Modifica di Colpevoli fino a prova contraria
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==Colpevoli fino a prova contraria== | |||
Come ho raccontato nel primo capitolo, uno dei momenti in cui il principio di innocenza sui social è stato più dimenticato, facendo da apripista verso altre gogne negli anni successivi, è stato proprio a cavallo tra il 2017 e il 2018. È come se in pieno #MeToo, molte testate e giornalisti avessero deciso di abbandonare o quantomeno smorzare tre di quelle basilari regole deontologiche della nostra professione: la verifica di un racconto, l’opportunità di replica della controparte, la presunzione di innocenza. | Come ho raccontato nel primo capitolo, uno dei momenti in cui il principio di innocenza sui social è stato più dimenticato, facendo da apripista verso altre gogne negli anni successivi, è stato proprio a cavallo tra il 2017 e il 2018. È come se in pieno #MeToo, molte testate e giornalisti avessero deciso di abbandonare o quantomeno smorzare tre di quelle basilari regole deontologiche della nostra professione: la verifica di un racconto, l’opportunità di replica della controparte, la presunzione di innocenza. | ||
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Più tardi, in privato, il padre lo fissò severamente e lo tirò per un orecchio. «Non l’avevo mai visto così malcontento di me.»<blockquote>«Cosa ho fatto di male?» gli chiesi stropicciandomi l’orecchio indolorito. | Più tardi, in privato, il padre lo fissò severamente e lo tirò per un orecchio. «Non l’avevo mai visto così malcontento di me.»<blockquote>«Cosa ho fatto di male?» gli chiesi stropicciandomi l’orecchio indolorito. | ||
«Non si deride un detenuto, mai.» | «Non si deride un detenuto, mai.» | ||
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«Perché non può difendersi. E poi perché forse è innocente. In ogni caso perché è un infelice.»</blockquote>Eccolo qua, il principio da ricordare, anche quando il detenuto è soltanto il linciato del giorno sui social. Perché la violazione di questi tre principi rende sempre più terrificanti i social: da luogo in cui andavamo per raccontare i nostri segreti a luogo in cui siamo terrorizzati di raccontare qualsiasi cosa. Scegliendo il silenzio. Arrendendoci all’unica forma peggiore della censura stessa: l’autocensura. | «Perché non può difendersi. E poi perché forse è innocente. In ogni caso perché è un infelice.»</blockquote>Eccolo qua, il principio da ricordare, anche quando il detenuto è soltanto il linciato del giorno sui social. Perché la violazione di questi tre principi rende sempre più terrificanti i social: da luogo in cui andavamo per raccontare i nostri segreti a luogo in cui siamo terrorizzati di raccontare qualsiasi cosa. Scegliendo il silenzio. Arrendendoci all’unica forma peggiore della censura stessa: l’autocensura. | ||
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