Femminismo e donna oggetto

Da Tematiche di genere.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Voce principale: Taccuino Oggettificazione.

La competizione come primo problema femminile[modifica | modifica sorgente]

Sei geniale. Non ci avevo mai pensato, hai ragione piena. E questo a mio avviso spiega l'immensa avversione femminile per i femminicidi (ad esempio). Non sono solo le 2 donne uccise ogni milione a suscitare sdegno, ma la consapevolezza che c'è qualcosa che non va. è come un virus inoculato dentro le donne. Un bisogno a cui le donne stesse non riescono a ribellarsi, perché fa parte di loro, ma genera emozioni negative pesanti e vorrebbero che le cose cambiassero. Ne hanno fin sopra i capelli.

Bravissimo! Hai colto nel segno e con precisione la sensazione!

Limiti del femminismo (nel non occuparsi di donna oggetto)[modifica | modifica sorgente]

Lei: Noi donne siamo bombardate da ideali di bellezza impossibili.

Io: 50 anni fa si parlava già di donna oggetto, oggi mi pare che non si sia risolto molto. C'è inoltre una differenza di fondo che rende il tutto più amaro: un tempo era l'uomo a rendere la donna un oggetto, oggi sono alcune donne che desiderano divenire oggetti.

Lei: Io mi sto rendendo conto che quello che hai appena detto è, a mio avviso, anche il limite del femminismo. Da un lato c'è ancora una disparità ma dall'altro il nemico per le donne. Non è la disparità, è l'auto imporsi modelli irraggiungibili. E anche l'incapacità di staccarsi da un modo di essere donne che comincia con il culto della bellezza e continua verso l'incapacità di essere solidali tra donne. Esatto gli uomini in genere sdrammatizzano troppo e le donne invece trasformano una banale discussione in una tragedia però è bello parlare con una persona che abbia un punto di vista realistico

Se una donna si sente costretta a spogliarsi e mercificare il proprio corpo perché le è stato inculcato che essendo donna non ha altra via per raggiungere fama e denaro, lo trovo degradante. Se invece, parliamo di una donna con sufficienti strumenti psicologici e culturali, che liberamente decide di utilizzare un bene effimero come la bellezza per ottenere prima un notevole successo economico e poi un ruolo più manageriale nel mondo della pubblicità, non ci vedo niente di male. Quello che trovo sbagliato in assoluto è il proporre canoni di bellezza irreali e irraggiungibili che su menti giovani e influenzabili possono generare scompensi tali da tradursi in vere e proprie patologie.