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Riassunto tesi Tra antifemminismo e antisessismo. Come cambia l'attivismo per i diritti maschili in Italia
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==== '''2.4. L’area moderata: i gruppi MRA''' ==== In Italia il movimento femminista è fortemente contrastato da quello degli MRA, che da pochi anni hanno trovato sul Web un luogo di dibattito. Fare parte del Men’s Rights activism significa fare luce sui diritti maschili, che secondo questi utenti non vengono tutelati e garantiti a livello legislativo e sociale tanto quanto quelli femminili. A differenza del Forum dei Brutti, il quale si mostra estremante polarizzato, i gruppi MRA si dichiarano aperti al dibattito e, sull’onda di Crepaldi, sostengono di essere progressisti; ciò porta ad una maggiore adesione da parte di chi non conosce effettivamente le idee conservatrici che stanno alla base di queste ideologie. Infatti, nonostante non venga apertamente dichiarato, i gruppi MRA nascono dalla politica di destra, quella meno progressista e legata ad idee conservatrici. Comunemente si dichiarano antifemministi e antisessisti. Il femminismo, contenendo al suo interno la parola “femmina” esclude l’interesse verso il genere maschile, il quale prende automaticamente connotazioni negative. Se da un lato le femministe hanno alla base la volontà di abbattere il patriarcato, gli uomini appartenenti alla maschiosfera si sentono discriminati da questo atteggiamento, il quale li addita come coloro che hanno creato un sistema sociale fatto solo per uomini. È anche interessante fare un’analisi degli utenti che circolano all’interno dei gruppi Facebook di antisessismo: solitamente sono ragazzi e ragazze di media-alta cultura, che non utilizzano un linguaggio rozzo e misogino, ma nonostante questo celano al loro interno contenuti molto simili a quelli che appaiono sulla pagina del Redpillatore o del Forum dei Brutti. Analizzando alcuni gruppi online si possono notare varie sfumature che questo movimento cela al suo interno. Infatti, seppure alla base ci siano le stesse ideologie, si possono facilmente distinguere utenti estremisti, che denigrano la donna e la condannano come l’artefice dei loro problemi, e utenti moderati, i quali semplicemente vorrebbero che donne e uomini avessero la stessa tutela da parte della legge e della società. Tra gli argomenti più dibattuti ci sono la violenza fisica e psicologica su gli uomini, la sacrificabilità dell’uomo, la sessualità, le leggi sul divorzio, la genitorialità, i ruoli di genere, il maschismo e la narrazione utilizzata dai media per parlare di femminicidi o morti sul lavoro. Il modo di interagire degli utenti è più aperto al dibattito rispetto a luoghi online come “Il forum dei Brutti”: è accettato il pensiero femminista o contrario a quello perpetrato dal gruppo, purché le proprie idee vengano espresse in maniera educata e aperta al dibattito. Tra le pagine Facebook più famose possiamo citare “Ti prego Karen sono anche i miei ruoli di genere”, che nel 2019 ha fondato il gruppo “Ti prego Karen è anche il mio gruppo”, il quale oggi conta poco meno di 1000 utenti. Una pagina appartenente alla frangia più estremista è occupata da “Diritti maschili - Equità e Umanità”, dove i toni si alzano e gli utenti che interagiscono tendono ad accettare di meno la divergenza di opinioni. Ciò che emerge leggendo i post e i commenti è che dietro a queste posizioni c’è alla base molto studio. Infatti, gli MRA tendono a informarsi attraverso altri canali: libri di sociologi, psicologi e filosofi; la frequentazione di altri gruppi e pagine web come “Stalker sarai tu”, oggi conosciuto come “La fionda”, blog di Davide Stasi; i video di attivisti come Marco Crepaldi o live de “Il Cerbero”. Se da una parte questo lato del Web sembra contenere la branca più moderata della maschiosfera, dall’altra è difficile distinguere i tratti misogini celati all’interno dei loro contenuti proprio grazie a questo atteggiamento “democratico”. Pertanto è bene conoscere individualmente le persone che si celano dietro a gli account Facebook per capire da dove nascono queste sofferenze, che nutrono la base di questa ideologia.
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