Molestie ad una giornalista in diretta: differenze tra le versioni

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[[File:Caso Greta Beccaglia, l’uomo che l’ha molestata si è trasferito in una località segreta.png|miniatura|Caso Greta Beccaglia, l’uomo che l’ha molestata si è trasferito in una località segreta - [https://www.open.online/2021/12/01/caso-greta-beccaglia-andrea-serrani-trasferito-localita-segreta/ OpenOnline]]]
[[File:Caso Greta Beccaglia, l’uomo che l’ha molestata si è trasferito in una località segreta.png|miniatura|Caso Greta Beccaglia, l’uomo che l’ha molestata si è trasferito in una località segreta - [https://www.open.online/2021/12/01/caso-greta-beccaglia-andrea-serrani-trasferito-localita-segreta/ OpenOnline]]]
Non lo sapremo mai poiché si tratta di un <u>processo alle intenzioni</u>, fatto sta che molti lo hanno messo sullo stesso piano, se non peggio, rispetto al molestatore. Ciò è il risultato del '''clima giustizialista''' che imperversa oggi '''sui social'''. La sensazione è che serva '''un mostro da bruciare in pubblica piazza''' (vedi [[Panico morale e Diavoli popolari]]) e su cui sfogare tutta la nostra rabbia (vedi [https://it.wikipedia.org/wiki/Capro_espiatorio Capro Espiatorio]), '''anche per sentirci superiori a lui e dimostrare agli altri la nostra moralità'''. Una dinamica preoccupante, che ci deve fare riflettere e portare a domandarci: noi, al posto suo, avremmo avuto la lucidità di agire nel modo più corretto possibile?
Non lo sapremo mai poiché si tratta di un <u>processo alle intenzioni</u>, fatto sta che molti lo hanno messo sullo stesso piano, se non peggio, rispetto al molestatore. Ciò è il risultato del '''clima giustizialista''' che imperversa oggi '''sui social'''. La sensazione è che serva '''un mostro da bruciare in pubblica piazza''' (vedi [[Panico morale e Diavoli popolari]]) e su cui sfogare tutta la nostra rabbia (vedi [https://it.wikipedia.org/wiki/Capro_espiatorio Capro Espiatorio]), '''anche per sentirci superiori a lui e dimostrare agli altri la nostra moralità'''. Una dinamica preoccupante, che ci deve fare riflettere e portare a domandarci: noi, al posto suo, avremmo avuto la lucidità di agire nel modo più corretto possibile?
== Riflessioni interessanti ==
== Riflessioni interessanti ==
Non sono pienamente d'accordo con tutto lo scritto della Lucarelli, ma è un concetto che mi girava in testa da prima di questa vicenda. Un punto di vista più ampio su un argomento che come al solito è stato ''abusato e strumentalizzato'' senza che possa servire ad altro se non ad ''alimentare la nostra temporanea bulimia di indignazione e scalpore, per poi tornare nel dimenticatoio. Abbiamo rovinato la vita del tifoso, per coerenza proviamo almeno a ricordarci che la spontaneità con cui vengono agiti certi atteggiamenti ha radici ben più profonde.''
Non sono pienamente d'accordo con tutto lo scritto della Lucarelli, ma è un concetto che mi girava in testa da prima di questa vicenda. Un punto di vista più ampio su un argomento che come al solito è stato ''abusato e strumentalizzato'' senza che possa servire ad altro se non ad ''alimentare la nostra temporanea bulimia di indignazione e scalpore, per poi tornare nel dimenticatoio. Abbiamo rovinato la vita del tifoso, per coerenza proviamo almeno a ricordarci che la spontaneità con cui vengono agiti certi atteggiamenti ha radici ben più profonde.''


"Il ''capro espiatorio'' era un capro impiegato nei riti ebraici compiuti il giorno dell’espiazione. Per domandare, appunto, il perdono dei peccati compiuti, il sommo sacerdote ''caricava tutte le colpe del popolo su un capro'', ''che'' veniva poi portato nel deserto, a circa 12 chilometri da Gerusalemme, dove secondo la tradizione biblica ''veniva precipitato da una rupe''."
"Il ''capro espiatorio'' era un capro impiegato nei riti ebraici compiuti il giorno dell’espiazione. Per domandare, appunto, il perdono dei peccati compiuti, il sommo sacerdote ''caricava tutte le colpe del popolo su un capro'', ''che'' veniva poi portato nel deserto, a circa 12 chilometri da Gerusalemme, dove secondo la tradizione biblica ''veniva precipitato da una rupe''."
== Selvaggia Lucarelli ==
== Selvaggia Lucarelli ==
A proposito di Greta Beccaglia, cercando di guardare oltre. Una mano sul sedere è una molestia, una donna inesperta o decorativa piazzata scientificamente nei programmi sportivi è parte di una cultura molesta che andrebbe punita con un daspo definitivo e irreversibile.
A proposito di Greta Beccaglia, cercando di guardare oltre. Una mano sul sedere è una molestia, una donna inesperta o decorativa piazzata scientificamente nei programmi sportivi è parte di una cultura molesta che andrebbe punita con un daspo definitivo e irreversibile.
=== Commenti ===
=== Commenti ===
Sono d'accordissimo.
Sono d'accordissimo.


siamo tutti pronti a mettere alla gogna il cretino di turno che fa un gesto deprecabile ma mai una netta e feroce presa di posizione contro quel sistema che sfrutta l'immagine femminile solo come icona del desiderio
siamo tutti pronti a mettere alla gogna il cretino di turno che fa un gesto deprecabile ma mai una netta e feroce presa di posizione contro quel sistema che sfrutta l'immagine femminile solo come icona del desiderio
== Riflessione di un avvocato ==
== Riflessione di un avvocato ==
Come posso non ritenere idiota, grave e deprecabile quanto fatto da quel ****** ai danni della giornalista?
Come posso non ritenere idiota, grave e deprecabile quanto fatto da quel ****** ai danni della giornalista?
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«la gogna mediatica non è assolutamente accettabile in un Paese civile e democratico, non scherziamo»
«la gogna mediatica non è assolutamente accettabile in un Paese civile e democratico, non scherziamo»
= Analisi psicologica della gogna mediatica contro il molestatore della giornalista =
Una delle notizie al momento più riportate e ricercate su giornali, TG e Social è senza dubbio la molestia da parte di un tifoso a una giornalista in diretta TV alla fine di una partita. L’ormai ben noto episodio ha portato a una vera e propria gogna mediatica, aprendo una serie di questioni di natura sociale e psicologica.
La reazione generale a questo sgradevole episodio può essere considerata eccessiva o la questione potrebbe essere stata in alcuni casi minimizzata? Quali dinamiche psicologiche potrebbero essere alla base di un simile clamore mediatico?
Di fronte a un evento negativo, le reazioni delle vittime e degli osservatori sin dal passato si sono spesso dimostrate particolarmente intense. Basti pensare ad esempio all’antica usanza di strapparsi i capelli in seguito alla morte di un feto.
Recentemente, quando qualcuno subisce una forma di molestia la reazione di chi apprende la notizia attraverso i mezzi di comunicazione si rivela spesso altrettanto forte. Un uomo che compie un singolo atto scellerato, come nel caso preso in esame, viene considerato meritevole di dodici anni di carcere, e molte indignate spettatrici reclamano anche maggiore severità.
Di certo atti di molestia e svilimento del sesso femminile non meriterebbero in nessun caso di essere accettati o sminuiti né dai singoli individui, né dal pensiero collettivo. Un modo concreto per invertire la rotta rispetto a simili incresciosi episodi potrebbe consistere effettivamente nell’assegnazione di pene severe, che vadano a responsabilizzare colpevoli e spettatori, così da imprimere chiaramente nella visione comune il fatto che la mancanza di rispetto non va mai considerata un caso, ma una scelta.
Certi gesti tossici vengono purtroppo in alcuni casi avallati dalla possibilità di rivendicarli come goliardici, a causa del pensiero piuttosto diffuso di chi li considera in tal modo e dell’umiliazione di molte donne che decidono di non rispondere ad affronti di questo tipo.
In casi come questi, una caratteristica altrimenti utile e importante come l’empatia può non essere considerata applicabile, perché di fatto non si rivela necessario né possibile empatizzare con chiunque e a qualunque condizione. Al contrario, tentativi di empatia nei confronti dei colpevoli potrebbero finire per alimentare ingiustificati atteggiamenti vittimistici. Mantenere un atteggiamento fermo da questo punta di vista, potrebbe invece contribuire ad accrescere il fondamentale senso di responsabilità dell'individuo.
Per analizzare invece il rovescio della medaglia, può essere opportuno toccare l'attuale tematica dell’hate speech, un fenomeno sempre più diffuso che coinvolge in maniera particolarmente ampia i Social Media.
In circostanze come quelle prese in considerazione riguardo alla molestia ai danni della giornalista, in risposta ad alcuni utenti di sesso maschile che sembravano minimizzare l’accaduto, alcune donne hanno replicato con discorsi di stampo giustizialista e forcaiolo, con migliaia di commenti carichi di odio e insulti non solo nei confronti del colpevole, ma anche degli incauti commentatori maschili.
Sorge quindi spontaneo un confronto fra i commenti di alcuni uomini riguardanti la questione, considerati spesso violenti o incivili, e le reazioni altrettanto forti e offensive di alcune utenti di sesso femminile. Cosa potrebbe spingere un individuo a reagire a un comportamento ritenuto molto negativo con quel medesimo atteggiamento?
La psicologia spiega questa attitudine con una tendenza all’indulgenza verso le proprie mancanze, ma non verso quelle altrui; nel momento in cui ci troviamo a dover spiegare o giustificare le nostre azioni a noi stessi o agli altri, ci risulta particolarmente facile trovare molte valide ragioni per scusare determinate attitudini, ma quando analizziamo comportamenti simili da parte di altri tendiamo a cambiare metro di misura.
Tale attitudine porta spesso ad attribuire determinati atteggiamenti o azioni altrui a cause fisse, come la personalità del nostro interlocutore, una sua presunta misoginia o altri difetti di carattere, senza cercare o fornire alcuna attenuante. Questa sorta di doppio pesismo inconscio è così diffuso che gli studiosi hanno coniato un’espressione per definirlo, ovvero errore fondamentale di attribuzione.
Simili riflessioni possono portare un lettore intelligente e realmente interessato alla verità a mettere in discussione le proprie convinzioni ed eventualmente essere disposto a rivalutarle. Tale autoesame potrebbe non risultare agevole, tant’è vero che gli psicologi definiscono lo stato da esso prodotto con il nome di dissonanza cognitiva.
Da una dissonanza cognitiva può scaturire addirittura del dolore fisico, dato che in generale tutti gli esseri umani tendono a non tollerare il conflitto interiore e a provare la forte necessità di risolverlo il più in fretta possibile. La naturale conseguenza è quindi l’attivazione di un meccanismo definito riduzione della dissonanza cognitiva, che potrebbe portare in qualche modo a smettere di pensare al problema, o magari a provare un senso di rabbia, denigrazione o sospetto nei confronti della persona o l’ente responsabile della nascita del conflitto.
In una circostanza come quella analizzata, si potrebbe cercare di chiudere semplicisticamente la questione concludendo che il colpevole abbia agito contro la legge e che non vi siano ulteriori implicazioni o riflessioni collegate alla questione. Eppure questo ragionamento di facile soluzione non terrebbe conto del fatto che anche tutti i partecipanti alla shitstorm che l’episodio ha generato stanno agendo contro la legge. Per non parlare del fatto che non sempre e in ogni circostanza una legge potrebbe essere considerata universalmente giusta.
Pensando all’aggressività di molti commenti diffusi sui Social, occorre anche analizzare il vissuto dei vari commentatori, che in molti casi si rivelano vittime di pesanti molestie, la cui imparzialità potrebbe quindi forse essere messa in relazione con i propri trascorsi.
Simili riflessioni richiamano alla mente il noto slogan di Manzoni, punirne uno per educarne cento, molto affine al conosciuto concetto di capro espiatorio.
Una possibile estremizzazione di alcune reazioni femminili legate all’accaduto, quindi, pone domande significative anche riguardo a quelle reazioni maschili che sembrerebbero voler invece minimizzare il fatto. È possibile che tali atteggiamenti non siano del tutto spontanei, ma siano piuttosto una conseguenza proprio di certe reazioni femminili reputate per certi versi eccessivamente forti?
Nell’ottica di un autentico cambiamento, per il quale l’indulgenza potrebbe forse non costituire lo strumento più efficace, potrebbe essere opportuno applicare la stessa misura a infrazioni commesse da entrambe le parti?
Basti pensare ad esempio alle false denunce purtroppo fin troppo spesso sporte durante le pratiche di separazione, che vengono talvolta sminuite e in fin dei conti legittimate con l’ausilio di varie possibili giustificazioni. Lo stesso dicasi delle shitstorm, diffamazioni punibili anche con sei anni di carcere,
Comportamenti di questo tipo non dovrebbero forse suscitare indignazione tanto quanto quella sorta in seguito all’avvenimento preso in considerazione?
Non a caso, diversi esperti hanno notato questa sempre più preoccupante tendenza all’aggressione mediatica e ne hanno fatto oggetto di libri e trattati. Ne è un esempio L'era della suscettibilità, opera attraverso la quale una giornalista italoamericana denuncia le ingiustizie compiute tramite i Social dalla folla inferocita, alla ricerca di un capro espiatorio sul quale sfogarsi.
Simili testi incoraggiano alla ricerca di un ascolto attivo e di un vero chiarimento, di un autentico confronto in cui le donne possano indicare con chiarezza gli specifici atteggiamenti che potrebbero finire per sminuire l’accaduto e gli uomini possano esprimere la propria preoccupazione riguardo a determinate reazioni eccessive, anziché interpretare arbitrariamente le risposte altrui.
Tutto questo porterebbe alla luce le reali motivazioni psicologiche alla base di certi atteggiamenti, come la tendenza maschile a minimizzare tipica del narcisismo e la tendenza talvolta femminile a catastrofizzare, collegata alla famiglia dei disturbi ossessivi e borderline.
E consentirebbe il riconoscimento concreto di una situazione da not just the right experience, vale a dire le cose non dovrebbero essere così, dalla quale non scaturiscano però delle reazioni automatiche basate su strategie apprese, ma una giusta e autentica applicazione dell’empatia nei confronti dell’altro.
Un risultato raggiungibile non con insulti e odio, ma soltanto con un dialogo aperto, rispettoso, onesto e autentico.
== Pochi articoli non vanno in direzione mainstream ==
== Pochi articoli non vanno in direzione mainstream ==
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