Riflessioni prese da libri

Da Tematiche di genere.
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Lucio Della Seta - Debellare il senso di colpa

«Un uomo si era avvicinato, le aveva alzato la gonna e le aveva accarezzato le gambe. Lei era fuggita piena non di paura, ma di vergogna. Come accade a tutti i bambini non pensava di aver corso un pericolo, né che fosse stata violata la sua persona, ma che lei, anna avesse violato il tabù del sesso.

Anna aveva saputo molte cose sulla sessualità dai suoi coetanei, ma l'assoluto silenzio in casa sull'argomento l'aveva convinta che si trattava di qualcosa di orrendo, squalificante e pericoloso, che portava dritto all'inferno. Materiale protetto da Nella sua famiglia il deliberato fingere di ignorare l'esistenza dell'amore sessuale ne metteva, di fatto, in evidenza l'enorme e misteriosa importanza.» - Pag 25

«la nevrosi non è altro che l'insieme delle emozioni e dei comportamenti di difesa, sbagliati perché esagerati, messi in atto dal nostro organismo inconsapevolmente, per sfuggire alle tante paure emerse nell'infanzia e nell'adolescenza, come la paura del buio o quella di non essere accettati. La nevrosi è l'insieme delle difese infantili, controproducenti, che permangono nell'adulto» - Pag 35

«in questo stadio dell'evoluzione, il nostro sistema cognitivo non è in grado di distinguere molte situazioni di pericolo da altre che, invece, non lo sono.» - Pag 36

Memoria autonoma dell'amigdala - pag 42

reazioni in millesimi di secondo / freezing / cosa succede se la grande energia accumulata per poter combattere non viene sfogata

«Nelle società del passato esistevano poche e rigide regole, ed era perciò relativamente facile non fare brutta figura e sentirsi accettati. Adesso il rischio di apparire sbagliati è maggiore» - pag 53

«Spesso, intristiti o preoccupati, ci lamentiamo dei "giovani d'oggi", senza tener conto che già venticinque secoli fa Platone scriveva «A scuola l'insegnante ha paura dei ragazzi, in casa comandano figli, non i genitori»

Carl Rogers - si trovano più d'accordo due terapeuti anziani di scuole diverse che due terapeuti giovani della medesima scuola - Pag 63

Tribunale della mente - pag 69

Lo Stato Canaglia - Piero Ostellino

https://www.google.it/books/edition/Lo_stato_canaglia/

Copertina: Come la cattiva politica continua a soffocare l'Italia; La dittatura della burocrazie e l'assedio al libero mercato. Il saccheggio della cosa pubblica e il controllo della morale privata.

Prefazione del libro - «Viviamo, si dice, in un Paese libero. Nulla di più falso: oggi in Italia tutto è vietato tranne ciò che è esplicitamente consentito. Da Nord a Sud, i cittadini si trovano ostaggio di uno Stato potentissimo, a cui un'infinità di regolamenti e decreti, imposte e balzelli permette di infi trarsi in ogni recesso della vita quotidiana: dalle leggi sulla procreazione a quelle sulla prostituzione, dai meandri della giustizia all'autovelox.

Un'Entità che governa, senza averne delega, la nostra esistenza ma che è nel contempo abbastanza debole da trovarsi nelle mani di una oligarchia incolta e becera, seppure voracissima. Intanto, nell'economia gravata dalla crisi, dilagano le distorsioni del mercato, dal canone televisivo alla vicenda Alitalia, passando per “liberalizzazioni” che sono solo una cortina di fumo di dirigismo e demagogia.

A fare le spese di provvedimenti di salvataggio che a stento nascondono le eterne logiche di interesse, al solito, è il cittadino tassato e vessato, inibito nelle sue libere iniziative. E costretto a guardarsi continuamente le spalle, perché inseguito da un potere occhiuto quanto incapace di gestire le risorse e di produrre efficienza e innovazione.

In questa spietata analisi del declino culturale, politico ed economico italiano, Piero Ostellino presenta una preoccupante carrellata di nomi, fatti e dati. Denuncia la latitanza del pensiero liberale, asfissiato da collettivismo e corporativismo.

Torneranno mai in Italia le idee, e le prassi, dell'autonomia, della responsabilità individuale, della certezza della pena? La risposta non è consolante, anzi è un durissimo j'accuse rivolto alla pessima politica cui permettiamo di governarci. Ma prendere atto del disastro in corso è un'occasione per riflettere e provare a salvare quel che resta della nostra democrazia.»

«Un Paese paralizzato da un numero spropositato di leggi e regolamenti; soffocato da una cultura burocratica invasiva e ottusa; gestito da una pubblica amministrazione, pletorica, costosa e inefficiente e, non di rado, corrotta; vessato da un sistema fiscale punitivo per chi paga le tasse e distratto nei confronti di chi non le paga; prigioniero di corporazioni e interessi clientelari; nelle mani, da Roma in giù, della criminalità organizzata.

Un Paese in inarrestabile declino culturale, politico, economico, che non è ancora precipitato agli ultimi gradini tra i Paesi industrializzati dell'Occidente solo grazie allo spirito di iniziativa e alla proiezione internazionale della media e piccola imprenditoria. Questa è l'Italia oggi» - Introduzione

«Gli italiani, anarcoidi e conservatori, privi di senso civico e di senso dello Stato[...]; che non si mettono in fila [...], ma neppure si ribellano [...]; ingegnosi, flessibili, pragmatici, camaleontici[...]. Che «si arrangia», che – barcamenandosi di volta in volta [...] – se la cava. Questi italiani sono il paradigma schizofrenico - che essi hanno ritagliato su se stessi, a volte vergognandosene, altre facendosene vanto, come un abito mentale e sociale su misura, unico nel suo genere al mondo.

La nazione, lo Stato, la collettività, giù, giù lungo i loro indotti pubblici ieri, il (vergognoso) primato della razza; oggi, l'(indefinibile) utilità sociale, e sociale, e tutte le altre sovrastrutture ideologiche che hanno segnato la storia del Paese – sono l'Italia soggetto collettivo.

La camicia di forza che il potere politico del momento e la cultura dominante, l'ideologia come falsa coscienza – fascista e/o comunista, corporativa e/o collettivista, comunitaria e/o statalista che fosse, sempre e comunque antindividualista – hanno imposto agli italiani. Incolta, retorica, dogmatica, bigotta, burocratica, poco o punto flessibile, legalista e imbrogliona, questa Italia trasformista e gattopardesca - che cambia qualcosa per restare sempre la stessa – è una sorta di «8 settembre permanente».[1]» - pag 9

  1. Istituzionalizzato. Da un lato, ci sono la costante imposizione di un controllo pubblico, illegittimo e contraddittorio, sulle libertà dei singoli, e l'ambigua pretesa che sia rispettato; dall'altro, c'è la tacita esenzione da ogni vincolo d'obbedienza sottintesa nella frase liberatoria «tutti a casa» che l'8 settembre 1943 percorse la linea di comando delle nostre Forze armate, abbandonate a se stesse dopo l'armistizio.

Attacco all'Iraq - Rapetto, Di Nunzio[note attacco all'iraq 1]

https://www.google.it/books/edition/Attacco_all_Iraq_100_ragioni_segrete_inc

Umberto Rapetto, è un generale italiano della Guardia di Finanza, in congedo dal 2012 e già comandante del Nucleo speciale frodi telematiche. In Telecom Italia dopo essere stato consigliere strategico del presidente esecutivo Franco Bernabè, e poi direttore delle iniziative e dei progetti speciali.

«Perché attaccare l'Iraq? Qual è il motivo vero, quali sono le ragioni nascoste, magari tanto semplici e ovvie da sembrare incredibili? Umberto Rapetto e Roberto Di Nunzio, dopo aver passato al setaccio centinaia di notizie/documenti e di opinioni personali dei più alti "addetti ai lavori", forniscono un ampio ventaglio di ipotesi, lasciando al lettore l'opportunità di acquisire tutti gli elementi necessari per comprendere il passato e il presente e per immaginare possibili scenari futuri.

Si parte dalla cronologia degli eventi che dal 1980 a oggi hanno caratterizzato l'Iraq e il suo ruolo nel contesto politico ed energetico del pianeta, offrendo poi la sintesi del dossier approntato dal governo britannico sulle armi di distruzione di massa di cui sarebbe in possesso Saddam Hussein.

Vengono poi approfondite le presumibili motivazioni che possono essere alla base di un attacco militare: la sicurezza nazionale e internazionale, il rischio WMD (weapons of mass destruction, le armi di distruzione di massa), le questioni legate a petrolio e gas, il conflitto tra civiltà occidentale e islamica, il terrorismo internazionale legato ad Al Qaeda.

Il libro si chiude con una serie di brevi dichiarazioni (quasi degli sms) di numerosi opinion leader (politici, militari, economisti, giornalisti) che condensano in un flash quello che secondo loro può essere il perché - e i reali motivi - di un attacco all'Iraq.»

  1. U. Rapetto, R. Di Nunzio, Attacco all'Iraq, Bur, 2003.

Intelligenza Sociale di Daniel Goleman

https://it.wikipedia.org/wiki/Intelligenza_sociale

  • Grazie alle neuroscienze siamo stati in grado di cogliere come funziona l'empatia. C'è una via alta e una via bassa.
  • L'intelligenza sociale è la capacità di relazionarsi con gli altri in maniera efficiente, costruttiva e socialmente compatibile con gli altri. Essa è basata sull’empatia, e rappresenta la nostra capacità cognitiva di relazionarci con gli altri e di valutare accuratamente le situazioni sociali.
  • Il nostro cervello è biologicamente progettato per connettersi con gli altri esseri umani: grazie alle neuroscienze oggi sappiamo infatti che il cervello è dotato di circuiti neurali specifici che si attivano ogni qual volta sperimentiamo la relazione con gli altri. La scoperta di questi circuiti e della consapevolezza che “siamo programmati per connetterci”,
  • Le neuroscienze hanno scoperto, mediante l’utilizzo di tecniche come l’fMRI, che è la stessa struttura del nostro cervello a renderlo “socievole”

La paura e la speranza - Giulio Tremonti

I costi della globalizzazione

Il lato oscuoro della globalizzazione

Stigma - Erving Goffman

Sottotitolo: Note sulla gestione dell'identità degradata

«Quando Stigma uscì, nel 1963, negli Stati Uniti era ancora in vigore la segregazione razziale, abolita l'anno seguente» - pag 1

«tutti facciamo esperienza della posizione di stigmatizzati e di quella di normali, alcuni di noi però con maggiore frequenza di altri sono collocati in una delle due posizioni» - pag 14