parla alla pancia delle persone. Crede di aver fatto bene con la legge sullo stalking. Ha agito in buona fede? Forse ma bella merda che ha partorito.

beh posso sicuramente dire che la norma incriminatatrice gli atti persecutori, il 612 bis, già di per sé è indeterminata, è poco chiara, per due motivi:

Per prima cosa parla di condotte reiterate. Sì, ma reiterate quanto? Due volte già basta. Già basta chiamare due volte il proprio ex per integrare un comportamento reiterato. Non dirmi che tu non hai mai telefonato o mandato due volte un messaggio ad una tua ex dopo una litigata...

In secondo luogo la norma parla di comportamenti idonei a provocare uno stato di turbamento o comunque tali da costringere a mutare le abitudini di vita. Ma cosa vuol dire? Che hai cambiato nome, casa, stato? O che magari hai semplicemente deciso di cambiare edicola o bar? Converrai con me che l'offensività dei (numerosissimi!) Comportamenti che possono essere sussunti nella fattispecie astratta è talmente eterogenea che la norma assume contorni sfumati, vaghi, e come sempre in questi casi diventa terreno dell'arbitrio del giudice.

Ma questo e niente... divertiti: https://www.ordineavvocatitrani.it/pubblica/articolo.php?articolo=2316

Dico che forse bisognerebbe rivedere l'idea della rilevanza penale del comportamento di chi manda due messaggi consecutivi alla ex fidanzata dopo che si sono lasciati.

Quando le leggi sono così sfuggenti, sei nelle mani del giudice. Magari x che ha mandato due messaggi alla ex fidanzata viene condannato. Y che ha fatto la stessa cosa o cose più gravi invece no perché magari il giudice non riscontra il nesso causale, perché il turbamento non è abbastanza prolungato, non so se mi spiego.

[altre citazioni qui[6]].

Il problema non è limitato a questo purtroppo. Si spazia dal fenomeno dei padri separati nuovi poveri «In Italia aumentano i cosiddetti nuovi poveri, e stando ai dati della Caritas, quasi 1 su 2 (46%) è rappresentato da un padre separato non collocatario, cioè, i cui figli, a seguito della separazione, abitano stabilmente con la madre» alle false denunce di maltrattamento sporte in fase di separazione, al sensazionalismo mediatico a tanti altri esempi.

Problemi di percezione distorta e illusione del controllo

L'italia è al 18° posto tra i paesi con una percezione della realtà più distorta dai mass media.

Inoltre la percezione di tante ragazze che stupri e femminicidi siano qualcosa di frequente, è distorta. Anche allargando il campo a tutti gli omicidi legati alla gelosia, il fenomeno continua a essere percepito in maniera distorta a causa del martellamento mediatico: viene presentato come un fenomeno culturale, ma non è così[7].

Non è un concetto intuitivo, ma siamo 60 milioni, i numeri di ogni cosa che accade sono elevati, non per questo si può dire che siano fenomeni culturali o diffusi. Per fare un esempio ogni giorno in Italia muoiono 1700 persone, quante muoiono di malasanità? Meglio non chiederselo...

E anche l'idea che si possano azzerare i casi di ingiustizie è falsa. Per quanto ci spaventi, per quanto possiamo essere motivati, non è realistico ridurli a zero, non ci riusciremmo neppure usando - letteralmente - metodi nazisti. Vedi anche illusione del controllo.

I "femminicidi" e certi tipi di violenza sono sporadici, ma il fatto che siano battuti dai media come un tamburo e il fatto che suscitino una reazione emotiva forte, causa due fenomeni:

  • percezione che siano estremamente diffusi
  • percezione che una pena più severa li farà diminuire, o che una pena estremamente severa sia giusta in virtù della sensazione che è stata causata


È studiato e dimostrato (vedi euristica della disponibilità e percezione del pericolo).

Responsabilità dei mass media e influencer

Siccome il tema è "caldo", a loro conviene gettare benzina sul fuoco, come facevano anni fa con gli immigrati, in cui si soffiava sul fuoco quando avvenivano furti in casa. I nostri giornalisti sono particolarmente bravi a esasperare i fatti di cronaca, fai attenzione a cosa succede nei giorni successivi ad un importante incidente stradale o aereo, magicamente gli incidenti simili si moltiplicano. Lo abbiamo visto anche con i vaccini, alcuni giornalacci online erano persino riusciti a pubblicare la notizia di una persona che era "morta dopo il vaccino"... investita da un autubus 🙄.

Polarizzazione, voluta?

In ogni caso io continuo a chiedermi perché quando succedono episodi razzisti e omofobi si dà la colpa, giustamente, ai razzisti e agli omofobi (non ai generici bianchi o eterosessuali), mentre con i crimini a danno delle donne si parla sempre di generici maschi/uomini. Forse manca un termine per definire più precisamente questo genere di uomini? Che se lo inventino, visto che sono così bravi gli attivisti a inventarsi parole nuove per definire ogni cosa; ma ho il sospetto che non vogliano perché in fin dei conti dentro di loro covano il desidero di prendersela con gli uomini in generale, proprio sperando in una reazione di fastidio. Già di norma esiste un gap empatico a danno degli uomini, figurarsi quanto è facile incolparli tutti di qualcosa indiscriminatamente.

E ciò che vedono i maschi sono ragazze che chiedono leggi mostruosamente severe e pouliste perché hanno paura

Altre immagini qui: percezione del pericoloLa spiegazione psicologica qui:http://leganerd.com/2015/07/29/perche-ragioniamo-male/

Dov'è la linea tra giustizia e giustizialismo

Lei: Ma la domanda è perché i maschi dovrebbe temere di leggi che tutelano da un omicidio o che inasprisce? Perché questo dovrebbe essere un problema se si ha la coscienza a posto? 😅 non arrivo a capire ciò sinceramente Io: Un po' perché se le ragazze, aizzate da influencer e mass media, appaiono così emotive da ricordare episodi di panico morale e quindi non gli basterà inasprire le pene sugli omicidi, ma ancor più il problema è che legislatore è superficiale. Lo vedi dalle parole dell'avvocatessa.

La metto in maniera scherzosa: siamo umani, le ragazze sono considerate il gentil sesso (e magari non è del tutto sbagliato[8]), se qualcosa le spaventa le leggi cercano (giustamente) di tutelarle.

Nell'episodio di pochi giorni fa, voi pensate così:

Tizio ha dato una pacca sul sedere alla giornalista, ah si crede divertente 😡😡😡😡😡😤😤😤🤬🤬🤬🤬🤬👹👺👹👹👹👹👿👿👿👿👿

Deve morireeeee 👹👹👹👹

Lei: No allora, non è che le ragazze sono emotive, è che se mi succede qualcosa e mi incazzo, e non posso provvedere a farmi giustizia da sola, pretendo allora, come giusto sia, che sia la giustizia a placare questa sete di riscatto. Perché la giustizia passa anche da ciò, sebbene non si dica.

Io: Però ritieni che 12 anni di carcere siamo giusti?

Stima del danno, casi indecidibili

Lei: 12 anni no, Ma 1 anno o 6 mesi sì [ndr. da notare però che la stessa ragazza qualche giorno fa, a caldo, era favorevole ai 12 anni di carcere] Non è un discorso di sensibilità, più è grosso il danno più la condanna è severa.

Io: Sì, ma come stimi la gravità del danno? Dal trauma? Più sei sensibile e più la condanna deve diventare severa? Se vogliamo farlo ok, ma io sono molto sensibile alle ingiustizie, come plachiamo la mia sete di giustizia per una falsa denuncia di stalking?

Lei: Col carcere. Idem

Io: Ok e nei casi in cui non c'è certezza? Tipo il figlio di Grillo? E inoltre la psicologia dice chiaro e tondo che la traumaticità di un evento è molto soggettiva..[9]

Lei: Il danno oltre alla pacca, è che lei greta si è ritrovata disturbata nel posto di lavoro, ed è stata messa in una situazione di soggezione nei confronti di colleghi e superiori. Soggezione è dire poco perché per queste cose una volta ti licenziavano (riflessioni sull'argomento[10])

Perché alcuni reati sì e altri no

Io: Ok, ma.. anche mille eventi completamente diversi possono causare rischi analoghi. Un superiore o un collega che ti rimprovera ad esempio, ma soprattutto cosa dovremmo dire di tutti quelli che hanno partecipato alla gogna mediatica contro il molestatore? Per la legge non si poteva, è diffamazione, non puoi umiliare qualcuno.

Articolo 595 del codice penale Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente [ndr. reato di ingiuria], comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1032 euro. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a 2064 euro. Se l'offesa è recata col mezzo della stampa [57-58bis] o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a 516 euro. Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio [342], le pene sono aumentate.

Lei: Penso sia giusto, perché così una persona prima di fare certe cose entra in paranoia e si mette le mani in tasca [ndr. effetto dissuasivo della legge, si chiama così?]. Se lo ha fatto è che perché non aveva la minima percezione di cosa stesse facendo, oppure pensava di farla liscia come chissà quante altre volte!

Io: Qui ti volevo, quindi deve pagare perché MAGARI l'aveva fatto altre volte? O deve pagare per tutti quelli che molestano delle ragazze? O sono ragionamenti emotivi? Ora mettiti nei panni di un maschio

Incomprensioni, interpretazioni e inferenze, superiorità morale

Lei: Non ti sto dicendo che deve pagare perché magari l'ha fatto altre volte, ti sto dicendo che probabilmente lui ha fatto quel gesto lì con una tale noncuranza perché evidentemente si sentiva sicuro che facendo quella cosa nessuno lo avrebbe fermato e non avrebbe pagato niente. Sarebbe passata, pensava di avere il coltello dalla parte del manico. Potrebbe essere anche la prima volta per lui, ok, però io ne dubito perché un gesto del genere non lo fai se non sei abituato a farlo. Cioè io una pacca sul non c*** così a un ragazzo non l'ho mai data, non mi è mai capitato per nessun motivo. Non mi è mai passato per l'anticamera del cervello, questo perché ho un concetto molto belle rigoroso di cosa sia il rispetto nei confronti di un corpo che non è il mio appunto. [ndr. vedi anche errore fondamentale di attribuzione]

Cambio di convinzioni nel corso della storia

Io: ok, però ti voglio far riflettere su un'altra cosa. Quello che manca tantissimo ai più giovani è l'aver visto com'era la società 10 - 15 - 20 anni fa. Prima ad esempio tutte le donne volevano sposarsi, tutte le donne si sentivano super in colpa alla sola idea di abortire, si sentivano assassine. Cosa c'entra con ciò che dicevi sulla tua moralità? Volevo sottolineare che i valori di cui ti vanti, non è che li hai perché sei tu, ma anche perché la società inculca questi valori. Molto spesso questi valori sono come una medaglia: hanno pro e contro, se portati all'estremo diventano disfunzionali. Un esempio era la visione dell'aborto che c'era in passato. Molto spesso sento le donne dire che si stanno liberando da questi valori patriarcali e anche io lo ritengo un bene. Quindi bisogna stare attenti e non abbassare mai lo spirito critico anche quando si parla di cose che noi non faremmo mai perché sì, è vero che dare una pacca sul c*** e qualcosa è bruttissimo, ma è vero anche che 10 anni fa parlavano di omicidio per una donna che sceglieva di interrompere una gravidanza. Quindi attenzione a dare per scontate affermazioni che ci sembrano totalmente sensate (es. l'aborto è un omicidio, una manata è violenza sessuale da punire con 12 anni di carcere).

Lei: Il tema sull'aborto comunque è stato ripreso dagli anni 60-70 quando è entrato in gioco con le femministe radicali. Anche il discorso della pillola anticoncezionale. Lì comunque sicuramente la maggior parte non era femminista, era contro, però poi comunque l'opinione pubblica si plasma anche sentendo altre campane. Quindi boh.

È quello che voglio dire è che a me ad esempio non importa se sinceramente se 10-20-30 anni fa ragionavano in modo diverso, mi interessa capire perché ragionano in quel modo Vabbè e mi chiedo soprattutto hanno gli stessi strumenti che io oggi per aggiungere alla risposta a cui io sono giunta, oppure no? Perché in quel caso non possiamo mettere le cose sullo stesso piano. Banalmente prima c'era molto più l'idea di ascoltare una morale religiosa, che oggi non c'è più e quella è una cosa che comunque incide perché fa leva sul peccato e sai queste stronzate.

Io: Guarda.. purtroppo fino a 10 - 15 anni fa le mie coetanee (cioè ragazze di 30 anni) lo vivevano ancora come infiniti sensi di colpa...

Riflessioni su gap empatico nei confronti dei maschi e

Conclusioni

Non è sufficiente la riflessione, la conoscenza o un'analisi basata su elementi razionali / scientifici, è fondamentale l'ascolto e le modalità con cui si comunica, in quanto le emozioni sono centrali nell'essere umano e basta un fraintendimento (che nei social accade anche per la mancanza di comunicazione non verbale e lentezza a scrivere) per condurre ad un rischio estremo di suscitare meccanismi di difesa nell'interlocutore. Queste incomprensioni spesso avviano fraintendimenti a cascata ed un'escalation di aggressività nella comunicazione. È quindi importante scegliere i messaggi su cui puntare se si intende (vedi memetica). Riguardo le motivazioni, molte persone forse finiscono per adattarsi a questo clima e fomentarlo, da cui le provocazioni. Cioè finiscono per cercare la provocazione, dato che il dialogo è impossibile. In generale comunque tanti sono interessati ad un confronto competitivo più che al confronto: il contesto culturale è spesso simile a quello di trasmissioni come l'Arena e tanti cercano di rimarcare il proprio senso di superiorità morale (forse cercano validazioni esterne e appartenenza). Del resto molti passano il tempo sui social come distrazione o sfogo e non sono realmente interessate al confronto o alla riflessione, altri scrivono motivati da ansie e paure.

L'era della suscettibilità - Guia Soncini

Credo quindi che i primi grossi problemi sui social siano:

  • scarso interesse dei più soprattutto verso temi impegnati → minoranze rumorose monopolizzano il dialogo → paura (o disinteresse) a esporsi per tante persone bilanciate
  • fraintendimenti e attribuzione delle cause dell'aggressività altrui alla personalità/idee dell'altro → conseguente chiusura al dialogo e frustrazione
  • motivazioni egoistiche (a sentirsi migliori, a emanare norme comportamentali ideali per noi, a sfogarsi, a competere sulla retorica, a ferire il "nemico")

In Italia c'è un immenso populismo da parte dei politici. Le persone con valori prosociali, che si ritengono progressisti, "di sinistra", a favore della giustizia sociale a mio avviso sono un ingranaggio del sistema come la controparte. La scolarizzazione infatti non sembra essere sufficiente a evitare questo tipo di problematiche. Un filosofo francese, Jean-Pierre Faye espose la «Teoria del ferro di cavallo» secondo cui, come i due punti finali dello zoccolo del cavallo, le posizioni d’estrema destra e d’estrema sinistra sono vicine tra loro più di quanto lo siano rispettivamente alla destra e alla sinistra.

La riflessione può sembrare esagerata ma purtroppo le statistiche mostrano che i social sono divenuti veicolo di forte frustrazione e il libro L'era dell'indignazione di Guia Soncini testimonia un quadro caratterizzato da numerose ingiustizie negli USA.


Note da riscrivere Lo stupro di una ragazza sul treno è un episodio isolato, è qualcosa di episodico, non culturale. La stampa dei regimi totalitari esalta la cronaca nera. Ad opera di un extracomunitario che tu non vuoi condannare perché ti farebbe sentire cattiva. Inoltre in italia c'è tanto edonismo, tanta protezione e un'adolescenza molto lunga e questo non aiuta. Non sto dicendo che la vita dei ragazzi sia facile, ma aspetta che vedano quella da adulti

Dinamiche che ipotizzo

Il tipo crea il meme per ottenere visibilità, una ragazza lo condivide, le viene fatto notare che si è resa un po' eccessiva. Invece di accettare la cosa alza il tiro, così appare isterica ma:

  1. i suoi amici per empatia lasciano perdere
  2. chi la deride/cerca di farla ragionare viene etichettato come redpill o pesante
  3. sui social lei appare supergnocca e tantissimi ragazzi se ne sbattono proprio di andarci a discutere (questi sono i peggiori per me, o quantomeno se la battono..)

Dire le cose in faccia è difficile, ma limitarsi a pensarle è facilissimo → Stereotipo che le donne sono isteriche rinnovato


C'è veramente un problema educativo, ma è di machismo...

come tu hai una reazione emotiva di fronte alla vicenda, molti maschi l'avranno di fronte alle tue reazioni emotive

Note

  1. Se è indubbio che esistano molte problematiche che vedono le donne come vittime, al tempo stesso la nascita di attivisti per i diritti maschili (MRA), Antisessisti, documentari come The Red Pill (di una ex femminista, non c'entra nulla con i redpill), segnalano che le vessazioni colpiscono anche gli uomini.
  2. Pattern viene utilizzato per descrivere un "disegno, modello, schema, schema ricorrente, struttura ripetitiva". Il termine è utilizzato soprattutto in ambito scientifico o tecnico, ma anche in altri contesti - anche nella politica, aspetti sociali, affettivi o lavorativi - quando si vuole indicare uno schema di comportamenti, azioni, fenomeni o situazioni ricorrenti.
  3. Dissonanza cognitiva
  4. https://it.wikipedia.org/wiki/USA_PATRIOT_Act
  5. Casus belli è una locuzione latina il cui significato letterale è "motivo della guerra". Tale espressione è usata per indicare un evento addotto a motivazione ufficiale per la dichiarazione di guerra, in genere diverso o secondario rispetto a motivazioni economiche, politiche e sociali che gli storici ritengono essere alla base di un conflitto. Tra i più importanti "casus belli" ricordiamo, in ordine temporale: il ratto di Elena, l'assedio di Sagunto, la defenestrazione di Praga, l'imboscata di Jumonville, l'attentato di Sarajevo, l'incidente di Ual Ual e l'incidente di Gleiwitz.
  6. Femminicidi e Stalking È normale che siano solo supposizioni [ndr. si parla delle cause dei cosiddetti femminicidi, consiglio vivamente l'approfondimento]. È sempre difficile individuare la causa di un crimine e si procede sempre per teorie e per tentativi. Il fatto è che a seconda della teoria che si è elaborata sulla causa del crimine si decide quale strategia applicare per prevenirlo, quindi purtroppo dalla qualità di questa teoria dipende molto... a volte si vince, a volte si perde. Concordo sull'uso sbagliato del termine femminicidio, che dovrebbe essere impiegato con molta più precisione. L'uso distorto della categoria femminicidio è UN fattore ma non è l'unico
  7. Si veda l'articolo sui Femminicidi
  8. ndr. per argomentazioni non scherzose poi aggiungerò statistiche di genere sulle differenze di emotività e ansia
  9. Traumi: «Se ci riferiamo, ad esempio, alla Terapia Cognitiva, assumiamo che gli stati emotivi e comportamentali di una persona non siano determinati dagli eventi in sé, quanto piuttosto dal modo in cui la persona interpreta soggettivamente la situazione e quindi dai propri convincimenti e dalle proprie credenze. Alla luce di questo assunto, se analizziamo le credenze, avremo la spiegazione del perché un individuo si è comportato in un determinato modo in una data circostanza» Epiteto. “L’uomo non soffre per le cose in sé, ma per le opinioni che egli ha di quelle cose” “Se una cosa esterna ti tormenta, non soffri per quella cosa in sé, ma per il giudizio che hai su di essa. Ed è in tuo potere spazzar via subito quel giudizio” Marco Aurelio “Non c’è niente di buono o di cattivo, è il pensiero che lo rende tale” William Shakespeare Vedi anche Criminalizzazione in giurisprudenza
  10. Certo l'evento può averla spaventata, ma la legge non mira a punire il colpevole per lo spavento causato, bensì perché lui ha volontariamente violato il diritto di lei a controllare le zone erogene e personali del proprio corpo. Esempio: lui avrebbe potuto accarezzarle aggressivamente la mano e guardarla in un certo modo ammiccante. Anche in questo caso abbiamo gli stessi elementi: toccamento ed espressione di desiderio sessuale "inappropriata". La giornalista potrebbe aver sperimentato lo stesso spavento e le stesse conseguenze, visto che il contenuto della comunicazione era identico, ma data la differenza in come il contenuto è stato espresso la legge cambia e bisogna invece esaminare la legge contro la molestia in generale, vedere se si applica. La punizione sarebbe diversa.