Danni all'autostima femminile: Oggettificazione, auto-oggettivazione, sessualizzazione

Da Tematiche di genere.
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Voce principale: Taccuino Oggettificazione.

Articoli, studi, iniziative e video[modifica | modifica sorgente]

Articoli[modifica | modifica sorgente]

La vetrinizzazione sociale. Il processo di spettacolarizzazione degli individui e della società http://www.brandforum.it/libri/dettaglio/214

Fredrickson and Roberts Objectification Theory


L’Oggettivazione Sessuale in un’Ottica Psicosociale

http://it.in-mind.org/uploads/Italia/Issues/1/Pacilli.pdf

http://everydayfeminism.com/2015/04/empowered-vs-objectifiedAuto-oggettivazione nelle donne: cause, conseguenze e contromisure

https://www.goodreads.com/author/show/4288718.Rachel_M_Calogero


Report of the APA Task Force on the Sexualization of Girls

https://www.apa.org/pi/women/programs/girls/report-full.pdf

Studi[modifica | modifica sorgente]

http://www.heartofleadership.org/statistics/ http://www.heartofleadership.org/statistics-on-body-image-self-esteem-parental-influence/

http://livelifegetactive.com/blog/body-image-self-esteem/

Iniziative e video[modifica | modifica sorgente]


Hanno insegnato alle donne a inseguire il sogno di una perfezione fisica. Il sogno, però, può trasformarsi facilmente in sonno della ragione. E quello, si sa, genera mostri. Nella spasmodica corsa per rendere il proprio corpo conforme agli stereotipi si finisce per inseguire mode assurde, per guardarsi allo specchio e trovare il proprio volto deturpato. Si finisce per trattarsi da oggetti, così come la pubblicità impone.

Iniziativa dell'associazione Women Not Objects

L'Associazione Women Not Objects (donne non oggetti), ha lanciato una campagna shock per combattere le pubblicità [...]. Nel video viene mostrato come gli standard di bellezza imposti dalle pubblicità abbiano un'influenza sul pensiero delle giovani ragazze e causino spesso danni fisici e psicologici. Labbra di plastica, gambe incellofanate per lasciare il giusto spazio tra le cosce e lì, dove dovrebbe trovarsi la pancia, un vuoto.

https://alledonnepiacesoffrire.wordpress.com/2018/01/21/il-corpo-imperfetto-delle-donne/http://www.huffingtonpost.it/2016/03/14/istandup-donna-oggetto_n_9457624.html?ref=fbpr

Testimonianze[modifica | modifica sorgente]

Essena O'Neil[modifica | modifica sorgente]

  • La modella Essena O'Neil in lacrime: "Non lasciate che siano i numeri a definirvi" - link
  • Instagram - Essena O Neil - Non c'è nulla di spontaneo nei selfie (leggete le caption) - link
  • Il caso di Essena O'Neil

https://www.vogue.it/news/notizie-del-giorno/2015/11/03/essena-o-neill-instagram-retroscena

https://www.vogue.it/galleries/gait38642


Instagram non è la vita reale. La modella australiana Essena O’Neill si ribella al social network più popolare del momento e svela quanto siano finte le foto del suo feed

Essena O’Neill, diciottenne modella/starlette dei social network dall'Australia a un certo punto non ce l’ha fatta più. Dall’alto del suo mezzo milione di follower su Instagram, 200mila su YouTube e Tumblr nel patinato mondo delle Instagram star è solo una come tante (non troppe, ma nemmeno pochissime) avviata sulla strada dorata del fashion blogging tra eventi, abiti delle maison più esclusive e una vita dalle mille luci sognando forse il cinema e di sicuro di diventare come Cara Delevingne. Se non che, appunto, “non ce l’ha fatta più”.

“È un sistema basato sull’approvazione sociale, sui likes, sulle views, sui follower. È un metro di giudizio perfettamente orchestrato. E io sono stata consumata da esso”. Nuff said. Parole pronunciate dalla stessa Essena in un video YouTube con cui annunciava, urbi et orbi, il suo ritiro dai social media. Un addio con "porta sbattuta" a cui è seguita la cancellazione più di duemila foto da Instagram e la modificazione delle didascalie delle altre.


Il messaggio? Social Media Is Not Real Life. Un esempio? “Ho fatto almeno 100 foto in pose simili cercando di far sembrare il mio addome carino. Mi ricordo di aver mangiato molto quel giorno. Mi ricordo di aver urlato a mia sorella di continuare a scattare finché non fossi stata in qualche modo orgogliosa della foto.” E poi ancora cifre (quelle del denaro che le veniva versato dalle case di moda per ogni post), massime di vita (“La bellezza basata sull’estetica soffocherà il tuo potenziale qui sulla terra”) e confessioni (“L’unica cosa che mi aveva reso felice quel giorno è stata questa foto. Che cosa profondamente deprimente”). Tutto questo accompagnato dalla nascita del sito http://letsbethegamechangers.com/, in cui Essena ha voluto ricreare una nuova sé, lontano dai social.


Messaggi forti ma, ci si conceda la drasticità, anche discretamente banali. Pensare che una foto super filtrata, scattata durante un tramonto spettacolare, dove a fare bella mostra di sé c’è un abito da sera sfoggiato in un ambiente domestico, sia una genuina istantanea di vita, è davvero un po’ ingenuo. Quello che invece è inquietante, e per nulla scontato, è che una diciottenne senta l’esigenza di fare di queste ovvietà un vero e proprio “proclama” mondiale. Che davvero reale e virtuale ormai siano percepiti (almeno nell’immaginario teen) come realtà identiche e sovrapposte? Possibile che la proiezione del sé verso l’esterno e ciò che si è vengono vissuti come fusi? E, infine, possibile che un like, al netto della stimolazione dell’ego, possa divenire un metro di valutazione del valore che una persona pensa di avere?


Tutte domande su cui, probabilmente, si stanno già interrogando sociologi, antropologi e psicologi e che rientreranno in saggi e innumerevoli temi di tesi di laureandi e dottorandi. A noi al momento non resta che osservare. Fra dieci anni vedremo se le nostre preoccupazioni avevano ragione d’essere. O se ci sbagliavamo. Per nostra fortuna.

di Simone Tempia

Cameron Russel Ted[modifica | modifica sorgente]

http://blog.hiddenharmonies.org/2013/01/14/supermodel-cameron-russell-image-is-powerful-on-ted/

Amber Smith[modifica | modifica sorgente]

"Due autoscatti prima e dopo un attacco di ansia: questa è la parte di me che nessuno vede". L'apparenza inganna e Amber Smith, giovane inglese in lotta da sempre contro il "mostro" dell'ansia, lo sa bene. http://www.huffingtonpost.it/2016/04/11/amber-smith-ansia-autoscatto-attacco-di-panico_n_9658344.html

Emily Skye[modifica | modifica sorgente]

http://www.beautyandthecity.it/2014/10/28/emily-skye-la-modella-photoshoppata-perche-troppo-muscolosa-si-sfoga-sui-social/

Julia Roberts[modifica | modifica sorgente]

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/11/julia-roberts-su-instagram-la-sua-foto-senza-trucco-la-perfezione-e-il-male-di-una-nazione/2028101/

Libri[modifica | modifica sorgente]

"Deumanizzazione”, il nuovo libro di Chiara Volpato - link

Dalla parte delle bambine

Ancora dalla parte delle bambine

Sessualizzazione[modifica | modifica sorgente]

Riflessioni[modifica | modifica sorgente]

Riflessione su pornografia e auto-oggettificazione partendo da Andrea Dworkin

Ricerca sulla sessualizzazione nelle riviste[modifica | modifica sorgente]

http://www.pbs.org/newshour/updates/social_issues-july-dec13-sexualization_12-21/

Ipersessualizzazione[modifica | modifica sorgente]

Citazione di Burhanuddin Herrmann

Testimonianza di un insegnante[modifica | modifica sorgente]

Io lavoro a scuola: ci sono ragazzine che non hanno avuto nemmeno il menarca che vestono leggins e minitop a ombelico scoperto che si chinano sulla cattedra facendo ciondolare la testa e imbronciando le labbra in un grottesco quanto maldestro ammiccamento.

"Prof, mi dica quanto ho preso"

"Trovi il voto sulla prima pagina del foglio di protocollo. Ti suggerisco maggiore attenzione nella stesura della bella. A posto, ora: i tuoi compagni aspettano il loro turno"

Potendo, le spedirei a prendere le giacche dagli attaccapanni per coprirsi, ma se oso esprimere lamentele sul loro modo di vestire, passo dalla parte del torto.

Fortunatamente sono sano e simili spettacoli mi fanno semplicemente ribrezzo.

Alcuni miei colleghi di liceo, però, se la passano peggio. Lì le ragazze sono pienamente formate e sessualmente mature: è molto più difficile mantenersi estranei alla vista di quei corpi.

E se ti sfugge un'occhiata alla scollatura, stai pur certo che se ne accorgeranno.

Io e i miei colleghi uomini ci esercitiamo a tenere lezioni guardando gli angoli del soffitto della classe e mantenere uno sguardo "lungo" come se stessimo guidando quando una di queste alunne ci rivolge la parola.

Le ragazze sono perfettamente consapevoli del loro potere sessuale, infatti lo usano come uno strumento a tutti gli effetti: quelle più sessualizzate sono quelle che ricercano (e ottengono) la considerazione dei maschi più in vista in classe, anche se bulli.

È per questo che ho firmato una petizione per introdurre l'uniforme nel nostro Istituto.

Uniforme unisex con pantaloni e blusa. Anche per i docenti: dobbiamo essere inattaccabili


le docenti in corridoio erano d'accordo con me, ma in sede di dibattito mi sono trovato solo.

"Colleghe, so che quanto sto per dire potrà suonare molto impopolare, soprattutto se pensiamo alle ripercussioni di immagine che hanno investito altri istituti che hanno già provato a stabilire dei timidi accorgimenti di vestiario per gli alunni. Basti pensare al liceo Socrate dell'anno scorso.

Eppure, non posso tacere che l'introduzione di un'uniforme possa giovare ai rapporti di classe in quanto inibirebbe le disparità sociali e sessuali di alunni e docenti."

Va detto che sono stato molto diplomatico, ma la preside mi ha fatto notare che una simile iniziativa ha dei costi, non solo di popolarità, ma anche di economia per le famiglie degli studenti.

Me ne sono rimasto zitto, ma dopo che se era andata, ho detto alle altre colleghe "Qualcuno doveva pur dirlo...SONO CONTENTO CHE PERÒ ABBIAMO TROVATO UNA SCUSA UTILE A DERUBRICARE IL PROBLEMA, CON BUONA PACE DI TUTTI"