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Altruismo efficace
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==Critiche== Una controversia sull'altruismo efficace è imperniata sull'idea che può essere ritenuto etico intraprendere una carriera altamente redditizia in un settore potenzialmente immorale se ciò permette di donare somme maggiori. [[David Brooks (giornalista)|David Brooks]], un editorialista per il ''[[New York Times]]'', criticò gli altruisti efficaci che adottano la strategia [[guadagnare per dare]]. Oltre al rischio di commettere atti immorali, egli fa notare che la maggior parte delle persone che lavorano nella finanza e in altri settori molto redditizi danno valore al denaro per ragioni egoistiche e che essere attorniati da queste persone farà diventare un altruista efficace meno altruista.<ref>Brooks, David. "The Way to Produce a Person." ''New York Times.'' June 3, 2013. https://www.nytimes.com/2013/06/04/opinion/brooks-the-way-to-produce-a-person.html</ref> Anche alcuni altruisti efficaci menzionano questa possibilità, e mirano a ridurre questo rischio attraverso comunità online, promesse pubbliche e donazioni attraverso [[donor-advised fund]] (organizzazioni che assistono nel processo di donazione).<ref>"FAQ." ''80,000 Hours''. http://80000hours.org/faq#faq-what-is-earning-to-give {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121101064337/http://80000hours.org/faq |data=1º novembre 2012 }}</ref> In risposta alle critiche su questo aspetto dell'altruismo efficace, un articolo pubblicato sulla ''[[National Review]]'' indaga se i settori comunemente ritenuti di dubbia moralità, come la finanza, siano veramente immorali. L'autore afferma che spesso questi settori producono più benefici che danni.<ref>{{Cita web|cognome=Salam|nome=Reihan|titolo=The Rise of the Singerians|url=http://www.nationalreview.com/agenda/349841/rise-singerians-reihan-salam|sito=National Review|editore=National Review Online|accesso=17 luglio 2013}}</ref> La rivista di business ''[[Euromoney]]'' ha elogiato l'altruismo efficace per la sua enfasi sull'azione benefica individuale.<ref>{{Cita web|cognome=Saigal|nome=Kanika|titolo=Impact Investing: The Big Business of Small Donors|url=http://www.euromoney.com/Article/3044777/Impact-investing-the-big-business-of-small-donors.html|sito=Euromoney|editore=Euromoney Institutional Investor PLC|accesso=16 luglio 2013}}</ref> [[Paul Brest]] della [[William and Flora Hewlett Foundation]] e cofondatore di [[GiveWell]], ha scritto un articolo per la ''[[Stanford Social Innovation Review]]'' in cui concluse dicendo: “In fin dei conti, il mio consiglio, non sollecitato, per i proponenti dell'altruismo efficace è di mantenere salda la rotta.”<ref>{{Cita web|url=http://www.ssireview.org/blog/entry/the_promise_of_effective_altruism|titolo= The Promise of Effective Altruism: The effective altruism movement has the potential to create an aspirational anchor, which may change giving practices over time.|cognome= Brest|nome= Paul|wkautore= Paul Brest|data= 28 ottobre 2013|accesso= 26 novembre 2013|editore= ''[[Stanford Social Innovation Review]]''}}</ref> Al contrario, Ken Berger e Robert Penna, dell'organizzazione [[Charity Navigator]], hanno criticato la filosofia dell'altruismo efficace con un articolo nella ''Stanford Social Innovation Review''. La loro critica sostiene che gli altruisti efficaci si ergono a moralizzatori, eleggendo un ristretto numero di cause come meritevoli e ritenendo tutte le altre come “uno spreco di risorse preziose.”<ref>{{Cita web|url=http://www.ssireview.org/blog/entry/the_elitist_philanthropy_of_so_called_effective_altruism|titolo= The Elitist Philanthropy of So-Called Effective Altruism|cognome= Berger|nome= Ken|cognome2= Penna|nome2= Robert|data= 25 novembre 2013|accesso= 26 novembre 2013|editore= ''[[Stanford Social Innovation Review]]''}}</ref> La critica provocò una forte reazione da parte degli altruisti efficaci, sia nei commenti all'articolo della SSIR, che in altre sedi, incluso un articolo di risposta (anche questo pubblicato nella SSIR) in cui [[William MacAskill]] difese la logica utilitarista che il movimento usa per valutare l'efficacia delle diverse organizzazioni di beneficenza.<ref>{{Cita web|url=http://www.ssireview.org/blog/entry/what_charity_navigator_gets_wrong_about_effective_altruism|titolo= What Charity Navigator Gets Wrong About Effective Altruism|cognome= MacAskill|nome= William|wkautore= William MacAskill|data= 3 dicembre 2013|accesso= 3 dicembre 2013|editore= ''[[Stanford Social Innovation Review]]''}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.facebook.com/groups/effective.altruists/permalink/598813233508371/|titolo= Effective Altruists (Facebook comment thread)|data= 25 novembre 2013 (original post)|accesso= 26 novembre 2013|editore= ''Effective Altruists'' (Facebook group)}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://dbcm.blogspot.ca/2013/11/charity-navigator-is-dead-to-me-and.html|titolo= Charity Navigator is Dead to Me and This is Why.|cognome= McKee|nome= Darren|data= 25 novembre 2013|accesso= 26 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://quittingprovidence.blogspot.com/2013/11/elitist-philanthropy-and-charitable.html|titolo= "elitist philanthropy" and charitable prioritization|cognome= Crider|nome= Paul|data= 27 novembre 2013|accesso= 27 novembre 2013|editore= ''Quitting Providence''}}</ref> Anche alcuni simpatizzanti dell'altruismo effettivo hanno scritto critiche su di esso, in parte per dar voce a proprie apprensioni o come esercizio dialettico.<ref>{{Cita web|url=http://www.benkuhn.net/ea-critique|titolo= A critique of effective altruism|cognome= Kuhn|nome= Ben|data= 1º dicembre 2013|accesso= 25 marzo 2014}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://lesswrong.com/lw/jfm/another_critique_of_effective_altruism/|titolo= Another Critique of Effective Altruism|cognome= Steinhardt|nome= Jacob|data= 5 gennaio 2014|accesso= 25 marzo 2014}}</ref>
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