Gogne mediatiche: differenze tra le versioni

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== Conclusioni ==
== Conclusioni ==
[[File:Marco-aurelio-111.jpg|miniatura|272x272px|"Se una cosa esterna ti tormenta, non soffri per quella cosa in sé, ma per il giudizio che hai su di essa." -Marco Aurelio]]
[[File:Marco-aurelio-111.jpg|miniatura|272x272px|"Se una cosa esterna ti tormenta, non soffri per quella cosa in sé, ma per il giudizio che hai su di essa." -Marco Aurelio]]
Risulta quindi utopico riuscire ad uniformare o personalizzare le condanne in base al grado di sensibilità della persona sul tema, ancor di più nei casi in cui non vi è neanche certezza di fatti e prove (vedi il processo a Ciro Grillo<ref>https://www.repubblica.it/cronaca/2021/11/05/news/caso_ciro_grillo_al_via_l_udienza_preliminare_i_4_ragazzi_accusati_di_stupro_di_gruppo-325188432/</ref>, figlio di Beppe) o nei casi di falsa denuncia. Inoltre, la legge non mira a punire il colpevole per lo spavento causato, bensì perché ha volontariamente violato il diritto di lei a controllare le zone erogene e personali del proprio corpo; diventa pertanto impossibile inserire nel contesto processuale un elemento estremamente soggettivo come la ''traumaticità,'' cardine fondamentale di una delle battute della conversazione: <blockquote>«Se ci riferiamo, ad esempio, alla Terapia Cognitiva, assumiamo che gli stati emotivi e comportamentali di una persona non siano determinati dagli eventi in sé, quanto piuttosto dal modo in cui la persona interpreta soggettivamente la situazione e quindi dai propri convincimenti e dalle proprie credenze. Alla luce di questo assunto, se analizziamo le credenze, avremo la spiegazione del perché un individuo si è comportato in un determinato modo in una data circostanza». </blockquote>Ricollegandomi e chiudendo con il tema della gogna mediatica, senza dubbio la formazione di un ''generalizzato giudizio di colpevolezza'' ampiamente condiviso dalla platea va a causare evidenti storture sul corretto accertamento della verità giudiziaria che, in uno stato di diritto, deve essere di esclusiva competenza di un equo processo regolato da norme.  
Risulta quindi utopico riuscire ad uniformare o personalizzare le condanne in base al grado di sensibilità della persona sul tema, ancor di più nei casi in cui non vi è neanche certezza di fatti e prove (vedi il processo a Ciro Grillo<ref>https://www.repubblica.it/cronaca/2021/11/05/news/caso_ciro_grillo_al_via_l_udienza_preliminare_i_4_ragazzi_accusati_di_stupro_di_gruppo-325188432/</ref>, figlio di Beppe) o nei casi di falsa denuncia (che purtroppo in determinati contesti, come quello delle separazioni, sono la norma<ref>[[False denunce di maltrattamenti sporte in fase di separazione]] (Fenbi)</ref>). Inoltre, la legge non mira a punire il colpevole per lo spavento causato, bensì perché ha volontariamente violato il diritto di lei a controllare le zone erogene e personali del proprio corpo; diventa pertanto impossibile inserire nel contesto processuale un elemento estremamente soggettivo come la ''traumaticità,'' cardine fondamentale di una delle battute della conversazione: <blockquote>«Se ci riferiamo, ad esempio, alla Terapia Cognitiva, assumiamo che gli stati emotivi e comportamentali di una persona non siano determinati dagli eventi in sé, quanto piuttosto dal modo in cui la persona interpreta soggettivamente la situazione e quindi dai propri convincimenti e dalle proprie credenze. Alla luce di questo assunto, se analizziamo le credenze, avremo la spiegazione del perché un individuo si è comportato in un determinato modo in una data circostanza». </blockquote>Ricollegandomi e chiudendo con il tema della gogna mediatica, senza dubbio la formazione di un ''generalizzato giudizio di colpevolezza'' ampiamente condiviso dalla platea va a causare evidenti storture sul corretto accertamento della verità giudiziaria che, in uno stato di diritto, deve essere di esclusiva competenza di un equo processo regolato da norme.  
I processi mediatici emettono spesso e volentieri le loro "sentenze" in tempi molto più rapidi di quelli della giustizia, producendo inevitabilmente immediati effetti sociali ed economici, con conseguenze anche devastanti sulla vita sociale, sul mondo degli affetti, sulla cerchia professionale del colpevole mediatico, che possono destabilizzare perfino la salute psichica della persona. In casi del genere, l'immaginario collettivo risulta indelebilmente segnato dalle impressioni generate nella vicenda mediatica e spesso l'opinione pubblica può condizionare l'espressione di giudizio degli organi di giustizia, motivi per cui questa pratica attualmente rappresenta una vera e propria piaga del sistema mediatico italiano.
I processi mediatici emettono spesso e volentieri le loro "sentenze" in tempi molto più rapidi di quelli della giustizia, producendo inevitabilmente immediati effetti sociali ed economici, con conseguenze anche devastanti sulla vita sociale, sul mondo degli affetti, sulla cerchia professionale del colpevole mediatico, che possono destabilizzare perfino la salute psichica della persona. In casi del genere, l'immaginario collettivo risulta indelebilmente segnato dalle impressioni generate nella vicenda mediatica e spesso l'opinione pubblica può condizionare l'espressione di giudizio degli organi di giustizia, motivi per cui questa pratica attualmente rappresenta una vera e propria piaga del sistema mediatico italiano.


Le risorse cognitive umane sono limitate e di conseguenza non possiamo evitare di semplificare, e di conseguenza distorcere, la realtà.
Le risorse cognitive umane sono limitate e di conseguenza non possiamo evitare di semplificare, e di conseguenza distorcere, la realtà.
== Note ==
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