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Spinti dalla pretesa di avere ragione, rinunciamo al confronto per imporci sugli altri
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== Il post Instagram == Forse è perché viviamo in un’epoca dalle coordinate esistenziali sempre più confuse, ma è indubbio che qualcosa, dentro di noi, ci spinga a voler avere sempre l’ultima parola, affermarci durante qualsiasi scambio o addirittura nelle semplici chiacchierate informali fra amici. Nonostante il confronto sia alla base di ogni tipo di scambio comunicativo, siamo sempre meno disposti a metterci in discussione, proprio per cercare di non andare in pezzi, mentre tutto intorno a noi già sembra disgregarsi e crollare. L’ansia di vedere confermate le nostre idee, infatti, è una sorta di meccanismo di difesa e di sopravvivenza che ci risulta sempre più difficile abbandonare. Così, il desiderio di avere ragione – imponendo la propria visione del mondo – a volte diventa una vera e propria pulsione irrefrenabile, tanto che quando la nostra parola viene messa in dubbio, o fatta vacillare, ci infastidiamo immediatamente fino ad arrivare a vere e proprie crisi di rabbia. Finiamo per confondere la nostra identità con le nostre idee e quindi quando veniamo smentiti, o si apre la possibilità di dover cambiare posizione, sentiamo messo in pericolo il nostro senso del sé, perché siamo insicuri, ma vogliamo dimostrare invece di non esserlo. Questo modo sgangherato e violento di far valere a tutti i costi le proprie convinzioni, però, corrisponde all’affermazione della propria autorità, e quindi a un meccanismo di potere, dominio e sopraffazione sull’altro tutt’altro che positivo e costruttivo. Quindi, se in un primo momento questo comportamento farà sì che alcune persone ci ammirino, o ci considerino forti, alla fine non farà altro che allontanarci dagli altri. Il sentimento che innesca il voler avere sempre ragione è molto simile alla paura del fallimento. Per questo l’unico modo per uscire da questo circolo vizioso è mettere al vaglio, scartare, modificare, perfezionare, e magari anche cambiare diametralmente le proprie idee, rafforzando però il sistema interno di verifica del valore di quegli oggetti astratti che ci popolano la mente. E questo farà la differenza a livello sociale tra il regredire e l’evolvere. Leggi l’articolo completo su thevision.com e nel link in bio
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