Femminicidio, danni sensazionalismo: differenze tra le versioni

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==Dimostrazioni che c'è un forte sensazionalismo ==
====== Sensazionalismi tra giornalismo e mass media ======
===Da parte dell'ISTAT e dell'EURES===
La ''Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne,'' all’articolo 17 chiede proprio che si incoraggi “il settore privato, il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i mass media, nel rispetto della loro indipendenza e libertà di espressione, a partecipare all’elaborazione e all’attuazione di politiche e alla definizione di linee guida e di norme di autoregolazione per prevenire la violenza contro le donne e rafforzare il rispetto della loro dignità”.
Da notare che non solo i mass media, infatti, ma '''<u>anche L'ISTAT si esprime con toni sensazionalistici</u>''' (vedi la citazione sottostante)<ref>[https://www.istat.it/it/files/2018/04/Analisi-delle-sentenze-di-Femminicidio-Ministero-di-Giustizia.pdf Inchiesta con analisi statistica sul femminicidio in Italia], a cura di Fabio Bartolomeo (Ministero della Giustizia, Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa), 2016</ref>:<blockquote>Donne uccise da uomini, perché sono donne. Questo è il femminicidio. Un massacro, a vedere i numeri. Circa 150 casi all’anno in Italia<ref>Si noti che gli omicidi di donne per gelosia sono circa 50 l'anno, tutti i numeri qui riportati sono ancora quelli relativi a tutti gli omicidi relazionali</ref> [''157'' nel 2012, 179 nel 2013, 152 nel 2014, 141 nel 2015, 145 nel 2016], un totale di circa 600 omicidi negli ultimi quattro anni. ''Significa che in Italia ogni due giorni (circa) viene uccisa una donna''. Omicidi di donne in Italia. Se ne contano migliaia nel mondo. <u>Numeri da genocidio</u>.</blockquote>'''Tuttavia nello stesso studio''', poche righe sotto, viene riportato il '''numero di omicidi totali''' di donne avvenuti nel 2012 e il numero, ''157'', '''coincide con quello indicato per i femminicidi nello stesso anno'''. <u>Il documento stesso risulta quindi fuorviante indicando 157 prima come numero dei femminicidi e poi come gli omicidi di donne in generale.</u>


Stessi toni e stessa ambiguità nell'uso del termine viene utilizzato anche da un altra banca dati molto nota, l'[[EURES]] nel documento [https://www.eures.it/sintesi-vii-rapporto-eures-sul-femminicidio-in-italia/ Sintesi VII Rapporto EURES sul Femminicidio in Italia].
Qualsiasi sia l'argomento, l'informazione e il diritto di cronaca non devono trasformarsi in mero sensazionalismo: un uso consapevole del linguaggio ed una narrazione fedele dovrebbero essere i capisaldi di una cronaca corretta, un modo per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema, molto più dell'estrema esaltazione degli stereotipi all'esasperato scopo di ottenere più visualizzazioni, più likes, più interazioni a scapito della credibilità, incurante del diritto alla privacy e del rispetto nei confronti delle vittime.
==Danni del sensazionalismo==
===Perché concentrarsi su questi fenomeni e non sulla violenza sulle donne?===
Queste riflessioni non tolgono nulla alle problematiche culturali che abbiamo in Italia (il machismo (link ad alcuni episodi di machismo) o la [[violenza domestica]]), fanno tuttavia riflettere sul perché i '''mass media preferiscano concentrarsi sul sensazionalismo''' e per giunta tramite dati errati, piuttosto che indagare in merito ad episodi di violenza decisamente più diffusi. Come sottolineato da [https://www.noisefromamerika.org/articolo/femminicidio noisefromamerika]<blockquote>«la violenza domestica contro le donne è purtroppo una costante nei rapporti tra i sessi, c’è sempre stata ed anzi, in passato, era talmente scontata che si riteneva che il marito avesse verso la moglie uno ''ius corrigendi'', analogo a quello preteso verso i figli. Oggi, fortunatamente, nessuno si sogna più di giustificare un marito o un compagno che picchia la moglie (o viceversa) e sono di molto aumentate le donne che trovano il coraggio per denunciare i propri persecutori, con ciò però contribuendo ad incrementare le statistiche sulle violenze domestiche, che, in passato, erano spesso non rilevate».</blockquote>A tal proposito si consiglia di leggere [[Mass media, sensazionalismo e percezione distorta]].<div class="para">
==Percezione distorta e Obiezioni solo apparentemente sensate==
====L'uso improprio del termine è un problema vecchio, superato====
Una ragazza solleva due obiezioni apparentemente più che condivisibili, che :<blockquote>Il report che citi dice in introduzione che da una ''diversa definizione di femminicidio'' e specifica che parla di omicidi verso le donne punto, con ''un'accezione diversa da quella che viene data oggi''. Il report è del 2015, la legge è stata cambiata solo due anni prima e il [https://it.wikipedia.org/wiki/Codice_Rosso_(legge) codice rosso] sarebbe arrivato nel 2019, direi che è comprensibile che il report sia confusionario rispetto ai due concetti, anche per i pochi dati che avevamo rispetto a un'aggravante appena introdotta. Stessa cosa per questo grafico, preso dallo stesso report, che da una '''''definizione ampia e oggi superata'''.''</blockquote>Purtroppo per quanto ISTAT, EURES e mass media <u>hanno utilizzato costantemente negli anni la definizione di femminicidio errata</u>, tanto che ancora oggi (2021) sul sito dell'ISTAT e dell'EURES si riscontra quanto riportato nel capitolo sottostante. La seconda obiezione è la seguente:<blockquote>Nel frattempo ho trovato questo sito, non garantisco sull'affidabilità ma sembra che siano molto trasparenti citando addirittura i nomi delle vittime. Il dato ''2021 sarebbe una vittima per femminicidio ogni sei giorni, tantissimo, quindi parliamo di sistematicità del fenomeno senza alcun dubbio,'' molte testate citano il dato di uno ogni tre giorni, ma non trovo il report a cui si riferiscono quindi mi limito a questo.</blockquote>
====È un fenomeno sistematico e culturale====
[[File:Image citazione istat sensazionalismo.png|miniatura|305x305px|Citazione istat sensazionalismo]]Gli studi riportano che l'Italia è uno dei paesi più colpiti da questa differenza tra problemi reali e percepiti. Riportiamo nuovamente le conclusioni di uno studio non politicizzato: «'''0,51 morti per 100.000 donne''' residenti, il '''valore più basso''' '''tra''' tutti i '''32 paesi europei e nordamericani''' del citato rapporto [[Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine|UNODC]], un dato molto inferiore alla metà della media dei 32 paesi osservati (1,23 su 100.000)<ref name="Dalla Zuanna-Minello">{{cita web |url = http://www.lavoce.info/archives/49796/violenza-genere-anche-numeri-aiutano-combatterla/|titolo = Violenza sulle donne: anche i numeri aiutano a combatterla|sito = [[Lavoce.info]]|data = 24 novembre 2017|autore = Gianpiero Dalla Zuanna e Alessandra Minello | wkautore = Gianpiero Dalla Zuanna| accesso = 3 dicembre 2017}}</ref>». Confrontate la percezione prodotta da questa frase con quella che trovate nel capitolo successivo e che anticipiamo qui a destra per comodità. Notate differenze?


Lo stesso dato, presentato in forma episodica, ha un impatto forte sull'emotività ("''una donna ogni 6 giorni" →'' sì ma su una popolazione di 30 milioni?). È un concetto che ci è familiare in astratto ("Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa"<ref>Citato in Carlo Canepa, Luciano Canova, ''La scienza dei goal: Numeri e statistica applicati allo sport più bello del mondo'', Hoepli, cap. VI.</ref>) ma che spesso ci coglie impreparati negli esempi concreti.
Il giornalismo corretto deve dimostrare il '''rispetto di genere''' descrivendo l’essenza e la verità dei fatti; il codice narrativo non deve scadere in descrizioni morbose né soffermarsi su dettagli superflui per puro sensazionalismo, per ''spettacolarizzare la violenza.'' Anche l'utilizzo di '''termini fuorvianti''' come ‘raptus di gelosia’, ‘perdita di controllo’ (o della testa), ‘amore malato’, ‘follia d’amore’, ‘troppo amore’, ‘partner disinvolta’ contribuisce a generare inutili sensazionalismi, come si volesse inserire un giudizio soggettivo su un fatto da dover riportare semplicemente nella sua completezza oggettiva.
Vogliamo insistere ancora su questa parte, chiarendo però dapprima le motivazioni che ci spingono ad approfondire questo tema. La frase e il post di [https://www.instagram.com/p/CUDaU-2gYPg/?utm_source=ig_web_copy_link Progettoparità] sono perfette a riguardo:<blockquote>Vogliamo riflettere sulla '''narrazione mediatica''' e i suoi rischi: viviamo in una società nella quale la soglia di attenzione è sempre più bassa, dove è pertanto facile cadere in errore. Succede spesso infatti che facciamo totale affidamento sulla voce dei media. Addirittura molte persone si soffermano solo sul titolo ad affetto, o sul dato riportato, sostenendo però di essere informate e consapevoli. Giornali, tv e informazioni online sono utilissime se prese come spunto per approfondire un tema. Se ci affidiamo solo alla loro narrazione, senza accorgercene, potremmo credere a una narrazione della realtà completamente contraffatta e costruita, in base all'ideologia che va per la maggiore (vedi LaRepubblica)</blockquote><gallery mode="packed" heights="240">
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La cronaca tende a raccontare solo quello che il pubblico desidera leggere e sentire, fornendo fittizie spiegazioni accettabili e rassicuranti del fenomeno, ovvero che i femminicidi siano legati a storie individuali, contesti extra-ordinari, ricercando colpe o ragioni allo specifico rapporto vittima/assassino, ricercando particolarità specifiche, tentando di individualizzare e psicologizzare ogni componente dell'evento che riescano a negare ai più l’evidenza di un problema sociale di cui quella storia è espressione.


Non solo il dato è estremamente basso, ma per affermare su basi scientifiche che un fenomeno sia "culturale" (nel senso causato da una cultura errata) serve una validazione chiamata "ipotesi nulla". Si deve cioè dimostrare, tramite tecniche statistiche, che questa ipotesi sia corretta.
Questa estremizzazione ha condotto negli anni alla riflessione che la donna, vittima o sopravvissuta ad una violenza di genere, sia poi stata successivamente vittima anche dei media, alimentando l'insieme di pregiudizi, costumi e tradizioni basati sull’idea di inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli di donne e uomini.


Un paragone con gli effetti collaterali dei vaccini possono aiutare a chiarire quanto la percezione della ragazza sia "di pancia".
Sono state attivate, negli ultimi anni, iniziative di osservazione e costante attenzione alle problematiche dell’identità di genere, affiancate da una assidua rete di monitoraggio al fine di prevenire, sulle emittenti radiotelevisive locali, la trasmissione di messaggi discriminatori, offensivi o degradanti, contemporaneamente promuovendo un’informazione attenta a valorizzare l’identità di genere e a sensibilizzare il territorio regionale sul tema degli stereotipi di genere.


Il problema più grande del sensazionalismo mediatico è la '''distorsione percettiva''' che ne consegua (si veda [https://it.wikipedia.org/wiki/Euristica_della_disponibilit%C3%A0 euristica della disponibilità] e [[Problemi di percezione distorta e illusione del controllo|percezioni falsate del pericolo 1]] e [[Percezione distorta dei pericoli|2]]). Le conseguenze in alcuni casi sono arrivate Si veda anche l'articolo sui [[danni della polarizzazione]].
======Statistica: i casi ISTAT e EURES======
Un'altra obiezione a riguardo è stata circa la lettura dei dati:<blockquote>«non si legge così il dato: quello 0,02% sui vaccini è calcolato sulle somministrazioni effettive di vaccino, quel 0,0003% dei femminicidi è calcolato sulla popolazione femminile tutta. <u>La percentuale va calcolata</u> <u>su</u>lle <u>donne adulte</u>, con una <u>relazione sentimentale</u> presente o passata <u>che presenta rischi di femminicidio</u> (come compagno violento, possessivo ecc...), una platea molto più piccola della popolazione totale che fa schizzare quella percentuale molto in alto. Sarebbe come calcolare il dato sulla percentuale di reazioni avverse considerando tutta la popolazione, anche quella non vaccinata, il che non ha alcun senso converrai.»</blockquote>Purtroppo però <u>il problema è proprio che i dati</u> forniti da ISTAT ed EURES e anche dalla polizia <u>riguardano tutta la popolazione femminile</u>, sarebbe proprio da chiedersi perché non sia facile reperire in rete studi seri sull'argomento (con validazione dell'ipotesi nulla).
Come già osservato nell'articolo principale e nell'approfondimento, due dei principali istituti statistici in Italia hanno dato man forte ai mass media e a tutto il movimento di speculazione, diffondendo, con toni prettamente sensazionalistici, dati scorretti e di risonanza, peraltro utilizzando negli anni la definizione errata di femminicidio.<references />
Per rendere più chiaro il problema
</div>

Versione delle 10:33, 27 mag 2022

Voce principale: Femminicidi.

Sensazionalismi tra giornalismo e mass media

La Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne, all’articolo 17 chiede proprio che si incoraggi “il settore privato, il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i mass media, nel rispetto della loro indipendenza e libertà di espressione, a partecipare all’elaborazione e all’attuazione di politiche e alla definizione di linee guida e di norme di autoregolazione per prevenire la violenza contro le donne e rafforzare il rispetto della loro dignità”.

Qualsiasi sia l'argomento, l'informazione e il diritto di cronaca non devono trasformarsi in mero sensazionalismo: un uso consapevole del linguaggio ed una narrazione fedele dovrebbero essere i capisaldi di una cronaca corretta, un modo per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema, molto più dell'estrema esaltazione degli stereotipi all'esasperato scopo di ottenere più visualizzazioni, più likes, più interazioni a scapito della credibilità, incurante del diritto alla privacy e del rispetto nei confronti delle vittime.

Il giornalismo corretto deve dimostrare il rispetto di genere descrivendo l’essenza e la verità dei fatti; il codice narrativo non deve scadere in descrizioni morbose né soffermarsi su dettagli superflui per puro sensazionalismo, per spettacolarizzare la violenza. Anche l'utilizzo di termini fuorvianti come ‘raptus di gelosia’, ‘perdita di controllo’ (o della testa), ‘amore malato’, ‘follia d’amore’, ‘troppo amore’, ‘partner disinvolta’ contribuisce a generare inutili sensazionalismi, come si volesse inserire un giudizio soggettivo su un fatto da dover riportare semplicemente nella sua completezza oggettiva.

La cronaca tende a raccontare solo quello che il pubblico desidera leggere e sentire, fornendo fittizie spiegazioni accettabili e rassicuranti del fenomeno, ovvero che i femminicidi siano legati a storie individuali, contesti extra-ordinari, ricercando colpe o ragioni allo specifico rapporto vittima/assassino, ricercando particolarità specifiche, tentando di individualizzare e psicologizzare ogni componente dell'evento che riescano a negare ai più l’evidenza di un problema sociale di cui quella storia è espressione.

Questa estremizzazione ha condotto negli anni alla riflessione che la donna, vittima o sopravvissuta ad una violenza di genere, sia poi stata successivamente vittima anche dei media, alimentando l'insieme di pregiudizi, costumi e tradizioni basati sull’idea di inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli di donne e uomini.

Sono state attivate, negli ultimi anni, iniziative di osservazione e costante attenzione alle problematiche dell’identità di genere, affiancate da una assidua rete di monitoraggio al fine di prevenire, sulle emittenti radiotelevisive locali, la trasmissione di messaggi discriminatori, offensivi o degradanti, contemporaneamente promuovendo un’informazione attenta a valorizzare l’identità di genere e a sensibilizzare il territorio regionale sul tema degli stereotipi di genere.

Statistica: i casi ISTAT e EURES

Come già osservato nell'articolo principale e nell'approfondimento, due dei principali istituti statistici in Italia hanno dato man forte ai mass media e a tutto il movimento di speculazione, diffondendo, con toni prettamente sensazionalistici, dati scorretti e di risonanza, peraltro utilizzando negli anni la definizione errata di femminicidio.