Pensiero dicotomico, concetto di misura, estremi e ideologia

Da Tematiche di genere.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

L'ubiquità delle distorsioni cognitive[modifica | modifica sorgente]

Il pensiero dicotomico tutto o nulla (insieme alle categorizzazioni) è considerato una distorsione cognitiva. Spesso se ne parla esclusivamente in riferimento a problemi psicologici o alla morale (buono/cattivo, positivo/negativo), come nell'esempio che segue:

E’ la tendenza a valutare un evento (o qualsiasi altra cosa) come, o totalmente negativo o totalmente positivo, senza sfumature o vie di mezzo. Per esempio se un individuo è impegnato in una prestazione e ha l’impressione che qualcosa sia andato storto (es. durante un’interrogazione non aver risposto in maniere soddisfacente ad una domanda), c’è la tendenza a svalutare complessivamente l’intera performance.

Ma in realtà le dicotomie sono molto più diffuse di così: ogni volta che la risposta ad una domanda è sì / no, stiamo già cadendo in questo errore. Tizio è superficiale? Pinco è una brava persona? Sono esempi in cui l'uso delle dicotomie introduce una distorsione cognitiva (per approfondire è molto interessante cercare le 3 P di Seligman). Esistono ovviamente moltissime eccezioni, molte domande ammettono una risposta dicotomica, ma il problema è relativo a tutte quelle per cui tale risposta è una semplificazione estrema.

Le distorsioni cognitive e la complessità[modifica | modifica sorgente]

Molti tendono a pensare che i bias e le distorsioni cognitive siano qualcosa di patologico, ma non è così: la realtà che ci circonda ha un livello di complessità mostruosamente elevato. Le nostre capacità cognitive sono estremamente limitate (per chi non ne fosse convinto basta provare a imparare a memoria la divina commedia).

La complessità del mondo[modifica | modifica sorgente]

Un video (che devo ritrovare) mostrava una carrellata all'indietro che parte da un filo d'erba e si allontana sempre più arrivando a mostrare la terra dallo spazio, come un puntino in un universo sterminato. Se in astratto tutto questo sembra la scoperta dell'acqua calda, in concreto continuiamo a non averne coscienza. Nel momento in cui si arriva all'insight, a capire quali siano le conseguenze del rapporto tra la complessità del mondo e il nostro descriverlo in maniera incredibilmente semplicistica, la reazione è di sgomento.

La foto è bianca?[modifica | modifica sorgente]

Una fotografia di un oggetto bianco non è totalmente bianca

Un altro esempio, volutamente banale, che potrebbe aiutare a comprendere la complessità della realtà circostante può venire da una qualsiasi fotografia. L'informazione che una lavatrice è "bianca" o che la foto che la ritrae è "bianca" è estremamente incompleta rispetto alla foto stessa.

L'istogramma dell'immagine della lavatrice mostra come, da un punto di vista rigoroso, non sia presente nemmeno un pixel bianco.

Per dare un'idea un'immagine come quella a fianco è composta da 146 x 296 pixel (per un totale di 43 mila pixel), ciascuno dei quali può avere un colore tra 16 milioni.

Chiedersi se l'immagine a destra sia "bianca", nel gergo matematico, vuol dire definire una Funzione (che non è altro che una associazione tra ingresso e uscita) il cui Output (o meglio l'insieme di tutti i possibili output, il Codominio) è un insieme con due soli valori possibili: {sì, no}.

L'immagine a sinistra è invece l'istogramma della luminosità della foto della lavatrice. Se siete appassionati di fotografia potrete notare come non ci sia nessun pixel "bianco" se per bianco intendiamo RGB(255, 255, 255).


Curiosità matematiche[modifica | modifica sorgente]

Per praticità fingiamo che l'immagine della lavatrice sia in bianco e nero.

La domanda: "la foto è bianca?" trova risposta in una funzione con codominio nell'insieme binario {sì, no}

La luminosità di ogni pixel è un valore compreso tra 0 e 255, quindi anche la media della luminosità di tutti i pixel dell'immagine ricade in questo range. Il codominio della funzione in questo caso sarebbe definito dai numeri (reali) inclusi in tale range.

Un livello di informazione ancora maggiore ci viene dato dall'istogramma che però non può essere rappresentato come un numero singolo, ma richiede un insieme di 256 numeri (ciascuno indica il numero di pixel di luminosità i-esima, cioè completamente neri, poi via via sempre più luminosi). In matematica 256 numeri sono un "vettore" (in informatica un array) e il codominio sarebbe in uno spazio vettoriale R^n con n = 256

Curiosità informatiche[modifica | modifica sorgente]

Un'altra disciplina con cui è semplice (e più intuitivo) creare un parallelo è l'informatica.

La foto è bianca {sì, no} è un'informazione che può essere espressa con un singolo bit.

La luminosità di un pixel in 256 sfumature richiede 8 bit (la formula è Log(256)/Log(2))

L'istogramma è composto da 256 numeri, se ciascuno indica la percentuale di pixel di quella specifica gradazione (quindi 100 sfumature possibili), per un totale di 1700 bit. Da notare che in informatica i bit si raggruppano in insiemi di 8 e vengono chiamati byte, quindi l'intero istogramma occupa circa 212 byte.

Pensiero dicotomico e conflitto[modifica | modifica sorgente]

Mauro Scardovelli esprime la seguente riflessione sul pensiero dicotomico:

«Ogni forma di conflitto e di violenza affonda le radici nel pensiero dicotomico.

Libertà o eguaglianza? Capitalismo o socialismo? Individualismo o collettivismo? Amore per sé o altruismo? Realizzazione nel lavoro o dedizione alla famiglia? Divertimento o lavoro? Salvaguardia dell’ambiente o sviluppo dell’economia? Islam o cristianesimo? Cristianesimo o buddismo? Religione o ateismo? Fede o ragione? Scienza o religione? Ragione o emozione? Seguire la mente o seguire il cuore? L’uomo ha una natura buona o malvagia?

Il pensiero dicotomico “o/o” è all'origine di ogni tipo di conflitto.

Mantenendo la struttura dicotomica, il conflitto non ha soluzione, se non attraverso l’eliminazione o il sacrificio di uno dei due poli. Il sacrificio non può che essere temporaneo. Quando uno dei due poli è stato compresso per troppo tempo, si carica d’energia, come una molla, finché esplode, recupera il terreno perduto e diventa a sua volta oppressore. Così, se la libertà ha sacrificato per troppo tempo la giustizia, l’esigenza di giustizia prima o poi esplode e mette al bando la libertà (v. enantiodromia).»

La riflessione di Scardovelli è solo un'opinione, questo non significa affatto che sia falsa o che non abbia senso tenerla in considerazione. Si chiama scientismo l'idea (distorta) che la conoscenza del mondo che ci circonda possa avvenire solo attraverso il metodo scientifico. Il metodo scientifico infatti è solo uno dei molti metodi studiati dalla filosofia della scienza e dall'epistemologia.

Un punto a favore di tale teoria è la sua ricorrenza in svariate culture. Nella filosofia tao, ad esempio, la dicotomia dev’essere armonizzata dal fluire dell’onda. Il pensiero dicotomico esiste anche lì ed è, a probabilmente, ineliminabile; ogni cosa esiste perché c’è un opposto. Si chiama pace l’assenza di guerra, buio l’assenza di luce etc. L’armonia da raggiungere è la capacità di fluire da un opposto all’altro, evitando così di comprimere eccessivamente un polo che crea l’effetto molla di cui parli.

Corsi e ricorsi storici, oscillando da un estremo all'altro[modifica | modifica sorgente]

Una possibile "prova" a favore ci viene data da Gian Battista Vico - corsi e ricorsi storici (Avete mai sentito dire che la storia oscilla tra un estremo e l'altro? Oppure che un periodo di eccessiva libertà (anarchia) porta a una fase di tirannia? Il motivo credo sia evidente). Francesco Migliucci #leggi #avvocato scrive: «Che si oscilli tra un estremo e l'altro penso sia innegabile. Ci sono numerose ipotesi (ad esempio il sequestro a scopo di estorsione o lo spaccio) in cui il legislatore ha palesemente voluto strafare pur di far vedere agli elettori che qualcosa si stava facendo per combattere fenomeni molto sentiti a livello di dibattito pubblico. Purtroppo è colpa del fatto che a fare le leggi non c'è gente competente e che per compiacere il popolino non servono, anzi sono controproducenti, soluzioni complesse.

Il punto è però capire quando ci si trovi di fronte a questi estremi. Su questo punto si fonda il disaccordo tra te e chi ritiene che queste sanzioni non siano troppo severe.»

L'importanza della misura; ideologie ed estremismi[modifica | modifica sorgente]

Primo corollario, ideologie, estremismi e importanza della misura[modifica | modifica sorgente]

Primo corollario del pensiero di Scardovelli è che la misura ha importanza, che non esistono ideologie che rimangono positive se portate all'estremo. Dal punto di vista psicologico questa possibilità non sarebbe così insensata, il cercare di etichettare un'ideologia / un comportamento / un individuo / qualsiasi cosa nasce infatti da un bisogno psicologico dell'individuo e non rispecchia la complessità del mondo reale. E' più che lecito quindi supporre che questa cosa valga anche per i giudizi come positivo o negativo, giusto o sbagliato, buono o cattivo. Ma è proprio dal confronto tra ideologie (qualcosa comunemente ritenuto positivo) con gli estremismi (qualcosa legato alle ideologie ma con una connotazione negativa) che si può avanzare l'ipotesi la misura conti e tanto.

Per modellare in termini matematici/informatici il concetto espresso sopra si potrebbe dire che un'ideologia e un'applicazione concreta della stessa, è caratterizzata dalla risposta alla domanda "quanto è forte l'applicazione di questo principio ideologico da 0 a 10?", che chiameremo misura. Se di norma tendiamo a dire che l'ideologia x è positiva o meno (es. la meritocrazia è positiva) che può essere modellata come IsPositiva(meritocrazia) = sì, il corollario dell'idea di Scardovelli ci porta a ipotizzare qualcosa del tipo IsPositiva(ideologia, misura) = IsPositiva(meritocrazia, estrema) = no.

Motti come in medio stat virtus, aurea mediocritas, ecc si ricollegano bene al pensiero di cui sopra.

Riflessioni collegate[1][modifica | modifica sorgente]

AVM: Diamine, il pensiero dicotomico, che brutta bestia! lo trovo che ci sia un altro effetto che non hai considerato: cioè l'alterazione della analisi di un qualunque oggetto in base al valore di tale oggetto Il che significa che un rischio ridotto viene ritenuto difficilmente accettabile quando è in gioco qualcosa di molto importante; il che, sebbene possa, e sia, ragionevole, porta come conseguenza a perdere di obiettività nella valutazione del rischio, spesso sovrastimandolo, non comparandolo con le altre situazioni simili esistenti o alternative, o cadendo nella fallacia logica del nessun rischio accettabile. Ciò si concretizza nella fortissima reazione della ragazza e nel suo catastrofismo, che sarebbe stato certo più ridotto se a essere messa in dubbio fosse la lealtà di una amica di poco conto, in questo caso. Ma si concretizza anche nella estrema paura dell'energia nucleare, degli aerei, del terrorismo, e nelle manifestazioni contro i grandi acceleratori di particelle per la ridottissima probabilità che possano creare un piccolo buco nero, ma stabile abbastanza da risucchiare la terra.

Secondo corollario[modifica | modifica sorgente]

Alcuni film hanno cercato di far riflettere su come un'amore eccessivo per la meritocrazia ad esempio possa portare a trascurare l'importanza di misure assistenzialistiche. Per semplificare, diciamo che ogni ideologia ha un opposto, e che ogni medaglia ha due lati. Un aspetto interessante è che a volte non vediamo i nostri "difetti" (quelli che altri ritengono essere i nostri difetti) poiché sono l'altra faccia della medaglia di alcuni nostri pregi.

Questo corollario implica che qualsiasi pregio porti con sé anche dei lati oscuri (e viceversa) e che estremizzando la medaglia entrambi i lati si estremizzino.

Ma in concreto?[modifica | modifica sorgente]

Parlando in astratto tutti riconoscono che le convinzioni dogmatiche sono deleterie, che il mondo è complesso, ma quando si sentono emotivamente toccati ogni dubbio sparisce e si diventa pieni di certezze. Tanti - ad esempio - parlano di quanti siano pessimi i razzisti, i novax, gli ignoranti, i femminicidi. Ma... non si rendono conto che ciascuna di queste categorie non è così ben definita. Chi rientra in queste categorie? Perché gli psicologi utilizzano test diagnostici, criteri rigorosi e diagnosi differenziali[2]? Uno studente di biologia al secondo anno mi ha dato del novax perché ho ribadito che le aziende farmaceutiche lucrano moltissimo sulla salute. Quindi sono un novax? Qual è la definizione di novax? Nel caso dei femminicidi la problematica con la definizione del termine è ancora più evidente ed è stata pesantemente strumentalizzata dai mass media.

Il problema è che "i razzisti" non esistono nella forma pura che ci piace immaginare. Così come non esistono i narcisisti, e via discorrendo. Chiedersi se tizio è x (dove x può essere qualsiasi aggettivo) è come chiedersi se la foto sopra è bianca e se quanto ho appena affermato può sembrare un'esagerazione, forse è il caso di dare un'occhiata a cosa sia l'errore fondamentale di attribuzione.



La provocazione di un interlocutore offre l'occasione per parlare di questa distorsione cognitiva:

A: Se hai paura la gente si stia radicalizzando grazie a notizie sommarie e titoli clickbait e tu per fare i tuoi esperimentini metti notizie sommarie e titoli clickbait, stai partecipando al problema e tutto questo poi per cosa? Per scoprire l'acqua calda in questo caso.

B: quindi pensi che raggiungere 10 persone e 10 milioni non faccia differenza?

A: Certo, ma non ne ho mai fatto un discorso di numeri.

B: ma i numeri contano? Hai mai pensato al ruolo della misura, della quantità, degli eccessi?

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. Andrea Valdo Mocchi Il problema della misura è fondamentale. Affonda le radici nel fatto che una visione manichea del mondo è inutile, in quanto non riesce a spiegare la realtà, e finisce per incanalare il pensiero su binari chiusi. Nel campo scientifico, il passaggio a un metodo quantitativo è una delle cose più importanti della nascita del moderno metodo. Nulla viene definito come qualità, ma come quantità, come una misura, ed esiste una intera teoria di come si possa propagare l'errore derivante da una singola misura. Da ciò nasce uno dei maggiori problemi della comunicazione scientifica al grande pubblico: non è che le cose sia così o cosà, dipende da che misura esatta assumono. Una sostanza è sempre nociva in una certa quantità e un effetto fisico pure. Per esempio, si assumono più radiazioni in un volo intercontinentale che in una bella passeggiata di fronte a una centrale nucleare. Cambiando, se si parla di diritto, il problema delle definizioni è legato a uno del problemi fondamentali delle leggi, cioè l'astrattezza e generalità. In effetti, uno dei passaggi più importanti, in qualunque operazione di diritto, è il passaggio dalla fattispecie astratta a quella concreta, momento nel quale si vede l'importanza delle definizioni, e si vede che dire generosità, oppure ordine pubblico in maniera solamente astratta ha un significato monco. Insomma, il concetto è che senza una misura o una definizione precisa delle cose, si finisce a parlare del nulla. È per questo che in molte discussioni ci si accapiglia senza trovare un risultato.
  2. Procedimento basato sul confronto fra i segni e sintomi per escludere manifestazioni simili e giungere alla diagnosi corretta, evitando possibili errori di valutazione.