Ragazza violentata sul treno: tra il problema delle molestie e quello del sensazionalismo mediatico: differenze tra le versioni

Da Tematiche di genere.
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{{DISPLAYTITLE:Violenza sul treno: reazione social e un meme "divisivo"}}
== Risonanza Sociale e Media della Violenza sul Treno: Analisi di un Meme Divisivo ==
''"Due violenze sessuali nell’arco di un quarto d’ora, una in treno e l’altra in stazione''<ref>https://www.ilgiorno.it/varese/cronaca/violenza-treno-1.7112788</ref>", si legge sulla stragrande maggioranza dei rotocalchi italiani il 4 Dicembre 2021, riferendosi ai fatti accaduti la sera prima in provincia di Varese, episodi che hanno giustamente suscitato un'ondata di indignazione anche sui social, in virtù della tremenda [[Machismo, una problematica italiana|diffusione delle molestie nel Bel paese]], tematica a cui la popolazione intera sembra essere molto sensibile.
Tuttavia, è inevitabile notare il modo in cui i '''mass media''' strumentalizzino, spettacolarizzino la violenza (si vedano i [[Mass Media e rischio di imitazione#Versione Integrale|danni causati da tale comportamento]]), cavalchino l'indignazione e pratichino del sensazionalismo in maniera ancor più eclatante su questi temi sensibili per ottenere maggior riscontro, e gli studi confermano che tutto ciò genera un ritorno economico per gli editori e le piattaforme social<ref>https://www.italian.tech/2021/10/04/news/facebook_incoraggia_l_hate_speech_per_il_profitto_esce_allo_scoperto_l_ultima_whistleblower_che_accusa_il_social-320708940/</ref>. La domanda è: tutto questo è positivo per la causa femminile?
Lo scontro, il fraintendimento, la frattura di opinioni suscitano emozioni forti che spesso fungono da motivazione a trascorrere ore e ore sui social, creando interazioni con like e commenti, favorendo le profilazioni e, soprattutto, generando profitto per queste piattaforme. Anche questa non è un'opinione, ma quanto emerso da rapporti interni alla compagnia di Zuckerberg.
=== Un meme "divisivo"? ===
=== Un meme "divisivo"? ===
[[File:Meme sulla ragazza violentata su un treno.png|miniatura|Il meme recita: L'urgenza tipicamente femminile di mettere in atto un'autolimitazione delle proprie libertà quando viaggia da sola per abbassare le probabilità di essere stupr4t4 mentre aspetta che tutti i maschi etero cis vengano educati al rispetto delle donne e a non essere molesti e/o violenti verso di esse.]]Si è verificato un fatto di cronaca molto pesante: lo stupro di una ragazza<ref>da parte di un extracomunitario e di un italiano</ref> sul treno. Questo episodio ha giustamente portato ad un'ondata di indignazione, anche in virtù della [[Machismo, una problematica italiana|diffusione delle molestie nel belpaese]]. Tuttavia i <u>mass media spettacolarizzano la violenza</u>, cavalcano l'indignazione, vogliono il sensazionalismo e gli studi dicono che purtroppo funziona<ref>https://www.google.com/search?q=facebook+hate+speech</ref>. Lo scontro e i fraintendimenti purtroppo portano a emozioni forti che fungono da motivazione a passare ore e ore sui social. Anche questa non è un'opinione, ma quanto emerso da rapporti interni alla compagnia di Zuckemberg.
[[File:Meme sulla ragazza violentata su un treno.png|miniatura|"L'urgenza tipicamente femminile di mettere in atto un'autolimitazione delle proprie libertà quando viaggia da sola per abbassare le probabilità di essere stupr4t4 mentre aspetta che tutti i maschi etero cis vengano educati al rispetto delle donne e a non essere molesti e/o violenti verso di esse."|436x436px]]Un esempio significativo è il ''meme'' in foto pubblicato su Instagram, che <u>ha suscitato diverse reazioni critiche</u>. Sono convinto che tanti, in particolar modo le donne, potrebbero ritenere tali commenti finalizzati a sminuire la gravità di un problema diffuso come quello delle molestie e della violenza sulle donne.  
Molto spesso infatti è difficile chiedere ad una vittima di ascoltarci e, in generale, la psicologia dimostra che più un discorso è complesso più aumentano le possibilità che venga visto come una "supercazzola". Ad ogni modo queste sono state alcune delle ''reazioni che questo meme ha suscitato'' e sono convinto che tanti, in particolar modo le donne, potrebbero ritenerle finalizzate a sminuire la gravità di un problema diffuso: quello delle molestie e della violenza sulle donne:
Questa interpretazione genera per ovvi motivi una profonda divisione. Molte ragazze infatti hanno vissuto in prima persona episodi di molestie o violenze più o meno gravi e molto spesso è difficile chiedere ad una vittima di ascoltare (si veda ascolto attivo) la nostra opinione su determinati temi o il motivo per cui ci siamo offesi leggendo un tale meme (che va contestualizzato al bombardamento mediatico che maschi e femmine tendono a vivere in maniera diversa).
=== Esempi di reazioni antipatiche da parte maschile ===
 
[[File:Reazioni antipatiche da polarizzazione.png|nessuno|miniatura]]
La difficoltà di confronto che porta alla polarizzazione non è causata da una mancanza di empatia o di scarsa coscienziosità, è un discorso complesso. La psicologia chiama "errori di attribuzione" i tentativi di spiegarci le ragioni per cui l'interlocutore "non ci capisce" o urta le nostre emozioni. Esperimenti hanno infatti dimostrato che più un discorso è complesso più aumentano le possibilità che venga visto come astruso, lontano dalla realtà e addirittura "una presa in giro". Purtroppo il mondo è complesso.
* Ma seriamente? Ma davvero stiamo ancora al punto che le colpe dei singoli le debbano pagare tutti gli uomini? Ma non ci siamo ancora rotti le palle?
=== Esempi di reazioni divisive e contrarie: considerazioni a riguardo ===
* ma la cosa comica è che poi sono le stesse che accusano Salvini di generalizzare sui migranti/stranieri. Praticamente se lo generalizzi sugli stranieri è razzismo, se lo fai sugli uomini è femminismo
[[File:Reazioni antipatiche da polarizzazione.png|miniatura|437x437px|Uno dei commenti al meme.]]
* Ma spiegatemi un cosa: educare i maschi per queste fasciste significa che le mamme quando vedono i loro figli a sviluppare le loro prime cotte nei confronti delle coetanee devono picchiarli a sangue perché sennò c'è la remota possibilità che diventino tutti stupratori seriali? E poi un'altra cosa: mi pare che questa petizione sia stata fatta a Milano, una città che sta alle prime classifiche per criminalità, perché non si nota questo anziché dire che gli uomini vadano castrati?
* Come si può essere ancora al punto che le colpe dei singoli le debbano pagare tutti gli uomini? Sono le stesse persone che poi accusano Salvini di generalizzare sui migranti; praticamente, generalizzare sugli stranieri è razzismo, farlo sugli uomini è femminismo. Ma seriamente?
=== Perché non possiamo limitarci a etichettare come stronzo / insensibile / disinformato chi "<u>sminuisce la violenza sulle donne"</u>? ===
* Educare i maschi, per queste fasciste, significa quindi che le mamme quando vedono i loro figli sviluppare le loro prime infatuazioni adolescenziali devono punirli per debellare la remota possibilità che possano diventare stupratori seriali?  
Perché non è affatto automatico che chi ci ferisce o si esprime male sia insensibile al tema della violenza e del sessismo. Magari semplicemente si sente accusato (va tanto sottolineare il not all men) o se la prende perché è stato aggredito dopo aver criticato il sensazionalismo mediatico. Spesso ci sono incomprensioni, la parte che è stata vittima di molestie o violenze potrebbe percepire un tentativo di sminuire eventi traumatici, la discussione si fa più accesa per via delle emozioni negative in gioco e il tentativo di dialogo degenera.
*La maggior parte delle petizioni sono partite proprio da Milano, una delle città ai [https://lab24.ilsole24ore.com/indice-della-criminalita/ primi posti in Italia per tasso di criminalità]<ref>https://lab24.ilsole24ore.com/indice-della-criminalita/</ref>; perché non si nota questo anziché accanirsi nei confronti del sesso maschile in generale?
== C'è davvero un tentativo di "Sminuire la violenza sulle donne"? ==
Per quanto possa sembrare assurdo dubitare delle nostre interpretazioni, non è assolutamente detto che chi ''si esprime male intenda negare o sminuire le violenze di cui sono vittime le donne'', anzi, non è nemmeno automatico dare per scontato che l'errore comunicativo sia stato solo da una parte; gli altri potrebbero essere passati troppo in fretta alle conclusioni. spesso chi commenta si sente accusato di aver sottolineato il concetto di "''[[wikipedia:NotAllMen|not all men"]]'' o tende a reagire dopo aver subito aggressioni e reazioni spropositate per aver criticato il sensazionalismo mediatico. Secondo la ''psicologia,'' la spiegazione di questi fraintendimenti può dipendere da vari elementi, il primo è che la spiegazione che ci diamo di fronte ad un evento che ci suscita emozioni negative è quella di attribuire al nostro interlocutore una personalità negativa ([https://it.wikipedia.org/wiki/Errore_fondamentale_di_attribuzione errore fondamentale di attribuzione]), di etichettarlo come diverso da noi e di ricondurre le sue idee a stereotipo ([[In-group e out-group, teoria dell'identità sociale|in-group e out-group]]). Vedi anche la pagina [[Opinione di una sociologa sul maschilismo oggi]].  


Leggendo riflessioni di commentatori che <u>si sono espressi meglio</u>, senza provocare e con empatia, <u>ma hanno comunque sottolineato che ''i mass media non stiano aiutando la causa femminile''</u> diventa più facile . Queste le parole di una ragazza ad esempio: <blockquote>È davvero brutto di come i media hanno parlato di questa vicenda con i soliti toni divisori (uomo violento/donna vittima). Seppur è giusto riconoscere che le donne siano le maggiori vittime nelle violenze sessuali (ovviamente anche gli uomini lo possono essere), la vicenda della ragazza stuprata sul treno non riesco a non vederla se non in un'ottica di perpetrare un danno a una "preda". La ragazza, il genere non c'entra, era una preda: da sola e impegnata in un'altra attività. Purtroppo poi, culturalmente, le donne vengono viste spesso come esseri deboli, fragili e a cui scassare il cazzo facilmente perché considerate più tranquille e quindi ecco il tassello che chiude il tutto per quei due balordi.  
Spesso la chiave sono le incomprensioni che si generano tra le due parti del discoro, quella che è stata vittima potrebbe percepire un tentativo di sminuire eventi traumatici, anche se de facto non è quello il punto, di conseguenza la discussione si fa più accesa, subentrano emozioni forti in gioco e il tentativo di dialogo degenera.
====== Commenti e reazioni costruttive ======
Ma non sempre questo si verifica, fortunatamente: ho più volte letto riflessioni e commenti posti in maniera più opportuna, senza provocare e con empatia, che, pur sottolineando come i mass media non abbiano sempre favorito la causa femminile, sono riusciti ad ottenere un maggior numero di riscontri e soprattutto un dialogo costruttivo. Di seguito un esempio di un commento di una ragazza sui social: <blockquote>"È davvero brutto come i media hanno parlato di questa vicenda con i soliti toni divisori (uomo violento/donna vittima). Seppur è giusto riconoscere che le donne siano le maggiori vittime nelle violenze sessuali (ovviamente anche gli uomini lo possono essere), la vicenda della ragazza stuprata sul treno non riesco a non vederla se non in un'ottica di perpetrare un danno a una "preda". La ragazza, il genere non c'entra, era una preda: da sola e impegnata in un'altra attività. Purtroppo poi, culturalmente, le donne vengono viste spesso come esseri deboli, fragili e a cui scassare il cazzo facilmente perché considerate più tranquille e quindi ecco il tassello che chiude il tutto per quei due balordi.  
Ma cosa sarebbe cambiato se, al posto di quella ragazza, ci fosse stato un uomo anziano o un altro uomo ritenuto da questi stronzi come preda?
Ma cosa sarebbe cambiato se, al posto di quella ragazza, ci fosse stato un uomo anziano o un altro uomo ritenuto da questi stronzi come preda?


Cosa cambia quando gli aggressori sono le baby gang di ragazzi e ragazze? La vittima è sempre una persona ritenuta fragile e in estremo svantaggio. (Antisessismo tempo fa pubblicò diverse fonti di come le aggressioni sessuali, fisiche ecc. Siano una prova della dominanza di una persona verso un'altra.)</blockquote>
Cosa cambia quando gli aggressori sono le baby gang di ragazzi e ragazze? La vittima è sempre una persona ritenuta fragile e in estremo svantaggio. (Antisessismo tempo fa pubblicò diverse fonti di come le aggressioni sessuali, fisiche ecc. Siano una prova della dominanza di una persona verso un'altra.)"</blockquote>Si potrebbe replicare che bisogna sempre schierarsi dalla parte delle vittime, che essere pignoli a fare analisi distaccate con una persona che ha subito traumi e violenze sia cinico e da evitare, ma uno dei problemi fondamentali è che tante volte non ci si rende conto che [[Anche i nostri interlocutori sono vittime|anche molti dei nostri interlocutori sono vittime.]] Il patriarcato<ref>Che tra l'altro non vuol dire "è colpa dei maschi".</ref> ha creato [[Perché alcune persone coscienziose si triggerano per il femminismo|immensi problemi anche ai maschi]] di cui tra l'altro si parla molto poco.  
==== Perché essere pignoli però su cose così gravi, con delle vittime? ====
Si potrebbe replicare che: ''"infatti bisogna mettersi dalla parte delle vittime, come si fa ad essere così stronzi da fare analisi distaccate con una persona che magari ha riportato traumi pesanti per le violenze subite?"''. Il problema è che [[Anche i nostri interlocutori sono vittime|anche molti dei nostri interlocutori sono vittime]]. Il patriarcato<ref>Che tra l'altro non vuol dire "è colpa dei maschi".</ref> crea [[Perché alcune persone coscienziose si triggerano per il femminismo|immensi problemi anche ai maschi]] di cui tra l'altro si parla molto poco
 
L'articolo non cerca di obbligare nessuno a prestare attenzioni che reputa superflue, <u>l'intento è quello di evidenziare come questa polarizzazione vada a discapito della causa femminile</u>.  


Ad esempio un altro commentatore anticipa il problema che si intende affrontare in questo articolo è legato alla spettacolarizzazione operata dai '''mass media''' nel riportare le notizie e di altre dinamiche social finalizzate sempre a ottenere maggiore visibilità:<blockquote><u>il problema di cui mi lamento</u> non è generico, <u>è</u> estremamente <u>specifico</u>.
L'intento dell'articolo è proprio quello di evidenziare come questa <u>polarizzazione</u> vada a discapito della causa femminile, e come la spettacolarizzazione operata dai mass media nel riportare le notizie sui social sia solo finalizzata ad ottenere maggiore visibilità. Un altro commentatore anticipa proprio questa tematica: <blockquote>"Il problema di cui mi lamento non è generico, è estremamente specifico. Mi lamento di come i mass media sfruttino un episodio singolo di violenza gravissimo (stupro/femminicidio) in una popolazione vessata da diffusi episodi di violenza a danno dei più deboli (molestie tipo pacca sul sedere / alzare gonne / scoprire i genitali) che interessano più volte nel corso della loro vita una enorme percentuale di donne (italiane sembra in particolar modo) per generare un'ondata di sdegno e indignazione fortissima che sfocia in affermazioni talmente emotive e giustizialiste da generare una controreazione." </blockquote>Un altro commento si lamenta invece di coloro che sostengono il concetto di educazione a riguardo: «Ma cosa vuol dire educare? Se si dice ad uno stupratore di non stuprare (che come fai a sapere in anticipo se qualcuno è lo è poi è un altro programma) gli viene un illuminazione e non stupra più?». E a proposito di ciò mi chiedo: gli stupratori sono persone con un problema culturale o educativo? Sono criminali? Vanno educati o gli va fatta psicoterapia? Non sarebbe ora che qualcuno al governo si occupasse seriamente di indagare a riguardo?
Mi lamento di come i <u>mass media</u> sfruttino un <u>episodio singolo di violenza gravissimo</u> (stupro / femminicidio) <u>in una popolazione vessata da diffusi episodi di violenza</u> a danno dei più deboli (molestie tipo pacca sul sedere / alzare gonne / scoprire i genitali) che interessano più volte nel corso della loro vita una enorme percentuale di donne (italiane sembra in particolar modo) <u>per generare un'ondata di sdegno e indignazione fortissima che sfocia in affermazioni talmente emotive e giustizialiste da generare una controreazione</u>. </blockquote>Un altro ancora ad esempio si lamenta del fatto che si parli di educazione: «Ma cosa vuol dire educare? Se si dice ad uno stupratore di non stuprare (che come fai a sapere in anticipo se qualcuno è lo è poi è un altro programma) gli viene un illuminazione e non stupra più?»
====== La mia opinione ======
Discutere sui social cercando neutralità e dialogo mi ha portato a tanta frustrazione, ma mi ha permesso anche di capire che basta una minoranza ''rumorosa'' per causare una percezione distorta.


Educazione? Psicoterapia? Che cambia? Perché scassare le palle su un termine, il problema della violenza sulle donne è reale.
Queste problematiche di comunicazione non vanno assolutamente a negare o sminuire l'esistenza di problemi a danno delle donne, ma spesso rimangono invisibili offline ed appaiono quasi eccessive online: molte volte il problema non è legato né alla personalità né alla cultura del mio interlocutore o all'opinione in questione, quanto invece una risposta al modo in cui mi sono posto o al fatto di essere subentrato in una discussione già calda (esattamente ciò che ribadisce l'errore fondamentale di attribuzione). Le azioni giudicate come eccessive, per assurdo, sarebbero causate proprio dal tentativo di conciliare le due parti. A tal riguardo ho esposto qui [[Teoria sulla polarizzazione e dialogo con una ragazza|una riflessione riguardo la polarizzazione]] .
Gli stupratori sono persone con un problema culturale/educativo? O sono criminali? Vanno educati o gli va fatta psicoterapia? Non sarebbe ora che qualcuno al governo si occupasse seriamente di indagare a riguardo?


<u>Psicologia dei fraintendimenti</u>
La conseguenza sembra essere una sempre maggior polarizzazione.
Secondo la psicologia la spiegazione che ci diamo di fronte ad un evento che ci suscita emozioni negative è quella di <u>attribuire</u> al nostro interlocutore una personalità negativa (si veda errore fondamentale di attribuzione), vederlo come diverso da noi e ricondurre le sue idee a stereotipo ([[In-group e out-group, teoria dell'identità sociale|in-group e out-group]]). Per quanto possa sembrare assurdo dubitare delle nostre interpretazioni, non è assolutamente detto che chi ''si esprime male intenda negare o sminuire le violenze di cui sono vittime le donne'', anzi, non è nemmeno automatico dare per scontato che sia lui ad esprimersi male e noi ad essere saltati troppo in fretta alle conclusioni.  
== Responsabilità di mass media e social network sulla polarizzazione del tema ==
[[File:L'era della suscettibilità - Guia Soncini.png|miniatura|253x253px|L'era della suscettibilità - Guia Soncini]]
=== Polarizzazione, voluta? Responsabilità dei mass media e influencer ===
Le molestie e il sessismo sono una ferita aperta nella nostra società e quasi ogni ragazza ne ha fatto esperienza almeno una volta nel corso della vita, anche gli abusi da parte di familiari e conoscenti, ma la stampa non parla mai di tutto questo, preferisce temi su cui sia possibile fare sensazionalismo parlando solo di femminicidi, stupri violenti, tutte notizie che possano provocare ondate di indignazione enorme ma della durata di pochi giorni.  
Sul fatto che facebook abbia '''incoraggiato''' l''''hate speech''' e le polarizzazioni ci sono molti articoli in rete (si veda la denuncia della whistleblower e il documentario ''The Social Dilemma''). Le finalità sono tutt'altro che positive, si sfrutta l'indignazione per finalità di clickbait, senza cercare di risolvere le problematiche.  


Al di là delle finalità dei media tutto questo potrebbe sembrare comunque positivo per le donne, ma non è affatto così. Tutto questo infatti non è una novità: si vedano ad esempio [[Mass Media e rischio di imitazione#Versione Integrale|gli effetti di imitazione causati dai mass media]] negli ambiti più disparati (dai suicidi agli avvelenamenti di cibo).
Nel saggio ''[[L'era della suscettibilità]],'' di [https://g.co/kgs/LqmJEM Guia Soncini], sono esplorate le conseguenze dell'uso mediatico dell'indignazione, della frustrazione e della rabbia della popolazione, una dinamica osservata nei media degli USA e che si sta diffondendo anche in Italia. Alcune ricerche suggeriscono che i media e le piattaforme social, come Facebook, potrebbero aver contribuito alla diffusione di ''''hate speech''' e le '''polarizzazioni''' per finalità di carattere profittuale, sfruttando il fenomeno del clickbait, senza contribuire concretamente alla risoluzione o alla sensibilizzazione su queste problematiche.  
[[File:Vignetta Our blessed homeland.png|miniatura]]
'''Lo sfruttamento''' dell'indignazione, della frustrazione, '''della rabbia delle vittime''' è una dinamica, piuttosto recente in Italia, ma è diffusa già da diversi anni negli USA e le conseguenze sono ben documentate nel saggio ''L'era dell'indignazione'' di Guia Soncini.  


Non è limitata all'ambito uomo-donna, bensì ogni ambito in cui un gruppo di persone sia stato vittima di persone appartenenti ad un gruppo diverso (forse per una ragione psicologica legata alla teoria dei gruppi).  
Al di là delle finalità, a lungo si è creduto che tutta questa risonanza mediatica potesse comunque andare a favore delle donne nella battaglia contro le violenze sessuali; ma si è visto che non è così, e ciò non è una novità: ne sono un esempio, gli [[Mass Media e rischio di imitazione#Versione Integrale|effetti di imitazione causati dai mass media]] negli ambiti più disparati, dai suicidi agli avvelenamenti di cibo.  


Non c'è dubbio che le donne subiscano più molestie, ma la '''continua esposizione a gogne mediatiche''' e richiesta di giustizia (che spesso sfocia verso il '''giustizialismo'''), alla lunga può risultare frustrante per moltissimi motivi, sia perché essi sono parimenti vittime di numerose altre ingiustizie di cui ancora l'opinione pubblica non ha preso coscienza, sia perchè ci sono molte imprecisioni in diverse narrazioni su temi sociali e la situazione sembra peggiorare verso polarizzazioni sempre maggiori<ref>Se è indubbio che esistano molte problematiche che vedono le donne come vittime, al tempo stesso la nascita di attivisti per i diritti maschili (MRA), Antisessisti, documentari come The Red Pill (di una ex femminista, non c'entra nulla con i redpill), segnalano che le vessazioni colpiscono anche gli uomini.</ref>.
La costante esposizione a notizie sensazionalistiche che suscitano indignazione, spesso seguite da gogne mediatiche o comunque richieste di giustizia che a volte possono inclinare verso il [https://www.treccani.it/vocabolario/giustizialismo/ giustizialismo], alla lunga può risultare frustrante per diversi motivi, sia perché essi sono parimenti vittime di numerose altre ingiustizie di cui ancora l'opinione pubblica non ha preso coscienza, sia perchè ci sono molte imprecisioni in diverse narrazioni su temi sociali e la situazione sembra peggiorare verso polarizzazioni sempre maggiori<ref>Se è indubbio che esistano molte problematiche che vedono le donne come vittime, al tempo stesso la nascita di attivisti per i diritti maschili (MRA), Antisessisti, documentari come The Red Pill (di una ex femminista, non c'entra nulla con i redpill), segnalano che le vessazioni colpiscono anche gli uomini.</ref>, di seguito alcuni esempi:
* [[Femminicidi]]: disinformazioni e sensazionalismo mediatico
* [[Femminicidi]]: disinformazioni e sensazionalismo mediatico
* [[Questione iva sui prodotti mestruali: gli errori da entrambe le parti]]
* [[Questione iva sui prodotti mestruali: gli errori da entrambe le parti]]
* [[DDL Zan, argomentazioni fantoccio, premesse implicite e bullismo nelle scuole|DDL Zan e indignazione]]
* [[DDL Zan, argomentazioni fantoccio, premesse implicite e bullismo nelle scuole|DDL Zan e indignazione]]
* [[Molestie ad una giornalista in diretta]]
* [[Molestie ad una giornalista in diretta]]
* [[Novax come capro espiatorio]]
* [[Novax come capro espiatorio]][[File:Misperception Index by Ipsos - 2018.png|miniatura|L'Italia è al 18° posto tra i paesi con una percezione della realtà più distorta dai mass media.|381x381px]]
<blockquote><small>Un paio di commenti dal web:</small>
====== Alcuni commenti dal web a riguardo ======
<small>«Siccome il tema è "caldo", a loro conviene gettare benzina sul fuoco, come facevano anni fa con gli immigrati, in cui si soffiava sul fuoco quando avvenivano furti in casa. I nostri giornalisti sono particolarmente bravi a esasperare i fatti di cronaca, fai attenzione a cosa succede nei giorni successivi ad un importante incidente stradale o aereo, magicamente gli incidenti simili si moltiplicano. Lo abbiamo visto anche con i vaccini, alcuni giornalacci online erano persino riusciti a pubblicare la notizia di una persona che era "morta dopo il vaccino"... investita da un autubus 🙄.»</small>
<blockquote><small>"Siccome il tema è "caldo", a loro conviene gettare benzina sul fuoco, come facevano anni fa con gli immigrati, in cui si soffiava sul fuoco quando avvenivano furti in casa. I nostri giornalisti sono particolarmente bravi a esasperare i fatti di cronaca, fai attenzione a cosa succede nei giorni successivi ad un importante incidente stradale o aereo, magicamente gli incidenti simili si moltiplicano. Lo abbiamo visto anche con i vaccini, alcuni giornalacci online erano persino riusciti a pubblicare la notizia di una persona che era "morta dopo il vaccino".. investita da un autobus."</small>
<small>«In ogni caso io continuo a chiedermi perché quando succedono episodi razzisti e omofobi si dà la colpa, giustamente, ai razzisti e agli omofobi (non ai generici bianchi o eterosessuali), mentre con i crimini a danno delle donne si parla sempre di generici maschi/uomini. Forse manca un termine per definire più precisamente questo genere di uomini? Che se lo inventino, visto che sono così bravi gli attivisti a inventarsi parole nuove per definire ogni cosa; ma ho il sospetto che non vogliano perché in fin dei conti dentro di loro covano il desidero di prendersela con gli uomini in generale, proprio sperando in una reazione di fastidio. Già di norma esiste un [[gap empatico a danno degli uomini]], figurarsi quanto è facile incolparli tutti di qualcosa indiscriminatamente. E ciò che vedono i maschi sono ragazze che chiedono leggi mostruosamente severe e populiste perché hanno paura.»</small></blockquote>
=== La spiegazione che mi sono dato ===
Personalmente discutere sui social cercando neutralità e dialogo mi ha portato a tanta frustrazione ma mi ha permesso anche di capire che basta una <u>minoranza rumorosa</u> per causare una percezione distorta. Spesso la reazione sui social è opposta a quella offline: spesso il ''problema non è legato alla personalità'' o alla cultura ''del mio interlocutore'', ma magari è in ''risposta al modo in cui mi sono posto con lui'' o al fatto di essere subentrato in una discussione già calda (questo è esattamente ciò che ribadisce l'errore fondamentale di attribuzione).
 
Queste problematiche di <u>comunicazione</u> non vanno a negare l'esistenza di problemi a danno delle donne, assolutamente, ma spesso rimangono invisibili offline ed appaiono quasi eccessive online. La <u>conseguenza</u> sembra essere una <u>sempre maggior polarizzazione</u> (fortemente spinta per interessi sia dai social network sia dai mass media sia dai politici).
 
Le azioni giudicate come "eccessive" per assurdo sarebbero causate proprio dal tentativo di una delle due parti di "far ragionare" quelli che percepiscono come estremisti della fazione opposta. A tal riguardo ho esposto qui [[Teoria sulla polarizzazione e dialogo con una ragazza|una riflessione a riguardo]].
=== Confronto con una ragazza per capire come dialogare ===
'''Io:''' hey! ho una teoria però non so se ti va di sentirla perché l'esempio che ho trovato è relativo ad una svista in cui cadono le donne (aiuto non picchiarmi 🙈)
 
Una mia amica ha condiviso questo meme, ''a te'' non dovrebbe sembrare esagerata o fastidiosa, anzi, dovresti percepirla come giustificata e utile, mentre ''a me'' ha suscitato una reazione emotiva abbastanza forte. E il punto è questo, a te la mia reazione emotiva potrebbe sembrare sbagliata, e potresti provare a spiegarla pensando che io sia stronzo o redpill o che non capisca come si sentono le donne, ma se vuoi capire cosa cerco di dire devi "uscire dal tuo corpo" 😬, distaccarti dalle tue emozioni e sforzarti di non cercare spiegazioni al mio comportamento e di continuare a voler capire anche se provi emozioni negative.
==== [[Se non ho nulla da nascondere, che mi importa se mi controllano/inaspriscono le leggi?]] ====
La storia insegna o preoccupazioni eccessive?
==== [[Nello specifico delle problematiche maschili cosa si rischierebbe?]] ====
[[Gogne mediatiche|Dov'è la linea tra giustizia e giustizialismo]]
==== [[Problemi di percezione distorta e illusione del controllo]] ====
[[File:Misperception Index by Ipsos - 2018.png|miniatura|L'italia è al 18° posto tra i paesi con una percezione della realtà più distorta dai mass media.]]
Le molestie e il sessismo sono una ferita aperta nella nostra società e quasi ogni ragazza ne ha fatto esperienza almeno una volta nel corso della vita. Anche gli <u>abusi da parte di familiari e conoscenti</u>. Ma la stampa '''non parla mai di tutto questo''', preferisce temi su cui sia possibile fare sensazionalismo parlando '''<u>solo</u>''' di femminicidi, stupri violenti (sono una percentuale minima del totale) provocando <u>ondate di indignazione enorme ma della durata di pochi giorni</u> che risultano del tutto inefficaci quando non scadono in soluzioni legislative come quelle spiegate al paragrafo precedente.
[[File:Perils of perception 3.jpg|miniatura|Altre immagini qui: [[Percezione distorta dei pericoli|percezione del pericolo]]La spiegazione psicologica qui:http://leganerd.com/2015/07/29/perche-ragioniamo-male/
]]
==== [[Cambio di convinzioni nel corso della storia]] ====
Riflessioni su [[gap empatico nei confronti dei maschi]]
=== Conclusioni ===
Non è sufficiente la riflessione, la conoscenza o un'analisi basata su elementi razionali / scientifici, è fondamentale l'ascolto e le modalità con cui si comunica, in quanto le emozioni sono centrali nell'essere umano e basta un fraintendimento (che nei social accade anche per la mancanza di comunicazione non verbale e lentezza a scrivere) per condurre ad un rischio estremo di suscitare <u>meccanismi di difesa nell'interlocutore</u>. Queste incomprensioni spesso avviano <u>fraintendimenti</u> a cascata ed un'escalation di <u>aggressività</u> nella comunicazione. È quindi importante scegliere i messaggi su cui puntare se si intende (vedi memetica).


Riguardo le <u>motivazioni</u>, molte persone forse finiscono per adattarsi a questo clima e fomentarlo, da cui le provocazioni. Cioè finiscono per cercare la provocazione, dato che il dialogo è impossibile. In generale comunque tanti sono interessati ad un confronto competitivo più che al confronto: il contesto culturale è spesso simile a quello di trasmissioni come l'Arena e tanti cercano di rimarcare il proprio senso di superiorità morale (forse cercano validazioni esterne e appartenenza). Del resto molti passano il tempo sui ''social come distrazione'' o sfogo e non sono realmente interessate al confronto o alla riflessione, altri scrivono motivati da ansie e paure.
<small>"In ogni caso io continuo a chiedermi perché quando succedono episodi razzisti e omofobi si dà la colpa, giustamente, ai razzisti e agli omofobi (non ai generici bianchi o eterosessuali), mentre con i crimini a danno delle donne, spesso si parla in termini generali di maschi/uomini. Potrebbe essere utile avere un termine per definire più precisamente questo genere di uomini? Gli attivisti spesso introducono nuovi termini per definire diverse situazioni, forse potrebbero aiutare anche in questo caso. Ma è possibile che ci sia resistenza, poiché talvolta sembra che ci sia un desiderio di colpevolizzare tutti gli uomini, alimentando reazioni negative. Già di norma esiste un [[gap empatico a danno degli uomini]], figurarsi quanto è facile incolparli tutti di qualcosa indiscriminatamente. E ciò che alcuni uomini vedono sono donne che chiedono leggi più severe, probabilmente influenzate dalla paura."</small></blockquote>
[[File:L'era della suscettibilità - Guia Soncini.png|miniatura|153x153px|L'era della suscettibilità - Guia Soncini]]
== Conclusioni ==
Credo quindi che i primi grossi problemi sui social siano:
Identifico tra i principali problemi sui social:
* scarso interesse dei più soprattutto verso temi impegnati → minoranze rumorose monopolizzano il dialogo → paura (o disinteresse) a esporsi per tante persone bilanciate
* scarso interesse dei più soprattutto verso temi impegnati → minoranze rumorose monopolizzano il dialogo → paura (o disinteresse) a esporsi per tante persone bilanciate
* fraintendimenti e attribuzione delle cause dell'aggressività altrui alla personalità/idee dell'altro → conseguente chiusura al dialogo e frustrazione
* fraintendimenti e attribuzione delle cause dell'aggressività altrui alla personalità/idee dell'altro → conseguente chiusura al dialogo e frustrazione
* motivazioni egoistiche (a sentirsi migliori, a emanare norme comportamentali ideali per noi, a sfogarsi, a competere sulla retorica, a ferire il "nemico")
* motivazioni egoistiche, dal volersi sentire migliori, al diffondere norme comportamentali ideali per noi, allo sfogarsi arrivando a ferire gli altri interlocutori.
In Italia cun immenso populismo da parte dei politici. Le persone con valori prosociali, che si ritengono progressisti, "di sinistra", a favore della giustizia sociale a mio avviso sono un ingranaggio del sistema come la controparte. La scolarizzazione infatti non sembra essere sufficiente a evitare questo tipo di problematiche. Un filosofo francese, Jean-Pierre Faye espose la «Teoria del ferro di cavallo» secondo cui, come i due punti finali dello zoccolo del cavallo, le posizioni d’estrema destra e d’estrema sinistra sono vicine tra loro più di quanto lo siano rispettivamente alla destra e alla sinistra.  
non basta la riflessione, la conoscenza o un'analisi basata su elementi razionali o scientifici, è fondamentale l'ascolto e le modalità con cui si comunica, in quanto le emozioni sono centrali nell'essere umano e basta un fraintendimento per suscitare meccanismi di difesa nell'interlocutore. Queste incomprensioni spesso avviano fraintendimenti a cascata ed un climax ascendente di aggressività nella conversazione.


La riflessione può sembrare esagerata ma purtroppo le statistiche mostrano che i social sono divenuti veicolo di forte frustrazione e il libro L'era dell'indignazione di Guia Soncini testimonia un quadro caratterizzato da numerose ingiustizie negli USA.{{S}}
Riguardo le motivazioni, molte persone forse finiscono per adattarsi a questo clima di impossibilità al dialogo, fomentandosi e scadendo in provocazioni. In generale comunque tanti sono interessati ad un confronto competitivo più che al dialogo costruttivo in cui si scambiano opinioni: il contesto culturale emula i modelli televisivi imposti da trasmissioni (come l'Arena), e tanti cercano di rimarcare il proprio senso di superiorità morale, forse cercando validazioni esterne e appartenenza; del resto molti passano il tempo sui social come distrazione o sfogo, non sono realmente interessate al confronto o alla riflessione.


In aggiunta a ciò, in Italia si nota un forte populismo da parte di alcuni politici. Anche coloro che promuovono valori progressisti, "di sinistra", e sostengono la giustizia sociale, potrebbero essere visti come parte del sistema, così come la loro controparte: Jean-Pierre Faye, filosofo francese, espose a riguardo la «Teoria del ferro di cavallo» secondo cui, come i due punti finali dello zoccolo del cavallo, le posizioni d’estrema destra e d’estrema sinistra sono vicine tra loro più di quanto lo siano rispettivamente alla destra e alla sinistra.
== Note ==
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Versione attuale delle 00:35, 1 ott 2023


Risonanza Sociale e Media della Violenza sul Treno: Analisi di un Meme Divisivo[modifica | modifica sorgente]

"Due violenze sessuali nell’arco di un quarto d’ora, una in treno e l’altra in stazione[1]", si legge sulla stragrande maggioranza dei rotocalchi italiani il 4 Dicembre 2021, riferendosi ai fatti accaduti la sera prima in provincia di Varese, episodi che hanno giustamente suscitato un'ondata di indignazione anche sui social, in virtù della tremenda diffusione delle molestie nel Bel paese, tematica a cui la popolazione intera sembra essere molto sensibile.

Tuttavia, è inevitabile notare il modo in cui i mass media strumentalizzino, spettacolarizzino la violenza (si vedano i danni causati da tale comportamento), cavalchino l'indignazione e pratichino del sensazionalismo in maniera ancor più eclatante su questi temi sensibili per ottenere maggior riscontro, e gli studi confermano che tutto ciò genera un ritorno economico per gli editori e le piattaforme social[2]. La domanda è: tutto questo è positivo per la causa femminile?

Lo scontro, il fraintendimento, la frattura di opinioni suscitano emozioni forti che spesso fungono da motivazione a trascorrere ore e ore sui social, creando interazioni con like e commenti, favorendo le profilazioni e, soprattutto, generando profitto per queste piattaforme. Anche questa non è un'opinione, ma quanto emerso da rapporti interni alla compagnia di Zuckerberg.

Un meme "divisivo"?[modifica | modifica sorgente]

"L'urgenza tipicamente femminile di mettere in atto un'autolimitazione delle proprie libertà quando viaggia da sola per abbassare le probabilità di essere stupr4t4 mentre aspetta che tutti i maschi etero cis vengano educati al rispetto delle donne e a non essere molesti e/o violenti verso di esse."

Un esempio significativo è il meme in foto pubblicato su Instagram, che ha suscitato diverse reazioni critiche. Sono convinto che tanti, in particolar modo le donne, potrebbero ritenere tali commenti finalizzati a sminuire la gravità di un problema diffuso come quello delle molestie e della violenza sulle donne.

Questa interpretazione genera per ovvi motivi una profonda divisione. Molte ragazze infatti hanno vissuto in prima persona episodi di molestie o violenze più o meno gravi e molto spesso è difficile chiedere ad una vittima di ascoltare (si veda ascolto attivo) la nostra opinione su determinati temi o il motivo per cui ci siamo offesi leggendo un tale meme (che va contestualizzato al bombardamento mediatico che maschi e femmine tendono a vivere in maniera diversa).

La difficoltà di confronto che porta alla polarizzazione non è causata da una mancanza di empatia o di scarsa coscienziosità, è un discorso complesso. La psicologia chiama "errori di attribuzione" i tentativi di spiegarci le ragioni per cui l'interlocutore "non ci capisce" o urta le nostre emozioni. Esperimenti hanno infatti dimostrato che più un discorso è complesso più aumentano le possibilità che venga visto come astruso, lontano dalla realtà e addirittura "una presa in giro". Purtroppo il mondo è complesso.

Esempi di reazioni divisive e contrarie: considerazioni a riguardo[modifica | modifica sorgente]

Uno dei commenti al meme.
  • Come si può essere ancora al punto che le colpe dei singoli le debbano pagare tutti gli uomini? Sono le stesse persone che poi accusano Salvini di generalizzare sui migranti; praticamente, generalizzare sugli stranieri è razzismo, farlo sugli uomini è femminismo. Ma seriamente?
  • Educare i maschi, per queste fasciste, significa quindi che le mamme quando vedono i loro figli sviluppare le loro prime infatuazioni adolescenziali devono punirli per debellare la remota possibilità che possano diventare stupratori seriali?
  • La maggior parte delle petizioni sono partite proprio da Milano, una delle città ai primi posti in Italia per tasso di criminalità[3]; perché non si nota questo anziché accanirsi nei confronti del sesso maschile in generale?

C'è davvero un tentativo di "Sminuire la violenza sulle donne"?[modifica | modifica sorgente]

Per quanto possa sembrare assurdo dubitare delle nostre interpretazioni, non è assolutamente detto che chi si esprime male intenda negare o sminuire le violenze di cui sono vittime le donne, anzi, non è nemmeno automatico dare per scontato che l'errore comunicativo sia stato solo da una parte; gli altri potrebbero essere passati troppo in fretta alle conclusioni. spesso chi commenta si sente accusato di aver sottolineato il concetto di "not all men" o tende a reagire dopo aver subito aggressioni e reazioni spropositate per aver criticato il sensazionalismo mediatico. Secondo la psicologia, la spiegazione di questi fraintendimenti può dipendere da vari elementi, il primo è che la spiegazione che ci diamo di fronte ad un evento che ci suscita emozioni negative è quella di attribuire al nostro interlocutore una personalità negativa (errore fondamentale di attribuzione), di etichettarlo come diverso da noi e di ricondurre le sue idee a stereotipo (in-group e out-group). Vedi anche la pagina Opinione di una sociologa sul maschilismo oggi.

Spesso la chiave sono le incomprensioni che si generano tra le due parti del discoro, quella che è stata vittima potrebbe percepire un tentativo di sminuire eventi traumatici, anche se de facto non è quello il punto, di conseguenza la discussione si fa più accesa, subentrano emozioni forti in gioco e il tentativo di dialogo degenera.

Commenti e reazioni costruttive[modifica | modifica sorgente]

Ma non sempre questo si verifica, fortunatamente: ho più volte letto riflessioni e commenti posti in maniera più opportuna, senza provocare e con empatia, che, pur sottolineando come i mass media non abbiano sempre favorito la causa femminile, sono riusciti ad ottenere un maggior numero di riscontri e soprattutto un dialogo costruttivo. Di seguito un esempio di un commento di una ragazza sui social:

"È davvero brutto come i media hanno parlato di questa vicenda con i soliti toni divisori (uomo violento/donna vittima). Seppur è giusto riconoscere che le donne siano le maggiori vittime nelle violenze sessuali (ovviamente anche gli uomini lo possono essere), la vicenda della ragazza stuprata sul treno non riesco a non vederla se non in un'ottica di perpetrare un danno a una "preda". La ragazza, il genere non c'entra, era una preda: da sola e impegnata in un'altra attività. Purtroppo poi, culturalmente, le donne vengono viste spesso come esseri deboli, fragili e a cui scassare il cazzo facilmente perché considerate più tranquille e quindi ecco il tassello che chiude il tutto per quei due balordi.

Ma cosa sarebbe cambiato se, al posto di quella ragazza, ci fosse stato un uomo anziano o un altro uomo ritenuto da questi stronzi come preda?

Cosa cambia quando gli aggressori sono le baby gang di ragazzi e ragazze? La vittima è sempre una persona ritenuta fragile e in estremo svantaggio. (Antisessismo tempo fa pubblicò diverse fonti di come le aggressioni sessuali, fisiche ecc. Siano una prova della dominanza di una persona verso un'altra.)"

Si potrebbe replicare che bisogna sempre schierarsi dalla parte delle vittime, che essere pignoli a fare analisi distaccate con una persona che ha subito traumi e violenze sia cinico e da evitare, ma uno dei problemi fondamentali è che tante volte non ci si rende conto che anche molti dei nostri interlocutori sono vittime. Il patriarcato[4] ha creato immensi problemi anche ai maschi di cui tra l'altro si parla molto poco. L'intento dell'articolo è proprio quello di evidenziare come questa polarizzazione vada a discapito della causa femminile, e come la spettacolarizzazione operata dai mass media nel riportare le notizie sui social sia solo finalizzata ad ottenere maggiore visibilità. Un altro commentatore anticipa proprio questa tematica:

"Il problema di cui mi lamento non è generico, è estremamente specifico. Mi lamento di come i mass media sfruttino un episodio singolo di violenza gravissimo (stupro/femminicidio) in una popolazione vessata da diffusi episodi di violenza a danno dei più deboli (molestie tipo pacca sul sedere / alzare gonne / scoprire i genitali) che interessano più volte nel corso della loro vita una enorme percentuale di donne (italiane sembra in particolar modo) per generare un'ondata di sdegno e indignazione fortissima che sfocia in affermazioni talmente emotive e giustizialiste da generare una controreazione."

Un altro commento si lamenta invece di coloro che sostengono il concetto di educazione a riguardo: «Ma cosa vuol dire educare? Se si dice ad uno stupratore di non stuprare (che come fai a sapere in anticipo se qualcuno è lo è poi è un altro programma) gli viene un illuminazione e non stupra più?». E a proposito di ciò mi chiedo: gli stupratori sono persone con un problema culturale o educativo? Sono criminali? Vanno educati o gli va fatta psicoterapia? Non sarebbe ora che qualcuno al governo si occupasse seriamente di indagare a riguardo?

La mia opinione[modifica | modifica sorgente]

Discutere sui social cercando neutralità e dialogo mi ha portato a tanta frustrazione, ma mi ha permesso anche di capire che basta una minoranza rumorosa per causare una percezione distorta.

Queste problematiche di comunicazione non vanno assolutamente a negare o sminuire l'esistenza di problemi a danno delle donne, ma spesso rimangono invisibili offline ed appaiono quasi eccessive online: molte volte il problema non è legato né alla personalità né alla cultura del mio interlocutore o all'opinione in questione, quanto invece una risposta al modo in cui mi sono posto o al fatto di essere subentrato in una discussione già calda (esattamente ciò che ribadisce l'errore fondamentale di attribuzione). Le azioni giudicate come eccessive, per assurdo, sarebbero causate proprio dal tentativo di conciliare le due parti. A tal riguardo ho esposto qui una riflessione riguardo la polarizzazione .

La conseguenza sembra essere una sempre maggior polarizzazione.

Responsabilità di mass media e social network sulla polarizzazione del tema[modifica | modifica sorgente]

L'era della suscettibilità - Guia Soncini

Le molestie e il sessismo sono una ferita aperta nella nostra società e quasi ogni ragazza ne ha fatto esperienza almeno una volta nel corso della vita, anche gli abusi da parte di familiari e conoscenti, ma la stampa non parla mai di tutto questo, preferisce temi su cui sia possibile fare sensazionalismo parlando solo di femminicidi, stupri violenti, tutte notizie che possano provocare ondate di indignazione enorme ma della durata di pochi giorni.

Nel saggio L'era della suscettibilità, di Guia Soncini, sono esplorate le conseguenze dell'uso mediatico dell'indignazione, della frustrazione e della rabbia della popolazione, una dinamica osservata nei media degli USA e che si sta diffondendo anche in Italia. Alcune ricerche suggeriscono che i media e le piattaforme social, come Facebook, potrebbero aver contribuito alla diffusione di 'hate speech e le polarizzazioni per finalità di carattere profittuale, sfruttando il fenomeno del clickbait, senza contribuire concretamente alla risoluzione o alla sensibilizzazione su queste problematiche.

Al di là delle finalità, a lungo si è creduto che tutta questa risonanza mediatica potesse comunque andare a favore delle donne nella battaglia contro le violenze sessuali; ma si è visto che non è così, e ciò non è una novità: ne sono un esempio, gli effetti di imitazione causati dai mass media negli ambiti più disparati, dai suicidi agli avvelenamenti di cibo.

La costante esposizione a notizie sensazionalistiche che suscitano indignazione, spesso seguite da gogne mediatiche o comunque richieste di giustizia che a volte possono inclinare verso il giustizialismo, alla lunga può risultare frustrante per diversi motivi, sia perché essi sono parimenti vittime di numerose altre ingiustizie di cui ancora l'opinione pubblica non ha preso coscienza, sia perchè ci sono molte imprecisioni in diverse narrazioni su temi sociali e la situazione sembra peggiorare verso polarizzazioni sempre maggiori[5], di seguito alcuni esempi:

Alcuni commenti dal web a riguardo[modifica | modifica sorgente]

"Siccome il tema è "caldo", a loro conviene gettare benzina sul fuoco, come facevano anni fa con gli immigrati, in cui si soffiava sul fuoco quando avvenivano furti in casa. I nostri giornalisti sono particolarmente bravi a esasperare i fatti di cronaca, fai attenzione a cosa succede nei giorni successivi ad un importante incidente stradale o aereo, magicamente gli incidenti simili si moltiplicano. Lo abbiamo visto anche con i vaccini, alcuni giornalacci online erano persino riusciti a pubblicare la notizia di una persona che era "morta dopo il vaccino".. investita da un autobus." "In ogni caso io continuo a chiedermi perché quando succedono episodi razzisti e omofobi si dà la colpa, giustamente, ai razzisti e agli omofobi (non ai generici bianchi o eterosessuali), mentre con i crimini a danno delle donne, spesso si parla in termini generali di maschi/uomini. Potrebbe essere utile avere un termine per definire più precisamente questo genere di uomini? Gli attivisti spesso introducono nuovi termini per definire diverse situazioni, forse potrebbero aiutare anche in questo caso. Ma è possibile che ci sia resistenza, poiché talvolta sembra che ci sia un desiderio di colpevolizzare tutti gli uomini, alimentando reazioni negative. Già di norma esiste un gap empatico a danno degli uomini, figurarsi quanto è facile incolparli tutti di qualcosa indiscriminatamente. E ciò che alcuni uomini vedono sono donne che chiedono leggi più severe, probabilmente influenzate dalla paura."

Conclusioni[modifica | modifica sorgente]

Identifico tra i principali problemi sui social:

  • scarso interesse dei più soprattutto verso temi impegnati → minoranze rumorose monopolizzano il dialogo → paura (o disinteresse) a esporsi per tante persone bilanciate
  • fraintendimenti e attribuzione delle cause dell'aggressività altrui alla personalità/idee dell'altro → conseguente chiusura al dialogo e frustrazione
  • motivazioni egoistiche, dal volersi sentire migliori, al diffondere norme comportamentali ideali per noi, allo sfogarsi arrivando a ferire gli altri interlocutori.

non basta la riflessione, la conoscenza o un'analisi basata su elementi razionali o scientifici, è fondamentale l'ascolto e le modalità con cui si comunica, in quanto le emozioni sono centrali nell'essere umano e basta un fraintendimento per suscitare meccanismi di difesa nell'interlocutore. Queste incomprensioni spesso avviano fraintendimenti a cascata ed un climax ascendente di aggressività nella conversazione.

Riguardo le motivazioni, molte persone forse finiscono per adattarsi a questo clima di impossibilità al dialogo, fomentandosi e scadendo in provocazioni. In generale comunque tanti sono interessati ad un confronto competitivo più che al dialogo costruttivo in cui si scambiano opinioni: il contesto culturale emula i modelli televisivi imposti da trasmissioni (come l'Arena), e tanti cercano di rimarcare il proprio senso di superiorità morale, forse cercando validazioni esterne e appartenenza; del resto molti passano il tempo sui social come distrazione o sfogo, non sono realmente interessate al confronto o alla riflessione.

In aggiunta a ciò, in Italia si nota un forte populismo da parte di alcuni politici. Anche coloro che promuovono valori progressisti, "di sinistra", e sostengono la giustizia sociale, potrebbero essere visti come parte del sistema, così come la loro controparte: Jean-Pierre Faye, filosofo francese, espose a riguardo la «Teoria del ferro di cavallo» secondo cui, come i due punti finali dello zoccolo del cavallo, le posizioni d’estrema destra e d’estrema sinistra sono vicine tra loro più di quanto lo siano rispettivamente alla destra e alla sinistra.

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. https://www.ilgiorno.it/varese/cronaca/violenza-treno-1.7112788
  2. https://www.italian.tech/2021/10/04/news/facebook_incoraggia_l_hate_speech_per_il_profitto_esce_allo_scoperto_l_ultima_whistleblower_che_accusa_il_social-320708940/
  3. https://lab24.ilsole24ore.com/indice-della-criminalita/
  4. Che tra l'altro non vuol dire "è colpa dei maschi".
  5. Se è indubbio che esistano molte problematiche che vedono le donne come vittime, al tempo stesso la nascita di attivisti per i diritti maschili (MRA), Antisessisti, documentari come The Red Pill (di una ex femminista, non c'entra nulla con i redpill), segnalano che le vessazioni colpiscono anche gli uomini.