OnlyFans, critiche di I Have a Voice

Da Tematiche di genere.
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Recentemente, ho letto un articolo di I Have a Voice (che per comodità riportiamo sotto in versione integrale) critico contro OnlyFans, una piattaforma online notoriamente usata per la condivisione di contenuti di natura erotica. L'immagine veicolata dalla piattaforma, attraverso i media e le sue campagne pubblicitarie, è quella di un luogo dove ogni creator può guadagnare somme ingenti grazie alla propria creatività e al proprio fascino.

Tuttavia, i dati mostrano una realtà molto diversa. Gran parte delle donne che si affidano a OnlyFans non stanno raggiungendo la ricchezza promessa, ma piuttosto cercano un modo per arrivare a fine mese. È importante sottolineare come la retorica della 'libertà' e dell''emancipazione' venga spesso utilizzata per mascherare sfruttamento e disparità.

L'autrice sottolinea la disuguaglianza nella distribuzione dei guadagni tra chi gestisce la piattaforma e chi fornisce i contenuti (le creators).

  • Il proprietario della piattaforma, Leonid Radvinsky, nel 2022 ha guadagnato ben 358 milioni di dollari tra stipendi, dividendi e altri introiti.
  • Il sito ha raccolto ricavi per oltre 1 miliardo di dollari in pochi anni dalla sua nascita.
  • OnlyFans impiega 51 dipendenti, la maggioranza dei quali uomini, con uno stipendio medio di circa 500mila dollari all'anno.
  • In contrasto, la media dei guadagni dei "creators", per lo più donne, è di soli 150 euro al mese.

Inoltre, guardando la foto della donna accanto a Leonid Radvinsky, per l'autrice viene spontaneo domandarsi quale sia il prezzo reale che queste donne pagano per la loro 'libertà'. La chirurgia estetica, le diete estreme e la pressione costante per conformarsi a un ideale di bellezza irrealistico sono solo la punta dell'iceberg.

La questione per l'autrice non riguarda solo i termini economici. Riguarda l'umanità. Come può una società avanzata e progressista accettare una tale oggettivazione delle donne? Siamo davvero disposti a sacrificare la dignità di un individuo per il puro piacere o profitto di un altro?

Inoltre, è angosciante pensare che molte di queste donne si avvicinino a OnlyFans perché vedono poche altre opzioni nella loro vita. Queste sono spesso donne che vengono da contesti svantaggiati, con una formazione limitata o senza il sostegno di una rete familiare. La vulnerabilità di queste donne le rende preda facile per una piattaforma che promette facili guadagni, ma che in realtà potrebbe esporle a ulteriori rischi e sfruttamento.

In conclusione, l'articolo getta una luce cruda sulla realtà dietro OnlyFans, sottolineando le dinamiche di potere e sfruttamento che si celano dietro l'immagine patinata della piattaforma. È essenziale riflettere criticamente su queste questioni e chiedersi come possiamo fare meglio come società.

Critiche ai toni e ad alcune tesi dell'articolo[modifica | modifica sorgente]

Tuttavia mentre l'autrice ha sicuramente sollevato questioni valide riguardo alla disuguaglianza e all'oggettificazione, è importante notare che il linguaggio utilizzato è piuttosto polarizzante. Termini come "carne al macello" e "magnaccio" possono offuscare la discussione anziché illuminarla. Inoltre è fondamentale ricordare che le donne (come tutti gli individui) hanno l'"agenzia"[1] e la capacità di fare scelte per se stesse. Ridurre le scelte di una donna a semplici prodotti dell'inganno o della manipolazione può, in effetti, essere controproducente. La discussione dovrebbe, invece, concentrarsi su come fornire informazioni, risorse e supporto per garantire che le scelte siano informate e autonome, piuttosto che giudicare o generalizzare.

Non tutte le esperienze su OnlyFans sono negative e generalizzare potrebbe essere ingannevole. La discussione dovrebbe incentrarsi sull'informazione e sul sostegno, evitando termini che potrebbero escludere o marginalizzare.

L'articolo integrale[modifica | modifica sorgente]

Chi si arricchisce davvero con OnlyF*ns?

No, non sono le donne, ma lui, un uomo: Leonid Radvinsky.

Nel 2022, il proprietario 41enne della piattaforma ha guadagnato 358 milioni di dollari tra dividendi, stipendio e altro.

I ricavi totali del sito, in pochi anni dalla nascita, hanno superato il miliardo di dollari.

I pochi dipendenti - solo 51 e per la maggioranza maschi - si dividono retribuzioni per un totale di circa 25 milioni di dollari, ossia un salario annuale di 500mila dollari a testa.

Quanto guadagnano i “creators”? Ossia per la maggioranza donne, vendute come carne al macello? In media 150 euro al mese, ben lontane dalle cifre da capogiro che sono pubblicizzate nei mille articoli fatti solo per attirare povere disperate che cercano di racimolare qualche soldo.

Anche quelle (pochissime) che dicono di guadagnare di più, sono comunque ben lontane dalle cifre esorbitanti che guadagna il magnaccio, perché di questo si tratta: un uomo che guadagna sullo sfruttamento delle donne.

A fianco a lui, nella foto, c’è una delle tantissime donne che si vendono su OF.

Guardatela bene: praticamente plastica, con un volto ormai sfigurato dalla chirurgia, magrissima, sicuramente a dieta ristrettissima perenne, oggettificata e s*ssualizzata al massimo.

Credete davvero che questa donna sia libera, indipendente, emancipata?

O è solo schiava di un inganno che la rende un oggetto di consumo per gli uomini, per cui finché sarà giovane verrà usata, e poi gettata, poiché priva di qualsiasi “valore di mercato”.

Quel che è peggio, è che questa donna non fa male solo a sé stessa, ma di riflesso anche a tutte le altre donne, perché con questi comportamenti non si fa altro che reiterare l’immaginario che le donne siano oggetti s*ssuali a disposizione degli uomini, privandole di qualsiasi dignità umana.

Non solo, la stragrande maggioranza dei casi in cui le donne cadono in questa trappola, si tratta di donne con bassa istruzione, magari senza una famiglia solida alle spalle, prive di alternative e/o molto giovani e quindi senza esperienza e facilmente influenzabili. Insomma, OF è un tritacarne per donne vulnerabili, al servizio di uomini privi di moralità, che vogliono sfruttare le donne o per il proprio tornaconto economico, o per soddisfare le proprie perversioni.

Care donne, aprite gli occhi: non cadete in questa trappola e combattete tutto questo!

Ragioniamo assieme[modifica | modifica sorgente]

La narrazione secondo la quale è facile arricchirsi con OnlyFans (narrative seduttive) è chiaramente messa in discussione dai dati forniti, che mostrano un ampio divario tra i guadagni del proprietario della piattaforma e la media dei guadagni dei creators. Tuttavia, quando ci si avventura nella critica secondo cui le creators siano sfruttate, la situazione diventa più sfumata e richiede una maggiore riflessione. I dati su OnlyFans offrono una visione interessante ma necessitano di un'analisi attenta per prevenire giudizi affrettati e di comodo. Cerchiamo un quadro completo!

Riflessione sulla parte economica[modifica | modifica sorgente]

Dinamiche di Domanda e Offerta: la capacità degli intermediari di accumulare profitti significativi non è un fenomeno esclusivo di OnlyFans. Molte piattaforme online, dai servizi di streaming ai marketplace, manifestano simili disparità di guadagno tra gestori e utenti.

Economie di Scala: con la crescita, piattaforme come OnlyFans possono operare con maggiore efficienza, capitalizzando sulla propria vasta base di utenti senza aumentare i costi in proporzione. Questo è un principio di base delle economie di scala. Pertanto, mentre OnlyFans potrebbe guadagnare molto, ciò non indica necessariamente uno sfruttamento diretto dei creators.

Complessità della Piattaforma: oltre ai guadagni, bisogna considerare le sfide e i costi di gestione di OnlyFans. Costruire, mantenere e promuovere una piattaforma come OnlyFans richiede una serie di competenze, risorse e investimenti. Questo include la sicurezza dei dati, l'infrastruttura tecnologica, il marketing, la gestione degli utenti e molto altro. L'entità di questi costi, le competenze e le difficoltà di implementazione dovrebbero essere considerate.

Numero di Creators e Distribuzione dei guadagni:

  • La vastità di creators contribuisce significativamente ai guadagni complessivi della piattaforma: se ci sono, ad esempio, un milione di creators e ciascuna guadagna in media 145€, ciò significa che in totale esse hanno generato 145 milioni di euro.
  • Il guadagno medio potrebbe mascherare variazioni significative tra i creators, con alcuni che guadagnano ben oltre la media e altri molto al di sotto. Ci sono (poche) creators che guadagnano migliaia di euro al mese e altri che guadagnano molto meno di 145€. La presenza di "big earners" è un problema presente anche nelle scommesse sportive, nei gratta e vinci, ecc.

Analisi della "Cresta": per determinare quanto OnlyFans guadagna effettivamente da ogni creator, sarebbe utile sapere la percentuale esatta che la piattaforma trattiene dai guadagni dei creators. Senza questi dati, è difficile calcolare il margine esatto su ciascuna creator. In conclusione, mentre la cifra di 145€ offre uno spunto iniziale per la discussione, una comprensione completa della dinamica tra OnlyFans e i suoi creators richiede un'analisi molto più approfondita.

Narrativa Vs. Realtà: i dati evidenziano una chiara discrepanza tra la narrativa pubblicitaria di OnlyFans e la realtà dei guadagni per la maggior parte dei creators. Tuttavia, questo non dimostra necessariamente uno sfruttamento, ma piuttosto una mancanza di trasparenza nella presentazione delle potenzialità di guadagno.

Definizione di Sfruttamento: sostenere che le creators siano sfruttate richiederebbe una definizione chiara di cosa si intende per sfruttamento in questo contesto. Mentre la discrepanza nei guadagni tra il proprietario e le creators è evidente, ciò non basta da solo per costituire uno sfruttamento.

Riflessione sull'oggettificazione e ruolo delle donne[modifica | modifica sorgente]

Cito l'articolo:

A fianco a lui, nella foto, c’è una delle tantissime donne che si vendono su OF. Guardatela bene: praticamente plastica, con un volto ormai sfigurato dalla chirurgia, magrissima, sicuramente a dieta ristrettissima perenne, oggettificata e s*ssualizzata al massimo.

Mentre apprezzo il punto centrale di questa riflessione, ritengo che ci siano delle problematiche nella modalità con cui viene esposto. Scegliere, come rappresentante dell'intera comunità di creators, una singola ragazza che ha deciso di sottoporsi a interventi estetici in maniera marcata, è una semplificazione eccessiva. È vero che alcune persone possono decidere di modificare il proprio aspetto fisico, talvolta in maniera più marcata di quanto sarebbe funzionale, ma è ingiusto utilizzarle come esempio per generalizzare all'intera comunità di creators.

Credete davvero che questa donna sia libera, indipendente, emancipata?

O è solo schiava di un inganno che la rende un oggetto di consumo per gli uomini, per cui finché sarà giovane verrà usata, e poi gettata, poiché priva di qualsiasi “valore di mercato”.

Quel che è peggio, è che questa donna non fa male solo a sé stessa, ma di riflesso anche a tutte le altre donne, perché con questi comportamenti non si fa altro che reiterare l’immaginario che le donne siano oggetti s*ssuali a disposizione degli uomini, privandole di qualsiasi dignità umana.

Non solo, la stragrande maggioranza dei casi in cui le donne cadono in questa trappola, si tratta di donne con bassa istruzione, magari senza una famiglia solida alle spalle, prive di alternative e/o molto giovani e quindi senza esperienza e facilmente influenzabili. Insomma, OF è un tritacarne per donne vulnerabili, al servizio di uomini privi di moralità, che vogliono sfruttare le donne o per il proprio tornaconto economico, o per soddisfare le proprie perversioni.

Care donne, aprite gli occhi: non cadete in questa trappola e combattete tutto questo!

OnlyFans e il Dibattito sull'Oggettificazione[modifica | modifica sorgente]

La piattaforma OnlyFans e i contenuti per adulti online hanno riacceso il dibattito sull'oggettificazione della donna. Da una parte, c'è chi vede in OnlyFans un'opportunità di emancipazione economica[2] ed empowerment per le donne[3], che possono monetizzare la propria immagine in autonomia. Dall'altra, molti criticano il fatto che la piattaforma promuova una visione della donna come mero oggetto sessuale[4], rafforzando stereotipi negativi (e non solo). la piattaforma è spesso associata all'idea che le donne siano ridotte a oggetti di consumo per il piacere altrui[5][6].

È una discussione complessa, che tocca corde sensibili relativamente al ruolo della donna nella società contemporanea. È quindi essenziale non cadere in tranelli retorici e semplificazioni. Come spesso accade in questi casi, le posizioni radicali rischiano di polarizzare eccessivamente il dibattito.

Forse una riflessione più equilibrata dovrebbe evitare giudizi morali affrettati. Occorre analizzare lucidamente sia i potenziali benefici economici per le protagoniste, sia i possibili effetti di lungo termine sulla percezione sociale della donna. Anche il pubblico maschile ha una responsabilità: fruire di certi contenuti in modo consapevole, senza adeguarsi a stereotipi sessisti. Insomma si tratta di un compito non facile, che richiede sforzo da tutte le parti coinvolte.

L'Origine e la Complessità dell'Oggettificazione Sessuale[modifica | modifica sorgente]

C'è una grande confusione quando si parla di oggettificazione, sessualizzazione e auto-oggettificazione. L'oggettificazione sessuale è un fenomeno complesso, con radici che vanno oltre la singola responsabilità individuale. Deriva da dinamiche biologiche, sociali, culturali che hanno contribuito a creare e promuovere l'immagine stereotipata della donna come oggetto di desiderio sessuale.

Sebbene l'equilibrio raggiunto nelle società patriarcali possa aver rappresentato un terreno fertile, quest'immagine della donna si è diffusa soprattutto in seguito grazie al marketing capitalista che ha sfruttato abilmente i meccanismi biologici e gli equilibri culturali. Nelle società patriarcali, le donne infatti erano viste principalmente come figure materne, non come icone mediatiche (basta pensare alla letteratura italiana).

Introduzione all'Auto-oggettificazione[modifica | modifica sorgente]

La problematica della "donna oggetto" è oggi un problema estremamente diffuso, che trascende OnlyFans. Essa si declina in molti aspetti della nostra società, dai social media (in particolare Instagram e TikTok), ai luoghi di intrattenimento come le discoteche. E in un grandissimo numero di casistiche oggi si parla di auto-oggettificazione. È importante anche spiegare cosa sia esattamente; è un concetto di psicologia e sociologia che non ha nulla a che vedere con il sentirsi un oggetto o provare emozioni negative, bensì con il guardarsi dall'esterno e valutarsi secondo criteri estetici. Quando questo atteggiamento, come nella nostra società, è incentivato a livelli estremi e si verifica quindi in modo pervasivo nei singoli, può arrivare a generare forte sofferenza.

Il grosso problema è quindi legato al fatto che la sofferenza femminile, in questo contesto, è a valle di una scelta che le donne percepiscono come libera.

Individuo e Società: Riflessioni sulla Libertà e l'Empowerment[modifica | modifica sorgente]

Per quanto riguarda il rapporto tra individuo e società (collettivismo vs individualismo), anche se è indubbia la pressione sociale sulle donne (l'immagine proiettata nei media spesso enfatizzi un certo tipo di estetica), è fondamentale non ridurre ogni individuo a un prodotto di questo sistema.

Inoltre i mass media oggi, tramite i social, riflettono scelte collettive fatte da miliardi di individui. Dobbiamo riflettere su cosa significhi realmente essere "liberi" e "emancipati" in un mondo dove l'immagine personale è così strettamente legata al valore percepito. Alcune donne possono ricercare empowerment personale attraverso la propria immagine sessualizzata sui social o su OnlyFans, essendo consapevoli dei pro e contro e scegliendo con cura la propria strada.

Cosa ne pensa il femminismo?[modifica | modifica sorgente]

Il femminismo ha portato alla luce diverse sfaccettature del dibattito sull'oggettificazione. Mentre una parte critica l'oggettificazione del corpo femminile nei media e nella pornografia[7], altre correnti sostengono l'importanza della libera scelta femminile, soprattutto se ben remunerata.

Riflessioni Finali e la Necessità di Un Approccio Equilibrato[modifica | modifica sorgente]

In sintesi, il discorso sull'empowerment versus l'oggettificazione delle donne su OnlyFans è complesso e richiede un'analisi attenta delle dinamiche di potere, delle scelte individuali e delle conseguenze sociali.

Le motivazioni dietro queste scelte sono complesse e non possono essere ricondotte a narrative semplicistiche siano esse legate alla "ragazza ingenua" (quindi vittimistiche, come accade un po' anche in questo articolo) o, viceversa, all'idea della "calcolatrice opportunista" / "donna in cerca della scorciatoia" (come in narrative redpill). Ogni donna è prima di tutto un individuo con una propria agency (capacità decisionale) e può essere controproducente giudicare le scelte individuali o appiattirle su stereotipi, così come è deleterio ignorare che tali scelte hanno delle conseguenze (spesso distruttive sulle ragazze stesse nel futuro, sulle altre donne, sugli uomini, ecc).

Ciò non toglie quindi che sia necessario, come società, riflettere criticamente su come combattere la cultura che continua a "ridurre" (o incentivare la donna a ridursi) a un corpo da consumare. Una riflessione che richiede profondità e sfumature, lontana da facili slogan o colpevolizzazioni.

Attenzione ai discorsi di comodo[modifica | modifica sorgente]

Il dibattito sull'oggettificazione della donna è complesso e pieno di zone grigie. Da un lato, è giusto contrastare la riduzione della donna a mero oggetto sessuale. Dall'altro, non possiamo negare l'autonomia di scelta individuale. Tuttavia, a volte questo ragionamento rischia di diventare un comodo alibi.

Se una donna decide di monetizzare la propria immagine sui social, è una scelta legittima. Ma poi non può lamentarsi se l'attenzione cala con l'età (anche perché uno studio ha dimostrato come la giovinezza è associata all'attrattività in tutte le culture). D'altro canto, se escludiamo i casi in cui si monetizza, quanto è davvero libera questa scelta, e quanto è dettata da pressioni sociali e aspettative di genere? E - per contro - non potremmo fare un discorso analogo a giustificazione di qualsiasi problema? (es. il machismo).

Molte criticano l'oggettificazione, salvo poi cavalcare l'onda della sensualità sui social per ottenere fama e guadagni (o anche semplicemente soddisfare i propri bisogni). Come si concilia ciò con gli ideali femministi? Forse il problema sta alle radici, in una società che da sempre mercifica il corpo femminile. Ma in tal caso è giusto che la libertà individuale prevalga su ciò che la comunità reputa funzionale?

È troppo semplicistico liquidare certe scelte di carriera come frutto d'ignoranza o contesti familiari difficili. Ma allo stesso tempo, parlare di "libera scelta" rischia di suonare ipocrita (viste, ad esempio, le pressioni del marketing). I confini tra empowerment e auto-oggettificazione sono labili.

Forse dovremmo interrogarci sinceramente su quanto le nostre scelte siano condizionate dagli stereotipi interiorizzati. E assumerci la responsabilità, come società, di creare un immaginario più rispettoso e meno sessista (senza però fare sconti a chi percepiamo come debole). Senza pregiudizi né pigrizia mentale, ma con onestà intellettuale[2][8].

Approfondimenti[modifica | modifica sorgente]

La Manipolazione Mediatica[modifica | modifica sorgente]

Nel contesto di OnlyFans, articoli e reportage che mostrano creatori che guadagnano cifre straordinarie senza evidenziare la realtà della maggioranza degli utenti creano una narrativa distorta. Mentre questi racconti di successo possono essere veri per una minoranza, non rappresentano l'esperienza della maggior parte dei creatori.

La manipolazione mediatica per influenzare decisioni e comportamenti non è certamente un fenomeno nuovo e non è esclusivo di OnlyFans. Rientra nelle tecniche di marketing e può essere osservata in vari contesti attraverso la storia dei mass media.

  1. Pubblicità e moda: Dagli anni '50 in poi, le riviste di moda hanno spesso proiettato immagini di donne magrissime come l'ideale di bellezza, influenzando molte donne a perseguire questi standard spesso irrealistici, portando talvolta a disturbi alimentari e problemi di autostima.
  2. Film e televisione: In molte industrie dell'intrattenimento, storie di successo overnight sono state spesso pubblicizzate per attirare aspiranti artisti nelle città come Hollywood. Questi racconti omettono spesso le lotte, i rifiuti e i sacrifici che la maggior parte degli artisti deve affrontare.
  3. Social media: Con l'avvento dei social media, influencer e celebrità spesso mostrano una versione filtrata e curata della loro vita, creando l'illusione di un successo e di una felicità ininterrotti. Ciò ha spesso portato le persone a sentirsi inadeguate o a inseguire un ideale illusorio.

Il potere e l'influenza dei mass media oggi, combinati con l'accessibilità delle piattaforme come OnlyFans, rendono queste tattiche particolarmente efficaci. Per questo, è essenziale un'educazione mediatica efficace e l'encouragement di un pensiero critico per aiutare le persone a navigare in questi messaggi potenzialmente ingannevoli e a prendere decisioni informate.

Vedi anche: altre riflessioni sulla manipolazione mediatica.

Il Modello di Business degli Intermediari nelle Piattaforme Digitali[modifica | modifica sorgente]

Nell'era digitale, un crescente numero di piattaforme ha adottato un modello di business basato sull'intermediazione tra produttori, o creatori di contenuti, e consumatori. Si va dalle piattaforme orientate al contenuto per adulti, come OnlyFans, a quelle focalizzate su settori come il viaggio, l'intrattenimento e i servizi freelance. Booking.com e Expedia, ad esempio, fungono da intermediari tra alberghi e viaggiatori, incassando commissioni su ogni prenotazione.

Questa tendenza si riflette anche in piattaforme come Patreon, Substack, Twitch YouTube Premium, ma anche Spotify o Google Play operano su modelli di business simili. Anche se i contenuti e i servizi offerti possono variare, la dinamica fondamentale rimane invariata: gli intermediari traggono profitto mettendo in contatto creatori e consumatori. E del resto tutte le piattaforme che fanno incontrare domanda e offerta di qualunque tipo, sottostanno alle stesse dinamiche. Basta pensare ad Ebay o alle piattaforme di pubblicità. Loro guadagnano una commissione su ogni vendita.

In conclusione, la dinamica di guadagno degli intermediari non è un fenomeno isolato o legato esclusivamente al tipo di contenuto. Rappresenta piuttosto una manifestazione del modello di business oggi predominante. Di conseguenza, è essenziale per i creatori avere una comprensione chiara delle dinamiche economiche.

Domanda e Offerta: in questi modelli di business è evidente come la domanda dei consumatori e l'offerta dei creatori determinino in larga misura i guadagni degli intermediari. Quando la domanda per un particolare tipo di contenuto o servizio è alta, ciò può aumentare i guadagni sia per i creatori che per gli intermediari. Tuttavia, una maggiore concorrenza tra i creatori potrebbe ridurre i guadagni individuali. Al contrario una concorrenza tra i business alternativi a OnlyFans tendono normalmente ad aumentare i profitti dei creators. Queste sono considerazioni base di economia, valide in qualsiasi ambito. Altri concetti vicini a questi temi sono le barriere all'ingresso, la diversificazione dei prodotti, la fidelizzazione dei clienti, ecc[9].

Le Economie di Scala e il Potere degli Intermediari: Cosa sono le Economie di Scala? Immaginiamo una situazione estrema in cui una ragazza decide di mostrarsi nuda ad un singolo fruitore in cambio di una somma di denaro. Qui, il tempo e l'effort investito dalla ragazza per guadagnare quella specifica somma sono piuttosto alti, specialmente se consideriamo il tempo trascorso in preparazione, comunicazione e effettiva realizzazione del contenuto per un singolo individuo. Questa è una situazione in cui non ci sono economie di scala.

Ora, pensiamo a una piattaforma come OnlyFans. La stessa ragazza può caricare lo stesso contenuto una sola volta, ma può essere accessibile a migliaia, se non milioni, di fruitori. Il tempo e l'effort rimangono invariati rispetto al primo scenario, ma il guadagno potenziale aumenta esponenzialmente. Questo perché i costi associati alla produzione del contenuto (in questo caso, il tempo e l'effort) rimangono costanti, ma il guadagno potenziale aumenta con ogni nuovo fruitore.

Questa è l'essenza delle economie di scala. Nel contesto delle piattaforme digitali, la capacità di distribuire lo stesso pezzo di contenuto a un pubblico vastissimo riduce il costo 'per utente'. Man mano che la piattaforma cresce in termini di utenti e creatori, il costo operativo per ciascun utente tende a diminuire, mentre i profitti totali possono aumentare. Ecco perché le piattaforme digitali come OnlyFans possono risultare particolarmente profittevoli per i creatori di contenuti, pur prelevando una percentuale delle entrate: offrono un accesso a un pubblico vasto e in continua crescita, permettendo ai creatori di massimizzare i loro guadagni. Una piattaforma con una vasta base di utenti può anche esercitare un maggior potere negoziale.

Complessità del dibattito sull'auto-oggettificazione[modifica | modifica sorgente]

  1. Oggettivazione vs Autonomia: La tensione tra l'oggettivazione delle donne e l'autonomia delle scelte delle donne è al centro di molte discussioni. Alcuni vedono l'oggettivazione come un sintomo di una società patriarcale che relega le donne a ruoli sottomessi. Altri vedono l'autonomia delle donne nel sfruttare la propria sessualità come una forma di potere in un mondo che valuta la bellezza e la sessualità.
  2. Sfide Culturali e Sociali: La cultura in cui viviamo enfatizza spesso la bellezza e la sessualità, e le donne (come gli uomini) possono scegliere di sfruttare questo fatto a loro vantaggio. Ma è essenziale domandarsi: quale cultura ha creato questa enfasi? Sono le donne le uniche responsabili o sono parte di un sistema più ampio?
  3. Generalizzazioni: Come hai notato, è pericoloso fare generalizzazioni. Non tutte le donne che sfruttano la propria sessualità provengono da contesti svantaggiati o hanno una formazione limitata. Allo stesso modo, non tutte le donne che non sfruttano la loro sessualità provengono da contesti privilegiati.
  4. Complessità del Dibattito: La questione della sessualità e dell'oggettivazione è complessa. Non si tratta solo di "sfruttare" o "essere sfruttate". Le donne, come gli uomini, vivono in una complessa rete di influenze culturali, sociali ed economiche.
  5. Responsabilità: È facile incolpare le donne per le scelte che fanno, ma è importante considerare il contesto in cui queste scelte vengono fatte. Se la società offre poche opportunità o incentivi per fare scelte diverse, è ingiusto incolpare solo le donne.
  6. Il Ruolo dei Media: Come hai accennato, il marketing e i social media hanno un ruolo significativo nel plasmare le percezioni e le aspettative delle donne (e degli uomini). È cruciale esaminare e critica questi meccanismi.

In conclusione, è essenziale affrontare la questione con empatia, apertura e comprensione. Non c'è una risposta semplice. Le donne meritano rispetto e autonomia nelle loro scelte, ma è anche importante sfidare e cambiare le strutture e le aspettative che limitano queste scelte. La strada per un equilibrio tra autonomia e rispetto non è facile, ma è una discussione che merita di essere portata avanti.

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. Il termine "agenzia" si riferisce al concetto di "agency" in inglese. Si riferisce alla capacità di prendere decisioni e di esercitare il proprio libero arbitrio. Quindi, la frase sottolinea l'importanza di riconoscere che le donne, come tutti gli individui, hanno il diritto e la capacità di prendere decisioni per la propria vita e di determinare il proprio destino.
  2. 2,0 2,1 https://medium.com/the-shadow/is-only-fans-empowering-women-930dd4192790
  3. permettendo loro di avere il controllo sul proprio corpo e sulla propria immagine e di guadagnare denaro attraverso la condivisione di contenuti a pagamento
  4. essere viste come un "oggetto di consumo", sfruttamento, ecc
  5. https://it.wikipedia.org/wiki/Oggettificazione_sessuale
  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Oggettificazione_sessuale
  7. https://filosofiaenuovisentieri.com/2016/02/28/oggettivazione-del-corpo-femminile/
  8. e tutte le armi messe a disposizione dai meccanismi biologici e sapientemente affinate dal marketing, sui social e su OF per ottenere considerazioni, attenzioni, potere o soldi
  9. Altri esempi, considerando il contesto di OnlyFans, una piattaforma di contenuti digitali dove creatori e consumatori interagiscono, e dove gli aspetti di costo, prezzo e profitto sono centrali, ordinerei i termini nel seguente modo: Margine operativo: Mostra quanto di ogni euro di vendite resta dopo aver pagato le spese variabili. Costo variabile: Costi che variano in funzione del volume di contenuti venduti/prodotti. Costo fisso: Costi che non variano con il volume di contenuti, come potrebbero essere i costi di gestione della piattaforma. Margine di contribuzione: Rappresenta quanto di ogni euro di vendite resta dopo aver pagato sia costi variabili sia fissi. Punto di pareggio (break-even point): Indica quando un creator o la piattaforma stessa raggiunge una situazione in cui le entrate eguagliano i costi. Margine lordo: Mostra il profitto generato dalle vendite dopo aver dedotto solo i costi diretti associati a quelle vendite. Leva operativa: Misura quanto i costi fissi influenzano la redditività di una piattaforma come OnlyFans. Costo medio: Costo medio per produrre un pezzo di contenuto o per servire un cliente. Economie di gamma: Risparmi che derivano dall'offerta di una varietà di servizi, piuttosto che specializzarsi in uno solo. Costi diretti e indiretti: I costi direttamente associati alla creazione del contenuto rispetto ai costi generali di gestione della piattaforma. Margine di profitto netto: Mostra quanto profitto resta da ogni euro di vendita dopo aver dedotto tutte le spese. Ammortamento: Riguarda la riduzione del valore degli asset nel tempo, come potrebbero essere gli investimenti tecnologici per la piattaforma. Costo opportunità: Il valore delle opportunità perse quando si sceglie una strategia o un investimento rispetto a un altro. Rendita: Profitto ottenuto da una risorsa, come un pezzo di contenuto che continua a generare entrate nel tempo. Costo totale: La somma di tutti i costi, sia fissi che variabili, associati alla gestione della piattaforma e alla creazione di contenuti.