Scienza arrogante: differenze tra le versioni

m
nessun oggetto della modifica
(Creata pagina con " Per introdurre l'argomento riportiamo la trascrizione del video YouTube [https://www.youtube.com/watch?v=KjiGOptUC00 I pericoli della scienza arrogante] dove Stefano Vendrame di SpazioSfera che ci spiega quanta ignoranza c'è verso la scienza. La trascrizione è stata effettuata in automatico con Sonix.ai == Trascrizione == Come promesso qualche mese fa nel video sulle [https://it.wikipedia.org/wiki/Fake_news fake news], dedichiamo oggi un video a suonare un campanel...")
 
mNessun oggetto della modifica
Riga 1: Riga 1:


Per introdurre l'argomento riportiamo la trascrizione del video YouTube [https://www.youtube.com/watch?v=KjiGOptUC00 I pericoli della scienza arrogante] dove Stefano Vendrame di SpazioSfera che ci spiega quanta ignoranza c'è verso la scienza.
Per introdurre l'argomento riportiamo la trascrizione del video YouTube [https://www.youtube.com/watch?v=KjiGOptUC00 I pericoli della scienza arrogante] dove Stefano Vendrame di SpazioSfera che ci spiega quanta ignoranza c'è verso la scienza.


La trascrizione è stata effettuata in automatico con Sonix.ai  
La trascrizione è stata effettuata in automatico con Sonix.ai  
== Trascrizione ==
== Trascrizione ==
Come promesso qualche mese fa nel video sulle [https://it.wikipedia.org/wiki/Fake_news fake news], dedichiamo oggi un video a suonare un campanello d'allarme su quella che io chiamo l''''arroganza della scienza''', cioè alcune derive sempre più diffuse che stanno <u>portando moltissime persone ad allontanarsi dalla scienza e a perdere fiducia</u> nelle sue meravigliose possibilità.  
Come promesso qualche mese fa nel video sulle [https://it.wikipedia.org/wiki/Fake_news fake news], dedichiamo oggi un video a suonare un campanello d'allarme su quella che io chiamo l''''arroganza della scienza''', cioè alcune derive sempre più diffuse che stanno <u>portando moltissime persone ad allontanarsi dalla scienza e a perdere fiducia</u> nelle sue meravigliose possibilità.  
Riga 16: Riga 16:


Chi è <u>autorevole</u> non ha bisogno di essere <u>autoritario</u>. Per cui se accade che guadagna più fiducia un imbonitore da baraccone che la comunità scientifica anziché cercare di imbavagliare gli imbonitori.  
Chi è <u>autorevole</u> non ha bisogno di essere <u>autoritario</u>. Per cui se accade che guadagna più fiducia un imbonitore da baraccone che la comunità scientifica anziché cercare di imbavagliare gli imbonitori.  
=== Colpe come società in generale e come comunità scientifica ===
=== Colpe come società in generale e come comunità scientifica ===
Chiediamoci piuttosto quali sono le nostre colpe come società in generale e come comunità scientifica in particolare, perché è evidente che stiamo sbagliando qualcosa e secondo me i problemi più gravi sono due.  
Chiediamoci piuttosto quali sono le nostre colpe come società in generale e come comunità scientifica in particolare, perché è evidente che stiamo sbagliando qualcosa e secondo me i problemi più gravi sono due.  


Uno è inevitabilmente il sistema educativo che sta fallendo nel compito di fornirci gli strumenti adeguati per valutare con spirito critico le migliaia di informazioni a cui siamo esposti, la loro qualità, il loro significato e il loro peso relativo nel contesto più generale. Senza queste capacità rischiamo di non saperci più raccapezzarsi, di lasciarci influenzare, di ingigantire i problemi, di credere a cose che non sono vere e di vacillare quando ci vengono presentate due tesi contrastanti. In sostanza di venire sommersi da questo mare di informazioni senza che ci servono a nulla. I mezzi di informazione, come abbiamo discusso più volte, sono responsabili di creare una grandissima confusione sui temi scientifici che porta poi a sfiducia. E questo da un lato dipende dalla sempre maggiore semplificazione degli argomenti, perché si ha il terrore di stufare e perdere l'attenzione, unita al ricorso sconsiderato all'effetto sensazionalistico. Sempre <u>per catturare l'attenzione</u>, però, se <u>semplifichi</u>, semplifichi e in più queste cose semplici <u>le esageri ed estremizzi per fare i titoli ad effetto</u>, è ovvio che poi passano messaggi <u>fuorvianti</u> e <u>sembra</u> sempre <u>di leggere un giorno una cosa, il giorno dopo l'esatto opposto</u> per cui uno dice va beh, tanto nessuno ne capisce niente,
==== Mass media e sensazionalismo ====
Uno è inevitabilmente il sistema educativo che sta fallendo nel compito di fornirci gli strumenti adeguati per valutare con spirito critico le migliaia di informazioni a cui siamo esposti, la loro qualità, il loro significato e il loro peso relativo nel contesto più generale. Senza queste capacità rischiamo di non saperci più raccapezzarsi, di lasciarci influenzare, di ingigantire i problemi, di credere a cose che non sono vere e di vacillare quando ci vengono presentate due tesi contrastanti. In sostanza di venire sommersi da questo mare di informazioni senza che ci servono a nulla. I '''mezzi di informazione''', come abbiamo discusso più volte, sono <u>responsabili di creare una grandissima confusione</u> sui temi scientifici che porta poi a sfiducia. E questo da un lato dipende dalla sempre maggiore semplificazione degli argomenti, perché si ha il terrore di stufare e perdere l'attenzione, unita al ricorso sconsiderato all'effetto sensazionalistico.


ma secondo me il problema ancora più grave è che per ragioni storiche, in alcuni paesi come purtroppo l'Italia, a differenza ad esempio del Nord Europa, <u>i giornalisti seguono un percorso di formazione totalmente inadeguato dal punto di vista scientifico</u>, per cui sono bravissimi quando devono parlare dei retroscena di Palazzo nel governo nell'opposizione, ma quando devono fare informazione su questioni che riguardano aspetti scientifici, fanno disastri perché non sanno di cosa stanno parlando, ma spesso pensano di aver capito tutto, il che li rende ancora più pericolosi.
==== La ricerca dell'attenzione a tutti i costi ====
Sempre <u>per catturare l'attenzione</u>, però, se <u>semplifichi</u>, semplifichi e in più queste cose semplici <u>le esageri ed estremizzi per fare i titoli ad effetto</u>, è ovvio che poi passano messaggi <u>fuorvianti</u> e <u>sembra</u> sempre <u>di leggere un giorno una cosa, il giorno dopo l'esatto opposto</u> per cui uno dice va beh, tanto nessuno ne capisce niente,


==== Sistema formativo ====
ma secondo me il problema ancora più grave è che per ragioni storiche, in alcuni paesi come purtroppo l'Italia, a differenza ad esempio del Nord Europa, <u>i giornalisti seguono un percorso di formazione totalmente inadeguato dal punto di vista scientifico</u>, per cui sono bravissimi quando devono parlare dei retroscena di Palazzo nel governo nell'opposizione, ma quando devono fare informazione su questioni che riguardano aspetti scientifici, fanno disastri perché non sanno di cosa stanno parlando, ma spesso pensano di aver capito tutto, il che li rende ancora più pericolosi.
[00:05:00]  
[00:05:00]  


Più in generale, tutto questo è lo <u>specchio di un più ampio problema culturale, con la pericolosissima e sempre crescente tendenza alla polarizzazione</u> delle idee, per cui in tutti i campi <u>pare che sia inevitabile dividersi in fazioni opposte</u>, sempre più <u>intransigenti e arroccate</u> su posizioni sempre più estreme l'uno contro l'altro armati e <u>perdere la capacità del confronto, del compromesso ove possibile</u> e ove non sia possibile, comunque la tolleranza verso le posizioni diverse dalla nostra. L'apprezzamento per la bellezza di essere in disaccordo per la bellezza del confronto, del dialogo, della pluralità di idee e che lo scopo del confronto non è umiliare o ferire o sconfiggere o mettere in difficoltà l'avversario, come la moda dei talk show o peggio dei duelli televisivi sembrano voler imporre alla fine di un confronto di idee. Non ci deve per forza essere un vincitore e uno sconfitto, ma al contrario, dovrebbe esserci un arricchimento per entrambi. E invece oggi pare che se si hanno idee o posizioni opposte si debba per forza essere nemici o addirittura odiarsi o insultarsi o con me o contro di me. E i miei amici sono solo quelli che hanno le mie stesse idee. E questo così come avviene in politica, nella religione, in tutti gli altri campi, avviene purtroppo sempre più spesso anche tra gli scienziati, così come tra i giornalisti che dovrebbero fare divulgazione e non propaganda.
==== Polarizzazione del dibattito ====
 
Più in generale, tutto questo è lo <u>specchio di un più ampio problema culturale, con la pericolosissima e sempre crescente tendenza alla polarizzazione</u> delle idee, per cui in tutti i campi <u>pare che sia inevitabile dividersi in fazioni opposte</u>, sempre più <u>intransigenti e arroccate</u> su posizioni sempre più estreme l'uno contro l'altro armati e <u>perdere la capacità del confronto, del compromesso ove possibile</u> e ove non sia possibile, comunque la tolleranza verso le posizioni diverse dalla nostra.  
L'apprezzamento per la bellezza di essere in disaccordo per la <u>bellezza del confronto, del dialogo, della pluralità di idee</u> e che lo scopo del confronto non è umiliare o ferire o sconfiggere o mettere in difficoltà l'avversario, come la moda dei talk show o peggio dei duelli televisivi sembrano voler imporre alla fine di un confronto di idee. <u>Non ci deve per forza essere un vincitore e uno sconfitto, ma al contrario, dovrebbe esserci un arricchimento per entrambi</u>. E invece oggi pare che se si hanno idee o posizioni opposte si debba per forza essere nemici o addirittura odiarsi o insultarsi o con me o contro di me. E <u>i miei amici sono solo quelli che hanno le mie stesse idee</u>. E questo così come avviene in politica, nella religione, in tutti gli altri campi, avviene purtroppo sempre più spesso anche tra gli scienziati, così come tra i giornalisti che dovrebbero <u>fare divulgazione e non propaganda</u>.


L'altro problema è invece che è il tema di oggi è quell'atteggiamento che io definisco l''''arroganza della scienza''' e che sta allontanando la scienza da molte persone e a buon diritto. Badate quando dico arroganza, <u>non mi riferisco alla boria di certi scienziati</u> che a volte vedete pontificare in televisione o sui social media per mantenere la loro reputazione o più spesso cogliere al volo l'occasione di costruirsi in fretta una. Né mi riferisco a chi irride o insulta chi la pensa diversamente da sé. Questa non è l'arroganza della scienza e l'arroganza degli scienziati, per fortuna solo di alcuni scienziati o presunti tali, ma diciamo riguarda gli individui. E vabbè, quelli ce li dobbiamo sopportare E pazienza quello. Peraltro abbiamo per fortuna una facilissima soluzione che si trova in tutte le nostre case e si chiama tasto off del telecomando. Idem sul web e sicuramente nel mio piccolo. Per qualcuno appartengo io stesso a tale categoria. Ma almeno qui c'è la decenza di avere sotto un box dei commenti per esprimere il vostro disaccordo o anche semplicemente per mandarmi al diavolo. Io però oggi non sto parlando degli individui.
=== Arroganza della scienza ===
L'altro problema è invece che è il tema di oggi è quell'atteggiamento che io definisco l''''arroganza della scienza''' e che sta allontanando la scienza da molte persone e a buon diritto.


Sto parlando di alcuni concetti, ahimè molto più diffusi e che permeano l'immaginario e il modo di agire collettivo, per cui quella che rischia di diventare arrogante non sono singoli scienziati, ma la scienza nel suo insieme. Ebbene, io individuo in particolare tre ambiti in cui la scienza secondo me pecca di arroganza e vorrei oggi sottoporli alla vostra considerazione invitandovi a riflettere su ciascuno di essi.  
==== Non arroganza degli scienziati ====
 
Badate quando dico arroganza, <u>non mi riferisco alla boria di certi scienziati</u> che a volte vedete pontificare in televisione o sui social media per mantenere la loro reputazione o più spesso cogliere al volo l'occasione di costruirsi in fretta una. Né mi riferisco a chi irride o insulta chi la pensa diversamente da sé. Questa non è l'arroganza della scienza e l'arroganza degli scienziati, per fortuna solo di alcuni scienziati o presunti tali, ma diciamo riguarda gli individui. E vabbè, quelli ce li dobbiamo sopportare E pazienza quello. Peraltro abbiamo per fortuna una facilissima soluzione che si trova in tutte le nostre case e si chiama tasto off del telecomando. Idem sul web e sicuramente nel mio piccolo. Per qualcuno appartengo io stesso a tale categoria. Ma almeno qui c'è la decenza di avere sotto un box dei commenti per esprimere il vostro disaccordo o anche semplicemente per mandarmi al diavolo. Io però oggi non sto parlando degli individui.
Ve li anticipo subito.  
Sto parlando di alcuni concetti, ahimè molto più diffusi e che permeano l'immaginario e il modo di agire collettivo, per cui quella che rischia di diventare arrogante non sono singoli scienziati, ma la scienza nel suo insieme.
Ebbene, io individuo in particolare tre ambiti in cui la scienza secondo me pecca di arroganza e vorrei oggi sottoporli alla vostra considerazione invitandovi a riflettere su ciascuno di essi. Ve li anticipo subito.  


Il primo è la '''pretesa normativa''' che nasce dalla <u>confusione tra dati e conclusioni</u> e dall'<u>illusione che possa esistere un agire scientifico</u>.  
Il primo è la '''pretesa normativa''' che nasce dalla <u>confusione tra dati e conclusioni</u> e dall'<u>illusione che possa esistere un agire scientifico</u>.  


Il secondo è l''''illusione di infallibilità''', che nasce dalla <u>confusione tra verità e conoscenza e dalla dimenticanza delle regole base del metodo scientifico</u>. E il terzo è la '''pretesa di esclusività''' che nasce dalla confusione tra validità scientifica e validità in generale e che rischia di portare a una scienza che vorrebbe far sparire dal mondo tutto ciò che scienza non è.  
Il secondo è l''''illusione di infallibilità''', che nasce dalla <u>confusione tra verità e conoscenza e dalla dimenticanza delle regole base del metodo scientifico</u>. E il terzo è la '''pretesa di esclusività''' che nasce dalla confusione tra validità scientifica e validità in generale e che rischia di portare a una scienza che vorrebbe far sparire dal mondo tutto ciò che scienza non è.  
 
=== Primo ambito di arroganza, Pretesa normativa ===
=== Pretesa normativa ===
E allora cominciamo dal primo ambito di arroganza, cioè la scienza che pretende di diventare normativa e tradursi in una sorta di vivere scientifico, un agire scientifico, cioè l'idea del tutto mal riposta che sia in qualche modo possibile agire, vivere, prendere le decisioni guidati unicamente dai dati scientifici. In altre parole, confondere la scienza con l'agire scientifico. Lasciamo parlare i fatti, sentiamo dire ma i fatti parlano da soli. I dati parlano da soli. Ebbene no, i dati da soli non parlano mai. Così come uno strumento di misurazione, da sempre un numero. Ma i numeri non hanno un significato intrinseco, lo assumono esclusivamente in base alla decisione che abbiamo preso noi di inquadrarli in un determinato contesto. È come dire io decido se fare il bagno in questo mare esclusivamente sulla base di quanto è inquinato. Lo decide la scienza, la scienza fa le analisi e mi dice In quest'acqua c'è una concentrazione di enterococchi di 600 unità formanti colonie per 100 ml.  
E allora cominciamo dal primo ambito di arroganza, cioè la scienza che pretende di diventare normativa e tradursi in una sorta di vivere scientifico, un agire scientifico, cioè l'idea del tutto mal riposta che sia in qualche modo possibile agire, vivere, prendere le decisioni guidati unicamente dai dati scientifici. In altre parole, confondere la scienza con l'agire scientifico. Lasciamo parlare i fatti, sentiamo dire ma i fatti parlano da soli. I dati parlano da soli. Ebbene no, i dati da soli non parlano mai. Così come uno strumento di misurazione, da sempre un numero. Ma i numeri non hanno un significato intrinseco, lo assumono esclusivamente in base alla decisione che abbiamo preso noi di inquadrarli in un determinato contesto. È come dire io decido se fare il bagno in questo mare esclusivamente sulla base di quanto è inquinato. Lo decide la scienza, la scienza fa le analisi e mi dice In quest'acqua c'è una concentrazione di enterococchi di 600 unità formanti colonie per 100 ml.  


Quindi lo fai o non lo fai sto bagno? Questo non me lo può dire la scienza. Sono io che posso decidere "ok, al di sopra di 500 di enterococchi, è troppo inquinato e non faccio il bagno". Ma quella è una scelta mia, non dei dati. Non lo hanno deciso le evidenze scientifiche. Se era il caso o meno di fare il bagno l'ho deciso io. Posso fare degli altri studi per capire fino a che valore di coliformi è sicuro fare il bagno. E la scienza mi dirà ok, con tot enterococchi si infettano tre persone su 100 con tot altri se ne infettano sei con di più ancora se ne infettano 9/100. Ok? E quindi fino a che valore decidiamo che è sicuro fare il bagno di nuovo? Quella è una scelta che devo fare io. Non saranno mai i dati a dirlo perché sarà una decisione che dovrò prendere, soppesando i vantaggi e gli svantaggi e i rischi coi benefici. Voi mi dite io voglio zero infezioni. La scienza risponde Se vuoi zero infezioni allora, nessuno potrà mai fare il bagno da nessuna parte. E okay, anche questa è una decisione valida come tutte le altre, ma ugualmente arbitraria per quanto basata sui dati scientifici. I dati oggettivi sono sempre quelli, ma la decisione su cosa fare è vostra. In ogni caso facciamo questo, decidiamo quello unicamente sulla base delle evidenze scientifiche. Ebbene, sulla base delle [00:10:00] medesime evidenze scientifiche, tu puoi fare una cosa così come il suo esatto contrario.
Quindi lo fai o non lo fai sto bagno? Questo non me lo può dire la scienza. Sono io che posso decidere "ok, al di sopra di 500 di enterococchi, è troppo inquinato e non faccio il bagno". Ma quella è una scelta mia, non dei dati. Non lo hanno deciso le evidenze scientifiche. Se era il caso o meno di fare il bagno l'ho deciso io. Posso fare degli altri studi per capire fino a che valore di coliformi è sicuro fare il bagno. E la scienza mi dirà ok, con tot enterococchi si infettano tre persone su 100 con tot altri se ne infettano sei con di più ancora se ne infettano 9/100. Ok? E quindi fino a che valore decidiamo che è sicuro fare il bagno di nuovo? Quella è una scelta che devo fare io. Non saranno mai i dati a dirlo perché sarà una decisione che dovrò prendere, soppesando i vantaggi e gli svantaggi e i rischi coi benefici. Voi mi dite io voglio zero infezioni. La scienza risponde Se vuoi zero infezioni allora, nessuno potrà mai fare il bagno da nessuna parte. E okay, anche questa è una decisione valida come tutte le altre, ma ugualmente arbitraria per quanto basata sui dati scientifici. I dati oggettivi sono sempre quelli, ma la decisione su cosa fare è vostra. In ogni caso facciamo questo, decidiamo quello unicamente sulla base delle evidenze scientifiche.  


E sapete perché? Perché quello che fai, Le decisioni che prendi sono sempre per definizione soggettive è pericolosissimo lasciar passare l'idea che se io faccio qualcosa sulla base delle evidenze scientifiche, sto facendo qualcosa di oggettivo e che non si sarebbe potuto fare altrimenti no? Le evidenze sono le evidenze, ma poi quello che io ci faccio sulla loro base non ha più nulla di scientifico. Mai per definizione, quindi l'agire scientifico non esiste. Dire io agisco unicamente guidato dalla scienza è una cosa che non esiste, è una completa illusione.
[00:10:00]


Ebbene, sulla base delle medesime evidenze scientifiche, tu puoi fare una cosa così come il suo esatto contrario. E sapete perché? Perché quello che fai, Le decisioni che prendi sono sempre per definizione soggettive è pericolosissimo lasciar passare l'idea che se io faccio qualcosa sulla base delle evidenze scientifiche, sto facendo qualcosa di oggettivo e che non si sarebbe potuto fare altrimenti no? Le evidenze sono le evidenze, ma poi quello che io ci faccio sulla loro base non ha più nulla di scientifico. Mai per definizione, quindi l'agire scientifico non esiste. Dire io agisco unicamente guidato dalla scienza è una cosa che non esiste, è una completa illusione.


Quando dai dati che sono oggettivi passo a cosa io decido di fare sulla base di quei dati. Lì non c'entra più niente la scienza. Quelle sono scelte. E allora ammantare queste scelte con una veste di scientificità dicendo "a ma quello che abbiamo deciso è basato unicamente sui dati, sulle evidenze scientifiche". Come dire quindi oggettivo, scientifico, incontestabile e non si sarebbe potuto fare diversamente. È una distorsione pazzesca. C'è uno iato nettissimo tra l'analisi scientifica e la prescrizione normativa, per cui concetto da scolpire a fuoco nella testa, le evidenze scientifiche non hanno mai intrinsecamente valore decisionale. La scienza descrive ma non prescrive. Ed è per questo che in tutto il mondo normalmente le autorità scientifiche esprimono pareri che non hanno mai valore vincolante, ma solo informativo. E a volte qualcuno se ne scandalizza. Ma in realtà meno male che è così, perché le decisioni sono sempre politiche o filosofiche o etiche, insomma, declinatelo come volete.
Quando dai dati che sono oggettivi passo a cosa io decido di fare sulla base di quei dati. Lì non c'entra più niente la scienza. Quelle sono scelte. E allora ammantare queste scelte con una veste di scientificità dicendo "a ma quello che abbiamo deciso è basato unicamente sui dati, sulle evidenze scientifiche". Come dire quindi oggettivo, scientifico, incontestabile e non si sarebbe potuto fare diversamente. È una distorsione pazzesca. C'è uno iato nettissimo tra l'analisi scientifica e la prescrizione normativa, per cui concetto da scolpire a fuoco nella testa, le evidenze scientifiche non hanno mai intrinsecamente valore decisionale. La scienza descrive ma non prescrive. Ed è per questo che in tutto il mondo normalmente le autorità scientifiche esprimono pareri che non hanno mai valore vincolante, ma solo informativo. E a volte qualcuno se ne scandalizza. Ma in realtà meno male che è così, perché le decisioni sono sempre politiche o filosofiche o etiche, insomma, declinatelo come volete.
Riga 51: Riga 58:


Dipende dal contesto della decisione. Ma non si può chiedere agli scienziati di decidere perché lo scienziato studia la sua cosina, vede la sua fettina e dice la soluzione ideale per la mia fettina della mia cosina. Nell'immediato sarebbe fare così. Ma non ha la più pallida idea delle implicazioni che potrebbero avere le sue raccomandazioni se per salvare la sua fettina della sua cosina si distrugge nel frattempo tutto il resto della torta non ne vale la pena, ma questo non lo potrò mai vedere. Lo scienziato, l'esperto, proprio in quanto tale, sa solo vedere in profondità, sempre che sia bravo, ma in profondità, nello stretto perimetro del suo campo di expertise. Ma da questa sua stretta visuale non può prevedere le ripercussioni più ampie del suo operato o dei suoi consigli. Il mettere insieme le cose e soppesare i pro e i contro delle decisioni, integrando questa fettina con l'altra fettina con l'altra fettina per avere la visione generale. La prospettiva lunga non è compito della scienza, perché sennò poi ci stupiamo quando sentiamo due esperti che dicono che bisognerebbe fare cose opposte e diciamo siamo a posto. Se non sono d'accordo neanche gli esperti, la scienza è inutile e no. Siamo noi che non abbiamo capito qual è il compito della scienza. Quando gli esperti dicono quello che secondo loro bisognerebbe fare, stanno parlando delle loro conclusioni che hanno tratto dai dati scientifici. Ma le opinioni degli scienziati non sono la scienza, sono opinioni e perciò è assolutamente normale che due scienziati diversi traggano conclusioni diverse, perché quella non è la scienza che parla da sola.
Dipende dal contesto della decisione. Ma non si può chiedere agli scienziati di decidere perché lo scienziato studia la sua cosina, vede la sua fettina e dice la soluzione ideale per la mia fettina della mia cosina. Nell'immediato sarebbe fare così. Ma non ha la più pallida idea delle implicazioni che potrebbero avere le sue raccomandazioni se per salvare la sua fettina della sua cosina si distrugge nel frattempo tutto il resto della torta non ne vale la pena, ma questo non lo potrò mai vedere. Lo scienziato, l'esperto, proprio in quanto tale, sa solo vedere in profondità, sempre che sia bravo, ma in profondità, nello stretto perimetro del suo campo di expertise. Ma da questa sua stretta visuale non può prevedere le ripercussioni più ampie del suo operato o dei suoi consigli. Il mettere insieme le cose e soppesare i pro e i contro delle decisioni, integrando questa fettina con l'altra fettina con l'altra fettina per avere la visione generale. La prospettiva lunga non è compito della scienza, perché sennò poi ci stupiamo quando sentiamo due esperti che dicono che bisognerebbe fare cose opposte e diciamo siamo a posto. Se non sono d'accordo neanche gli esperti, la scienza è inutile e no. Siamo noi che non abbiamo capito qual è il compito della scienza. Quando gli esperti dicono quello che secondo loro bisognerebbe fare, stanno parlando delle loro conclusioni che hanno tratto dai dati scientifici. Ma le opinioni degli scienziati non sono la scienza, sono opinioni e perciò è assolutamente normale che due scienziati diversi traggano conclusioni diverse, perché quella non è la scienza che parla da sola.




Riga 64: Riga 72:
È come se mi dicessero un giorno tieni, ti diamo pieni poteri, decidi tu cosa deve mangiare la popolazione italiana, ma me la darai a gambe levate. Io posso dire cosa c'è dentro un carciofo dove si trova la vitamina K e quanto aumenta il rischio di tumore al colon? Mangiando molta carne rossa? Posso indicare quelli che sono, secondo me gli approcci migliori alla dieta equilibrata, ma poi ciascuno decide per sé cosa mangiare. Vi immaginate se si stabilisse qual è la dieta ideale? Poi si imponesse per dogma illiberale? Che cosa la popolazione deve mangiare? L'obbligo di broccoli? Aiuto! Primo perché magari sbaglio io qualcosa E poi perché non tutti hanno la stessa mia visione filosofica delle priorità, per cui il mio compito di far vedere i nutrienti che si perdono passando dalla pasta integrale a quella raffinata. Ma non di dire che bisognerebbe smettere di vendere la pasta bianca e tantomeno di vietarne la vendita. Perché sennò? Così, per tornare un esempio che faccio sempre negli anni 80 avremmo tolto dal commercio il burro e lasciato solo le margarine idrogenati che raccomandavano le linee guida. E così facendo avremmo impedito a quelli che dicevano io me ne infischio delle linee guida e voglio lo stesso al burro di poterselo mangiare. E adesso, in retrospettiva, sappiamo che sono quelli che hanno fatto la scelta migliore, perché le margarine erano piene di grassi trans che facevano assai peggio del burro.
È come se mi dicessero un giorno tieni, ti diamo pieni poteri, decidi tu cosa deve mangiare la popolazione italiana, ma me la darai a gambe levate. Io posso dire cosa c'è dentro un carciofo dove si trova la vitamina K e quanto aumenta il rischio di tumore al colon? Mangiando molta carne rossa? Posso indicare quelli che sono, secondo me gli approcci migliori alla dieta equilibrata, ma poi ciascuno decide per sé cosa mangiare. Vi immaginate se si stabilisse qual è la dieta ideale? Poi si imponesse per dogma illiberale? Che cosa la popolazione deve mangiare? L'obbligo di broccoli? Aiuto! Primo perché magari sbaglio io qualcosa E poi perché non tutti hanno la stessa mia visione filosofica delle priorità, per cui il mio compito di far vedere i nutrienti che si perdono passando dalla pasta integrale a quella raffinata. Ma non di dire che bisognerebbe smettere di vendere la pasta bianca e tantomeno di vietarne la vendita. Perché sennò? Così, per tornare un esempio che faccio sempre negli anni 80 avremmo tolto dal commercio il burro e lasciato solo le margarine idrogenati che raccomandavano le linee guida. E così facendo avremmo impedito a quelli che dicevano io me ne infischio delle linee guida e voglio lo stesso al burro di poterselo mangiare. E adesso, in retrospettiva, sappiamo che sono quelli che hanno fatto la scelta migliore, perché le margarine erano piene di grassi trans che facevano assai peggio del burro.


 
==== Secondo ambito di arroganza, illusione di infallibilità ====
E così siamo arrivati al secondo ambito di arroganza, quella che potremmo chiamare illusione di infallibilità che fa a pugni con quella che è una regola assolutamente di base del metodo scientifico, cioè che la vera scienza è umile per definizione, non pretende di avere risposte definitive e sa benissimo che tutto quello che dice potrebbe essere sbagliato. E invece, talora, per sovra compensare le proprie insicurezze e talora per difensiva da chi si sente attaccato per le sue posizioni, talora in malafede, per difendere la carriera o salvare la faccia, ma molto spesso in perfetta buonafede, per puro e semplice condimento. Noi ci troviamo davanti scienziati con la completa certezza della ragione, convinti di avere la verità in tasca e la certezza assoluta che la ragione sia dalla loro parte. Ora una persona che è convinta nel profondo di avere la ragione dalla sua parte, di sapere con assoluta certezza cosa è meglio fare e cosa è meglio per il bene di tutti, diventa la persona più pericolosa del mondo, perché pur di conseguire quel fine riterrà che qualunque mezzo sia giustificabile. Il campanello d'allarme qui è fare sistematicamente appello alle prove, cioè dire sempre questa cosa non è stata provata dalla scienza o viceversa. Sì, questa cosa è stata provata scientificamente. Ebbene, questo denota o malafede o enorme ingenuità sulle possibilità della scienza o enorme ignoranza sul funzionamento del metodo scientifico, perché chi conosce il metodo scientifico sa che la scienza non prova mai nulla.
E così siamo arrivati al secondo ambito di arroganza, quella che potremmo chiamare illusione di infallibilità che fa a pugni con quella che è una regola assolutamente di base del metodo scientifico, cioè che la vera scienza è umile per definizione, non pretende di avere risposte definitive e sa benissimo che tutto quello che dice potrebbe essere sbagliato. E invece, talora, per sovra compensare le proprie insicurezze e talora per difensiva da chi si sente attaccato per le sue posizioni, talora in malafede, per difendere la carriera o salvare la faccia, ma molto spesso in perfetta buonafede, per puro e semplice condimento. Noi ci troviamo davanti scienziati con la completa certezza della ragione, convinti di avere la verità in tasca e la certezza assoluta che la ragione sia dalla loro parte. Ora una persona che è convinta nel profondo di avere la ragione dalla sua parte, di sapere con assoluta certezza cosa è meglio fare e cosa è meglio per il bene di tutti, diventa la persona più pericolosa del mondo, perché pur di conseguire quel fine riterrà che qualunque mezzo sia giustificabile. Il campanello d'allarme qui è fare sistematicamente appello alle prove, cioè dire sempre questa cosa non è stata provata dalla scienza o viceversa. Sì, questa cosa è stata provata scientificamente. Ebbene, questo denota o malafede o enorme ingenuità sulle possibilità della scienza o enorme ignoranza sul funzionamento del metodo scientifico, perché chi conosce il metodo scientifico sa che la scienza non prova mai nulla.


Riga 71: Riga 79:




Popper risolse brillantemente il problema dicendo "e no, non è questo il modo giusto di testare un'ipotesi dal punto di vista scientifico", cioè verificare che funziona, ma bisogna fare il contrario, cioè provare a dimostrare che non funziona. Per qualunque ipotesi ci sarà qualche osservazione che la conferma, ma questo non ne prova la verità. Ed è per questo che la scienza non deve procedere cercando di trovare fatti che confermino le sue ipotesi, ma continuando a cercare fatti che tentino di confutare. Perché se tu batti le mani il leone non arriva. Questo non prova che la tua teoria è vera e quindi non prova nulla. Ma se invece il leone arriva a questo si prova qualcosa, cioè che la tua teoria è falsa. Ma da questo fatto deriva immediatamente un gigantesco bagno di umiltà della scienza, perché ci insegna che l'unica cosa che la scienza può provare è che una teoria è falsa, mentre non potrà mai provare che una teoria è vera. Più cerco di falsificare un'ipotesi e non ci riesco più. Quella ipotesi cresce di validità, ma in nessun caso potrà diventare una certezza. Nulla, neanche le teorie più solide. La gravità e la relatività sono verità assolute, sono solo temporaneamente accettate perché mai provate, ma potenzialmente in attesa che qualcuno arrivi a smentirle. E quindi il merito straordinario di Popper è stato ribadire a chiare lettere che la scienza non arriva mai alla verità né a conoscenze definitive.
 
Popper risolse brillantemente il problema dicendo "e no, non è questo il modo giusto di testare un'ipotesi dal punto di vista scientifico", cioè verificare che funziona, ma bisogna fare il contrario, cioè provare a dimostrare che non funziona. Per qualunque ipotesi ci sarà qualche osservazione che la conferma, ma questo non ne prova la verità. Ed è per questo che la scienza non deve procedere cercando di trovare fatti che confermino le sue ipotesi, ma continuando a cercare fatti che tentino di confutare. Perché se tu batti le mani il leone non arriva. Questo non prova che la tua teoria è vera e quindi non prova nulla. Ma se invece il leone arriva a questo si prova qualcosa, cioè che la tua teoria è falsa. Ma da questo fatto deriva immediatamente un gigantesco bagno di umiltà della scienza, perché ci insegna che l'unica cosa che la scienza può provare è che una teoria è falsa, mentre non potrà mai provare che una teoria è vera. Più cerco di falsificare un'ipotesi e non ci riesco più. Quella ipotesi cresce di validità, ma in nessun caso potrà diventare una certezza. Nulla, neanche le teorie più solide. La gravità e la relatività sono verità assolute, sono solo temporaneamente accettate perché mai provate, ma potenzialmente in attesa che qualcuno arrivi a smentirle. E quindi il merito straordinario di [https://it.wikipedia.org/wiki/Karl_Popper Popper] è stato ribadire a chiare lettere che la scienza non arriva mai alla verità né a conoscenze definitive.
 




La scienza propone delle teorie, poi cerca di confutare, raccogliendo dati o facendo esperimenti e se non ci riesce le accetta in via di tentativo finché qualcuno dovesse smentirle. E fintanto che una teoria ci aiuta a spiegare i fatti osservati e resiste a ripetuti tentativi di falsificare. Possiamo certamente accettarla come valida, ma dobbiamo distinguere nettamente tra conoscenza e verità. La verità non fa parte degli obiettivi della scienza. Quello a cui può mirare la scienza è unicamente la conoscenza che, per quanto tentativo può essere comunque utilissima, e di importanza vitale; gravida di applicazioni pratiche, di straordinari progressi nella qualità della nostra vita. Ma non sarà mai certezza. Grave errore illudersi che la scienza porti a comprendere la verità dell'universo. Guardate cosa scriveva Erasmo nel suo Elogio della pazzia, parlando degli scienziati quando dolcemente delira mentre si costruiscono innumerevoli mondi, mentre misurano il sole, la luna, le stelle e i pianeti. Come se bastassero il pollice e il filo, mentre spiegano la causa dei fulmini, dei venti, dell'eclissi e di tutte le altre cose inesplicabili. Ma intanto la natura se la ride magnificamente di loro e di tutte le loro congetture. Nulla essi conoscono con sicurezza. E a dimostrarlo basti il fatto che non c'è un solo problema sul quale non siano in disaccordo. Naturalmente, come dicevamo prima, il problema non è necessariamente l'ignoranza, ma la mala fede, cioè sapere benissimo tutte le cose che abbiamo appena detto. Ma usare la scienza come scudo, come parola con cui riempirsi la bocca per portare avanti le proprie idee, le proprie convinzioni o le proprie agende? E allora, guarda caso, quando si tratta di sostenere le idee che ci vanno a genio, ecco che un qualche studio scientifico da qualche parte a cui appellarci lo troviamo sempre e quindi a questa cosa è stata approvata dalla scienza.
La scienza propone delle teorie, poi cerca di confutare, raccogliendo dati o facendo esperimenti e se non ci riesce le accetta in via di tentativo finché qualcuno dovesse smentirle. E fintanto che una teoria ci aiuta a spiegare i fatti osservati e resiste a ripetuti tentativi di falsificare. Possiamo certamente accettarla come valida, ma dobbiamo distinguere nettamente tra conoscenza e verità. La verità non fa parte degli obiettivi della scienza. Quello a cui può mirare la scienza è unicamente la conoscenza che, per quanto tentativo può essere comunque utilissima, e di importanza vitale; gravida di applicazioni pratiche, di straordinari progressi nella qualità della nostra vita. Ma non sarà mai certezza. Grave errore illudersi che la scienza porti a comprendere la verità dell'universo. Guardate cosa scriveva Erasmo nel suo Elogio della pazzia, parlando degli scienziati quando dolcemente delira mentre si costruiscono innumerevoli mondi, mentre misurano il sole, la luna, le stelle e i pianeti. Come se bastassero il pollice e il filo, mentre spiegano la causa dei fulmini, dei venti, dell'eclissi e di tutte le altre cose inesplicabili. Ma intanto la natura se la ride magnificamente di loro e di tutte le loro congetture. Nulla essi conoscono con sicurezza. E a dimostrarlo basti il fatto che non c'è un solo problema sul quale non siano in disaccordo. Naturalmente, come dicevamo prima, il problema non è necessariamente l'ignoranza, ma la mala fede, cioè sapere benissimo tutte le cose che abbiamo appena detto. Ma usare la scienza come scudo, come parola con cui riempirsi la bocca per portare avanti le proprie idee, le proprie convinzioni o le proprie agende? E allora, guarda caso, quando si tratta di sostenere le idee che ci vanno a genio, ecco che un qualche studio scientifico da qualche parte a cui appellarci lo troviamo sempre e quindi a questa cosa è stata approvata dalla scienza.


Viceversa, quando ci sono le cose che non ci fanno comodo, ecco che all'improvviso gli studi non sono mai abbastanza. E sì, ci sono, ma sono controversi, hanno limitazioni, si potrebbero interpretare anche così e comunque non provano nulla in modo conclusivo, inequivocabile. Quindi quando si tratta di vendere il farmaco innovativo e costosissimo sperimentato in 2 minuti, "li ah no, ma siamo assolutamente tranquilli. Ci sono tutte le prove scientifiche che funziona da Dio ed è assolutamente sicuro". Poi quando si tratta di una vitamina o di un vecchio farmaco col brevetto ormai scaduto che non costano niente, voi potete anche arrivare con la carriola colma di tutti gli studi pubblicati, ma lì chissà come mai non sono mai abbastanza conclusivi. E allora quella è una pericolosa bufala che non è stata provata dalla scienza e anzi potrebbero addirittura essere pericolosi con un minimo di impegno, di intelligenza e di capacità comunicative. È facilissimo menare per il naso la gente utilizzando argomentazioni perfettamente [00:25:00] razionali e supportate da abbondanti riferimenti alla letteratura scientifica. Lo abbiamo osservato decine di volte anche nei nostri video. Voi entrate in una libreria, guardate nel reparto di saggistica e trovate centinaia di libri scritti tutti in questo modo, anche tomazzi<ref>tomi, libri, volumi</ref> di centinaia di pagine che dicono "Slam, ecco tutte le prove scientifiche delle scemenze che dico io". E se li leggete ci sono effettivamente centinaia di riferimenti bibliografici a studi che supportano le tesi dell'autore. Come avevo fatto anch'io nel video sui pericoli di frutta e verdura, cioè l'approccio della scienza al rovescio. Prima decido quello che voglio dimostrare e poi cerco tutte le prove a supporto. E come ci spiegava prima Popper, se procedo così qualcosa lo trovo sempre per sostenere qualunque cosa. Un qualche studio pubblicato lo trovate per sostenere qualunque argomentazione. Anche perché lo studio, cioè il dato scientifico, come abbiamo imparato nella prima parte del video, è appunto questo: un dato. Non viene con la sua interpretazione intrinseca, ma quando voi parlate di interpretazione di applicazioni pratiche del tipo "il succo di carciofo è ideale per depurare l'organismo" lì state traendo una conclusione dai dati per cui io posso prendere il dato pubblicato e appiccicare la mia interpretazione, facendo passare l'idea che questa sia supportata dalla letteratura scientifica. Quindi evitiamo di abusare dell'appello arrogante agli studi scientifici, sia in un senso che nell'altro, evitando sia di usarli come scudo per scoraggiare le nostre idee, sia di usarli come arma per attaccare quelle che non ci vanno a genio. Non è a questo che servono.


Viceversa, quando ci sono le cose che non ci fanno comodo, ecco che all'improvviso gli studi non sono mai abbastanza. E sì, ci sono, ma sono controversi, hanno limitazioni, si potrebbero interpretare anche così e comunque non provano nulla in modo conclusivo, inequivocabile. Quindi quando si tratta di vendere il farmaco innovativo e costosissimo sperimentato in 2 minuti, "li ah no, ma siamo assolutamente tranquilli. Ci sono tutte le prove scientifiche che funziona da Dio ed è assolutamente sicuro". Poi quando si tratta di una vitamina o di un vecchio farmaco col brevetto ormai scaduto che non costano niente, voi potete anche arrivare con la carriola colma di tutti gli studi pubblicati, ma lì chissà come mai non sono mai abbastanza conclusivi. E allora quella è una pericolosa bufala che non è stata provata dalla scienza e anzi potrebbero addirittura essere pericolosi con un minimo di impegno, di intelligenza e di capacità comunicative. È facilissimo menare per il naso la gente utilizzando argomentazioni perfettamente [00:25:00] razionali e supportate da abbondanti riferimenti alla letteratura scientifica. Lo abbiamo osservato decine di volte anche nei nostri video. Voi entrate in una libreria, guardate nel reparto di saggistica e trovate centinaia di libri scritti tutti in questo modo, anche tomazzi di centinaia di pagine che dicono "Slam, ecco tutte le prove scientifiche delle scemenze che dico io". E se li leggete ci sono effettivamente centinaia di riferimenti bibliografici a studi che supportano le tesi dell'autore. Come avevo fatto anch'io nel video sui pericoli di frutta e verdura, cioè l'approccio della scienza al rovescio. Prima decido quello che voglio dimostrare e poi cerco tutte le prove a supporto. E come ci spiegava prima Popper, se procedo così qualcosa lo trovo sempre per sostenere qualunque cosa. Un qualche studio pubblicato lo trovate per sostenere qualunque argomentazione. Anche perché lo studio, cioè il dato scientifico, come abbiamo imparato nella prima parte del video, è appunto questo: un dato. Non viene con la sua interpretazione intrinseca, ma quando voi parlate di interpretazione di applicazioni pratiche del tipo "il succo di carciofo è ideale per depurare l'organismo" lì state traendo una conclusione dai dati per cui io posso prendere il dato pubblicato e appiccicare la mia interpretazione, facendo passare l'idea che questa sia supportata dalla letteratura scientifica. Quindi evitiamo di abusare dell'appello arrogante agli studi scientifici, sia in un senso che nell'altro, evitando sia di usarli come scudo per scoraggiare le nostre idee, sia di usarli come arma per attaccare quelle che non ci vanno a genio. Non è a questo che servono. E infine aggiungiamo il terzo tassello del nostro discorso quando la scienza ci prende gusto a diventare criterio normativo e comincia a pensarsi infallibile. Da lì il passo è breve per arrivare un altro problema che è quello di cominciare a voler escludere tutto ciò che scienza non è.
==== Terzo ambito di arroganza, pretesa di esclusività ====
 
E infine aggiungiamo il terzo tassello del nostro discorso quando la scienza ci prende gusto a diventare criterio normativo e comincia a pensarsi infallibile. Da lì il passo è breve per arrivare un altro problema che è quello di cominciare a voler escludere tutto ciò che scienza non è.  


A pretendere che il dibattito avvenga solo ed esclusivamente nel suo alveo e auspicare che sparisca dal mondo ciò che non è scientifico. Il problema principale qui è fare confusione tra validità scientifica e validità tout court. Se io formulo un'ipotesi che non è possibile mettere alla prova attraverso un esperimento o l'osservazione, questa ipotesi non è scientificamente valida. O meglio, non è valida dal punto di vista del metodo scientifico, che non coincide esattamente con la scienza in generale, ma è solo un suo strumento. Ma questo è un altro discorso che riserviamo per un'altra volta. Per cui ammettiamo pure che quella ipotesi non sia scientificamente valida. Questo però non vuol dire, come vorrebbero alcuni talebani, della scienza che sia necessariamente falsa. Magari è verissima, semplicemente sta al di fuori del campo della scienza. Quindi la sua validità non si può sottoporre all'esame del metodo scientifico e nemmeno vuol dire che non è un'ipotesi valida. Semplicemente non è scientifica, ma questo non ci dà nessun diritto di dire che è una stupidaggine e che si tratta di ciarlataneria, che non se ne dovrebbe nemmeno parlare e che chi ne è convinto deve essere irriso, insultato e possibilmente messo a tacere. L'esempio più banale di tutti se io dico Dio esiste. Questa è un'ipotesi che non si può né verificare né smentire con gli strumenti della scienza, per cui non è un'ipotesi scientificamente valida. Ma non per questo uno non ci può credere lo stesso.
A pretendere che il dibattito avvenga solo ed esclusivamente nel suo alveo e auspicare che sparisca dal mondo ciò che non è scientifico. Il problema principale qui è fare confusione tra validità scientifica e validità tout court. Se io formulo un'ipotesi che non è possibile mettere alla prova attraverso un esperimento o l'osservazione, questa ipotesi non è scientificamente valida. O meglio, non è valida dal punto di vista del metodo scientifico, che non coincide esattamente con la scienza in generale, ma è solo un suo strumento. Ma questo è un altro discorso che riserviamo per un'altra volta. Per cui ammettiamo pure che quella ipotesi non sia scientificamente valida. Questo però non vuol dire, come vorrebbero alcuni talebani, della scienza che sia necessariamente falsa. Magari è verissima, semplicemente sta al di fuori del campo della scienza. Quindi la sua validità non si può sottoporre all'esame del metodo scientifico e nemmeno vuol dire che non è un'ipotesi valida. Semplicemente non è scientifica, ma questo non ci dà nessun diritto di dire che è una stupidaggine e che si tratta di ciarlataneria, che non se ne dovrebbe nemmeno parlare e che chi ne è convinto deve essere irriso, insultato e possibilmente messo a tacere. L'esempio più banale di tutti se io dico Dio esiste. Questa è un'ipotesi che non si può né verificare né smentire con gli strumenti della scienza, per cui non è un'ipotesi scientificamente valida. Ma non per questo uno non ci può credere lo stesso.
Riga 87: Riga 98:


E poi ancora ci sono moltissime cose che la scienza non può studiare semplicemente perché non ne ha ancora gli strumenti. Ma il fatto che qualcosa non sia misurabile dalla scienza non significa che non esiste. Prendete ad esempio la teoria dell'energia vitale e dei flussi energetici nel nostro corpo, tra noi e gli altri, tra noi e la natura, tra noi e l'universo. Sono conoscenze che derivano dall'intuito umano e tramandate da un sapere millenario dell'umanità. Anche intuitivamente. Noi diciamo che una persona è piena di energia oppure [00:30:00] svuotata di energia, ma scientificamente non siamo mai riusciti a misurare questo livello di energia vitale, così come inteso da queste teorie. Per cui se io dico che la teoria dei. Non è scientifica. Ho perfettamente ragione a dirlo, ma questo non implica in nessun modo che sia falsa o non valida. Semplicemente il suo studio e al di fuori degli strumenti oggi a disposizione del metodo scientifico. Quindi facciamo benissimo a distinguere chiaramente ciò che è scientifico da ciò che non lo è. Ma sbagliamo in pieno se pensiamo che tutto ciò che non è scientifico sia ipso facto non valido o, peggio ancora, che andrebbe messo a tacere. La scienza diventa arrogante quando pretende di essere l'unica cosa valida, tutto quello che c'è e che quindi essere scientifici debba implicare l'esclusione non solo della spiritualità, del mito, della filosofia e della metafisica, della fede, della religione e della magia, ma anche dell'arte, dell'intuizione, della sensazione della creatività, della passione e della testardaggine, ecc.
E poi ancora ci sono moltissime cose che la scienza non può studiare semplicemente perché non ne ha ancora gli strumenti. Ma il fatto che qualcosa non sia misurabile dalla scienza non significa che non esiste. Prendete ad esempio la teoria dell'energia vitale e dei flussi energetici nel nostro corpo, tra noi e gli altri, tra noi e la natura, tra noi e l'universo. Sono conoscenze che derivano dall'intuito umano e tramandate da un sapere millenario dell'umanità. Anche intuitivamente. Noi diciamo che una persona è piena di energia oppure [00:30:00] svuotata di energia, ma scientificamente non siamo mai riusciti a misurare questo livello di energia vitale, così come inteso da queste teorie. Per cui se io dico che la teoria dei. Non è scientifica. Ho perfettamente ragione a dirlo, ma questo non implica in nessun modo che sia falsa o non valida. Semplicemente il suo studio e al di fuori degli strumenti oggi a disposizione del metodo scientifico. Quindi facciamo benissimo a distinguere chiaramente ciò che è scientifico da ciò che non lo è. Ma sbagliamo in pieno se pensiamo che tutto ciò che non è scientifico sia ipso facto non valido o, peggio ancora, che andrebbe messo a tacere. La scienza diventa arrogante quando pretende di essere l'unica cosa valida, tutto quello che c'è e che quindi essere scientifici debba implicare l'esclusione non solo della spiritualità, del mito, della filosofia e della metafisica, della fede, della religione e della magia, ma anche dell'arte, dell'intuizione, della sensazione della creatività, della passione e della testardaggine, ecc.
== Note ==