Femminicidi
È Sensazionalismo o la situazione è drammatica?
Un omicidio è sempre una tragedia, è qualcosa che non può essere giustificato in alcun modo. Vogliamo però chiederci però se esista davvero un’escalation di omicidi quelli che con un neologismo sono stati chiamati femminicidi.
Dai titoli dei giornali ed a sentire i TG, la risposta dovrebbe essere positiva, ma la risposta è: no.
Nel corso dell'articolo vedremo che le cose non stanno affatto così e che anzi l'Italia è tra i paesi più sicuri per le donne.
Nel 2021, nonostante i dati corretti sui femminicidi siano disponibili da diversi anni, la stampa preferisce continuare a fare disinformazione.
I dati diffusi, infatti, continuano a includere tutti gli omicidi di donne (indipendentemente dal movente), facendoli passare per femminicidi (che per definizione sono gli omicidi di donne legati a motivazioni patriarcali).
Il problema non è se le vittime siano 50 o 150, ma la narrazione che viene costruita su questi numeri.
Solo i maschi sono violenti verso il partner?
@antisexistworld ha fatto un lavoro eccezionale censendo tutti gli episodio di violenza da gennaio 2019 ad aprile 2021
- 401 episodi di Violenze contro uomini
- 345 episodi di Violenze contro soggetti deboli
- 361 episodi di False accuse
L'attivista che se ne è occupata spiega anche bene perché ci sia bisogno di smontare la narrazione mediatica.
Introduzione
Non solo i mass media a fare sensazionalismo, ma persino fonti istituzionali come l'ISTAT, da cui ci si aspetterebbe la massima affidabilità, utilizzano un linguaggio molto sensazionalistico (vedi paragrafo sotto) riportato come femminicidi tutti gli omicidi di donne indipendentemente dal movente.
Fino al 2017 i dati sui veri femminicidi non venivano neppure raccolti.
Definire indiscriminatamente femminicidio ogni singolo episodio di violenza contro le donne, presuppone un preciso orientamento teorico e l’assunzione implicita di un punto di vista non sempre pertinente.
Il primo passo verso una maggiore comprensione del fenomeno è quello di esaminare le condotte violente nelle loro varie sfumature e definizioni, infatti fare di tutta l'erba un fascio usando il termine violenza di genere per indicare “qualsiasi” forma di violenza che una donna subisce per mano di un uomo, qualora quest’ultima non sia vittima accidentale di un evento che la trova coinvolta solo casualmente, sicuramente non aiuta a comprenderne la vera natura e a contrastarla adeguatamente.
Definizione del termine e uso ambiguo
Una definizione molto forte, che suscita emozioni, il cui senso è chiaro e privo di equivocabilità. Peccato che tale definizione non venga usata. In base a questa definizione infatti, ciò che distingue un omicidio da un femminicidio è la motivazione del gesto e non il sesso della vittima. Da cui consegue che è impossibile capire se una persona ha commesso davvero un femminicidio senza delle indagini e valutazioni psicologiche del colpevole.Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l'identità attraverso l'assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte.[1]
Incongruenze nei dati diffusi da Eures e ISTAT
In Italia, secondo l'indagine Eures-Ansa[3] avvengono in media circa 140 femminicidi l'anno.Omicidi totali di donne
- 2.061 gli omicidi di donne tra il 2000 e il 2011[4] (206 all'anno)
- 1.459 sono avvenuti all’interno dell’ambiente familiare o delle relazioni affettive (per l’appunto i circa 140 femminicidi l’anno)[5] (EURES 2011)
Cause (movente) degli omicidi riportati come femminicidi
- 472 erano ultrasessantaquattrenni, di cui una parte (circa l'8% del totale) vengono uccise “pietatis causa” (eutanasia)
- 467 sono state uccise a causa possesso patologico
- 347 sono state uccise per motivi di conflitto quotidiano e litigi anche banali
- 143 sono state uccise a causa di un raptus
Dai dati si riscontrano due stranezze
- Il numero degli omicidi totali di donne (circa 200 l'anno) è molto vicino a quello dei femminicidi (circa 140 l'anno). Quasi tutte le donne in famiglia vengono uccise per motivazioni misogine? Davvero? No.
- Tra i moventi dei femminicidi ne troviamo molti incongruenti con la definizione di femminicidio (si veda la parte destra in alto dell'infografica)
In breve, l'EURES, l'ISTAT e la stampa chiamano femminicidio un qualsiasi omicidio di donna commesso da familiari o conoscenti, indipendentemente dal movente.
Vengono contati tra i femminicidi anche casi che chiaramente non lo sono, inclusi gli omicidi di donne causati da liti, da disturbi psicologici dell'autore, da denaro, da futili motivi e via discorrendo. Nell'infografica sopra si nota come la percentuale dei "femminicidi" legati alla gelosia è il 32,5%[6] del totale, il che non sminuisce la gravità di questi omicidi, ma fa riflettere sulla strumentalizzazione mediatica delle morti di queste donne.Anticipiamo che da alcuni anni abbiamo i numeri corretti, sono intorno ai 48 l'anno e sono riportati di seguito nell'articolo (paragrafo "I veri dati").
Femminicidi pietatis causa
Circa l'8,5% di quelli che l'EURES e la stampa chiama femminicidi avvengono quindi per “pietatis causa” (vedi a destra la 5a riga, Disagio vittima), sono cioè gesti di “pietà” verso donne che hanno malattie terminali e straordinariamente dolorose. La nostra società, pesantemente influenzata dalla chiesa, toglie a queste donne il diritto legale a morire con dignità. Per legge non gli viene garantito il diritto a scegliere se continuare a vivere, indipendentemente da quanto soffrano, indipendentemente da quanto siano depresse, indipendentemente dal fatto che non siano più lucide e autonome. In presenza di queste malattie, talune persone scelgono di uccidere le malate per terminare le loro sofferenze.
Un altro elemento importante è legato al fatto che vengono considerati femminicidi anche gli omicidi compiuti da donne, da madri verso le figlie o figlie verso le madri. A tal proposito si veda il paragrafo "Distribuzione dei femminicidi in base alla relazione con l'autore".I veri numeri calcolati dalla polizia di stato
Il numero esatto di femminicidi, è disponibile solo dal 2017 in Italia:
31 femminicidi nel 2017 (calcolati fino al 30 settembre 2017),
32 femminicidi nel 2018 (calcolati fino al 31 Agosto 2018).[8]
Per il calcolo, la Polizia di Stato ha usato i principi della convenzione di Istanbul[9], cioè ha considerato femminicidi, gli omicidi di donne avvenuti in ambito familiare, per ragioni di genere, come definito nella sezione delle definizioni di della convenzione di Istanbul, appunto.
Facendo una stima lineare, si può stimare che i femminicidi secondo la convenzione di Istanbul, sono circa 48 all'anno, in Italia, ben diversi dalle cifre fornite dall'ISTAT e dall'EURES-Ansa che riguardavano invece tutti gli omicidi (140 all'anno)
Solo da pochissimi anni abbiamo dati reali sui femminicidi e solo grazie a ripetuti richiami da parte dell'ONU abbiamo dei dati reali.Nel confronto con le altre nazioni siamo tra i migliori
L'italia è uno dei paesi migliori
L'incidenza del fenomeno in Italia nel periodo 2004 - 2015 è di 0,51 morti per 100.000 donne residenti, il valore più basso tra tutti i 32 paesi europei e nordamericani del citato rapporto UNODC, un dato molto inferiore alla metà della media dei 32 paesi osservati (1,23 su 100.000)[10].
Il dato italiano è il migliore anche per ciò che riguarda i femminicidi di cui è autore il partner o l’ex partner, con un'incidenza di 0,23 uccisioni ogni 100 mila donne residenti, minore della metà del dato medio riferito ai dodici paesi per cui erano disponibili dati confrontabili[10].
Danni del sensazionalismo
Perché concentrarsi su questi fenomeni e non sulla violenza sulle donne?
Queste riflessioni non tolgono nulla alle problematiche culturali che abbiamo in Italia (il machismo (link ad alcuni episodi di machismo) o la violenza domestica), fanno tuttavia riflettere sul perché i mass media preferiscano concentrarsi sul sensazionalismo e per giunta tramite dati errati, piuttosto che indagare in merito ad episodi di violenza decisamente più diffusi. Come sottolineato da noisefromamerika«la violenza domestica contro le donne è purtroppo una costante nei rapporti tra i sessi, c’è sempre stata ed anzi, in passato, era talmente scontata che si riteneva che il marito avesse verso la moglie uno ius corrigendi, analogo a quello preteso verso i figli. Oggi, fortunatamente, nessuno si sogna più di giustificare un marito o un compagno che picchia la moglie (o viceversa) e sono di molto aumentate le donne che trovano il coraggio per denunciare i propri persecutori, con ciò però contribuendo ad incrementare le statistiche sulle violenze domestiche, che, in passato, erano spesso non rilevate».
Sensazionalismo
A tal proposito si consiglia di leggere Mass media, sensazionalismo e percezione distorta.
Da notare che non solo i mass media, infatti, ma anche L'ISTAT si esprime con toni sensazionalistici (vedi la citazione sottostante)[11]:Donne uccise da uomini, perché sono donne. Questo è il femminicidio. Un massacro, a vedere i numeri. Circa 150 casi all’anno in Italia[12] [157 nel 2012, 179 nel 2013, 152 nel 2014, 141 nel 2015, 145 nel 2016], un totale di circa 600 omicidi negli ultimi quattro anni. Significa che in Italia ogni due giorni (circa) viene uccisa una donna. Omicidi di donne in Italia. Se ne contano migliaia nel mondo. Numeri da genocidio.
Tuttavia nello stesso studio, poche righe sotto, viene riportato il numero di omicidi totali di donne avvenuti nel 2012 e il numero, 157, coincide con quello indicato per i femminicidi nello stesso anno. Il documento stesso risulta quindi fuorviante indicando 157 prima come numero dei femminicidi e poi come gli omicidi di donne in generale.
Stessi toni e stessa ambiguità nell'uso del termine viene utilizzato anche da un altra banca dati molto nota, l'EURES nel documento Sintesi VII Rapporto EURES sul Femminicidio in Italia.
Obiezioni solo apparentemente sensate
L'uso improprio del termine è un problema vecchio, superato
Una ragazza solleva due obiezioni apparentemente più che condivisibili, che :Purtroppo per quanto ISTAT, EURES e mass media hanno utilizzato costantemente negli anni la definizione di femminicidio errata, tanto che ancora oggi (2021) sul sito dell'ISTAT e dell'EURES si riscontra quanto riportato nel capitolo sottostante. La seconda obiezione è la seguente:Il report che citi dice in introduzione che da una diversa definizione di femminicidio e specifica che parla di omicidi verso le donne punto, con un'accezione diversa da quella che viene data oggi. Il report è del 2015, la legge è stata cambiata solo due anni prima e il codice rosso sarebbe arrivato nel 2019, direi che è comprensibile che il report sia confusionario rispetto ai due concetti, anche per i pochi dati che avevamo rispetto a un'aggravante appena introdotta. Stessa cosa per questo grafico, preso dallo stesso report, che da una definizione ampia e oggi superata.
Nel frattempo ho trovato questo sito, non garantisco sull'affidabilità ma sembra che siano molto trasparenti citando addirittura i nomi delle vittime. Il dato 2021 sarebbe una vittima per femminicidio ogni sei giorni, tantissimo, quindi parliamo di sistematicità del fenomeno senza alcun dubbio, molte testate citano il dato di uno ogni tre giorni, ma non trovo il report a cui si riferiscono quindi mi limito a questo.
È un fenomeno sistematico e culturale
Gli studi riportano che l'Italia è uno dei paesi più colpiti da questa differenza tra problemi reali e percepiti. Riportiamo nuovamente le conclusioni di uno studio non politicizzato: «0,51 morti per 100.000 donne residenti, il valore più basso tra tutti i 32 paesi europei e nordamericani del citato rapporto UNODC, un dato molto inferiore alla metà della media dei 32 paesi osservati (1,23 su 100.000)[10]». Confrontate la percezione prodotta da questa frase con quella che trovate nel capitolo successivo e che anticipiamo qui a destra per comodità. Notate differenze?Lo stesso dato, presentato in forma episodica, ha un impatto forte sull'emotività ("una donna ogni 6 giorni" → sì ma su una popolazione di 30 milioni?). È un concetto che ci è familiare in astratto ("Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa"[13]) ma che spesso ci coglie impreparati negli esempi concreti.
Vogliamo insistere ancora su questa parte, chiarendo però dapprima le motivazioni che ci spingono ad approfondire questo tema. La frase e il post di Progettoparità sono perfette a riguardo:Vogliamo riflettere sulla narrazione mediatica e i suoi rischi: viviamo in una società nella quale la soglia di attenzione è sempre più bassa, dove è pertanto facile cadere in errore. Succede spesso infatti che facciamo totale affidamento sulla voce dei media. Addirittura molte persone si soffermano solo sul titolo ad affetto, o sul dato riportato, sostenendo però di essere informate e consapevoli. Giornali, tv e informazioni online sono utilissime se prese come spunto per approfondire un tema. Se ci affidiamo solo alla loro narrazione, senza accorgercene, potremmo credere a una narrazione della realtà completamente contraffatta e costruita, in base all'ideologia che va per la maggiore (vedi LaRepubblica)
Non solo il dato è estremamente basso, ma per affermare su basi scientifiche che un fenomeno sia "culturale" (nel senso causato da una cultura errata) serve una validazione chiamata "ipotesi nulla". Si deve cioè dimostrare, tramite tecniche statistiche, che questa ipotesi sia corretta.
Un paragone con gli effetti collaterali dei vaccini possono aiutare a chiarire quanto la percezione della ragazza sia "di pancia".
Il problema più grande del sensazionalismo mediatico è la distorsione percettiva che ne consegua (si veda euristica della disponibilità e percezioni falsate del pericolo 1 e 2). Le conseguenze in alcuni casi sono arrivate Si veda anche l'articolo sui danni della polarizzazione.
Un'altra obiezione a riguardo è stata circa la lettura dei dati:Purtroppo però il problema è proprio che i dati forniti da ISTAT ed EURES e anche dalla polizia riguardano tutta la popolazione femminile, sarebbe proprio da chiedersi perché non sia facile reperire in rete studi seri sull'argomento (con validazione dell'ipotesi nulla).«non si legge così il dato: quello 0,02% sui vaccini è calcolato sulle somministrazioni effettive di vaccino, quel 0,0003% dei femminicidi è calcolato sulla popolazione femminile tutta. La percentuale va calcolata sulle donne adulte, con una relazione sentimentale presente o passata che presenta rischi di femminicidio (come compagno violento, possessivo ecc...), una platea molto più piccola della popolazione totale che fa schizzare quella percentuale molto in alto. Sarebbe come calcolare il dato sulla percentuale di reazioni avverse considerando tutta la popolazione, anche quella non vaccinata, il che non ha alcun senso converrai.»
Per rendere più chiaro il problema
È davvero un fenomeno culturale?
Gli omicidi non sono necessariamente un buon indicatore per il fenomeno della violenza domestica. Alcune donne subiscono soprusi per tutta la vita senza mai venire uccise e altre vengono uccise da partner per motivi che non hanno nulla di patriarcale; per fugare ogni dubbio è sufficiente riguardare i dati sul movente degli omicidi di donne da parte del partner (infografica a destra).
Per affermare che la causa di una quota parte di omicidi di donne sia culturale non basta che ci sembri intuitivamente sensato (ovvero che riusciamo a immaginarci un caso di donna vessata dal partner che viene poi uccisa). La matrice psicopatologica potrebbe infatti essere prevalente rispetto a quella culturale.
Il metodo scientifico non funziona così, di norma infatti vengono fatti degli studi di correlazione per capire quali siano i predittori di un certo fenomeno.
Tutti avrete sentito la massima correlation is not causation, ma la domanda è: ci sono studi che provano la correlazione tra la cultura e i femminicidi con un certo rigore scientifico?
{Manca parlare in maniera estremamente semplice di validazione delle ipotesi in statistica e far capire perché senza di questa una cosa risulta più o meno convincente in base a retorica...}
Altre possibili spiegazioni non culturali
Disturbo esplosivo intermittente, disturbi dirompenti del controllo degli impulsi e della condotta e http://www.stateofmind.it/2012/11/femminicidio-impulsivita/
Perché è importante stabilire se siano o meno un fenomeno culturale
Le considerazioni di alcuni esperti (psicologi e giuristi)
Opinione 1
Secondo due criminologi: il Professor Monzani e il professor Giulini chiamarlo femminicidio non è corretto, la definizione di femminicidio ESCLUDE i crimini commessi per gelosia. Il termine più corretto omicidio relazionale. Il termine Femminicidio infatti, stando alla definizione, si riferisce all'uccisione della donna in quanto donna e non perché era in relazione con il reo.
In italia Stevanin e minghella sono forse gli unici due che hanno ucciso donne in quanto donne
Opinione 2
Opinione 3
Opinione di studentessa di giurisprudenza
Femminicidio e androcidio sono due sub dell’infanticidio selettivo. Retaggi culturali, preferenza di prole maschile a scapito di quella femminile, in India soprattutto.
Casi di andricidio sono stati commessi ad es nel 1988 nell’ANFAL CAMPAIGN contro i maschi curdi. Uomini dai 15-50 venivano catturati e uccisi in campi concentramento per “prevenire” perché età giusta per prendere le armi.
Nel mondo questi due termini, almeno in uk, non hanno nulla a che vedere con quanto spiegato da wiki Italia. Non studiando in Italia, non so se realmente siano mai stati usati come aggravanti.
Comunque è colpa dei telegiornali, giornali, blog et similia che utilizzano in modo inappropriato certi termini, creando quella noi qui chiamiamo “moral panics e folk evils” (ndr. vedi la pagina di approfondimento su Folk Devils and Moral Panics).
Approfondimenti
Coniazione termine
http://femminicidio.blogspot.it/2011/03/da-chi-e-stato-coniato-il-termine.html
Utilizzo del termine
viene confermata L’elaborazione teorica accademica, successivamente entrata a far parte della nostra legge con il DDL 3390 (PD)[14] utilizza il concetto di femminicidio per identificare le violenze fisiche e psicologiche contro le donne
che avvengono in (e a causa di) un contesto sociale e culturale che contribuisce a una sostanziale impunità sociale di tali atti, relegando la donna, in quanto donna, a un ruolo subordinato e negandone, di fatto, il godimento dei diritti fondamentali.[15]
Evidenze dell'utilizzo ambiguo del termine
Errore Lua: errore interno - l'interprete è uscito con stato 1.
Ulteriori Fonti
Articolo ansa: Violenza sulle donne: ecco le cifre agghiaccianti
Libri di approfondimento
Violenza di genere e femminicidio - Antonella Merli - Diritto Penale Contemporaneo
IL FEMMINICIDIO COME FATTISPECIE PENALE Storia, comparazione, prospettive - Emanuele Corn
Altri dati e infografiche sulle cause dei "femminicidi"
Distribuzione dei femminicidi in base alla relazione con l'autore
Altre informazioni in bozza da riordinare
Errore Lua: errore interno - l'interprete è uscito con stato 1.Convenzione di Instanbul
- ↑ Errore Lua: errore interno - l'interprete è uscito con stato 1.
- ↑ https://www.antimafiaduemila.com/images/stories/pdf/la-voce-del-danilo-dolci-n3.pdf
- ↑ Indagine Eures-Ansa su “Il femminicidio in Italia nell’ultimo decennio. Dimensioni, caratteristiche e profili di rischio”
- ↑ https://www.zeroviolenza.it/temi/item/20116-si-chiama-femminicidio-ed-ha-numeri-spaventosi-pi%C3%B9-del-30-del-totale-sugli-omicidi
- ↑ Numero totale di omicidi volontari all'anno per sesso
- ↑ Questo non sminuisce la gravità di questi omicidi, ma fa riflettere sulla strumentalizzazione mediatica e sull'utilità che tutto questo ha per il genere femminile.
- ↑ Altro link: https://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/brochure_questononeamore_2019.pdf
- ↑ Errore Lua: errore interno - l'interprete è uscito con stato 1.
- ↑ Errore Lua: errore interno - l'interprete è uscito con stato 1.
- ↑ 10,0 10,1 10,2 Errore Lua: errore interno - l'interprete è uscito con stato 1.
- ↑ Inchiesta con analisi statistica sul femminicidio in Italia, a cura di Fabio Bartolomeo (Ministero della Giustizia, Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa), 2016
- ↑ Si noti che gli omicidi di donne per gelosia sono circa 50 l'anno, tutti i numeri qui riportati sono ancora quelli relativi a tutti gli omicidi relazionali
- ↑ Citato in Carlo Canepa, Luciano Canova, La scienza dei goal: Numeri e statistica applicati allo sport più bello del mondo, Hoepli, cap. VI.
- ↑ DDL 3390 (PD): “Norme per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio”https://docs.google.com/file/d/0B5Ut3juIxW8gdXZ4ZTNjeUJiZWs/edit
- ↑ Nel 1995, la IV Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite definì la violenza di genere come il manifestarsi delle relazioni di potere storicamente ineguali fra donne e uomini.