Spaccature intergenerazionali, volute dal capitalismo secondo Preve

Da Tematiche di genere.
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«Le forme generazionali di godimento musicale e letterario, che sono fatte apposta per spaccare le generazioni, con un'obsolescenza di 10-15 anni [...]

Tutto questo non è voluto ma [...] non è [neppure n.d.r.] casuale, perché sono forme di socializzazione alternativa artificiale, e di separazione.

Per cui è chiaro che separando le generazioni e i gruppi sociali... l'ideale sarebbe addirittura separare uomini e donne, e questo è già ottenuto con le teorie del genere e queste cose qua... per cui è chiaro che le forme di riproduzione della totalità capitalistica avvengono nella misura in cui tutto ciò che non sia totalità capitalistica è frammentato, e perciò non può avere momenti di aggregazione.»

(Costanzo Preve, 2012)

Versione estesa[modifica | modifica sorgente]

La versione estesa è presa da https://anglotedesco.blogspot.com/2018/11/paolo-borgognone-un-diego-fusaro-che.html


Se uno legge quello che ho pubblicato sotto, pensa subito al filosofo Diego Fusaro. Invece è Paolo Borgognone nato ad Asti nel 1981. E' qualche anno che sto leggendo i suoi lunghissimi ed interessanti libri contro la società neoliberista senza valori in cui viviamo oggi, e condivido tutto quello che dice, anche il fatto che lui, a differenza di Fusaro, eviti le televisioni e certe trasmissioni radiofoniche idiote come la Zanzara.

Nell'ottobre 2017 all'Istituto Iassp in via Pisani a Milano, erano presenti Diego Fusaro, Francesco Borgonovo, il parlamentare leghista Stefano Candiani e anche Paolo Borgognone che per motivi di tempo non ho potuto riprendere. Mi sembra  un ragazzo che fa veramente opposizione a questa società. In quella saletta era molto probabilmente l'unico che non aveva uno smartphone, ma un cellulare normale.

Con Fusaro è d'accordo su tutto tranne che sulla rivoluzione francese.


Il liberalismo è l'ideologia dei flussi, della mobilità, del nichilismo e della restaurazione capitalista più brutale.

È l'ideologia che sottende l'odierna produzione immateriale del capitalismo spoliticizzato.

Il capitalismo pur promuovendo talvolta forme di socialità fittizie e funzionali a perpetuare il sistema di dominio dispotico dell'economia di libero mercato globalizzata (dal progetto Erasmus ai concerti pop-rock, passando per il bivacco serale e notturno dei giovani presso pub, discoteche e locali affini), si riproduce attraverso logiche di comando e controllo improntate al divide et impera.

Il capitalismo separa anche le generazioni, ponendole in strumentale conflitto tra esse.

Il conflitto generazionale, così evocato e in qualche modo elogiato dal mainstream come presunto fattore di dinamismo neoliberale delle nuove generazioni in contrapposizione al cosiddetto conservatorismo degli anziani, è in realtà perfettamente funzionale alla riproduzione delle dinamiche di sfruttamento tipiche del regime globalista fondato sul dominio dispotico dell'economia.

Il capitalismo divide le generazioni facendo ricorso agli strumenti del lavoro biopolitico postmoderno e, come ricorda Costanzo Preve, tramite specifiche "forme generazionali di godimento musicale e letterario, fatte apposta per spaccare le generazioni, con una obsolescenza di 10 - 15 anni".

Costanzo Preve ha definito "forme di socializzazione alternative artificiali" le spaccature intergenerazionali che il capitalismo attua per riprodurre se stesso quale meccanismo, anonimo e impersonale, di sfruttamento di massa.

Il capitalismo, infine, afferma Preve, tende addirittura a "separare uomini e donne" attraverso il ricorso alla teoria del gender e, a parere di chi scrive, con l'irrompere nella cultura di massa al femminismo dei ceti glamour come guerra tra sessi innescata dalla donne aspiranti imprenditrici di se stesse contro gli uomini intesi come branco di imbranati e rincoglioniti che occuperebbero, secondo la vulgata femminista corrente, i posti chiave nella gerarchia dei "vincenti" della globalizzazione esclusivamente al retaggio  cosiddetto patriarcale dell'organizzazione sociale tipica del capitalismo novecentesco.

Il processo di riproduzione del capitalismo odierno è una forma di restaurazione neoliberista senza eguali che viene attuata, paradossalmente ma non troppo, in nome della filosofia del progresso della storia.

Vedi anche[modifica | modifica sorgente]