Checco Zalone a Sanremo, omotrasnfobico?

Da Tematiche di genere.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La pagina instagram Antisexistworld fa una riflessione interessante:

Dico questa e poi mi metto a studiare. A me il monologo di Checco Zalone non è piaciuto. Troppo stereotipato, troppo "vecchio".

Guardando l'intento, credo che avrebbe potuto svilupparlo MOLTO meglio.

Ma da questo a dividersi nelle fazioni "TRANFOBICO TU E CHI RIDE" e "NON CAPITE CHE PRENDEVA IN GIRO I BIGOTTI", ce ne passa.

Al momento, ognuno insulta l'altra parte.

Non potremmo invece cercare di mettere un secondo in pausa il nostro pensiero, cercare di capire quello altrui e poi rivedere o confermare la nostra opinione senza voler per forza scavalcare quella degli altri?

Ma dico, è così difficile?

Magari alla fine un punto d'incontro non lo si trova. E va bene così. Ma vi dovete togliere dalla testa l'idea che nel mondo, possiate avere ragione solo voi. Mettetevi in discussione, dibattete in maniera civile, siate mentalmente disposti a cambiare idea, altrimenti non andiamo da nessuna parte, siete avvisati.

Dividi et impera

Riflessioni di altri[modifica | modifica sorgente]

  • La satira per me è satira chiunque attacchi. Detto questo, se qualcosa è detto in modo ironico non significa che sia privo di conseguenze materiali, se a un evento con altissima visibilità faccio due ore di satira contro i migranti è chiaro che nei giorni successivi aumenteranno gli episodi razzisti, visto che io celebrità ho ascendente sugli spettatori e divento un modello. Quindi la risposta non può essere altra che va limitata in base al contesto, una satira totalmente libera significa che si vede l'umorismo come esistente in una bolla isolata dalla realtà e ciò è falso.
    • però aggiungerei una riflessione più inquietante. A psicologia sociale all'università si studiano i mass media e il rischio di imitazione. Ai fini dell'aumento del rischio di imitazione (che aumenta a livelli mostruosi con i tg) non conta se condannano un comportamento o meno. Il che a mio avviso pone un interrogativo interessante, dimmi cosa ne pensi tu. Qui trovi il pezzo del libro di cui ti parlavo: Mass Media e rischio di imitazione