Guerra Ucraina Russia

Toni Capuozzo, giornalista, scrive:

"Le guerre oggi sono fatte di guerre di propaganda e psicologiche". Toni Capuozzo, ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete 4, ha parlato della crisi in Ucraina, con la Russia da una parte e gli Stati Uniti dall'altia.

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UNA SOLA CERTEZZA

Un teatrino gonfiato

Ieri sono stato ospite di Quarta Repubblica per parlare di Russia e Ucraina. Ho provato a dire, con semplicità, quello che penso. Che non succederà niente, e che la tensione è stata gonfiata anche dalla specie di conto alla rovescia innescato dalla CIA e reso pubblico (mi è sembrata una scena da Colosseo: quello che si sporge minacciando di buttarsi e la folla crudele che lo sfida a farlo…).

Le guerre, i conflitti di potenza, non hanno sempre bisogno di spari e sangue: notizie, minuetti diplomatici, movimento dei pedoni sulla scacchiera sono come certi duelli tra cervi o altri animali nella stagione dell’amore: incruenti, ma veri.

Le ragioni della Russia

Ho provato a dire che la pretesa della Russia di non avere i missili Nato sul pianerottolo di casa non è balzana.

E che dobbiamo interrogarci sull’utilità dell’espansione della Nato, invece di legami commerciali, civili, politici.

Facciamo la radiografia a ogni paese che domanda di aderire all’Unione Europea, e invece la Nato è a porte aperte? Abbiamo per forza bisogno di un nemico?

Ho cercato di spiegare che tutto è molto legato all’Afghanistan.

Le ragioni di questo teatrino

Putin, che ha visto l’impero sovietico incominciare a franare proprio lì, ha visto Biden in difficoltà, ed ha pensato che adesso era il turno dell’impero americano.

Biden, in difficoltà anche con i suoi elettori ha bisogno di girare pagina.

Da domani probabilmente la gara sarà a indossare la medaglia sul petto: “Li abbiamo costretti a tenere distante la Nato” o “Gli abbiamo fatto spegnere i motori dell’invasione”.

Meglio Russia o USA, Democrazia vs Dittatura? O "esportazione della democrazia"?

Ombre e le penombre degli USA

Quanto alle scelte di campo per me è ovvio vedere nella democrazia americana qualcosa che mi è più congeniale del regime russo, anche se la Russia è un paese che mi è caro. Ma non ignoro che gli USA – e specie con presidenti democraticihanno dato inizio a un sacco di guerre, e la Russia di Putin no, limitandosi a bruschi interventi in Siria e di seconda mano in Libia.

Europa

Penso che esistano strumenti democratici di soluzione dei secessionismi (referendum di autodeterminazione, autonomie sudtirolesi eccetera) che l’Europa dovrebbe favorire. E non credo che l’Europa, anche al di là del fabbisogno energetico, abbia bisogno di individuare in Mosca un nemico, o di avere per forza bisogno di un nemico, al di là del terrorismo internazionale.

Ombre e le penombre del regime russo

Un interlocutore, garbatamente, mi ha ricordato le ombre e le penombre del regime russo, parlando anche di un giornalista italiano ucciso. Non solo conosco le penombre russe e bielorusse, dalla Politovskaya in giù. Ma ricordo – e l’ho fatto – il nome del giornalista italiano, Antonio Russo di Radio radicale, ucciso in Georgia. Forse, in quell’ angolo di mondo dove ognuno ha i suoi torti, avrei dovuto ricordare anche Andy Rocchelli, ucciso da milizie ucraine.

L'impatto sui prezzi

Alla fine, però, di una sola cosa sono certo. Anche se la tensione si sgonfiasse, difficilmente l’aumento dei prezzi, che dal gas ha contagiato gli articoli al consumo, farà marcia indietro, come i carri armati che risalgono su un treno.

Altre opinioni

 

Riflessioni dal web

Anche quando l'Unione Sovietica voleva installare le testate nucleari a Cuba (vedi Crisi dei missili di Cuba[1]) si parlava di terza guerra mondiale, ma è normale perché era un momento di alta tensione e poteva degenerare nella guerra. E' come quando in una rissa si iniziò a minacciare poi magari parte il primo pugno e poi non ti puoi tirare indietro devi continuare anche se non vuoi lottare. Anche in questo caso magari la Russia stava bluffando ma metti che fosse partita la guerriglia, o una sparatoria seria, poteva anche degenerare nella guerra.

Un po com'era la situazione dell'Europa ai primi Novecento, se vai a vedere i messaggi che si scambiavano lo Zar con il Re d'Inghilterra che erano tra l'altro cugini, nessuno voleva la guerra mondiale però si sono innescate praticamente spontaneamente delle dinamiche per le quali si è dovuto combattere. Prima l'attentato e poi la minaccia un ultimatum gravissimo dell'Austria alla Serbia, che non poteva abbassare la testa in quel modo. E allora non accettò l'ultimatum. Poi c'era l'alleanza con la Russia e così via e si è innescata una macchina che non si poteva fermare ma sostanzialmente le guerre succedono anche per cose per eventi che non sono controllabili.

Opinione di Cathy La Torre e di un commentatore (poco chiare)

Cathy La Torre scrive il post che riportiamo a destra, un utente sul web replica come segue:

 

Ricordate a Cathy La Torre che l'Ucraina non fosse uno Stato del Patto di Varsavia, ma una repubblica sovietica facente proprio parte dell'URSS e che ci sia così tanta egemonia della NATO nell'est Europa che la Bielorussia è retta da una autocrazia filo-putiniana e che l'enclave di Kaliningrad sul Baltico LETTERALMENTE ESISTE, con tanto di corpo apposito della marina militare russa e contaminazioni filorusse in Lettonia, dove la malavita russa è ancora potente.