Riassunto studio Femminicidio in Italia: una critica al discorso femminista di genere e una lettura costruttivista dell'identità umana: differenze tra le versioni

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Link allo studio completo: https://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1177/0011392115625723
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=== '''La teoria del discorso applicata alla narrazione sul “femminicidio” e critiche''' ===
=== '''La teoria del discorso applicata alla narrazione sul “femminicidio” e critiche''' ===
Secondo la teoria del discorso, i discorsi sono intesi come rappresentazioni di una realtà sociale che influenzano a loro volta le rappresentazioni attraverso un processo di selezione dei significati e di sedimentazione della conoscenza. Più nello specifico, se tale teoria viene applicata al discorso sul “femminicidio”, tale discorso può essere visto come una narrazione che ridefinisce la categoria neutrale dell’omicidio delle donne in termini femministi/politici e, così facendo, costruisce il fenomeno sociale della violenza contro le donne come una questione di genere.
Secondo la teoria del discorso, i discorsi sono intesi come rappresentazioni di una realtà sociale che influenzano a loro volta le rappresentazioni attraverso un processo di selezione dei significati e di sedimentazione della conoscenza. Più nello specifico, se tale teoria viene applicata al discorso sul “femminicidio”, tale discorso può essere visto come una narrazione che ridefinisce la categoria neutrale dell’omicidio delle donne in termini femministi/politici e, così facendo, costruisce il fenomeno sociale della violenza contro le donne come una questione di genere.
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=== '''Il discorso di genere in Italia: La lotta culturale contro il femminicidio''' ===
=== '''Il discorso di genere in Italia: La lotta culturale contro il femminicidio''' ===
Il discorso di genere sulla violenza poggia dunque su ''due presupposti impliciti'':  
Il discorso di genere sulla violenza poggia dunque su ''due presupposti impliciti'':  
* “la violenza maschile contro le donne ha origine nella cultura patriarcale” e  
* “la violenza maschile contro le donne ha origine nella cultura patriarcale” e  
* “esiste un’associazione tra la violenza contro le donne e le rappresentazioni delle donne”.
* “esiste un’associazione tra la violenza contro le donne e le rappresentazioni delle donne”.
Questi presupposti sono radicati nella narrazione del “femminicidio”.
Questi presupposti sono radicati nella narrazione del “femminicidio”.


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La versione più recente è stata introdotta in Italia nel '''2006''' all’interno di una riflessione femminista condotta dall'avvocato Barbara Spinelli<ref>Autrice voce "Femminicidio" x Enciclopedia Treccani. Femminista. Attivista x i diritti umani bandita dalla Turchia.</ref> sulle strutture politiche impiegate dalle attiviste latino-americane. Pertanto, il <u>termine “femminicidio”</u> è stato adottato nel discorso politico italiano con il <u>significato di “omicidio maschile misogino di donne”</u>. Nel contesto italiano, il concetto di “femminicidio” è prevalentemente applicato ad episodi di violenza intima e familiare.
La versione più recente è stata introdotta in Italia nel '''2006''' all’interno di una riflessione femminista condotta dall'avvocato Barbara Spinelli<ref>Autrice voce "Femminicidio" x Enciclopedia Treccani. Femminista. Attivista x i diritti umani bandita dalla Turchia.</ref> sulle strutture politiche impiegate dalle attiviste latino-americane. Pertanto, il <u>termine “femminicidio”</u> è stato adottato nel discorso politico italiano con il <u>significato di “omicidio maschile misogino di donne”</u>. Nel contesto italiano, il concetto di “femminicidio” è prevalentemente applicato ad episodi di violenza intima e familiare.


Il ''problema con questo termine'' è che ogni volta che si usa la parola “femminicidio” si implica che una donna sia stata uccisa a causa del suo genere, mentre altri fattori e quadri teorici per dare un senso alla violenza vengono trascurati. In altre parole, l’adozione acritica di questo termine e la sua successiva divulgazione hanno permesso una normalizzazione parallela del discorso di genere sulla violenza contro le donne e sul femminicidio, che come abbiamo visto prima suggerisce che la violenza maschile abbia origine nelle rappresentazioni sessiste tipiche della società patriarcale. In poche parole, la ''narrazione'' sul femminicidio ''omogenizza'' casi differenti riconducendoli ad una matrice comune.
Il ''problema con questo termine'' è che ogni volta che si usa la parola “femminicidio” si implica che una donna sia stata uccisa a causa del suo genere, mentre altri fattori e quadri teorici per dare un senso alla violenza vengono trascurati. In altre parole, l’adozione acritica di questo termine e la sua successiva divulgazione hanno permesso una normalizzazione parallela del discorso di genere sulla violenza contro le donne e sul femminicidio, che come abbiamo visto prima suggerisce che la violenza maschile abbia origine nelle rappresentazioni sessiste tipiche della società patriarcale. In poche parole, la ''narrazione'' sul femminicidio ''omogenizza'' casi differenti riconducendoli ad una matrice comune.  


Il ''legame'' tra ''cultura mediatica'' e femminicidio è stato poi fatto proprio dai politici durante la ''campagna elettorale'' del 2012 - 2013. In vari discorsi pubblici si è sottolineato il legame tra rappresentazione stereotipata, oggettivizzazione della donna e violenza.  
Il ''legame'' tra ''cultura mediatica'' e femminicidio è stato poi fatto proprio dai politici durante la ''campagna elettorale'' del 2012 - 2013. In vari discorsi pubblici si è sottolineato il legame tra rappresentazione stereotipata, oggettivizzazione della donna e violenza.  
=== '''Il caso Boldrini - Barilla''' ===
=== '''Il caso Boldrini - Barilla''' ===
Il 19 giugno 2013 il Parlamento italiano ha convertito in legge nazionale la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. Durante un evento istituzionale tenutosi in tale occasione, la Presidente della Camera dei Deputati Laura '''Boldrini''' ha espresso l'auspicio che in Italia si avvii una riflessione sul ruolo dei media nel "sensibilizzare la società sull'intollerabile gravità della violenza contro le donne".
Il 19 giugno 2013 il Parlamento italiano ha convertito in legge nazionale la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. Durante un evento istituzionale tenutosi in tale occasione, la Presidente della Camera dei Deputati Laura '''Boldrini''' ha espresso l'auspicio che in Italia si avvii una riflessione sul ruolo dei media nel "sensibilizzare la società sull'intollerabile gravità della violenza contro le donne".  
''Come esempio'' del ruolo dei media nella normalizzazione culturale della violenza contro le donne, ''ha citato gli stereotipi trasmessi dalle pubblicità televisive.'' Pochi giorni dopo, <u>il presidente di Barilla ha scatenato l’indignazione di femministe e intellettuali di sinistra</u>, nonché un boicottaggio globale promosso dalla comunità LGBTQI, con il suo commento <blockquote>“Laura Boldrini non capisce bene che ruolo svolge la donna nella pubblicità: è madre, nonna, amante, cura la casa, cura le persone care, oppure fa altri gesti e altre attività che comunque ne nobilitano il ruolo”. </blockquote>''Questo episodio'' si è verificato nello stesso periodo in cui in Italia stava prendendo forma un’<u>emergenza mediatica</u> per quanto riguarda i casi di femminicidio, <u>in realtà non innescata da alcun reale aumento dei casi</u>. L'ondata mediatica è stata piuttosto il risultato di una maggiore esposizione nel dibattito pubblico del problema sociale della violenza nei confronti delle donne e del femminicidio, enfasi originariamente derivata dalla mobilitazione femminista per '''l'adozione del nuovo termine''': “femminicidio”, rispetto al termine neutro “omicidio” ed espressioni come “delitto passionale” e “raptus/perdita di controllo” per indicare le uccisioni di donne che vengono uccise perché appartengono a una precisa categoria di genere che nella società patriarcale contemporanea è assegnata a uno status inferiore.
''Come esempio'' del ruolo dei media nella normalizzazione culturale della violenza contro le donne, ''ha citato gli stereotipi trasmessi dalle pubblicità televisive.'' Pochi giorni dopo, <u>il presidente di Barilla ha scatenato l’indignazione di femministe e intellettuali di sinistra</u>, nonché un boicottaggio globale promosso dalla comunità LGBTQI, con il suo commento <blockquote>“Laura Boldrini non capisce bene che ruolo svolge la donna nella pubblicità: è madre, nonna, amante, cura la casa, cura le persone care, oppure fa altri gesti e altre attività che comunque ne nobilitano il ruolo”. </blockquote>''Questo episodio'' si è verificato nello stesso periodo in cui in Italia stava prendendo forma un’<u>emergenza mediatica</u> per quanto riguarda i casi di femminicidio, <u>in realtà non innescata da alcun reale aumento dei casi</u>. L'ondata mediatica è stata piuttosto il risultato di una maggiore esposizione nel dibattito pubblico del problema sociale della violenza nei confronti delle donne e del femminicidio, enfasi originariamente derivata dalla mobilitazione femminista per '''l'adozione del nuovo termine''': “femminicidio”, rispetto al termine neutro “omicidio” ed espressioni come “delitto passionale” e “raptus/perdita di controllo” per indicare le uccisioni di donne che vengono uccise perché appartengono a una precisa categoria di genere che nella società patriarcale contemporanea è assegnata a uno status inferiore.  
Diversi '''opinionisti''' si sono uniti alla causa e hanno '''contribuito alla costruzione''' del fenomeno del femminicidio '''come una piaga sociale pervasiva''' nelle coppie eterosessuali e '''radicata in una cultura patriarcale''' in cui le rappresentazioni stereotipate dei ruoli sessuali e del corpo delle donne sono normalizzate.
Diversi '''opinionisti''' si sono uniti alla causa e hanno '''contribuito alla costruzione''' del fenomeno del femminicidio '''come una piaga sociale pervasiva''' nelle coppie eterosessuali e '''radicata in una cultura patriarcale''' in cui le rappresentazioni stereotipate dei ruoli sessuali e del corpo delle donne sono normalizzate.  


Durante la campagna elettorale del 2012 - 2013, il tema della violenza contro le donne è diventato centrale nel discorso politico, che ha rapidamente adottato il neologismo al punto che il termine “femminicidio” è entrato nel linguaggio comune con il significato di “omicidio di una donna in quanto donna”. '''L’incidente Boldrini / Barilla è un caso emblematico''' che rivela i temi chiave del discorso sul femminicidio in Italia: stereotipi di genere e radici culturali della violenza contro le donne.  
Durante la campagna elettorale del 2012 - 2013, il tema della violenza contro le donne è diventato centrale nel discorso politico, che ha rapidamente adottato il neologismo al punto che il termine “femminicidio” è entrato nel linguaggio comune con il significato di “omicidio di una donna in quanto donna”. '''L’incidente Boldrini / Barilla è un caso emblematico''' che rivela i temi chiave del discorso sul femminicidio in Italia: stereotipi di genere e radici culturali della violenza contro le donne.  
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La microfisica del potere rappresenta nella teoria foucaultiana la fine tragica e forse un fallimento irreversibile della polis:  
La microfisica del potere rappresenta nella teoria foucaultiana la fine tragica e forse un fallimento irreversibile della polis:  
* il fallimento di un’azione comunicativa orientata all'accordo collettivo, e  
* il fallimento di un’azione comunicativa orientata all'accordo collettivo, e  
* il fallimento della politica che si arrende ai meccanismi di un controllo sociale organizzativo e sistemico.  
* il fallimento della politica che si arrende ai meccanismi di un controllo sociale organizzativo e sistemico.  
Questo scenario può essere letto anche attraverso la teoria della sfera pubblica di [https://it.wikipedia.org/wiki/J%C3%BCrgen_Habermas Jürgen Habermas] come colonizzazione sistemica dei mondi di vita: interferenza sistematica di imperativi esterni dettati dalle burocrazie all’interno di una sfera di comunicazione individuale.  
Questo scenario può essere letto anche attraverso la teoria della sfera pubblica di [https://it.wikipedia.org/wiki/J%C3%BCrgen_Habermas Jürgen Habermas] come colonizzazione sistemica dei mondi di vita: interferenza sistematica di imperativi esterni dettati dalle burocrazie all’interno di una sfera di comunicazione individuale.  


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Infatti, il concetto stesso di “femminicidio” è stato costruito semanticamente all’interno di specifici gruppi di interesse e del sistema politico e non è stato il risultato di un confronto pubblico con altri gruppi della società civile.
Infatti, il concetto stesso di “femminicidio” è stato costruito semanticamente all’interno di specifici gruppi di interesse e del sistema politico e non è stato il risultato di un confronto pubblico con altri gruppi della società civile.


Habermas ha denunciato con veemenza il tentativo di colonizzazione sistemica di quegli ambiti della vita in cui i problemi dovrebbero essere risolti attraverso un libero dibattito nella sfera pubblica basato su un’<u>azione comunicativa orientata all'accordo</u>.
Habermas ha denunciato con veemenza il tentativo di colonizzazione sistemica di quegli ambiti della vita in cui i problemi dovrebbero essere risolti attraverso un libero dibattito nella sfera pubblica basato su un’<u>azione comunicativa orientata all'accordo</u>.  


Nei domini formalmente organizzati, il meccanismo di comprensione reciproca nel linguaggio, essenziale per l'integrazione sociale, è parzialmente annullato e alleggerito dai mezzi di governo.  
Nei domini formalmente organizzati, il meccanismo di comprensione reciproca nel linguaggio, essenziale per l'integrazione sociale, è parzialmente annullato e alleggerito dai mezzi di governo.  
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Un modo per svolgere questo compito sarebbe quello di analizzare i diversi discorsi che competono e si intersecano con quello della violenza di genere e che rimangono esclusi dalla formazione del sapere egemonico. Al momento, questa egemonia sembra essere stata conquistata dal <u>costruttivismo sociale</u>, diventato la parola d’ordine di fronte a qualsiasi questione sociale.
Un modo per svolgere questo compito sarebbe quello di analizzare i diversi discorsi che competono e si intersecano con quello della violenza di genere e che rimangono esclusi dalla formazione del sapere egemonico. Al momento, questa egemonia sembra essere stata conquistata dal <u>costruttivismo sociale</u>, diventato la parola d’ordine di fronte a qualsiasi questione sociale.
== Note ==
<references />
[[Categoria:Violenza di genere]]
[[Categoria:Distorsioni]]
[[Categoria:Polarizzazione]]