Opinione di una sociologa sul maschilismo oggi

Da Tematiche di genere.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

TLDR[modifica | modifica sorgente]

  1. La consapevolezza maschile sulle questioni di genere è cresciuta, e molti ragazzi si sentono ingiustamente accusati di essere maschilisti.
  2. Non è giusto stigmatizzare i gelosi, ma è importante aiutarli a superare la loro insicurezza, piuttosto che dare la colpa al patriarcato.
  3. I media possono esagerare o minimizzare fenomeni sociali.
  4. La violenza contro le donne è stata storicamente collegata al patriarcato, ma la società è cambiata e il patriarcato come istituzione è diminuito.
  5. La violenza di genere oggi è spesso il risultato di una crisi di identità maschile, con la perdita di potere maschile e una minaccia percepita all'identità di genere.
  6. La sociologia e la psicologia possono aiutare a spiegare queste dinamiche, come la teoria di Freud sul complesso di Edipo.
  7. Molte analisi femministe contemporanee sono troppo ideologiche e non affrontano la realtà dei fatti, secondo l'autrice.

Articolo[modifica | modifica sorgente]

Anch'io trovo che (fortunatamente) ci sia un buon grado di consapevolezza maschile riguardo alle questioni di genere.

Forse è anche per questo che molti ragazzi si sentono ingiustamente accusati di essere degli "stronzi maschilisti" ogni volta che aprono bocca, probabilmente buona parte dei discorsi femministi parla agli uomini di oggi come se fossero gli uomini di 50 anni fa.

primo punto[modifica | modifica sorgente]

stigmatizzare i gelosi assolutamente no. sono d'accordo con te che la causa principale (almeno nelle nostre società occidentali) sia la scarsa autostima; dare tutta la colpa al "patriarcato" è inutile e non risolve il problema secondo me. Questo non significa però che il possesso patologico debba essere accettato da chi lo subisce, semmai sarebbe corretto aiutare chi è troppo geloso (uomini e donne) a superare questo limite. Anche perché vivono male, oltre a rendere la vita impossibile agli altri

insomma il sessismo con la gelosia c'entra solo fino a un certo punto

Punto due[modifica | modifica sorgente]

sì, i giornali tendono a gonfiare (o a volte sminuire) qualsiasi fenomeno in modo strumentale. ho scritto a parte una sorta di riassunto di ciò che ho studiato recentemente:

Il fenomeno della violenza sulle donne da parte degli uomini è stata tradizionalmente analizzato facendo ricorso al concetto di patriarcato (intendendolo come sistema gerarchico cui l'uomo sta in cima): in questa ottica gli uomini in generale usano violenza sulle donne in generale per riaffermare continuamente il loro dominio (la logica alla base è: si fa così perché è giusto così). Ora, decenni di evoluzione della società hanno smantellato il patriarcato come “istituzione”, ciò che ne rimane semmai è solo una mentalità più o meno patriarcale che anche molti uomini fortunatamente condannano.

Ma la violenza di genere non è finita, ha solo assunto forme diverse (meno diffuse e legittimate per carità), quindi chi ancora la riconduce al patriarcato commette un errore di prospettiva.

In particolare il concetto di patriarcato rimanda a una realtà astorica che si presenta come immutabile e tende a riprodursi sempre uguale a se stessa; se c'è mutamento sociale (e obbiettivamente c'è, la società non è la stessa di 100 anni fa), non si può più fare ricorso alla categoria di patriarcato.

Alla luce di questo, chi si occupa di studiare il fenomeno violenza di genere l'ha ricondotto proprio al mutamento della società e in particolare al mutamento dell'identità maschile che assume i tratti di una crisi dell'identità (quindi l'opposto del patriarcato tradizionalmente inteso). Qui intendo identità maschile come identità collettiva, non in riferimento al singolo uomo.

Faccio un passo indietro: i sociologi che hanno studiato la costruzione dell'identità maschile hanno individuato come meccanismo alla sua base la contrapposizione uomo-donna (fondamentalmente è maschile ciò che non è femminile, e non il contrario) e soprattutto al binomio maschilità-potere (che sarebbero secondo loro indissolubilmente legati).

Nel momento in cui il potere maschile sulle donne vacilla (cosa che in effetti sta succedendo da decenni), la conseguenza è che il genere maschile si sente privato della propria identità.

In generale leggevo che la maggior parte degli studi sulla violenza contemporanea (includendo anche guerre, terrorismo ecc) la considera come lotta per un'identità che si sente come messa in pericolo. In quest'ottica la violenza maschile (in particolare nel rapporto di coppia) non è altro che un modo per tentare di recuperare un identità maschile che viene attaccata del mutamento della società e che si ritiene indispensabile per la costruzione della propria identità individuale.

Poi qui sociologia e psicologia si intrecciano, per esempio uno degli autori che ho studiato (Michael Kimmel) fa riferimento a Freud e al complesso di Edipo per spiegare il modo in cui il bambino maschio costruisce la propria identità allontanandosi dalla madre: in breve il bambino, crescendo, tende a rinnegare tutti i tratti che lui associa alla madre (cura, affetto, tenerezza ecc) e anche da adulto continuerà a ritenerli tratti tipicamente femminili e quindi a tenerli fuori dalla definizione di sé.

Questo entrerebbe nella definizione dell'identità maschile passando attraverso un processo psicologico proprio di ogni essere umano. Probabilmente esiste un meccanismo analogo anche per l'identità femminile ma su questo non ho letto niente quindi non voglio improvvisare...

In sintesi, prima di mettermi a studiare queste cose pensavo anch'io che “gli uomini sono violenti perché viviamo in una società patriarcale e sono cresciuti con l'idea che sia normale così”, ma approfondendo un po' mi sono accorta che molte delle analisi femministe contemporanea in realtà semplicemente non sono analisi, non guardano la realtà dei fatti, assumono connotazioni troppo ideologiche.

Anche se alcune sono in buona fede, non si può pensare di risolvere un problema affrontandolo in modo ideologico secondo me.

Scusa il linguaggio simil-accademico ma 'ste cose le ho lette così e mi viene spontaneo riportarle con lo stesso registro.