Cancel culture, dimissioni del giornalista Bari Weiss

Da Tematiche di genere.
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Le critiche al giornalismo di Bari Weiss in seguito alla stigmatizzazione del responsabile degli editoriali del «New York Times»[modifica | modifica sorgente]

Bari Weiss è una giornalista americana tagliente, lucida, non convenzionale. Nel 2017 viene chiamata dal «New York Times» (giornale più prestigioso del mondo) che dopo la vittoria di Donald Trump si è reso conto di avere capito ben poco degli americani meno progressisti e vuole nuove firme che li raccontino: Bari Weiss, che si definisce di sinistra moderata seppure venga considerata conservatrice.

Dopo il 2017 i giornali e i giornalisti che raccontano temi sociali e divisivi, secondo l’accusa di Bari Weiss, iniziano sempre più ad assumere un conformismo piacionesco nei confronti dei social, Twitter primo tra tutti. Non scriviamo più per stimolare il senso critico del lettore, ma per avere il suo retweet, è il senso.

La vicenda che la colpisce di più sono le dimissioni “spintanee” del responsabile degli editoriali del «New York Times», James Bennet, che era stato sommerso dalle critiche di colleghi e lettori dopo che aveva fatto pubblicare l’editoriale di un senatore repubblicano, in cui l’autore chiedeva di schierare l’esercito contro i manifestanti per le strade degli Stati Uniti. Come se la pagina dedicata agli editoriali di persone esterne dovesse ospitare soltanto opinioni che ci trovano già d’accordo.

Bari Weiss si dimette e pubblica una lettera durissima sul suo sito.

«Twitter non è nella gerenza del “New York Times”. Ma è diventato il suo vero direttore» scrive. «Le storie sono scelte e raccontate per compiacere lo zoccolo duro del pubblico anziché attrarre i lettori più curiosi a leggere notizie di tutto il mondo e poi trarre le proprie conclusioni.» «Perché pubblicare qualcosa di stimolante per i nostri lettori o scrivere qualcosa di audace, quando possiamo assicurarci il risultato (e i clic) pubblicando il nostro quattromillesimo articolo in cui sosteniamo che Donald Trump è un pericolo per il paese e il mondo? Così l’autocensura è diventata la norma [...] Gli editoriali che appena due anni fa sarebbero stati facilmente pubblicati oggi metterebbero in difficoltà il caporedattore o il giornalista, forse fino a farli licenziare. Se si ritiene che un pezzo possa avere un contraccolpo interno o sui social media non viene proprio pubblicato».