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Appunti sul Patriarcato, Storia
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== Treccani == Articolo spettacolare: https://www.treccani.it/export/sites/default/scuola/lezioni/storia/DONNE_900_lezione.pdf «Molte donne delle classi popolari lavorano (operaie in fabbrica, braccianti, contadine, serve, lavoranti a domicilio ma anche piccole commercianti, sarte, ricamatrici), spinte dalla necessità economica, ma <mark>l’aspirazione sociale diffusa anche fra loro è quella di essere, come le donne dei ceti agiati, spose e madri all’interno della famiglia</mark>, un modello femminile che si è imposto nella società borghese del XIX secolo e che ha segregato la donna borghese in casa più delle sue antenate non borghesi.» «La ‘rivoluzione femminile’ del Novecento Alla fine del Novecento, la condizione, i comportamenti e l’immagine delle donne che nascono e vivono nel mondo occidentale appaiono profondamente trasformate. L’accesso delle donne a tutti i diritti <u>formali</u>, la consistente partecipazione femminile ai diversi settori del mercato del lavoro, <u>la straordinaria crescita dell’acculturazione femminile</u>, <u>il controllo della procreazione e la diminuzione del numero dei figli sono solo gli aspetti principali e più evidenti delle significative trasformazioni avvenute</u>, di quella ‘rivoluzione femminile’ che ha <u>messo in discussione</u> e trasformato <u>la rigida</u> e precisa <u>divisione</u> dei compiti produttivi e dei comportamenti in base al sesso.» «le istanze libertarie del ‘68 che mettono in discussione l’autoritarismo nei rapporti sociali e in famiglia e a tanti altri fattori, fra cui non si può non ricordare la pillola anticoncezionale, che libera le donne dalle gravidanze non volute, e gli elettrodomestici prodotti in massa dalla fabbrica fordista, che diminuiscono la fatica del lavoro domestico. È un cammino che procede sempre più speditamente a mano a mano che la civiltà contadina si va evolvendo in società industriale e accelera a mano a mano che la stessa civiltà industriale diventa a forte tasso di occupazione terziaria. » «Si è soliti considerare come l’atto ufficiale di nascita dei movimenti femministi la Convenzione di Seneca Falls (USA) del 1848 che, tra gli inalienabili diritti delle donne, sottolinea quello di “rifiutare l’obbedienza” e di ribellarsi per conquistare l’eguaglianza di fronte alla legge, quell’eguaglianza tra gli individui già proclamata dalla Rivoluzione Francese ma poi declinata solo al maschile, come aveva denunciato Olympe de Gouges. I movimenti femministi assumono forme e obiettivi diversi nei diversi contesti e periodi. Sono particolarmente attivi, visibili e incisivi prima della Prima guerra mondiale e fra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento. La prima ondata del femminismo è all’insegna dell’emancipazione; in questa fase le rivendicazioni e le battaglie delle donne mirano a conquistare parità di diritti ovvero l’uguaglianza con gli uomini (“femminismo dell’uguaglianza”). Nella seconda ondata, dopo quella del primo Novecento, i movimenti femministi mirano alla “liberazione” della donna, ad affermare un’identità femminile non subordinata né assimilata a quella maschile, al riconoscimento e alla valorizzazione delle differenze di cui uomini e donne sono portatori (“femminismo della differenza”). La prima ondata del femminismo. Il diritto di voto. “femminismo dell’uguaglianza”. suffragette. Una scossa potente arriva con la Prima guerra mondiale, che infrange (per necessità) alcune rigide barriere fra i sessi. in Austria e Gran Bretagna (1918), nei Paesi Bassi, in Lussemburgo e in Germania (1919), in Canada e negli USA (1920), in Svezia (1921). In altri (Francia, Italia e Belgio) sarà necessaria la più potente scossa della Seconda guerra mondiale; fra gli ultimi, la Grecia nel 1952, la Svizzera nel 1971, il Portogallo nel 1976. «solo con la Riforma del diritto di famiglia del 1975 viene eliminata la patria potestas che attribuisce al marito tutte le scelte e le decisioni familiari, dall’educazione dei figli al luogo di residenza; dove le leggi sul divorzio (1970) e sull’aborto (1978), approvate tardivamente, devono poi superare la prova di referendum popolari indetti per abrogarle e dove solo nel 1981 la legge abroga il delitto d’onore e il matrimonio riparatore; dove solo nel 1996 la violenza sessuale diventa un delitto contro la persona e non “contro la moralità pubblica”.»
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