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Malcontento di un ragazzo verso la sessualizzazione femminile
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=== Dress Code Femminile, Sessualizzazione e Uso del Potere Sessuale da Parte delle Donne === L'autore osserva l'uomo comune mentre guarda una collega femminile godere di favoritismi sul posto di lavoro, magari a causa di politiche come le quote rosa. Questo mentre la stessa collega esibisce apertamente parti del suo corpo, a dispetto del severo codice di abbigliamento che lui è obbligato a rispettare. L'autore infatti lamenta del fatto che esistono eccezioni per il codice di abbigliamento delle donne. Cita come esempio la scena universitaria, dove raramente si impedisce alle studentesse di sostenere gli esami in abiti provocanti. E anticipa già un futuro in cui la critica di tali comportamenti sarà vista come sessista e anti-emancipativa. E infine chiede alla interlocutrice: "Ora capisci perché c'è chi si radicalizza?" L'autore sostiene che le donne siano pienamente consapevoli del loro potere di seduzione e che lo usino come un mezzo per attirare l'attenzione, soprattutto da parte dei maschi dominanti, anche se questi ultimi possono essere bulli. Questa affermazione, che l'autore vorrebbe incisa nel marmo, si applica, a suo avviso, a tutti i contesti: istituti di istruzione, luoghi di lavoro, social media e ambiti sociali. "Le ragazze sono perfettamente consapevoli del loro potere sessuale, infatti lo usano come uno strumento a tutti gli effetti: quelle più sessualizzate sono quelle che ricercano (e ottengono) la considerazione dei maschi più in vista in classe, anche se bulli." L'autore riconosce<ref>certo, perché infatti non è assolutamente vero che sempre più donne approfittino della doppia morale sull'oggettificazione per ottenere vantaggi, nooo. La storia delle studentesse che si presentano discinte all'esame è storia vecchia, che (io testimone) è tuttora presente, e non mi sorprenderei che nel prossimo futuro qualcuna non urli al sessismo se il prof la respinga all'esame per l'abbigliamento. Ho visto addirittura una studentessa (di bell'aspetto ovviamente) praticamente sedurre il docente dell'esame più difficile del corso di laurea (era divorziato) pur di ottenere un 30. Senza contare chi si presenta iper succinta o con la scollatura in video magari parlando di diritto o di fisica quantistica per convogliare i follow maschili, tanto se qualcuno dovesse lamentarsi si urla al sessismo e al maschilismo. Insomma, la doppia morale sull'oggettificazione (che se volontaria oggi è espressione del potere sessuale e sessualizzante) non mi sembra affatto cosa grottesca o ancora la bella presenza. Ci sono donne che approfittano della bella presenza (e del dress code "attenuato") per fare carriera, a scapito dell'uomo che molto difficilmente ha questo vantaggio. Certo, non parliamo di tutte le donne e nemmeno della maggioranza, ma il fenomeno esiste ed è bene parlarne</ref> e critica una '''doppia morale''' percepita nell'oggettificazione: da un lato, condannata quando imposta, ma dall'altro, accettata e talvolta incoraggiata quando è una donna a sfruttare il proprio aspetto per ottenere vantaggi. Cita un esempio da un'esperienza universitaria, in cui una studentessa sedusse un professore per ottenere un punteggio migliore in un esame difficile. Estende poi questa critica ai social media, osservando come alcune donne utilizzino il loro aspetto fisico, pur discutendo di argomenti seri, per attirare un seguito maschile. Sottolinea che chiunque osi criticare questo comportamento può facilmente essere tacciato di sessismo. Secondo l'autore, l'oggettificazione volontaria (auto-oggettificazione) non dovrebbe essere vista come qualcosa di assurdo, ma come un'espressione del potere sessuale e sessualizzante. Prosegue esplorando come la bellezza fisica, combinata con un dress code meno rigoroso, può favorire la carriera di alcune donne a discapito degli uomini, che raramente godono di questo vantaggio. L'autore tiene a precisare che non sta parlando di tutte le donne, né di una maggioranza. Riconosce, tuttavia, che il fenomeno esiste ed è importante discuterne apertamente.
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