OnlyFans, critiche di I Have a Voice

Da Tematiche di genere.
Versione del 18 set 2023 alle 10:53 di Admin (discussione | contributi) (Creata pagina con " miniatura Recentemente, ho letto un [https://www.facebook.com/I.have.a.voice1/posts/pfbid0VHtHP6pYN2pBLT2CGe6GEKT8xD9wnFagrscQCL3tFK9xHotVivRxNc3NjLqip4pol articolo] che ha attirato la mia attenzione riguardo al fenomeno di OnlyFans, una piattaforma online notoriamente usata per la condivisione di contenuti di natura erotica. L<nowiki>'immagine veicolata dalla piattaforma, attraverso i media e le sue campagn...")
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Recentemente, ho letto un articolo che ha attirato la mia attenzione riguardo al fenomeno di OnlyFans, una piattaforma online notoriamente usata per la condivisione di contenuti di natura erotica.

L'immagine veicolata dalla piattaforma, attraverso i media e le sue campagne pubblicitarie, è quella di un luogo dove ogni creator può liberamente guadagnare somme ingenti grazie alla propria creatività e al proprio fascino. Tuttavia, i dati mostrano una realtà molto diversa. Gran parte delle donne che si affidano a OnlyFans non stanno raggiungendo la ricchezza promessa, ma piuttosto cercano un modo per arrivare a fine mese. È importante sottolineare come la retorica della 'libertà' e dell''emancipazione' venga spesso utilizzata per mascherare sfruttamento e disparità.

L'autrice sottolinea infatti una disuguaglianza percettibile nella distribuzione dei guadagni tra chi gestisce la piattaforma e chi fornisce i contenuti.

  • Il proprietario della piattaforma, Leonid Radvinsky, nel 2022 ha guadagnato ben 358 milioni di dollari tra stipendi, dividendi e altri introiti.
  • Il sito ha raccolto ricavi per oltre 1 miliardo di dollari in pochi anni dalla sua nascita.
  • OnlyFans impiega 51 dipendenti, la maggioranza dei quali uomini, con uno stipendio medio di circa 500mila dollari all'anno.
  • In contrasto, la media dei guadagni dei "creators", per lo più donne, è di soli 150 euro al mese.

Guardando la foto della donna accanto a Leonid Radvinsky, viene spontaneo domandarsi quale sia il prezzo reale che queste donne pagano per la loro 'libertà'. La chirurgia estetica, le diete estreme e la pressione costante per conformarsi a un ideale di bellezza irrealistico sono solo la punta dell'iceberg.

La questione non riguarda solo l'economia. Riguarda l'umanità. Come può una società avanzata e progressista accettare una tale oggettivazione delle donne? Siamo davvero disposti a sacrificare la dignità di un individuo per il puro piacere o profitto di un altro?

Inoltre, è angosciante pensare che molte di queste donne si avvicinino a OnlyFans perché vedono poche altre opzioni nella loro vita. Queste sono spesso donne che vengono da contesti svantaggiati, con una formazione limitata o senza il sostegno di una rete familiare. La vulnerabilità di queste donne le rende preda facile per una piattaforma che promette facili guadagni, ma che in realtà potrebbe esporle a ulteriori rischi e sfruttamento.

In conclusione, l'articolo getta una luce cruda sulla realtà dietro OnlyFans, sottolineando le dinamiche di potere e sfruttamento che si celano dietro l'immagine patinata della piattaforma. È essenziale riflettere criticamente su queste questioni e chiedersi come possiamo fare meglio come società.

Critiche ai toni e ad alcune tesi dell'articolo

Tuttavia mentre l'autrice ha sicuramente sollevato questioni valide riguardo alla disuguaglianza e all'oggettificazione, è importante notare che il linguaggio utilizzato è piuttosto polarizzante. Termini come "carne al macello" e "magnaccio" possono offuscare la discussione anziché illuminarla. Inoltre è fondamentale ricordare che le donne (come tutti gli individui) hanno l'"agenzia"[1] e la capacità di fare scelte per se stesse. Ridurre le scelte di una donna a semplici prodotti dell'inganno o della manipolazione può, in effetti, essere controproducente. La discussione dovrebbe, invece, concentrarsi su come fornire informazioni, risorse e supporto per garantire che le scelte siano informate e autonome, piuttosto che giudicare o generalizzare. Non tutte le esperienze su OnlyFans sono negative e generalizzare potrebbe essere ingannevole. La discussione dovrebbe incentrarsi sull'informazione e sul sostegno, evitando termini che potrebbero escludere o marginalizzare.

L'articolo integrale

Chi si arricchisce davvero con OnlyF*ns?

No, non sono le donne, ma lui, un uomo: Leonid Radvinsky.

Nel 2022, il proprietario 41enne della piattaforma ha guadagnato 358 milioni di dollari tra dividendi, stipendio e altro.

I ricavi totali del sito, in pochi anni dalla nascita, hanno superato il miliardo di dollari.

I pochi dipendenti - solo 51 e per la maggioranza maschi - si dividono retribuzioni per un totale di circa 25 milioni di dollari, ossia un salario annuale di 500mila dollari a testa.

Quanto guadagnano i “creators”? Ossia per la maggioranza donne, vendute come carne al macello? In media 150 euro al mese, ben lontane dalle cifre da capogiro che sono pubblicizzate nei mille articoli fatti solo per attirare povere disperate che cercano di racimolare qualche soldo.

Anche quelle (pochissime) che dicono di guadagnare di più, sono comunque ben lontane dalle cifre esorbitanti che guadagna il magnaccio, perché di questo si tratta: un uomo che guadagna sullo sfruttamento delle donne.

A fianco a lui, nella foto, c’è una delle tantissime donne che si vendono su OF.

Guardatela bene: praticamente plastica, con un volto ormai sfigurato dalla chirurgia, magrissima, sicuramente a dieta ristrettissima perenne, oggettificata e s*ssualizzata al massimo.

Credete davvero che questa donna sia libera, indipendente, emancipata?

O è solo schiava di un inganno che la rende un oggetto di consumo per gli uomini, per cui finché sarà giovane verrà usata, e poi gettata, poiché priva di qualsiasi “valore di mercato”.

Quel che è peggio, è che questa donna non fa male solo a sé stessa, ma di riflesso anche a tutte le altre donne, perché con questi comportamenti non si fa altro che reiterare l’immaginario che le donne siano oggetti s*ssuali a disposizione degli uomini, privandole di qualsiasi dignità umana.

Non solo, la stragrande maggioranza dei casi in cui le donne cadono in questa trappola, si tratta di donne con bassa istruzione, magari senza una famiglia solida alle spalle, prive di alternative e/o molto giovani e quindi senza esperienza e facilmente influenzabili. Insomma, OF è un tritacarne per donne vulnerabili, al servizio di uomini privi di moralità, che vogliono sfruttare le donne o per il proprio tornaconto economico, o per soddisfare le proprie perversioni.

Care donne, aprite gli occhi: non cadete in questa trappola e combattete tutto questo!

Ragioniamo assieme

A mio avviso i dati presentati vanno benissimo per portare la considerazione da A a B, ma non devono essere strumentalizzati nel tentativo di andare oltre.

I forti guadagni degli intermediari, nelle dinamiche di domanda e offerta di mercato, non sono una peculiarità legata ad OnlyFans, alle tematiche di genere, ecc. è una questione di modello di business. A tal proposito è importante comprendere come funzionano le economie di scala.

Inoltre dire che la maggior parte delle (decine? centinaia? migliaia? milioni?) di creators guadagnano solo 145€ non ci permette di renderci conto di quale sia la "cresta" fatta su ciascuna creator. Nell'offrire un servizio.

La iper-generalizzazione è molto strumentale. Scegliere una ragazza che si è rifatta a rappresentazione di tutte le creator è piuttosto strumentale. Concordo però sul fatto che l'auto-oggettificazione sia un problema grave con un prezzo enorme (sfigurato dalla chirurgia, magrissima, sicuramente a dieta ristrettissima perenne, oggettificata e s*ssualizzata al massimo) che tuttavia non interessa solo onlyFans, bensì anche i social, le discoteche e via discorrendo. Anche la critica alla narrativa sull'emancipazione (Credete davvero che questa donna sia libera, indipendente, emancipata?) la condivido in toto.

O è solo schiava di un inganno che la rende un oggetto di consumo per gli uomini, per cui finché sarà giovane verrà usata, e poi gettata, poiché priva di qualsiasi “valore di mercato”.

Condivido anche questo punto: "Quel che è peggio, è che questa donna non fa male solo a sé stessa, ma di riflesso anche a tutte le altre donne, perché con questi comportamenti non si fa altro che reiterare l’immaginario che le donne siano oggetti s*ssuali a disposizione degli uomini, privandole di qualsiasi dignità umana."

Sul punto successivo però ho una forte critica: "Non solo, la stragrande maggioranza dei casi in cui le donne cadono in questa trappola, si tratta di donne con bassa istruzione, magari senza una famiglia solida alle spalle, prive di alternative e/o molto giovani e quindi senza esperienza e facilmente influenzabili." → perché ipergeneralizzare proprio questa narrazione e non una più scomoda? Perché non dire ad esempio che siano le donne in cerca di una scorciatoia quelle che scelgono questa via? Perché banalizzare la complessità scegliendo di guardare le donne solo sotto il profilo che ci fa più comodo in quel momento?


Insomma, OF è un tritacarne per donne vulnerabili, al servizio di uomini privi di moralità, che vogliono sfruttare le donne o per il proprio tornaconto economico, o per soddisfare le proprie perversioni.

  1. Il termine "agenzia" si riferisce al concetto di "agency" in inglese. Si riferisce alla capacità di prendere decisioni e di esercitare il proprio libero arbitrio. Quindi, la frase sottolinea l'importanza di riconoscere che le donne, come tutti gli individui, hanno il diritto e la capacità di prendere decisioni per la propria vita e di determinare il proprio destino.