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Riassunto tesi Tra antifemminismo e antisessismo. Come cambia l'attivismo per i diritti maschili in Italia
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== '''3. Interviste agli utenti della manosphere''' == Per analizzare il terreno della cosiddetta maschiosfera in Italia sono state scelte dieci persone appartenenti a un gruppo tra i più famosi all’interno di Facebook: “Ti prego Karen è anche il mio gruppo”; i suoi 900 membri si presentano così: <blockquote>''“Siamo MRA e WRA (Men/Women's Rights Activists, Attivisti per i Diritti degli Uomini/delle Donne): siamo antisessisti, quindi contrari ai ruoli di genere, e ci occupiamo di questioni maschili (prioritariamente) e femminili (occasionalmente). Secondo noi il sessismo è bi-sessismo: il sistema tradizionale dei ruoli di genere ha storicamente subordinato l'autodeterminazione e il benessere di uomini e donne ai loro ruoli sociali rigidamente prescritti in base al genere di appartenenza, danneggiando tutti in modocomplementare ma ugualmente grave. NON SIAMO TRADIZIONALISTI CONSERVATORI, non vogliamo tornare ai "sani valori di una volta" né ai "bei vecchi tempi" in cui "gli uomini facevano gli uomini e le donne facevano le donne". Condanniamo il femminismo per una serie di ragioni di cui abbiamo parlato nella pagina, ma questa è solo una conseguenza dell'antisessismo e dell'interesse per la causa maschile; l'antifemminismo spicciolo che lecca il culo ai ruoli di genere non fa per noi. QUESTO NON È UN GRUPPO REDPILL. QUI NON CE LA PRENDIAMO CON LE DONNE NÉ CON IL FEMMINILE: ce la prendiamo col sessismo, con la misandria e con la misoginia indipendentemente da chi li mette in atto [...]”.''</blockquote>Per il reclutamento è stato pubblicato un post all’interno del gruppo chiuso e le persone interessate alla ricerca si sono rese volontarie per essere sottoposte a una intervista semistrutturata. Decisi i volontari in base alla loro disponibilità, sono state condotte le interviste attraverso piattaforme di videoconferenza e chat privata. Le domande sono state formulate in modo da scendere nel dettaglio della vita privata degli utenti, non fermandosi così alla mera ideologia che spesso permea nelle pagine della maschiosfera. ==== '''3.1 Attivismo e lotta per i diritti maschili''' ==== Per conoscere il grado di coinvolgimento sul tema trattato è stato chiesto agli intervistati se fossero attivisti per i diritti maschili o meno e quale fosse la loro definizione di attivismo. Il Numero 1, trentatrenne laureato in filosofia, dice di aver partecipato a molti dibattiti, riunioni e di aver collaborato con Fabrizio Marchi, filosofo e politico del Lazio. Inoltre, dice che quella dei diritti maschili “è una lotta per i diritti di una categoria che non viene riconosciuta socialmente in occidente come categoria per la quale lottare. Non viene vista come tale in quanto viene percepita come privilegiata.” L’intervistato Numero 2, invece, sostiene di non sentirsi ancora pronto per definirsi attivista, poiché avere una preparazione adeguata richiede tempo e molto studio; ha uno sguardo molto critico nei confronti degli adolescenti che si definiscono attivisti così giovani, quando è chiaro che non hanno avuto il tempo per elaborare un pensiero critico. Il Numero 3 racconta di essere un collaboratore di Perseo, centro antiviolenza che accoglie uomini, e quindi di non occuparsi solo di media-attivismo. L’utente Numero 4 in passato è stato un moderatore sul gruppo Facebook “Diritti Maschili - Equità e Umanità” ma ne è uscito e spiega la sua decisione dicendo: “''Differenze di vedute, non era uno spazio che mi piaceva, non era adatto per me. Poi'' ''purtroppo sono cose che se tu eri preso quanto ero preso io ti rubano tanto tempo, energie. Poi mi sono accorto che tante persone non erano interessate tanto quanto lo'' ''ero io a fare quello che volevo fare io''”. Nonostante questa sua esperienza non si definisce attivista, nemmeno quando rivela di aver mandato una richiesta per far includere gli uomini nella Direttiva europea e aiutare così le vittime di violenza. “[...] ''Io non penso di essere'' ''capace e di p , come una sorta di giornalista che riferisce alle istituzioni o a chi ha il potere che ci sono questi problemi e situazioni. Io le ho notate, ma dal momento che'' ''ci sono mi attivo io''.” Totalmente divergente dalla presa di posizione precedente è quella dell’intervistato Numero 5, il quale non si sente di voler condurre dibattiti né online né offline, poiché il conflitto lo turba. Per tale motivo non si definisce attivista per i diritti maschili. Anche il sesto intervistato, sviluppatore informatico di 40 anni, dice di non essere un attivista perché non appartiene a specifiche organizzazioni, ma che nella sua piccola cerca di informarsi il più possibile. Allo stesso modo risponde anche l’intervistato Numero 9. La Numero 7 è risultata l’unica utente femminile disponibile per l’intervista; lei ha dichiarato di non sentirsi un’attivista per i diritti maschili. Dice di essere antisessista e interessata ai temi maschili per la sua laurea come assistente sociale. L’ottavo intervistato si definisce attivista però pro''gressista. Non sono uno di quelli'' che dice “le donne sono fuori controllo e ora vogliono troppe cose”, per me è stupido fare un discorso del genere. Per come la vedo io è un’enorme semplificazione di uomini-donne; far vedere i gruppi come monoliti e non come una costellazione di persone è sbagliato. Purtroppo i gruppi MRA si sono fatti una brutta nomea per colpa di qualcuno; io non nego che in questi gruppi ci siano degli estremisti che vogliono che le donne diventino delle incubatrici che camminano legate in cucina, questo è da condannare, ma ci sono estremisti in tutte le correnti. Sono un progressista perchè appoggio le lotte femminili, come il permettere l'aborto; io sono a favore perché mi sembra stupido che una donna che non può crescere un bambino sa che nascerà con qualche malattia congenita terribile, alla fine è un suo diritto scegliere. Allo stesso tempo mi rendo conto che per quanto si sia combattuto ultimamente per elevare la posizione delle donne, purtroppo non è stato fatto lo stesso dal lato opposto e per questo mi definisco un attivista dei diritti maschili.” L’intervistato Numero 10 si vuole allontanare dall’etichetta di MRA e ci tiene a precisare che è un antisessista; in quanto tale ritiene che per far stare bene un genere si debba tentare di migliorare la vita dell’altro. ==== '''3.2 Entrare nella maschiosfera''' ==== Successivamente, è stato chiesto di spiegare quali sono i temi più importanti ad ogni singolo intervistato, questo sia per sapere quali sono gli argomenti più dibattuti, sia per capire qual è stato l’impulso iniziale che ha portato determinate persone ad inserirsi nei gruppi MRA e non solo. L’intervistato Numero 1, dice che l’attivismo per i diritti maschili riguarda “''moltissimi'' ''temi: i problemi legati ai padri separati, i suicidi, la depressione, il barbonaggio; se ma in realtà è un altro dei problemi sociali che ha un risvolto di genere maschile. Poi a''ggiunge: “''quindi profondamente femminista, ho vissuto fino da bambino tutte le influenze ideologiche, tutti i mantra. Quando ad un certo punto vedi sugli articoli di giornale esce fuori che una donna guadagna il 70% meno di me e le mie colleghe donne non guadagnano il 70% in meno di m nonostante sa” x mah aspetta un attimo: questa narrazione che ci propina ogni volta.. oltretutto la'' ''Murgia ha dichiarato che'' ''Le'' ''proprietarie del r'' ''privilegiati, ma allora anche le donne delle classi più alte''.” Per questi gravi episodi che sono accaduti nella sua vita, l’intervistato ha detto che ha iniziato ad interessarsi alle questioni sul lavoro usurante a cui sono sottoposti alcuni uomini, la mancanza di norme e tutele. Il Numero 2, studente di filosofia, dice che le sue convinzioni sono state stravolte quando ha visto il documentario [https://g.co/kgs/MNsfk8 The Red pill di Cassie Jaye], un documentario del 2016 che indaga il movimento per i diritti maschili: “''lontano le questioni di genere, ma mi mettevo totalmente nelle mani di un femminismo quale che f , che ti ha detto come stanno le cose, tu prendi atto e dai la tua opinione se ti viene chiesta e basta. Se ci sono opinioni divergenti chiedi a una femminista quale cosa devi pensare. Mi mettevo nelle loro f Scelgo di simpatizzare per un femminismo sex positive. Una femminista sex negative privilegio''”. ''uscire più perché potenzialmente potrei essere sempre un oppressore, pericoloso ecc... [...] nonatteggiamen[...] ero già arrivato a pensare che il femminismo fosse una lotta giusta con limiti che'' ''“confuso''”. Se il femminismo è questa lotta per il bene supremo nelle dinamiche di genere, perché ci sono persone antifemministe Una risposta breve è “''perché ci sono ” sempre addossata agli uomini, perché se le donne ricadono in questi ruoli viene fatto loro il lavaggio del cervello. Certe femministe non sembrano avere una grande ’'' ''vediamo perché varie persone si dicono antifemministe'' [...]”. L’intervistato Numero 3 si è approcciato a questi temi da adolescente, periodo nel quale aveva accumulato un certo grado di frustrazione nei confronti delle femmine e verso se stesso. “''Volevo vedere se in un mondo dov'' ''’ qualcosa. Le mie riflessioni mi hanno portato a distanziarmi da molte posizioni teoriche degli MRA, perché sono estreme e senza senso. [...] diciamo che la mia frustrazione era tanto dovuta al fatto che nella mia infanzia/adolescenza la violenza che avevo subito era quasi esclusivamente femminile, violenza fisica. Avvicinarmi ai diritti maschili mi ha inizialmente portato una sorta di euforia ideologica, ma con il tempo mi ha portato, anche attraverso il dialogo con il femminismo, a creare la mia prospettiva, che io percepisco come equilibrata, che si discosta dalle fallacie degli MRA e include molti discorsi femministi, ma mi permette di portare avanti un discorso riguardante i diritti maschili. Secondo me, quasi tutti, forse tutti, diventano MRA per un discorso di frustrazione. La frustrazione può prendere varie strade, nel mio caso era principalmente dovuta alla violenza che ho subito da bambino, da donne, quasi tutte figure educative. Per altri ragazzi può essere il non avere poi elaborato in prospettive di genere, che hanno poi elaborato avvicinandosi al'' ''femminismo o al mascolinism''o.” Anche il Numero 4 racconta di essere venuto a conoscenza delle questioni maschili un po’ casualmente, tramite i video YouTube di Dellimellow, un web influencer che parla di politica, attualità e cinema; da qui si è incuriosito e ha continuato la ricerca anche su Facebook e Google. Il Numero 5 sostiene di aver tollerato poco certi atteggiamenti di cavalleria e galanteria sin da adolescente e per caso qualche anno fa è capitato sulla pagina di “Diritti Maschili”, dalla quale poi è uscito. L’intervistato Numero 6 sostiene di essersi avvicinato informandosi sulla sacrificabilità dell’uomo e in particolare sottolinea come sono sempre coloro che devono accedere ai lavori più usuranti e venivano sottoposti alla leva militare fino a poco tempo fa. Inoltre, critica il “cherry picking” che viene fatto dal femminismo. L’intervistata Numero 7 si è avvicinata alle questioni di genere grazie a stage e tirocini che ha fatto e dice “''Da quando mi sono avvicinata ai diritti ma'' ''civile in cui dovrebbero'' ''essere protetti tutti''” ; successivamente aggiunge “ ''’ vasta letteratura statunitense come W. Farrell e G. Grey che sono degli studiosi molto validi; il problema dei gruppi delle pagine in Italia sono che oltre a gli utenti che ’ misoginia, come nei gruppi di femministe ci sono utenti che hanno ’'' ''volessero sconfiggere le retoriche delle femministe, ma con le stesse modalità.'' ''anche se già adesso ne sono entrate tante che non hanno delle buone idee antisessiste'' L’intervistato Numero 8, mediatore linguistico, ci racconta come il divorzio dei suoi genitori sia un’evidente dimostrazione del fatto che la legge tuteli maggiormente le donne: nonostante fosse già adulto sua madre ha ottenuto la casa che suo padre aveva costruito. Il suo approccio agli MRA ha avuto origine dalla visione di “The Redpill” che lo ha portato ad avvicinarsi a pagine come “Antisessismo” e “Ti prego Karen”. Il numero 9 rimane più sul vago dicendo che sentiva che ogni colpa veniva addossata dai media agli uomini e per questo si è voluto informare di come effettivamente andavano le cose. Per tale motivo si è avvicinato alle questioni degli MRA e ritiene che ci siano molte aree in cui gli uomini hanno degli “handicap”, cioè dove c’è una disuguaglianza che privilegia il sesso femminile. Il Numero 10, invece, è stato vittima di violenza: “''S'' ''femminista. Questa cosa mi ha portato a farmi delle domande e mi sono allontanato. Avevo tante conoscenze nel mondo femminista a livello proprio locale; quando ho'' ''chiesto aiuto mi sono sentito molto sminuito nel mio cercare aiuto[...]''”. Si può quindi affermare che sei intervistati su dieci si sono avvicinati a questi temi a causa di esperienze, più o meno traumatiche, che hanno segnato la loro vita. I restanti, invece, hanno avuto un approccio più ideologico. '''3.3 Il rapporto con il femminismo''' Proseguendo nelle interviste si è cercato di approfondire le motivazioni per le quali nella maschiosfera si ha un’opinione tanto negativa del femminismo. Inoltre, sono state delineate da alcuni utenti varie teorie che fanno riferimento a filosofi che hanno trattato delle questioni di genere. L’intervistato Numero 1 definisce il femminismo come un’ideologia falso- coscienziosa con una narrazione parziale e unilaterale della storia. ''“'' ''ideologia abbia avuto un ruolo storico, soci ? , i principi ’ politicamente fallaci. Va superato. Io dico sempre una cosa: il femminismo ha il grande merito di aver sollevato la questione di genere, ma la grande colpa di averla'' ''affrontata da un solo punto di vista''.” Poi continua dicendo che il femminismo nasceva per un’esigenza emancipativa che ora non sussiste più; inoltre, si basa su una premessa sbagliata, cioè l’esistenza del patriarcato. Allo stesso modo anche per l’intervistato Numero 2 e Numero 6 il femminismo parte dal presupposto sbagliato che ci sia una società creata dagli uomini per gli uomini: il patriarcato. Parlando di quest’ultimo il Numero 2 dice: ''le implicazioni del linguaggio di cui parla tanto il femminismo per cui si'' ''formano asterischi e ci si scervella in mille modi chiamando assessora e ingegnera.'' ''Giusto, perché il linguaggio ha anche delle implicazioni. Ora ’'' ''genere e formula poi soluzioni in base a quelle. No, il femminismo'' ''femminile sulle questioni di genere''.” Aggiunge di aver voluto dare una possibilità alla quarta ondata del femminismo, ma di aver ancora una volta accolto l’antisessismo, perché con le femministe è sempre una gara a chi sta peggio e per questo i problemi maschili non verranno mai messi in luce. Il Numero 2 e il Numero 6 si ritengono sostenitori della teoria bisessista di W. Farrell; infatti, l’intervistato Numero 2 spiega tale teoria in questo modo: “i ''’ S dare il suo seme a cento donne, una donna può ricevere il seme da un solo uomo e'' ''portare quello per nove mesi. Una volta nato il bambino ha bisogno di tantissime ’ 50%. In tutto questo ci sono a , molti dei quali sono estremamente pericolosi e usuranti, quindi che facciamo constatando questa differenza di ruoli biologici? Le donne pensano al ruolo riproduttivo e a tutto quello che può concernere la cura dei figli. Gli uomini hanno il compito di impedire che qualunque cosa, qualunque danno, possa arrivare alle donne; devono proteggere le donne, e questo implica anche impedire di fare lavori usuranti e pericolosi; quindi, questi lavori li fanno solo gli uomini. Si passa quindi da ’ ’ differente da quello che abbiamo oggi. Ricordiamoci che i femminismi sono nati in ’ ’ tempo libero e lo occupavano in tempo domestico, che sembrava “F ” prima questo ragionamento non era possibile. Andare a lavorare in cantiere significa rischiare di lasciarci le penne. Questa divisione nasce dal tentativo di ga ’ plausibile ’ uomini sono dei mostr F'' Un punto di vista diverso lo espone l’intervistato Numero 3, il quale sostiene che il femminismo sia un movimento legittimo, “ ''con frange estreme come quelle degli MRA, ha legittimi interessi anche dal punto'' ''creato un impianto teorico definito, crei un nemico e hai fatto la tua storiella''. ''’ su tutto, delle cose no, ma va bene. Non mi interessa parlare di femminismo, perderei tempo''.” Come i precedenti, anche l’intervistata Numero 7 non si definisce femminista e tantomeno crede nell’esistenza di un patriarcato: “''. Sono una persona che cerca di tutelare entrambi i generi e non solo, anche della comunità LGBTQ+. Io credo che il femminismo abbia fatto cose importanti; per interess ’ ’ problemi degli uomini e a parlare di un assetto politico e storico di cui non sono ’ -'' ''sempre sembrata una visione troppo semplicistica della realtà''.” Il Numero 4 si definisce critico nei confronti del femminismo, ma allo stesso tempo pensa che sia un movimento che ha senso di esistere e non prova astio verso chi si definisce tale. Poi aggiunge: “ ''“ ”''nie , alcune cose molto personali le ho raccontate'' ''in pagine femministe anche se in anonimo''.” Il quinto intervistato dice che sarà antifemminista finché ci sarà un femminista che si oppone alla sua battaglia. Critica il movimento affermando: “''Parte da presupposti'' ''discutibili, elaborati con una mentalità ancora intrisa del pensiero che dovrebbe combattere. Si sviluppa spesso peggio soprattutto in culture non di avanguardia - tipo alcuni paesi nordici - e considerandone i prodotti politici e culturali. Spesso fa leva su stereotipi e ruoli di genere per la propria propaganda e anche sul fatto che molti uomini si auto-considerino delle bestie, quasi letteralmente''.” Il Numero 8 critica il concetto di mascolinità tossica inculcato dai femministi e dai media che fanno l’occhiolino a questa nuova ondata: “''maggioranza degli articoli sono spesso scritti da donne, i'' ''che gli uomini siano tutti cavernicoli e le donne siano tutte dei putti che galleggiano'' ''che esistono'' Il Numero 10, infine, dice di essere stato femminista in passato e di essersene discostato quando non ha ricevuto aiuto da parte del femminismo. Inoltre, trova che la sinistra non parli di problemi maschili in un’ottica non femminista e questa la trova una grave mancanza. '''3.4 Esponenti della manosphere e gruppi Facebook''' “Ti prego Karen è anche il mio gruppo” è solo uno dei tanti megafoni della manosphere; infatti, esistono molti siti, blog, forum ed esponenti da cui gli intervistati traggono le proprie informazioni e formulano le proprie idee Tra i più citati c’è sicuramente “La Fionda” di Davide Stasi: da alcuni, come il Numero 1 e il Numero 2, viene elogiato il lavoro fatto all’interno del sito Internet, seppur sempre da un’ottica che tende a destra e quindi di ala meno progressista; altri, come il Numero 10, ne criticano invece l’approccio: “''Penso che Stasi sia'' ''semp. Hai criticato ilHai fatto qualco’'' ''se non quella di far della polemica''.” Un blog molto criticato da tutti è quello de “Il Redpillatore”, uno spazio nel quale viene fomentato l’estremismo, di stampo dichiaratamente misogino e dal tono provocatorio. Il Numero 1 dice a riguardo “''Il punto che'' ''sociale o il risvolto analitico e culturale letterario non ce lo trovi. Quelli sono i pub in cui i buzzurri vanno a sfogare le loro fru ’ , ma molto più pesante.'' [...]”. Il Numero 3, in un primo momento, pensava che si trattasse di un troll da quanto è paradossale. I rimanenti sostengono di non seguire il blog perché sono completamente in disaccordo o di leggerlo solo per ridere. Una risposta che ha accomunato tra loro tutti gli utenti è quella di aver fatto parte, almeno per un periodo, della pagina Facebook “Antisessimo”, la quale si definisce “Pagina MRA, LGBT+, anti-tradizionalista e antirazzista”. Alcuni però l’hanno 43 criticata, un esempio è il Numero 3, che dice: “''Loro, come Farrell, hanno preso come'' ''assunto assoluto Strauss: il 50% delle vittime sono maschili e il 50% sono femmin difficile che le donne vengano indagate, utilizzano dei metodi per uccidere che sono'' ''”'' Altro pilastro di Facebook è “Diritti Maschili: Equità e Umanità”, che però ha subito forti critiche dagli intervistati. Quasi tutti si sono interessati inizialmente alla pagina, per poi capire che l'impronta poteva essere tendente al misogino. L’intervistato Numero 4 racconta di essere stato moderatore del gruppo per un periodo, ma se n’è andato sia per mancanza di tempo che per differenze di vedute. Della stessa idea è anche il Numero 9, che addirittura lo definisce “ ''”''. Crepaldi viene descritto come un personaggio ambivalente, sebbene tutti hanno sostenuto che ha un suo motivo di esistere come figura ed esponente della manosphere. Il Numero 10 dice di lui: “''Ho iniziato a F ’'' ''S k k . ' ’'' ''credo che servano anche questi personaggi nel dibattito''. Il Numero 5 lo chiama “femminista buono” addirittura, per la sua mancanza di una presa di posizione, e continua ''ma non mi s ' - -' un po' cerchiobottista e un po' conservatore''”. Il Numero 8 in qualche modo lo difende dalle accuse degli MRA e dalle femministe e dice: “''A me onestamente dispiace per lui, perché ha deciso di fare da portavoce di questa battaglia sociale che io ritengo giusta, ma purtroppo visti i tempi in cui ci troviamo si ritrova coinvolto in'' ''O linguaggio meno ’'' ''cerca di far arrabbiare troppo una parte''”. '''3.5 La Teoria Redpill e gli Incel''' Come emerge dagli intervistati. Redpillati, Incel e MRA sono fenomeni molti diversi tra loro e seguirne uno non implica necessariamente approvare gli altri. Il Numero 2 afferma di sentirsi un Incel perché non ha mai avuto nessun contatto con delle ragazze. Nonostante questo, ha un atteggiamento molto critico verso i forum Incel. “''Gli incel come categoria, quelli che si vedono nei forum, sono degli “'' ''” cusare di superficialità una persona che non fa altro che inquadrare le persone attraverso dei numeri che valutano la donna accusano altri di superficialità? Ma guardati allo specchio e non per darti il voto, guardati coscientemente. Giudichi gli altri di superficia “k ” recentemente o a interessarmene recentemente, io già da 15/16 anni mi guardavo ’ ’ “ ” donna si sente molestata si sente molestata, fine. Tu non hai S'' Il Numero 3 descrive la teoria Redpill come “''la ve’ femminile, che ha dei costi per le donne. La redp ’ dato dal fatto che le donne dal punto di vista biologico hanno degli investimenti'' ''maggiori, ad esempio il ciclo, la gravidanza, i rischi'' Degli Incel invece ha un’opinione migliore in quanto si tratta di una condizione; aggiunge anche che quelli radicali andrebbero aiutati, ma la cosa risulta complicata poiché rifiutano la psicoterapia. Il Numero 5 dice che nel mondo occidentale è vero che siano le donne a condurre il gioco della seduzione, poiché per gli uomini la validazione dell’altro sesso è più importante rispetto che per le donne. Il Numero 6 sostiene di aver provato a parlare con dei redpillati ed è stata una cosa difficile; quindi, capisce perché le ragazze non provino ad avere punti di contatto con queste persone. Invece riguardo alla questione degli incel dice: “ ''’ ’ : quella dei Pick Up Artist. Non credo sia la causa del redpill ma che sia una concausa, “ ” machistico, questa cosa la trovo trasversale al redpill, ai Pick Up Artists e anche a'' ''qualche gruppo MRA''”. La Numero 7 dà un punto di vista femminile alla questione e dice: “ ''misoginia; ci saranno alcuni che non saranno misogini, ma mi chiedo perché entrare in questi spazi segreganti, sono quasi sette. Lo dicono tante persone antisessiste che in quei posti ci sono stati; ti creano un pensiero misogino e vedi come delle persone a'' ''“ ” ’ ”'' Per il Numero 8 la teoria LMS potrebbe essere anche vera in parte, ma farebbe di tutte le donne una categoria e il rischio è quello di sfociare in un discorso misogino. Inoltre, non ritiene esatte le idee degli Incel e per dimostrarlo fa l’esempio di lui stesso: sebbene dice di non essere bello ma di non aver avuto problemi ad avere relazioni con delle donne. Il Numero 10 dice: “''Della teoria redpill posso anche pensare che ci sia un minimo di'' ''fondamento ma penso che sia una cagata; loro mi definirebbero un 4 o 4 e mezzo e non ho mai avuto problemi con le ragazze, sono stato anche disoccupato e secondo la loro teoria sarei dovuto essere un Incel, invece ho avuto una storia e poi una figlia. Ho avuto donne e quindi non penso di essere la loro anomalia,'' ''” '3.6 Discriminazioni e storie personali''' Se utenti come il Numero 5 e il Numero 9 non si espongono più di tanto e dicono di non ricordare momenti in cui si sono sentiti discriminati, gli altri si aprono a racconti di vissuto personale. Il primo intervistato dice di aver ricevuto più volte discriminazioni in quanto uomo: “''Fin da quando ero bambino ho ricevuto discriminazione misandrica da parte di mia'' ''madre e delle sue amiche femminis . Mi sono sentito'' ''un sacco di volte discriminato come pericoloso in quanto maschio. Mi sono sentito gli occhi addosso mentre giocavo con dei bambini in un contesto in cui era normale che'' ''lo facessi''.” Il Numero 2 fa un discorso molto intimo nel quale sostiene di non approcciare le donne per paura di essere giudicato male, il solo pensiero di poter risultare un molestatore agli occhi degli altri è per lui un freno verso il mondo femminile. Anche l’intervistato Numero 3 si è sentito più volte discriminato a scuola e trattato diversamente in quanto maschio. Inoltre, si è avvicinato alla prospettiva MGTOW. Il Numero 4 racconta di un’umiliazione pubblica ricevuta da un gruppo di coetanei: “ ''“ ”''<blockquote>''’ ’'' ''’ “ ”''</blockquote>''. Io purtroppo o per fortuna sono un tipo che'' ''contempla, le ragazze di cui sono stato innamorato le co “ ” molto. Praticamente sul telefono mi hanno fatto vedere u'' ''“ ” ’ .''” La Numero 7 è stata più volte in strutture che aiutavano le donne e i suoi superiori hanno sempre sminuito le complicazioni che i padri separati erano costretti a subire. Il Numero 8 racconta di situazioni più quotidiane dove si è sentito a disagio: “''In'' ''’ “ ” ’ O'' ''’ ’'' ''lavoro a maggioranza femminile, mi dicono che qualcuno potrebbe sentirsi a disagio ’ dell' S , dove io e i miei coinquilini - 2 razzi e 3 ragazze - dovevamo uscire e quando era il momento di cambiarci ci hanno chiesto di uscire fuori ma non sono uscite quando era il nostro momento d ? non pagasse per entrare e io si, ma queste per fortuna sono solo cazzate. Le vere'' ''discriminazioni non le ho mai vissute''.” '''3.7 Essere un attivista per i diritti maschili e il rapporto con gli altri:' 'dall’online all’offline''' Un altro tema interessante da indagare è stato quello dei rapporti che questi utenti hanno con le persone all’interno del gruppo “Ti prego Karen”, nei loro social e anche nella vita quotidiana. Spesso fare outing delle proprie prese di posizione risulta difficile, lo spiega l’utente Numero 1: “''In ambito social io ho fatto un outing, perché ad un certo punto ho dovuto'' ''fare comunicazione di questa roba e facendo outing ho avuto problemi. Per fortuna diciamo ho una buona sicurezza in me, una personalità tale per la quale ero preparato, sapevo e ho fatto tutto coscientemente. Amici decennali tuttora credono ’ “ ?” una chiamata molto disagevole perché parlava a me come si parlerebbe a uno che ha appena avut , ma era un costo che ero disposto a spendere. Se parliamo della maggior parte dei'' ''”'' I suoi amici storici gli sono rimasti vicini e quello che ha perso sostiene di aver riguadagnato nella frequentazione di questa sfera, che lo ha arricchito e pensa di aver trovato anche dei nuovi amici. Diversa è la situazione in famiglia, dove non può parlare con la madre di queste questioni in quanto è una femminista convinta. Gli alti, invece, non parlano mai di vera e propria amicizia, ma di un sostegno psicologico e anche di risorse. Per esempio, il Numero 4 racconta di aver prestato soccorso a una persona sul gruppo che aveva istinti suicidi: si sono parlati in privato e gli ha dato dei suggerimenti, poiché egli stesso ha pensato di farsi del male in passato. Il Numero 10, che è anche un moderatore della pagina, spiega che si erano mobilitate diverse persone per aiutare un componente del gruppo appartenente alla comunità LGBTQ+: “''Avevamo creato anche di capire come aiutarla perché ci diceva che i ’'' ''contattare delle associazioni che si occupavano di persone trans. Poi era saltato fuori il dubbio che fossero cose che si inventava lei, finché ha iniziato ad accusare di k ’ ”'' Se per molti esporsi è semplice, altri tengono nella loro sfera intima questa area della loro vita, o comunque per una cerchia molto ristretta di persone. Ma c’è anche qualcuno che preferisce esporsi in pubblico, come il Numero 3, che ha sostenuto un incontro in una scuola di Firenze e ha parlato dei temi degli MRA. Nonostante tutti dicano che c’è un bel clima all’interno di “Ti prego Karen”, non ci sono mai stati raduni o comunque la tendenza è quella di non incontrarsi anche di persona. L’eccezione la fanno il Numero 1 e il Numero 2, che hanno incontrato qualcuno, anche se il secondo si dice non soddisfatto delle persone con le quali è venuto a contatto. '''3.8 La narrazione dei media tradizionali''' Un argomento per cui non vi sono state particolari divergenze è stato quello relativo al giudizio sul modo in cui le questioni di genere sono trattate nei media. Tutti si sono dimostrati scettici o fortemente critici nei confronti dell’informazione odierna. Per esempio, l’utente Numero 2 sostiene che la comunicazione sulle questioni di genere sia molto arretrata e si basi sempre su un solo punto di vista. Addirittura il Numero 6 50 ritiene che le istanze del femminismo non corrispondano ai problemi reali, ma comunque sono le uniche prese in considerazione perché fanno scalpore: “ ''’ forte strumentalizzazione da parte dei mass media che viene cavalcata da populismo'' ''da par ragazze che i problemi esistono ma non sono quelli che vengono spiegati dal'' ''”'' Uno degli argomenti ritenuti più controversi è quello dei femminicidi; il Numero 3 si espone sostenendo che “ ''comunque grave, basta che una donna venga uccisa che viene definito femminicidio dai giorna ’ S ’ S'' ''”''
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