Guerra in Ucraina, Analisi breve

Da Tematiche di genere.
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Analisi breve dei reali interessi e delle ragioni dei vari attori coinvolti[modifica | modifica sorgente]

Biden - Putin[modifica | modifica sorgente]

Prima dello scoppio del conflitto Toni Capuozzo scriveva:

La tensione è stata gonfiata anche dalla specie di conto alla rovescia innescato dalla CIA e reso pubblico (mi è sembrata una scena da Colosseo: quello che si sporge minacciando di buttarsi e la folla crudele che lo sfida a farlo…). Le ragioni di questo teatrino:

Putin, che ha visto l’impero sovietico incominciare a franare proprio lì, ha visto Biden in difficoltà, ed ha pensato che adesso era il turno dell’impero americano. Biden, in difficoltà anche con i suoi elettori ha bisogno di girare pagina.

Da domani probabilmente la gara sarà a indossare la medaglia sul petto: “Li abbiamo costretti a tenere distante la Nato” o “Gli abbiamo fatto spegnere i motori dell’invasione”.

Alcune delle ragioni (etiche) della Russia[modifica | modifica sorgente]

Toni Capuozzo scrive:

"Ho provato a dire che la pretesa della Russia di non avere i missili Nato sul pianerottolo di casa non è balzana. E che dobbiamo interrogarci sull’utilità dell’espansione della Nato, invece di legami commerciali, civili, politici.

Facciamo la radiografia a ogni paese che domanda di aderire all’Unione Europea, e invece la Nato è a porte aperte? Abbiamo per forza bisogno di un nemico?

Ho cercato di spiegare che tutto è molto legato all’Afghanistan."

Il Battaglione Azov (ucraino) potrebbe essere pure responsabile (causale) dell'odierno sbarco russo a Mariupol, in area Donbass di frazionamento separatista (violentemente provocato dalla milizia stessa, ucraino-nazionalista e non limitato o impedito abbastanza da Zelensky). E manca critica e posizione occidentale in merito.

Due pesi e due misure[modifica | modifica sorgente]

E' vero che tale battaglione nasce come risposta al movimento separatista filorusso (spalleggiato da Mosca). E che se i russi non avessero innescato escalation in Crimea prima e nel Donnbass dopo, forse il battaglione Azov non sarebbe mai nato. Ma è anche vero che gli USA in politica estera hanno sovvenzionato movimenti separatisti in tutto il mondo. Sono stati in guerra 239 anni dei 243 da cui esistono. Come possiamo usare due pesi e due misure?

Ombre e le penombre degli USA[modifica | modifica sorgente]

Quanto alle scelte di campo per me è ovvio vedere nella democrazia americana qualcosa che mi è più congeniale del regime russo, anche se la Russia è un paese che mi è caro. Ma non ignoro che gli USA – e specie con presidenti democraticihanno dato inizio a un sacco di guerre, e la Russia di Putin no, limitandosi a bruschi interventi in Siria e di seconda mano in Libia.

Europa[modifica | modifica sorgente]

  • Penso che esistano strumenti democratici di soluzione dei secessionismi (referendum di autodeterminazione, autonomie sudtirolesi eccetera) che l’Europa dovrebbe favorire. E non credo che l’Europa, anche al di là del fabbisogno energetico, abbia bisogno di individuare in Mosca un nemico, o di avere per forza bisogno di un nemico, al di là del terrorismo internazionale.
  • Antonio Padoa Schioppa sostiene che[1]: "L'Europa, infine. L'Unione non è priva di responsabilità per quanto sta accadendo, perché
    • se il processo di unione fosse proceduto più speditamente anche sul fronte della sicurezza e della difesa comune
    • se le trattative con la Russia per un'intesa sui confini orientali fossero iniziate dieci anni fa
    • se si fosse instaurato un rapporto di associazione con l'Ucraina (non l'ingresso nell'Unione ma l'associazione) e forse con la stessa Russia
    • l'esito avrebbe potuto essere diverso. Ora è essenziale che l'Unione resti unita, e ciò comporta che il triumvirato di Macron, Scholz e Draghi resti coeso nel rapporto con l'alleato d'oltre Oceano. "

Ombre e le penombre del regime russo[modifica | modifica sorgente]

Un interlocutore, garbatamente, mi ha ricordato le ombre e le penombre del regime russo, parlando anche di un giornalista italiano ucciso. Non solo conosco le penombre russe e bielorusse, dalla Politovskaya in giù. Ma ricordo – e l’ho fatto – il nome del giornalista italiano, Antonio Russo di Radio radicale, ucciso in Georgia. Forse, in quell’angolo di mondo dove ognuno ha i suoi torti, avrei dovuto ricordare anche Andy Rocchelli, ucciso da milizie ucraine.

Dalla pagina Wikipedia sulla Guerra del Donbass sono interessanti le reazioni delle altre nazioni.

Antonio Padoa Schioppa sostiene che[1]:

  • "L'occupazione dell'Ucraina non scatenerà la reazione militare diretta dell'Occidente, cioè degli Stati Uniti, perché una risposta con l'impiego della forza provocherebbe lo scoppio della terza guerra mondiale, con il rischio concreto del ricorso alle armi nucleari pesanti. Sarebbe la catastrofe."
  • "[verrà] probabilmente installato a Kiev un governo filorusso, come già avvenuto in Bielorussia."
  • "Nel 1991 [gli ucraini] hanno votato a larghissima maggioranza per l'indipendenza e potrebbero ribellarsi con la discesa in piazza di milioni di persone"
  • "La Cina probabilmente non attenderà lungo per imporsi con la forza, perché sa che gli Stati Uniti non vorranno neanche rischiare la guerra [...] per difendere [...] Taiwan."

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. 1,0 1,1 Russia, Ucraina, Europa: ed ora? di Antonio Padoa Schioppa - 24 febbraio 2022