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Il potere dei social nel mondo reale: Genova 2001, rivolte arabe, occupy wall strett e Black Lives Matter
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==Il vecchio e il nuovo potere== -Nel loro saggio "Il nuovo potere", Jeremy Heimans e Henry Timms spiegano che nell'era dei social media non è l'accumulo di potere a vincere, ma chi sa sfruttare al meglio gli strumenti di Internet. - Il nuovo potere è detenuto da molti, è aperto, partecipativo, paritario e tende alla circolazione piuttosto che all'accumulo. - Si basa sull'autogestione piuttosto che sul managerialismo, sulla collaborazione piuttosto che sulla competizione, sull'etica del "fai da te" piuttosto che sulla specializzazione e sulla competenza, sull'adesione a breve termine piuttosto che sulla fedeltà a lungo termine. - Oggi possiamo riunirci e organizzarci al di là dei confini più facilmente grazie alle onnipresenti piattaforme dei social media. Tuttavia, l'attivismo associato al semplice gradimento di qualcosa rischia di non essere altro che una versione patinata del "Condividi se hai un cuore" postato sulle foto di bambini malnutriti che si vedono ancora occasionalmente su Facebook - Malcolm Gladwell, nel suo articolo per il New Yorker, parla di "legami deboli" tra i partecipanti e i movimenti nati dai social media, contrapponendoli ai legami forti dei movimenti che si manifestano fisicamente. Mentre prima c'era quasi un sistema duale, ora la partecipazione esiste su uno spettro con diversi livelli di impegno richiesti.<blockquote>Jeremy Heimans ed Henry Timms nel loro saggio [https://www.einaudi.it/catalogo-libri/problemi-contemporanei/new-power-jeremy-heimans-9788858433522/ New Power] spiegano che nell’epoca dei social non vince chi accumula, ma chi sa sfruttare al meglio gli strumenti della rete. È detenuto da molti, aperto, partecipativo, paritario e tende – anziché all’accumulo – alla circolazione. Il nuovo potere, spiegano, si fonda sull’autogestione anziché sul managerialismo, sulla collaborazione anziché sulla concorrenza, sull’etica del "fai-da-te" anziché sulla competenza specializzata, e sull’adesione a breve termine anziché su quella a lungo termine. Oggi, grazie all’ubiquità dei social, possiamo riunirci e organizzarci superando ogni confine. Le barriere della partecipazione si abbassano. L’attivismo del like rischia di essere soltanto la versione più patinata del "Condividi se hai un cuore" apposto sulle foto dei bambini denutriti che ogni tanto vediamo ancora su Facebook. [https://it.wikipedia.org/wiki/Malcolm_Gladwell Malcolm Gladwell] sul «New Yorker» ha parlato di '''"legami deboli"''' tra partecipanti e movimenti nati sui social, contrapposti ai legami forti dei movimenti che si concretizzano nella vita fisica. Se prima dei social la distinzione era quasi duale , ora il sistema di partecipazione è più fluido, strutturato secondo una scala di coinvolgimento. «Black Lives Matter», prosegue Gladwell, «ha messo in piedi il movimento per la giustizia razziale più efficace dai tempi del movimento per i diritti civili, sfruttando una combinazione» di "legami deboli" e azioni più impegnative a livelli più alti della scala della partecipazione.</blockquote>__NOINDICE__ [[Categoria:Social network]]
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