Gogne mediatiche

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Dov'è la linea tra giustizia e giustizialismo

Lei: Ma la domanda è perché i maschi dovrebbe temere di leggi che tutelano da un omicidio o che inasprisce? Perché questo dovrebbe essere un problema se si ha la coscienza a posto? 😅 non arrivo a capire ciò sinceramente Io: Un po' perché se le ragazze, aizzate da influencer e mass media, appaiono così emotive da ricordare episodi di panico morale e quindi non gli basterà inasprire le pene sugli omicidi, ma ancor più il problema è che legislatore è superficiale. Lo vedi dalle parole dell'avvocatessa.

La metto in maniera scherzosa: siamo umani, le ragazze sono considerate il gentil sesso (e magari non è del tutto sbagliato[1]), se qualcosa le spaventa le leggi cercano (giustamente) di tutelarle.

Nell'episodio di pochi giorni fa, voi pensate così:

Tizio ha dato una pacca sul sedere alla giornalista, ah si crede divertente 😡😡😡😡😡😤😤😤🤬🤬🤬🤬🤬👹👺👹👹👹👹👿👿👿👿👿

Deve morireeeee 👹👹👹👹

Lei: No allora, non è che le ragazze sono emotive, è che se mi succede qualcosa e mi incazzo, e non posso provvedere a farmi giustizia da sola, pretendo allora, come giusto sia, che sia la giustizia a placare questa sete di riscatto. Perché la giustizia passa anche da ciò, sebbene non si dica.

Io: Però ritieni che 12 anni di carcere siamo giusti?

Stima del danno, casi indecidibili

Lei: 12 anni no, Ma 1 anno o 6 mesi sì [ndr. da notare però che la stessa ragazza qualche giorno fa, a caldo, era favorevole ai 12 anni di carcere] Non è un discorso di sensibilità, più è grosso il danno più la condanna è severa.

Io: Sì, ma come stimi la gravità del danno? Dal trauma? Più sei sensibile e più la condanna deve diventare severa? Se vogliamo farlo ok, ma io sono molto sensibile alle ingiustizie, come plachiamo la mia sete di giustizia per una falsa denuncia di stalking?

Lei: Col carcere. Idem

Io: Ok e nei casi in cui non c'è certezza? Tipo il figlio di Grillo? E inoltre la psicologia dice chiaro e tondo che la traumaticità di un evento è molto soggettiva..[2]

Lei: Il danno oltre alla pacca, è che lei greta si è ritrovata disturbata nel posto di lavoro, ed è stata messa in una situazione di soggezione nei confronti di colleghi e superiori. Soggezione è dire poco perché per queste cose una volta ti licenziavano (riflessioni sull'argomento[3])

Perché alcuni reati sì e altri no

Io: Ok, ma.. anche mille eventi completamente diversi possono causare rischi analoghi. Un superiore o un collega che ti rimprovera ad esempio, ma soprattutto cosa dovremmo dire di tutti quelli che hanno partecipato alla gogna mediatica contro il molestatore? Per la legge non si poteva, è diffamazione, non puoi umiliare qualcuno.

Articolo 595 del codice penale Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente [ndr. reato di ingiuria], comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1032 euro. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a 2064 euro. Se l'offesa è recata col mezzo della stampa [57-58bis] o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a 516 euro. Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio [342], le pene sono aumentate.

Lei: Penso sia giusto, perché così una persona prima di fare certe cose entra in paranoia e si mette le mani in tasca [ndr. effetto dissuasivo della legge, si chiama così?]. Se lo ha fatto è che perché non aveva la minima percezione di cosa stesse facendo, oppure pensava di farla liscia come chissà quante altre volte!

Io: Qui ti volevo, quindi deve pagare perché MAGARI l'aveva fatto altre volte? O deve pagare per tutti quelli che molestano delle ragazze? O sono ragionamenti emotivi? Ora mettiti nei panni di un maschio

  1. ndr. per argomentazioni non scherzose poi aggiungerò statistiche di genere sulle differenze di emotività e ansia
  2. Traumi: «Se ci riferiamo, ad esempio, alla Terapia Cognitiva, assumiamo che gli stati emotivi e comportamentali di una persona non siano determinati dagli eventi in sé, quanto piuttosto dal modo in cui la persona interpreta soggettivamente la situazione e quindi dai propri convincimenti e dalle proprie credenze. Alla luce di questo assunto, se analizziamo le credenze, avremo la spiegazione del perché un individuo si è comportato in un determinato modo in una data circostanza» Epiteto. “L’uomo non soffre per le cose in sé, ma per le opinioni che egli ha di quelle cose” “Se una cosa esterna ti tormenta, non soffri per quella cosa in sé, ma per il giudizio che hai su di essa. Ed è in tuo potere spazzar via subito quel giudizio” Marco Aurelio “Non c’è niente di buono o di cattivo, è il pensiero che lo rende tale” William Shakespeare Vedi anche Criminalizzazione in giurisprudenza
  3. Certo l'evento può averla spaventata, ma la legge non mira a punire il colpevole per lo spavento causato, bensì perché lui ha volontariamente violato il diritto di lei a controllare le zone erogene e personali del proprio corpo. Esempio: lui avrebbe potuto accarezzarle aggressivamente la mano e guardarla in un certo modo ammiccante. Anche in questo caso abbiamo gli stessi elementi: toccamento ed espressione di desiderio sessuale "inappropriata". La giornalista potrebbe aver sperimentato lo stesso spavento e le stesse conseguenze, visto che il contenuto della comunicazione era identico, ma data la differenza in come il contenuto è stato espresso la legge cambia e bisogna invece esaminare la legge contro la molestia in generale, vedere se si applica. La punizione sarebbe diversa.