Introduzione al problema speciale sulla politica dell'identità: differenze tra le versioni

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= An Introduction to the Special Issue on Identity Politics =
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'''Riassunto per punti (in inglese):''' [https://share.summari.com/an-introduction-to-the-special-issue-on-identity-politics?utm_source=Webapp https://share.summari.com/an-introduction-to-the-special-issue-on-identity-politics]
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== Abstract ==
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Questo numero speciale risponde ai dibattiti in corso su quella che è stata definita "'''politica dell'identità'''". Il nostro obiettivo è quello di intervenire in quelle che sono le questioni dirimenti per la sinistra di oggi. In particolare, desideriamo provocare un'ulteriore conversazione interrogativa, ma cameratesca, che lavori per rompere il cuneo tra il volgare economicismo e il volgare culturalismo. In modo critico, sosteniamo che proprio come tutte le categorie identitarie sono spazialmente e temporalmente contingenti - socialmente costruite, ma naturalizzate - così lo è anche questa attuale biforcazione tra "politica di classe" e "politica dell'identità". In definitiva, chiediamo di abbracciare intellettualmente e organizzativamente la complessità dell'identità così come si presenta nelle condizioni contemporanee, essendo un principio organizzativo centrale del capitalismo così come funziona oggi, un paradigma attraverso il quale la lotta di sinistra può essere organizzata e intorno al quale - e tuttavia con il riconoscimento della necessità di storicizzare, e infine abolire, queste categorie insieme al capitalismo stesso.
Questo numero speciale risponde ai dibattiti in corso su quella che è stata definita "'''politica dell'identità'''". Il nostro obiettivo è quello di intervenire in quelle che sono le questioni dirimenti per la sinistra di oggi. In particolare, desideriamo provocare un'ulteriore conversazione interrogativa, ma cameratesca, che lavori per rompere il cuneo tra il volgare economicismo e il volgare culturalismo. In modo critico, sosteniamo che proprio come tutte le categorie identitarie sono spazialmente e temporalmente contingenti - socialmente costruite, ma naturalizzate - così lo è anche questa attuale biforcazione tra "politica di classe" e "politica dell'identità". In definitiva, chiediamo di abbracciare intellettualmente e organizzativamente la complessità dell'identità così come si presenta nelle condizioni contemporanee, essendo un principio organizzativo centrale del capitalismo così come funziona oggi, un paradigma attraverso il quale la lotta di sinistra può essere organizzata e intorno al quale - e tuttavia con il riconoscimento della necessità di storicizzare, e infine abolire, queste categorie insieme al capitalismo stesso.
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Al di là del contesto anglo-americano in cui si collocano i redattori di questo speciale, la politica dell'identità è stata mobilitata anche nel mondo post-coloniale. In India, la politica identitaria del nazionalismo indù è andata oltre, rafforzando il capitalismo neocoloniale e reprimendo le masse più oscure. Mentre il BJP sposa un nazionalismo che, come spesso sostiene, è anti-coloniale, nel suo richiamo a una cultura indù pre-coloniale ha di fatto reinserito il neoliberismo. Costruendo una politica identitaria, ha imposto un curriculum scolastico che promuove il sanscrito, ma anche la letteratura dell'organizzazione induista-nazionalista Rashtriya Swayamsevak Sangh e un patriottico "Studi sulla Difesa" usato per legittimare le riforme del BJP.
Al di là del contesto anglo-americano in cui si collocano i redattori di questo speciale, la politica dell'identità è stata mobilitata anche nel mondo post-coloniale. In India, la politica identitaria del nazionalismo indù è andata oltre, rafforzando il capitalismo neocoloniale e reprimendo le masse più oscure. Mentre il BJP sposa un nazionalismo che, come spesso sostiene, è anti-coloniale, nel suo richiamo a una cultura indù pre-coloniale ha di fatto reinserito il neoliberismo. Costruendo una politica identitaria, ha imposto un curriculum scolastico che promuove il sanscrito, ma anche la letteratura dell'organizzazione induista-nazionalista Rashtriya Swayamsevak Sangh e un patriottico "Studi sulla Difesa" usato per legittimare le riforme del BJP.


In Sudafrica, come scrive Richard Pithouse, la politica dell'identità è continuamente mobilitata per promuovere un capitalismo nero che ha lasciato la grande maggioranza dei sudafricani neri impoveriti come durante l'apartheid. Il passaggio dell'ANC a un capitalismo neocoloniale è stato mascherato con una retorica che sostiene un capitalismo nero. Frantz Fanon si è confrontato con le insidie dello Stato post-coloniale, in quanto la borghesia nera ha servito gli ex padroni coloniali, manifestandosi nella presenza duratura del capitale monopolistico bianco in Sudafrica. Come dice Paul Gilroy, l'antirazzismo ci prescrive un pio rituale in cui siamo sempre d'accordo sul fatto che la "razza" è inventata, ma poi ci viene richiesto di rinviare alla sua incorporazione nel mondo e di accettare che la richiesta di giustizia ci impone comunque di entrare nelle arene politiche che essa contribuisce a delimitare.
In Sudafrica, come scrive Richard Pithouse, la politica dell'identità è continuamente mobilitata per promuovere un capitalismo nero che ha lasciato la grande maggioranza dei sudafricani neri impoveriti come durante l'[[apartheid]]. Il passaggio dell'ANC a un capitalismo neocoloniale è stato mascherato con una retorica che sostiene un capitalismo nero. Frantz Fanon si è confrontato con le insidie dello Stato post-coloniale, in quanto la borghesia nera ha servito gli ex padroni coloniali, manifestandosi nella presenza duratura del capitale monopolistico bianco in Sudafrica. Come dice Paul Gilroy, l'antirazzismo ci prescrive un pio rituale in cui siamo sempre d'accordo sul fatto che la "razza" è inventata, ma poi ci viene richiesto di rinviare alla sua incorporazione nel mondo e di accettare che la richiesta di giustizia ci impone comunque di entrare nelle arene politiche che essa contribuisce a delimitare.


Tuttavia, nel tentativo di superare tale contraddizione, egli afferma che l'identità dovrebbe essere la base della nostra politica, non la politica in sé. È quindi l'essere razzializzati come neri, e tutto ciò che ne consegue, a fornire la base per la politica radicale antirazzista, anticapitalista e antimperialista dei movimenti sociali in Sudafrica e in molti altri contesti postcoloniali. Navigare in questo dispiegamento strategico dell'identità è urgente sia nei mondi sottosviluppati che in quelli sovrasviluppati.
Tuttavia, nel tentativo di superare tale contraddizione, egli afferma che l'identità dovrebbe essere la base della nostra politica, non la politica in sé. È quindi l'essere razzializzati come neri, e tutto ciò che ne consegue, a fornire la base per la politica radicale antirazzista, anticapitalista e antimperialista dei movimenti sociali in Sudafrica e in molti altri contesti postcoloniali. Navigare in questo dispiegamento strategico dell'identità è urgente sia nei mondi sottosviluppati che in quelli sovrasviluppati.
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Qui, le identità differenziali vengono continuamente moltiplicate, appiattite e naturalizzate in nome della rappresentazione e del riconoscimento - un processo che sacrifica la profondità analitica per un'inutile forma di ampiezza. Il risultato di questa cultura politica, organizzata apparentemente in opposizione a questi sistemi di oppressione, è quello di rendere più durature queste relazioni sociali. Guardando alle eredità dei nostri punti più forti nella storia - dalle Pantere Nere, a Fanon, alle interrogazioni radicali queer sul genere - ci troviamo in una lunga tradizione di riconciliazione tra il materiale e il simbolico come componenti inestricabili dell'oppressione oggi.
Qui, le identità differenziali vengono continuamente moltiplicate, appiattite e naturalizzate in nome della rappresentazione e del riconoscimento - un processo che sacrifica la profondità analitica per un'inutile forma di ampiezza. Il risultato di questa cultura politica, organizzata apparentemente in opposizione a questi sistemi di oppressione, è quello di rendere più durature queste relazioni sociali. Guardando alle eredità dei nostri punti più forti nella storia - dalle Pantere Nere, a Fanon, alle interrogazioni radicali queer sul genere - ci troviamo in una lunga tradizione di riconciliazione tra il materiale e il simbolico come componenti inestricabili dell'oppressione oggi.
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