Ragazza violentata sul treno: tra il problema delle molestie e quello del sensazionalismo mediatico

Da Tematiche di genere.
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Un meme "divisivo"?

Il meme recita: L'urgenza tipicamente femminile di mettere in atto un'autolimitazione delle proprie libertà quando viaggia da sola per abbassare le probabilità di essere stupr4t4 mentre aspetta che tutti i maschi etero cis vengano educati al rispetto delle donne e a non essere molesti e/o violenti verso di esse.

Si è verificato un fatto di cronaca molto pesante: lo stupro di una ragazza[1] sul treno. Questo episodio ha giustamente portato ad un'ondata di indignazione, anche in virtù della diffusione delle molestie nel belpaese. Tuttavia i mass media spettacolarizzano la violenza, cavalcano l'indignazione, vogliono il sensazionalismo e gli studi dicono che purtroppo funziona[2]. Lo scontro e i fraintendimenti purtroppo portano a emozioni forti che fungono da motivazione a passare ore e ore sui social. Anche questa non è un'opinione, ma quanto emerso da rapporti interni alla compagnia di Zuckemberg.

Molto spesso infatti è difficile chiedere ad una vittima di ascoltarci e, in generale, la psicologia dimostra che più un discorso è complesso più aumentano le possibilità che venga visto come una "supercazzola". Ad ogni modo queste sono state alcune delle reazioni che questo meme ha suscitato e sono convinto che tanti, in particolar modo le donne, potrebbero ritenerle finalizzate a sminuire la gravità di un problema diffuso: quello delle molestie e della violenza sulle donne:

Esempi di reazioni antipatiche da parte maschile

  • Ma seriamente? Ma davvero stiamo ancora al punto che le colpe dei singoli le debbano pagare tutti gli uomini? Ma non ci siamo ancora rotti le palle?
  • ma la cosa comica è che poi sono le stesse che accusano Salvini di generalizzare sui migranti/stranieri. Praticamente se lo generalizzi sugli stranieri è razzismo, se lo fai sugli uomini è femminismo
  • Ma spiegatemi un cosa: educare i maschi per queste fasciste significa che le mamme quando vedono i loro figli a sviluppare le loro prime cotte nei confronti delle coetanee devono picchiarli a sangue perché sennò c'è la remota possibilità che diventino tutti stupratori seriali? E poi un'altra cosa: mi pare che questa petizione sia stata fatta a Milano, una città che sta alle prime classifiche per criminalità, perché non si nota questo anziché dire che gli uomini vadano castrati?

Perché non possiamo limitarci a etichettare come stronzo / insensibile / disinformato chi "sminuisce la violenza sulle donne"?

Perché non è affatto automatico che chi ci ferisce o si esprime male sia insensibile al tema della violenza e del sessismo. Magari semplicemente si sente accusato (va tanto sottolineare il not all men) o se la prende perché è stato aggredito dopo aver criticato il sensazionalismo mediatico. Spesso ci sono incomprensioni, la parte che è stata vittima di molestie o violenze potrebbe percepire un tentativo di sminuire eventi traumatici, la discussione si fa più accesa per via delle emozioni negative in gioco e il tentativo di dialogo degenera.

Leggendo riflessioni di commentatori che si sono espressi meglio, senza provocare e con empatia, ma hanno comunque sottolineato che i mass media non stiano aiutando la causa femminile diventa più facile . Queste le parole di una ragazza ad esempio:

È davvero brutto di come i media hanno parlato di questa vicenda con i soliti toni divisori (uomo violento/donna vittima). Seppur è giusto riconoscere che le donne siano le maggiori vittime nelle violenze sessuali (ovviamente anche gli uomini lo possono essere), la vicenda della ragazza stuprata sul treno non riesco a non vederla se non in un'ottica di perpetrare un danno a una "preda". La ragazza, il genere non c'entra, era una preda: da sola e impegnata in un'altra attività. Purtroppo poi, culturalmente, le donne vengono viste spesso come esseri deboli, fragili e a cui scassare il cazzo facilmente perché considerate più tranquille e quindi ecco il tassello che chiude il tutto per quei due balordi.

Ma cosa sarebbe cambiato se, al posto di quella ragazza, ci fosse stato un uomo anziano o un altro uomo ritenuto da questi stronzi come preda?

Cosa cambia quando gli aggressori sono le baby gang di ragazzi e ragazze? La vittima è sempre una persona ritenuta fragile e in estremo svantaggio. (Antisessismo tempo fa pubblicò diverse fonti di come le aggressioni sessuali, fisiche ecc. Siano una prova della dominanza di una persona verso un'altra.)

Perché essere pignoli però su cose così gravi, con delle vittime?

Si potrebbe replicare che: "infatti bisogna mettersi dalla parte delle vittime, come si fa ad essere così stronzi da fare analisi distaccate con una persona che magari ha riportato traumi pesanti per le violenze subite?". Il problema è che anche molti dei nostri interlocutori sono vittime. Il patriarcato[3] crea immensi problemi anche ai maschi di cui tra l'altro si parla molto poco.

L'articolo non cerca di obbligare nessuno a prestare attenzioni che reputa superflue, l'intento è quello di evidenziare come questa polarizzazione vada a discapito della causa femminile.

Ad esempio un altro commentatore anticipa il problema che si intende affrontare in questo articolo è legato alla spettacolarizzazione operata dai mass media nel riportare le notizie e di altre dinamiche social finalizzate sempre a ottenere maggiore visibilità:

il problema di cui mi lamento non è generico, è estremamente specifico. Mi lamento di come i mass media sfruttino un episodio singolo di violenza gravissimo (stupro / femminicidio) in una popolazione vessata da diffusi episodi di violenza a danno dei più deboli (molestie tipo pacca sul sedere / alzare gonne / scoprire i genitali) che interessano più volte nel corso della loro vita una enorme percentuale di donne (italiane sembra in particolar modo) per generare un'ondata di sdegno e indignazione fortissima che sfocia in affermazioni talmente emotive e giustizialiste da generare una controreazione.

Un altro ancora ad esempio si lamenta del fatto che si parli di educazione: «Ma cosa vuol dire educare? Se si dice ad uno stupratore di non stuprare (che come fai a sapere in anticipo se qualcuno è lo è poi è un altro programma) gli viene un illuminazione e non stupra più?»

Educazione? Psicoterapia? Che cambia? Perché scassare le palle su un termine, il problema della violenza sulle donne è reale. Gli stupratori sono persone con un problema culturale/educativo? O sono criminali? Vanno educati o gli va fatta psicoterapia? Non sarebbe ora che qualcuno al governo si occupasse seriamente di indagare a riguardo?

Psicologia dei fraintendimenti Secondo la psicologia la spiegazione che ci diamo di fronte ad un evento che ci suscita emozioni negative è quella di attribuire al nostro interlocutore una personalità negativa (si veda errore fondamentale di attribuzione), vederlo come diverso da noi e ricondurre le sue idee a stereotipo (in-group e out-group). Per quanto possa sembrare assurdo dubitare delle nostre interpretazioni, non è assolutamente detto che chi si esprime male intenda negare o sminuire le violenze di cui sono vittime le donne, anzi, non è nemmeno automatico dare per scontato che sia lui ad esprimersi male e noi ad essere saltati troppo in fretta alle conclusioni.

Polarizzazione, voluta? Responsabilità dei mass media e influencer

Sul fatto che facebook abbia incoraggiato l'hate speech e le polarizzazioni ci sono molti articoli in rete (si veda la denuncia della whistleblower e il documentario The Social Dilemma). Le finalità sono tutt'altro che positive, si sfrutta l'indignazione per finalità di clickbait, senza cercare di risolvere le problematiche.

Al di là delle finalità dei media tutto questo potrebbe sembrare comunque positivo per le donne, ma non è affatto così. Tutto questo infatti non è una novità: si vedano ad esempio gli effetti di imitazione causati dai mass media negli ambiti più disparati (dai suicidi agli avvelenamenti di cibo).

Lo sfruttamento dell'indignazione, della frustrazione, della rabbia delle vittime è una dinamica, piuttosto recente in Italia, ma è diffusa già da diversi anni negli USA e le conseguenze sono ben documentate nel saggio L'era dell'indignazione di Guia Soncini.

Non è limitata all'ambito uomo-donna, bensì ogni ambito in cui un gruppo di persone sia stato vittima di persone appartenenti ad un gruppo diverso (forse per una ragione psicologica legata alla teoria dei gruppi).

Non c'è dubbio che le donne subiscano più molestie, ma la continua esposizione a gogne mediatiche e richiesta di giustizia (che spesso sfocia verso il giustizialismo), alla lunga può risultare frustrante per moltissimi motivi, sia perché essi sono parimenti vittime di numerose altre ingiustizie di cui ancora l'opinione pubblica non ha preso coscienza, sia perchè ci sono molte imprecisioni in diverse narrazioni su temi sociali e la situazione sembra peggiorare verso polarizzazioni sempre maggiori[4].

Un paio di commenti dal web:

«Siccome il tema è "caldo", a loro conviene gettare benzina sul fuoco, come facevano anni fa con gli immigrati, in cui si soffiava sul fuoco quando avvenivano furti in casa. I nostri giornalisti sono particolarmente bravi a esasperare i fatti di cronaca, fai attenzione a cosa succede nei giorni successivi ad un importante incidente stradale o aereo, magicamente gli incidenti simili si moltiplicano. Lo abbiamo visto anche con i vaccini, alcuni giornalacci online erano persino riusciti a pubblicare la notizia di una persona che era "morta dopo il vaccino"... investita da un autubus 🙄.»

«In ogni caso io continuo a chiedermi perché quando succedono episodi razzisti e omofobi si dà la colpa, giustamente, ai razzisti e agli omofobi (non ai generici bianchi o eterosessuali), mentre con i crimini a danno delle donne si parla sempre di generici maschi/uomini. Forse manca un termine per definire più precisamente questo genere di uomini? Che se lo inventino, visto che sono così bravi gli attivisti a inventarsi parole nuove per definire ogni cosa; ma ho il sospetto che non vogliano perché in fin dei conti dentro di loro covano il desidero di prendersela con gli uomini in generale, proprio sperando in una reazione di fastidio. Già di norma esiste un gap empatico a danno degli uomini, figurarsi quanto è facile incolparli tutti di qualcosa indiscriminatamente. E ciò che vedono i maschi sono ragazze che chiedono leggi mostruosamente severe e populiste perché hanno paura.»

La spiegazione che mi sono dato

Personalmente discutere sui social cercando neutralità e dialogo mi ha portato a tanta frustrazione ma mi ha permesso anche di capire che basta una minoranza rumorosa per causare una percezione distorta. Spesso la reazione sui social è opposta a quella offline: spesso il problema non è legato alla personalità o alla cultura del mio interlocutore, ma magari è in risposta al modo in cui mi sono posto con lui o al fatto di essere subentrato in una discussione già calda (questo è esattamente ciò che ribadisce l'errore fondamentale di attribuzione).

Queste problematiche di comunicazione non vanno a negare l'esistenza di problemi a danno delle donne, assolutamente, ma spesso rimangono invisibili offline ed appaiono quasi eccessive online. La conseguenza sembra essere una sempre maggior polarizzazione (fortemente spinta per interessi sia dai social network sia dai mass media sia dai politici).

Le azioni giudicate come "eccessive" per assurdo sarebbero causate proprio dal tentativo di una delle due parti di "far ragionare" quelli che percepiscono come estremisti della fazione opposta. A tal riguardo ho esposto qui una riflessione a riguardo.

Confronto con una ragazza per capire come dialogare

Io: hey! ho una teoria però non so se ti va di sentirla perché l'esempio che ho trovato è relativo ad una svista in cui cadono le donne (aiuto non picchiarmi 🙈)

Una mia amica ha condiviso questo meme, a te non dovrebbe sembrare esagerata o fastidiosa, anzi, dovresti percepirla come giustificata e utile, mentre a me ha suscitato una reazione emotiva abbastanza forte. E il punto è questo, a te la mia reazione emotiva potrebbe sembrare sbagliata, e potresti provare a spiegarla pensando che io sia stronzo o redpill o che non capisca come si sentono le donne, ma se vuoi capire cosa cerco di dire devi "uscire dal tuo corpo" 😬, distaccarti dalle tue emozioni e sforzarti di non cercare spiegazioni al mio comportamento e di continuare a voler capire anche se provi emozioni negative.

Se non ho nulla da nascondere, che mi importa se mi controllano/inaspriscono le leggi?

La storia insegna o preoccupazioni eccessive?

Nello specifico delle problematiche maschili cosa si rischierebbe?

Dov'è la linea tra giustizia e giustizialismo

Problemi di percezione distorta e illusione del controllo

L'italia è al 18° posto tra i paesi con una percezione della realtà più distorta dai mass media.

Le molestie e il sessismo sono una ferita aperta nella nostra società e quasi ogni ragazza ne ha fatto esperienza almeno una volta nel corso della vita. Anche gli abusi da parte di familiari e conoscenti. Ma la stampa non parla mai di tutto questo, preferisce temi su cui sia possibile fare sensazionalismo parlando solo di femminicidi, stupri violenti (sono una percentuale minima del totale) provocando ondate di indignazione enorme ma della durata di pochi giorni che risultano del tutto inefficaci quando non scadono in soluzioni legislative come quelle spiegate al paragrafo precedente.

Altre immagini qui: percezione del pericoloLa spiegazione psicologica qui:http://leganerd.com/2015/07/29/perche-ragioniamo-male/

Cambio di convinzioni nel corso della storia

Riflessioni su gap empatico nei confronti dei maschi

Conclusioni

Non è sufficiente la riflessione, la conoscenza o un'analisi basata su elementi razionali / scientifici, è fondamentale l'ascolto e le modalità con cui si comunica, in quanto le emozioni sono centrali nell'essere umano e basta un fraintendimento (che nei social accade anche per la mancanza di comunicazione non verbale e lentezza a scrivere) per condurre ad un rischio estremo di suscitare meccanismi di difesa nell'interlocutore. Queste incomprensioni spesso avviano fraintendimenti a cascata ed un'escalation di aggressività nella comunicazione. È quindi importante scegliere i messaggi su cui puntare se si intende (vedi memetica).

Riguardo le motivazioni, molte persone forse finiscono per adattarsi a questo clima e fomentarlo, da cui le provocazioni. Cioè finiscono per cercare la provocazione, dato che il dialogo è impossibile. In generale comunque tanti sono interessati ad un confronto competitivo più che al confronto: il contesto culturale è spesso simile a quello di trasmissioni come l'Arena e tanti cercano di rimarcare il proprio senso di superiorità morale (forse cercano validazioni esterne e appartenenza). Del resto molti passano il tempo sui social come distrazione o sfogo e non sono realmente interessate al confronto o alla riflessione, altri scrivono motivati da ansie e paure.

L'era della suscettibilità - Guia Soncini

Credo quindi che i primi grossi problemi sui social siano:

  • scarso interesse dei più soprattutto verso temi impegnati → minoranze rumorose monopolizzano il dialogo → paura (o disinteresse) a esporsi per tante persone bilanciate
  • fraintendimenti e attribuzione delle cause dell'aggressività altrui alla personalità/idee dell'altro → conseguente chiusura al dialogo e frustrazione
  • motivazioni egoistiche (a sentirsi migliori, a emanare norme comportamentali ideali per noi, a sfogarsi, a competere sulla retorica, a ferire il "nemico")

In Italia c'è un immenso populismo da parte dei politici. Le persone con valori prosociali, che si ritengono progressisti, "di sinistra", a favore della giustizia sociale a mio avviso sono un ingranaggio del sistema come la controparte. La scolarizzazione infatti non sembra essere sufficiente a evitare questo tipo di problematiche. Un filosofo francese, Jean-Pierre Faye espose la «Teoria del ferro di cavallo» secondo cui, come i due punti finali dello zoccolo del cavallo, le posizioni d’estrema destra e d’estrema sinistra sono vicine tra loro più di quanto lo siano rispettivamente alla destra e alla sinistra.

La riflessione può sembrare esagerata ma purtroppo le statistiche mostrano che i social sono divenuti veicolo di forte frustrazione e il libro L'era dell'indignazione di Guia Soncini testimonia un quadro caratterizzato da numerose ingiustizie negli USA.


Note

  1. da parte di un extracomunitario e di un italiano
  2. https://www.google.com/search?q=facebook+hate+speech
  3. Che tra l'altro non vuol dire "è colpa dei maschi".
  4. Se è indubbio che esistano molte problematiche che vedono le donne come vittime, al tempo stesso la nascita di attivisti per i diritti maschili (MRA), Antisessisti, documentari come The Red Pill (di una ex femminista, non c'entra nulla con i redpill), segnalano che le vessazioni colpiscono anche gli uomini.