La cultura porta le donne a giudicarsi troppo severamente, Formulazione alternativa

Da Tematiche di genere.
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Formulazione normale

[La cultura porta alcune donne a giudicarsi troppo severamente?]

Premetto che adattarsi alla società è una necessità. Un individuo è ritenuto psicologicamente sano nel momento in cui riesce ad adattarsi sufficientemente da non provare disagio.

Questo però non ci costringe a dire che la società sia funzionale: possiamo denunciare le pressioni sociali mentre ci adeguiamo ad esse. Anche perché è fondamentale la misura. è spesso l'estremizzazione a rendere disfunzionale qualcosa.


C'è un limite oltre il quale anche la coerenza (come ogni altro valore) diventa deleteria. Esattamente come la vigoressia è disfunzionale mentre la passione per lo sport è positiva. è la misura a fare la differenza.

Io penso che le pressioni sociali condizionano ciò che vogliamo ad un livello pesantissimo e che uomini e donne siano parimenti influenzati dalle pressioni sociali, ma i condizionamenti subiti hanno prodotto differenze che producono un circolo vizioso al massacro. Se da un lato ritengo le donne mediamente più riflessive e mature, al contempo credo che "razionalizzino" di più (poi chiarisco il senso di questa parola e perchè credo sia più diffuso tra le donne).

Quando le pressioni esterne sono eccessive e si riempie un soggetto di "doverizzazioni", il cervello trova delle scappatoie usando il cosiddetto pensiero laterale.

Complice anche il fatto che in passato le donne non lavoravano, quindi erano dipendenti dall'uomo, queste sono state riempite di "doverizzazioni" (devi essere fedele, devi abnegarti per i figli, devi essere bella, devi essere pudica, devi pulire casa, ecc) sia dalla famiglia di origine che dal marito.


Portandole a sviluppare un giudice interno molto severo e un bisogno di non sentirsi in colpa (cultura della vergogna → cultura della colpa).

Questo fatto si nota su più fronti. Viene notato da pensatori diversi e ammesso anche da tante ragazze. Il dialogo interno delle donne si focalizza spesso sul discolparsi (mentre i maschi mandano a quel paese). Si nota la sensibilità a giudizi come 'troia', che le donne subiscono in maniera pesante. Una frase un po' maschilista di Pavese ci da una prima conferma: «Nessuna donna si sposa per denaro; sono tutte tanto astute, prima di sposare un miliardario, da innamorarsene». Quello che ci leggo è: perché uno dovrebbe preoccuparsi di giustificare le proprie azioni agli altri (e a se stesso)?

«mi trucco per me stessa» già il semplice fatto che il dialogo interno abbia indugiato nel cercare una giustificazione a quella che viene percepita come un'accusa è emblematico.

«Una donna può amare chiunque, perché è un genio della trasfigurazione. La storia del bacio al rospo non è infondata: il rospo rimane tale e quale, ma è lei che vede un principe al suo posto. Molti uomini non esistono, sono un’invenzione delle loro donne. Non compatite l’amica che sta con un mediocre traditore e ringhioso, non cercate di “aprirle gli occhi”: lei chissà con chi crede di stare, chissà in chi l’ha trasformato. Lei sta con un eroe da romanzo, e gli occhi li ha bene aperti : sulla propria visione»


Questo è stato scritto da una donna e ancora una volta rimarca un forte bisogno di coerenza a cui si oppone l'inaccettazione di sé stessi.

insomma.. più che una condanna del genere femminile, io vedo in tutta una serie di stereotipi sul mondo femminile una riprova di un 'bisogno' di non sentirsi colpevoli, che rispecchia la conseguenza di un'eccessiva facilità di giudizio e condanna che il genere femminile ha sempre subito.

La mia tesi è che questa educazione sociale basata molto su manipolazione basata sui sensi di colpa e doverizzazioni che è sempre stato imposto alle donne, ha portato ad una ipercompensazione.. con un gioco di dialogo interno le donne rifiutano il senso di colpa e cercano (mediante attenzione selettiva) solo ipotesi che ne escludano completamente la responsabilità. Da qui si spiegherebbe anche l'abilità nella retorica.. Dato che i nostri pensieri prendono la forma di un dialogo interno verbale, le donne sono allenate a lottare contro loro stesse (si parla proprio di tribunale interno).

Se i maschi hanno indubbiamente molta strada da fare (parlo sempre a livello medio, ma anche Philip Zimbardo lo ribadisce con tanto di statistiche molto dettagliate), tutti abbiamo molta strada da fare.