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Da Tematiche di genere.
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USA: le scuole di Seattle fanno causa ai social media per i danni provocati ai ragazzi[modifica | modifica sorgente]

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Le scuole pubbliche di Seattle hanno intentato una causa contro i giganti della tecnologia proprietari di TikTok, Instagram, Facebook, Snapchat e YouTube sostenendo che i social media hanno causato danni alla salute mentale dei ragazzi e che le società dietro a questi social devono essere ritenute responsabili. La causa sostiene che le aziende hanno utilizzato tecniche che sfruttano la psicologia e la neurofisiologia degli utenti per farli trascorrere più tempo sulle loro piattaforme, creando problemi per la salute mentale dei giovani. Le scuole chiedono alle società di cambiare il loro modo di operare e di assumersi la responsabilità dei danni causati dalle loro pratiche commerciali.

Zuckerberg chiede scusa alle famiglie delle vittime social al Senato Usa: «Mi dispiace»[modifica | modifica sorgente]

Audizione alla commissione giustizia sui rischi delle piattaforme social per gli adolescenti. Ascoltati i vertici di Meta, X, TikTok, Snap e Discord

Vittime dei social, Zuckerberg chiede scusa. I senatori americani attaccano pesantemente gli amministratori delegati di Meta (Facebook, Instagram, X, TikTok, Snap e Discord) torchiandoli in un’audizione alla commissione giustizia sui rischi delle piattaforme social per i bambini e gli adolescenti. Parole accolte dagli applausi di decine di genitori con le foto dei loro bambini morti o traumatizzati dai social. Messo in imbarazzo, il ceo di Meta Mark Zuckerberg si è rivolto proprio alle famiglie e ha chiesto scusa.

Durante un'audizione alla commissione giustizia del Senato USA, tenutasi il 31 gennaio, i senatori americani hanno severamente criticato gli amministratori delegati di importanti piattaforme social come Meta (Facebook, Instagram), X, TikTok, Snap e Discord, per i rischi che tali piattaforme rappresentano per bambini e adolescenti. Le accuse rivolte ai dirigenti sono state forti, con affermazioni quali «I vostri prodotti uccidono» e «avete le mani sporche di sangue», evidenziando l'impatto negativo dei social network sul benessere dei più giovani e sulla democrazia. La sessione è stata caratterizzata da momenti emotivi, con l'intervento di genitori di bambini morti o traumatizzati a causa dei social media.

Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha risposto alle critiche chiedendo scusa alle famiglie delle vittime di abusi online, menzionando gli investimenti significativi dell'azienda per la sicurezza online, inclusi circa 40.000 dipendenti dedicati e oltre 20 miliardi di dollari spesi dal 2016. Tuttavia, è stato criticato per non aver rafforzato i team incaricati di proteggere gli adolescenti online. Allo stesso modo, Shou Zi Chew di TikTok ha evidenziato gli sforzi della sua azienda per proteggere i minori, ma ha ricevuto critiche per vari episodi negativi. Linda Yaccarino di X ha difeso la piattaforma, sottolineando che non è comunemente usata dai giovani e annunciando la creazione di un nuovo dipartimento per la moderazione dei contenuti.

Nonostante le misure annunciate dalle piattaforme, osservatori e autorità le considerano insufficienti. Esistono vari disegni di legge in sospeso al Congresso per proteggere i minori, inclusa una proposta del senatore Dick Durbin che mira a consentire di perseguire le società tech per contenuti pedopornografici e permettere alle vittime di fare causa.

New York fa causa a TikTok, Facebook e YouTube: “Fatti per creare dipendenza, danneggiano la salute mentale dei minori”[modifica | modifica sorgente]

Di recente, la città di New York ha lanciato una sfida legale contro alcuni dei più grandi nomi dei social media, tra cui TikTok, Facebook e YouTube, accusandoli di contribuire alla crisi della salute mentale tra bambini e ragazzi. Questa mossa sottolinea l'urgenza di affrontare l'impatto negativo che queste piattaforme possono avere sui giovani. Per saperne di più su questa importante causa, leggi l'articolo completo qui.

Il governo francese sta elaborando un 'codice di condotta' per gli influencer e loro chiedono la creazione di un "ordine" come per i medici o gli avvocati[modifica | modifica sorgente]

Il ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire ha lanciato una consultazione pubblica per regolamentare le attività degli influencer, a causa dei troppi casi di pubblicità occulta o promozioni poco chiare sui social media. Il governo francese ha deciso di applicare un "codice di buona condotta" per gli influencer, su piattaforme come Facebook, Twitter e TikTok. La regolamentazione è stata richiesta anche dagli influencer stessi, con l'agente Magali Berdah che si è detta favorevole alla creazione di un "ordine" specifico per questa categoria, come quello dei medici o degli avvocati. Il deputato Stephane Vojetta ha preparato una proposta di legge per fare ordine in questa giungla dove spesso il consumatore si perde. - https://www.instagram.com/p/CnunmOxMLR1/

Gli attivisti e la trappola del pubblico - Francesco Oggiano[modifica | modifica sorgente]

https://www.instagram.com/p/Cm9P5wWu1Jc/

Insoddisfazione corporea e social media[modifica | modifica sorgente]

Insoddisfazione corporea e social media - StateOfMind

I social network, come Instagram, Facebook e TikTok, sono diventati una parte importante della vita quotidiana di molti adolescenti e giovani adulti. Tuttavia, questi siti possono avere un impatto negativo sull'immagine corporea e sulla salute mentale degli utenti, soprattutto per le donne giovani.

Gli ideali di magrezza proposti sui social network possono causare insoddisfazione corporea e disturbi alimentari. Gli ideali di magrezza vengono comunicati sostanzialmente dall'ambiente attraverso i media, la famiglia e i coetanei e hanno un'influenza sull'immagine che una persona ha del proprio corpo. L'interiorizzazione degli standard di magrezza può portare a un'insoddisfazione corporea e preoccupazioni esagerate per il corpo e il peso.

I disturbi alimentari, come l'anoressia nervosa e la bulimia nervosa, sono caratterizzati da una paura pervasiva di ingrassare e un pensiero radicale per l'immagine corporea. Un recente studio ha trovato un'associazione tra la frequenza di confronto del proprio aspetto fisico con quello delle persone sui social media e l'insoddisfazione corporea e il desiderio di magrezza.

In conclusione, l'uso eccessivo dei social network può aumentare l'insoddisfazione corporea e il desiderio di magrezza, rendendo le giovani donne più vulnerabili ai disturbi alimentari. È importante che gli adolescenti e i giovani adulti imparino a utilizzare i social network in modo consapevole e sviluppino una relazione sana con il proprio corpo e la propria immagine.

Studi citati[modifica | modifica sorgente]

Conclusione Riferimento allo studio
Le giovani donne risultano essere più sensibili agli ideali di magrezza proposti sui social network e mostrano un rischio più elevato di sviluppare insoddisfazione corporea e disturbi alimentari. Jiotsa et al., 2021[1]
Negli ultimi 30 anni i media hanno sovraesposto le persone a ideali di magrezza, a partire dalla giovane età, trasformando questo ideale in un nuovo standard di riferimento. Blowers et al., 2003[2]; Anschutz et al., 2016[3]
Le giovani donne sono più sensibili agli ideali di magrezza e tendono ad associarli alla bellezza e al successo. Laure et al., 2005[4]
L'interiorizzazione degli standard di magrezza può portare a un'alterazione dell'immagine corporea e insoddisfazione corporea Gorwood et al., 2016[5]; Stice et al., 2002[6]; Jacobi et al., 2004[7]
L'uso diffuso dei social media negli adolescenti e nei giovani adulti può aumentare l'insoddisfazione corporea e il desiderio di magrezza, rendendo la popolazione di giovani adulti più vulnerabili ai disturbi alimentari. Jiotsa et al., 2021[1]

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. 1,0 1,1 (EN) B. Jiotsa, Social Media Use and Body Image Disorders: Association between Frequency of Comparing One’s Own Physical Appearance to That of People Being Followed on Social Media and Body Dissatisfaction and Drive for Thinness, in International Journal of Environmental Research and Public Health, vol. 18, n. 6, 2021, pp. 2880.
  2. (EN) L. C. Blowers, The relationship between sociocultural pressure to be thin and body dissatisfaction in preadolescent girls, in Eating Behaviors, vol. 4, n. 3, 2003, pp. 229–244.
  3. (EN) D. J. Anschutz, Exposure to slim images in mass media: Television commercials as reminders of restriction in restrained eaters, in Health Psychology, vol. 27, n. 4, 2008, pp. 401–408.
  4. (FR) P. Laure, Social comparison and body dissatisfaction: the impact of the thin ideal on women’s self-perceptions, in Psychotropes, vol. 11, n. 1, 2005, pp. 73–83.
  5. (EN) P. Gorwood, New Insights in Anorexia Nervosa, in Frontiers in Neuroscience, vol. 10, 2016.
  6. E. Stice, Relation of Adverse Childhood Experiences to Eating Disorder Symptomatology: An Eight-Year Longitudinal Study, in Journal of Consulting and Clinical Psychology, vol. 70, 2002.
  7. (EN) C. Jacobi, Coming to Terms With Risk Factors for Eating Disorders: Application of Risk Terminology and Suggestions for a General Taxonomy, in Psychological Bulletin, vol. 130, n. 1, 2004, pp. 19–65.