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Pensiero dicotomico, concetto di misura, estremi e ideologia
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=== Primo corollario, ideologie, estremismi e importanza della misura === Primo corollario del pensiero di Scardovelli è che '''la misura ha importanza''', che non esistono ideologie che rimangono positive se portate all'estremo. Dal punto di vista psicologico questa possibilità non sarebbe così insensata, il cercare di etichettare un'ideologia / un comportamento / un individuo / qualsiasi cosa nasce infatti da un bisogno psicologico dell'individuo e non rispecchia la complessità del mondo reale. E' più che lecito quindi supporre che questa cosa valga anche per i giudizi come positivo o negativo, giusto o sbagliato, buono o cattivo. Ma è proprio dal confronto tra '''ideologie''' (qualcosa comunemente ritenuto positivo) con gli '''estremismi''' (qualcosa legato alle ideologie ma con una connotazione negativa) che si può avanzare l'ipotesi la misura conti e tanto. Per modellare in termini matematici/informatici il concetto espresso sopra si potrebbe dire che un'''ideologia'' e un'applicazione concreta della stessa, è caratterizzata dalla risposta alla domanda "quanto è forte l'applicazione di questo principio ideologico da 0 a 10?", che chiameremo ''misura''. Se di norma tendiamo a dire che l'ideologia x è positiva o meno (es. la meritocrazia è positiva) che può essere modellata come IsPositiva(meritocrazia) = sì, il corollario dell'idea di Scardovelli ci porta a ipotizzare qualcosa del tipo IsPositiva(ideologia, misura) = IsPositiva(meritocrazia, estrema) = no. Motti come in medio stat virtus, aurea mediocritas, ecc si ricollegano bene al pensiero di cui sopra. ===== Riflessioni collegate<ref>Andrea Valdo Mocchi Il problema della misura è fondamentale. Affonda le radici nel fatto che una visione manichea del mondo è inutile, in quanto non riesce a spiegare la realtà, e finisce per incanalare il pensiero su binari chiusi. Nel campo scientifico, il passaggio a un metodo quantitativo è una delle cose più importanti della nascita del moderno metodo. Nulla viene definito come qualità, ma come quantità, come una misura, ed esiste una intera teoria di come si possa propagare l'errore derivante da una singola misura. Da ciò nasce uno dei maggiori problemi della comunicazione scientifica al grande pubblico: non è che le cose sia così o cosà, dipende da che misura esatta assumono. Una sostanza è sempre nociva in una certa quantità e un effetto fisico pure. Per esempio, si assumono più radiazioni in un volo intercontinentale che in una bella passeggiata di fronte a una centrale nucleare. Cambiando, se si parla di diritto, il problema delle definizioni è legato a uno del problemi fondamentali delle leggi, cioè l'astrattezza e generalità. In effetti, uno dei passaggi più importanti, in qualunque operazione di diritto, è il passaggio dalla fattispecie astratta a quella concreta, momento nel quale si vede l'importanza delle definizioni, e si vede che dire generosità, oppure ordine pubblico in maniera solamente astratta ha un significato monco. Insomma, il concetto è che senza una misura o una definizione precisa delle cose, si finisce a parlare del nulla. È per questo che in molte discussioni ci si accapiglia senza trovare un risultato.</ref> ===== AVM: Diamine, il pensiero dicotomico, che brutta bestia! lo trovo che ci sia un altro effetto che non hai considerato: cioè l'alterazione della analisi di un qualunque oggetto in base al valore di tale oggetto Il che significa che un rischio ridotto viene ritenuto difficilmente accettabile quando è in gioco qualcosa di molto importante; il che, sebbene possa, e sia, ragionevole, porta come conseguenza a perdere di obiettività nella valutazione del rischio, spesso sovrastimandolo, non comparandolo con le altre situazioni simili esistenti o alternative, o cadendo nella fallacia logica del nessun rischio accettabile. Ciò si concretizza nella fortissima reazione della ragazza e nel suo catastrofismo, che sarebbe stato certo più ridotto se a essere messa in dubbio fosse la lealtà di una amica di poco conto, in questo caso. Ma si concretizza anche nella estrema paura dell'energia nucleare, degli aerei, del terrorismo, e nelle manifestazioni contro i grandi acceleratori di particelle per la ridottissima probabilità che possano creare un piccolo buco nero, ma stabile abbastanza da risucchiare la terra.
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