Professore sospeso per aver tirato un pugno a un alunno che lo derideva

Da Tematiche di genere.
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La notizia: Pisa, prof sospeso per aver tirato un pugno a un alunno che lo derideva: gli alunni riprendono la scena

Prima riflessione

Post

Io comprendo perfettamente chi si lamenta di una scuola che sta andando sempre più a puttane, ma raga', scrivere che un docente ha fatto bene (e che voi gli avreste dato il resto se fosse stato vostro figlio) a rifilare un pugno al suo studente perché subiva il suo bullismo, è esattamente il motivo per cui noi insegnanti siamo chiamati a fare, oltreché gli insegnanti, anche i genitori, gli psicologici, i mediatori, i pediatri, gli avvocati, i baby-sitter e chi più ne ha, più ne metta.

Il prof. in questione ha avuto una reazione umana, MA questa reazione è una roba che non ha alcuna giustificazione da un punto di vista professionale. Fine. Poi umanamente possiamo anche comprenderlo, ma il docente DEVE subire dei provvedimenti sacrosanti. La violenza fisica è giustificata solo per difesa e per casi del tutto eccezionali (e in quest'ultimo caso, è giustificata solo a livello morale).

Replica

Concordo totalmente, però una prima piccola precisazione. Sei sicuro di non essere tu a voler vedere nella preoccupazione per la degenerazione della scuola, un tentativo di giustificazione della condotta del professore? Mi spiego meglio, siamo tutti esseri umani, questo ci pone addosso delle lenti colorate e quelle lenti colorate sono oggetto di studio della psicologia. Ogni nostra convinzione non è oggettiva e trascendente da noi, al contrario quanto più è ferma tanto più parla di noi come individui. Questa cosa ci terrorizza, al punto che prima ancora degli psicologi, autori quali Nietzsche e Jung o Anna Freud hanno tentato di parlarne. La psicologia cognitiva moderna ne parla per mezzo del dialogo socratico e con il concetto di "doverizzazioni". Quando scrivi: "il docente DEVE" stai esprimendo una doverizzazione, ovvero una convinzione rigida, assolutizzata, priva di sfumature. Ok, faccio un passo indietro, è chiaro che uno su un social non scrive un trattato, è chiaro che sui social non si metterà a parlare di etiche deontologiche (quella che sposi) ed etiche teleologiche (quelle per cui le regole non sono assolute, bensì bisogna guardare nel contesto a cui le stiamo applicando). Da qui la domanda: milioni di individui, che tu critichi, vedono una degenerazione sistematica della scuola e ne sono fortemente preoccupati. Tale degenerazione è IL problema e, se continua così, quei milioni di individui arriveranno ad un punto di saturazione per cui potrebbero diventare parecchio intransigenti. Tu sei davvero sicuro che il tuo tentativo di controllo (il docente DEVE subire dei provvedimenti) finalizzato ad un nobile scopo (educare al messaggio che la violenza fisica è giustificata solo per difesa e per casi del tutto eccezionali) funzionerà? Perché per come la vedo io l'ideologia sta cozzando fortemente nel momento dell'applicazione pratica.

Tutti vorremmo ribadire il messaggio che ti sta a cuore, ma se ciò che passiamo davvero è solo ciò che oggi chiameremmo whashing (e in passato avrebbero probabilmente chiamato "sepolcri imbiancati", ovvero una soluzione di facciata), una ricerca di un capro espiatorio, un lavaggio di mani da parte delle istituzioni; davvero ti stupiscono i commenti che leggi in rete?

Per dirla in maniera diversa, ci sono studi che vedono nel bullismo un episodio traumatico quanto l'abuso. E allora dove sono le istituzioni? Vogliamo ribadire che serve certezza della pena? La voglio per tutti, dai ragazzi, ai presidi, ai politici, ai genitori. Altrimenti è solo ipocrisia.

Seconda riflessione

Marco Congera Un educatore non può e non deve proporre violenza come risposta a derisioni o mancanze di rispetto, detto questo, vedo che ormai si degenera molto spesso nelle classi, ho visto pistole ad aria compressa, cerbottane, petardi, motorini in aula, ci sarebbe da capire come mai si è perso così tanto il controllo.