Capitalismo una storia d'amore

Da Tematiche di genere.
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Di cosa parla[modifica | modifica sorgente]

Capitalism: A Love Story è un film documentario del 2009 scritto, prodotto e diretto da Michael Moore

  • ponendosi come un atto di accusa nei confronti dell'attuale sistema economico statunitense e del capitalismo stesso.
  • La critica al sistema capitalistico passa attraverso la trattazione di diverse realtà e tematiche fortemente radicate all'interno del sistema statunitense: la “mentalità da casinò”[1] che regna a Wall Street e mette a rischio l'intero sistema bancario

Successivo a Sicko, il film si concentra su:

Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 30 ottobre 2009.

La produzione, pubblicizzazione e distribuzione del film ha richiesto un budget di 20 milioni di dollari, mentre gli introiti si sono attestati a circa 23-24 milioni di dollari, di cui quasi 5 dal mercato domestico, mentre nei cinema americani ha ricevuto soli 14 milioni di dollari.[2]

Riassunto[modifica | modifica sorgente]

1.    Introduzione[modifica | modifica sorgente]

Capitalism – a love story, diretto da Michael Moore, è un documentario incentrato sulla critica al sistema capitalista, con particolare riferimento alla società americana, caratterizzata da forte disparità nella distribuzione delle ricchezze.

Il capitalismo, da sempre decantato come la vera essenza del sogno americano, è in realtà una cosa meravigliosa solo per l'uno per cento degli americani più ricchi, che usano la loro incredibile ricchezza e potere per far sì che le cose vadano come desiderano.

Questo documentario, ripercorre le vicende dell’ultimo secolo e si concentra in particolare sugli effetti devastanti del capitalismo sulle persone comuni, schiacciate da debiti vertiginosi, pignoramenti, costi sanitari esorbitanti, e la perdita del loro lavoro e dei loro risparmi.

Esplora inoltre il malsano legame tra politica americana e Wall Street. Con umorismo e indignazione, il film esplora la domanda: Qual è il prezzo che l'America paga per il suo amore per il capitalismo?

2.    Il capitalismo nell’ultimo secolo[modifica | modifica sorgente]

In origine, il sistema capitalista consentiva alle famiglie del ceto medio di vivere senza debiti o quasi, e i soldi delle tasse venivano investiti in infrastrutture. Ciò era possibile perché la concorrenza (Germania, Giappone…) stava ancora riprendendosi dalla guerra.

Arrivò poi il presidente Reagan, forte del favore del mondo dell’industria, di Wall Street e delle grandi aziende, di cui si fece portavoce. In questo modo, le grandi imprese avevano il controllo totale e influenza sulle decisioni politiche, per esempio sui tagli alle tasse voluti dai più ricchi, approvati dal presidente della banca d’investimento Merril Lynch, che assunse durante la presidenza Reagan l’incarico di ministro del Tesoro.

L’America cominciò ad essere gestita come una grande azienda, più che come un paese: tutto sembrava procedere a gonfie vele, era annunciata una forte crescita, ma quello a cui Reagan presiedette fu in realtà lo smantellamento all’ingrosso delle infrastrutture industriali, e ciò non fu fatto per risparmiare, visto che le aziende stavano già annunciando profitti miliardari da record: fu fatto per guadagni a breve termine e per distruggere i sindacati.

Furono licenziati milioni di lavoratori, senza aumentare i salari e costringendo quelli rimasti a lavorare il doppio.

Gli americani ricchi videro ridotte della metà le tasse sul reddito.

Senza paghe dignitose, le persone furono costrette a vivere con denaro preso in prestito, finché il debito interno raggiunse quasi il 100 per cento del PIL. Molti privati fallirono, i costi della sanità aumentarono, ma ciò era positivo per la borsa e gli amministratori delegati d’America.

Le aziende annunciavano profitti milionari licenziando nel contempo tantissimi lavoratori, per poter restare competitive. Dopodiché molte aziende dichiararono bancarotta, schiacciate dalla competizione tedesca e giapponese. Al presidente ciò sembrava non importare, e anche durante l’ultimo anno di mandato elogiò la libera impresa e il capitalismo.

3.    Gli effetti del capitalismo: alcuni casi concreti[modifica | modifica sorgente]

Il documentario si concentra poi su alcuni esempi degli effetti devastanti del sistema capitalista.

Collusione tra giudici e aziende che gestiscono i carceri[modifica | modifica sorgente]

Viene presentato per esempio il caso di Pittsonn, in Pennsylvania, dove la società PA Child care, che gestiva a scopo di lucro un carcere minorile, si era accordata con i giudici per aumentare il numero di condanne alla reclusione, ed allungarne i tempi[3]. È questo ciò che accade, sostiene Moore, quando si affida a società private che ricercano il profitto un compito che dovrebbe essere dello Stato.

Compagnie aeree[modifica | modifica sorgente]

Il documentario si concentra poi sul settore delle compagnie aeree, in cui i piloti sono spesso sfruttati, sottopagati (16.000/20.000 dollari all’anno), indebitati per gli studi, e costretti a fare secondi lavori.

Polizze vita stipulate dalle aziende in proprio favore[modifica | modifica sorgente]

Un altro argomento trattato è quello delle polizze sulla vita stipulate da grandi aziende come la Wal-mart sui propri dipendenti. Tali polizze, dette “polizze del contadino morto” (termine rappresentativo del tipo di considerazione rivolta ai lavoratori), permettono alle aziende di arricchirsi grazie ai premi assicurativi in caso di morte dei dipendenti, un po’ come se si trattasse di un investimento: in poche parole, le aziende desiderano che il tasso di mortalità dei propri dipendenti corrisponda alle proiezioni della polizza stipulata.

4.    Il messaggio Capitalistico opposto a quello religioso[modifica | modifica sorgente]

Michael Moore intervista poi dei sacerdoti che definiscono il capitalismo malvagio, contrario al messaggio biblico ma anche a quello delle principali religioni. Padre Peter Dougherty, sacerdote cattolico, afferma che se il capitalismo ha resistito tanto a lungo è perché è un sistema costruito sulla propaganda, che convince le sue vittime a sostenere il sistema stesso.

La propaganda afferma infatti che la concorrenza, la proprietà privata e il criterio del profitto siano positivi e compatibili con le leggi di Dio. Il messaggio di Cristo – l’attenzione che Dio rivolge agli ultimi, ai poveri – sembra essere stato dimenticato, e i ricchi se ne sono appropriati, definendo il capitalismo “una benedizione divina”.

5.    Usa: non una democrazia ma una plutonomia[modifica | modifica sorgente]

Si parla poi della Citigroup, multinazionale americana di banche di investimento e società di servizi finanziari che nel 2006 scrisse tre rapporti riservati ai suoi investitori più ricchi, in cui veniva dichiarato che:

gli Stati Uniti non erano una democrazia, bensì una plutonomia, controllata da e per l’1% della popolazione.

La minaccia più grande a questo sistema sarebbe stata, secondo i rapporti, la richiesta da parte della società di una suddivisione più equa della ricchezza: i poveri, pur non godendo degli stessi poteri economici, avevano gli stessi diritti di voto, e quindi il 99% dei voti totali.

Secondo la Citigroup, il motivo per cui la maggior parte degli elettori sopportava questo sistema è perché convinta di avere un giorno la possibilità di diventare ricca, continuando ad impegnarsi.

Michael Moore osserva come nella costituzione americana non venga fatto alcun cenno a valori capitalisti. Si parla invece di “unione” e “benessere generale”. Vengono presentati alcune alternative nel campo della gestione dei posti di lavoro: aziende in cui tutti i dipendenti sono proprietari e hanno potere decisionale e cooperative in cui i bonus sono equamente distribuiti tra i dipendenti, senza differenze di livello.

Nota, nel documentario non viene citato, ma l'idea che gli USA non siano veramente una democrazia è anche di Noam Chomsky che li ritiene una plutocrazia.[4]

6.    La crisi del 2008[modifica | modifica sorgente]

Si parla poi della crisi del 2008. Alan Greenspan, il più grande banchiere del XX secolo, cominciò a usare la frase “usate il capitale delle vostre case”, convincendo i proprietari di case che essi avrebbero potuto avere più soldi sfruttando il valore della propria casa, rifinanziandola.

Mutui subprime[modifica | modifica sorgente]

I contratti (mutui a tasso variabile) contenevano però clausole che consentivano alle banche di aumentare gli interessi a tal punto da non riuscire più a pagarli. A quel punto, le banche si prendevano la casa.

Per poter fare ciò, venne avviata un’opera di deregolamentazione finanziaria. Durante l’amministrazione Bush, si entrò in un periodo caratterizzato da gravi crimini finanziari. I mutui, concessi anche a chi non poteva realmente permettersi tale spesa, sarebbero saliti in maniera esponenziale dopo i primi anni di mutuo, grazie a clausole taciute ai contraenti.

Cartolarizzazione dei mutui a rischio[modifica | modifica sorgente]

Questi mutui, detti subprime, furono “impacchettati” dalla finanza in strumenti derivati. Quindi, molte banche costruirono dei prodotti finanziari basati proprio sui prestiti immobiliari degli Stati Uniti, che furono venduti in tutto il mondo in grandi quantità. Il loro valore dipendeva dal buon andamento del pagamento dei mutui in larga scala, e quando le rate dei mutui cominciarono a crescere, molti videro la propria casa pignorata.

Il valore delle case cominciò a scendere rapidamente e con esso il valore degli strumenti finanziari collegati ad esso, che subirono un crollo. Da questa crisi le banche ebbero notevoli contraccolpi in termini di capitale, e molte fallirono.

I responsabili[modifica | modifica sorgente]

Sia durante l’amministrazione Clinton che durante l’amministrazione Bush, le cariche al Ministero del Tesoro furono ricoperte da ex responsabili di Wall Street, in particolare dirigenti della Goldman Sachs, che lavoravano dall’interno per la deregolamentazione e con l’obiettivo, una volta finita la crisi immobiliare, di far diventare la Goldman la regina di Wall Street.

Fu imposto ai parlamentari di votare sì ad un pacchetto di salvataggi per Wall Street, ma una grande quota della popolazione civile si oppose e convinse i deputati a votare no, riconoscendo che la decisione avrebbe favorito esclusivamente le grandi banche.

Tuttavia, fu stretto un accordo segreto con i democratici, che divennero i fattorini del presidente repubblicano, in cambio della promessa di un posto da senatori. Voltando le spalle al popolo, il Congresso approvò la concessione alle banche dei 700 miliardi che volevano: un vero e proprio “colpo di Stato finanziario”. Oltretutto, il Tesoro non chiese alle banche cosa avessero intenzione di fare con i soldi, ed esse lo utilizzarono per comprare altre società.

7.    La presidenza Obama[modifica | modifica sorgente]

Non più annebbiato dalla promessa di poter, un giorno, arricchirsi a sua volta, il popolo cominciò dunque a insorgere contro i ricchi, e Obama si fece portavoce delle istanze del popolo: ciò suscitò preoccupazione a Wall Street.

Iniziarono a riferirsi a Obama come a un socialista, ma questo non faceva che aumentare la sua popolarità. Con la sua elezione, la società fu attraversata da un’ondata di entusiasmo, e trovò il coraggio di fare cose mai fatte prima.

Per esempio, lo sceriffo di Detroit Warren Evans fermò tutte le vendite per pignoramento nella Contea: le città degradate, piene di case pignorate, non rappresentavano l’America.

Erano la scia lasciata da un meccanismo malato che aveva arricchito pochi e distrutto tanti. Le persone cominciarono a rientrare nelle case pignorate e messe in vendita dalle banche, e persino membri del Congresso come la rappresentante dell'Ohio Marcy Kaptur incoraggiarono alla rivolta, a non lasciare le proprie case.

A Chicago, gli operai della Republic windows and doors si ribellarono ai licenziamenti senza preavviso, al vedersi negati i soldi della liquidazione, e decisero di non lasciare l’edificio finché non fossero stati pagati. Chiedevano che la Bank of America spendesse un po’ dei 700 miliardi ottenuti dal salvataggio per pagarli, e il presidente Obama diede loro ragione, e sostenne che ciò che stava accadendo a Chicago fosse il riflesso di ciò che stava accadendo all’economia. Era in effetti un simbolo della disparità tra Wall Street, che riceveva aiuti, e la gente comune (Main Street), lasciata a mani vuote.

Dopo sei giorni di occupazione, la Bank of America assecondò le richieste, sperando di spegnere la protesta.

8.    Il sogno di Roosevelt[modifica | modifica sorgente]

Il documentario mostra infine un filmato di un discorso del presidente Roosevelt, che nel 1944 aveva annunciato la pubblicazione di una seconda Carta dei Diritti, che prevedesse nuovi diritti quali il diritto ad un lavoro utile e remunerativo che consentisse di vivere in condizioni adeguate, il diritto ad operare in un mercato libero da concorrenza sleale, il diritto ad un’assistenza sanitaria adeguata e alla protezione da malattia, incidenti, disoccupazione.

Se questa Carta dei Diritti fosse stata introdotta, ogni americano avrebbe avuto il diritto ad un’occupazione decente, a una paga sufficiente, a una buona istruzione, a una casa decorosa, all’assistenza sanitaria, alle ferie pagate e ad una pensione adeguata. A differenza di altri paesi evoluti, invece, in America questi diritti non sono mai stati introdotti.

Dopo la guerra, gli uomini dell’amministrazione Roosevelt furono infatti mandati a ricostruire l’Europa e furono scritte nuove Costituzioni per le nazioni sconfitte, che comprendevano diritti basilari quali diritti per le donne e libera associazione dei lavoratori. L’America, invece, non diventò mai ciò che Roosevelt aveva auspicato.

In chiusura, Michael Moore invita a riflettere sul potere nelle mani del popolo, e a ribellarsi per ottenere tali diritti.

Dalla pagina di Wikipedia[modifica | modifica sorgente]

Nota: stranamente non cita i subprime

Sinossi[modifica | modifica sorgente]

Moore inizia discutendo cosa significano capitalismo e "libera impresa". Ripensando ai suoi primi anni di vita felice e prospera.

Moore afferma che negli anni '50, l'aliquota fiscale massima era del 90% (a suo avviso, questa aliquota fiscale consentiva agli Stati Uniti di costruire dighe, ponti, scuole e ospedali), la maggior parte delle famiglie solo aveva un genitore che lavora, le famiglie dei sindacati avevano assistenza sanitaria gratuita, le tasse universitarie erano gratuite, la maggior parte delle persone aveva pochi debiti personali e le pensioni erano garantite.

Questa prosperità è stata guidata dall'industria manifatturiera, che ha beneficiato della lotta per la ripresa del Germania occidentale e del Giappone del dopoguerra. Descrive il discorso del presidente Jimmy Carter Discorso sulla crisi di fiducia come un punto di svolta che ha portato all'elezione di Ronald Reagan nel 1980; Moore definisce Reagan un "portavoce" delle banche e società che volevano rifare l'America per servire i loro interessi.

Licenziamenti da parte di General Motors[modifica | modifica sorgente]

Moore ripercorre il suo primo film, Roger & Me, sull'impatto economico regionale del CEO di General Motors Roger Smith' s decisione di chiudere diversi stabilimenti automobilistici nella sua città natale di Flint, Michigan nonostante i grandi profitti. Osserva che al momento della riduzione dei posti di lavoro a Flint, Germania e Giappone avevano ricostruito le loro industrie automobilistiche e stavano producendo automobili migliori, più sicure, più pulite e più affidabili. Moore torna quindi al presente, che mostra il presidente George W. Bush godersi il suo ultimo anno in carica mentre le aziende annunciano massicci licenziamenti e l'economia inizia a crollare.

Compagnie aeree sottopagano i piloti[modifica | modifica sorgente]

Dopo aver visto la testimonianza al Congresso del pilota Chesley "Sully" Sullenberger (che ha riferito che nel corso della sua carriera, il suo stipendio era stato ridotto del 40 percento e la sua pensione, come la maggior parte delle pensioni aeree, è stata revocata e sostituito da una garanzia "PBGC" del valore di pochi centesimi per dollaro)[5], Moore fa notare che i piloti sovraccarichi di lavoro e sottopagati non sono entrati nella discussione mediatica dopo lo schianto del Volo Colgan Air 3407.

Polizze vita stipulate dalle aziende in proprio favore[modifica | modifica sorgente]

Afferma che il capitalismo consente alle persone di farla franca con qualsiasi cosa, incluso trarre profitto dalla morte di qualcuno. Parla alla famiglia di un uomo che ha lavorato per Amegy Bank of Texas, che aveva segretamente stipulato una polizza di assicurazione sulla vita sull'uomo con se stesso come beneficiario e poi aveva informò accidentalmente la sua vedova che la banca stava ricevendo un pagamento di $ 1,5 milioni a causa della sua morte per cancro. Moore si chiede come le azioni della banca possano essere legali quando a lui stesso viene proibito di stipulare un'assicurazione sulla casa sulla proprietà di qualcun altro.

Il capitalismo ha valori cattolici?[modifica | modifica sorgente]

Moore parla ai sacerdoti cattolici e al vescovo Thomas Gumbleton, che crede che il capitalismo sia malvagio e contrario agli insegnamenti di Gesù e della Bibbia. Moore esamina l'affermazione che i principi del capitalismo sono compatibili con cristianesimo, sostenendo che i ricchi ignorano la religione quando si tratta di poveri, malati e svantaggiati.

Usa: non una democrazia ma una plutonomia[modifica | modifica sorgente]

Indica il "plutonomy promemoria trapelato da Citigroup, che diceva che l'America e altri paesi non erano più democrazie, ma erano governati dai ricchi.

Presidenza Obama[modifica | modifica sorgente]

Moore parla del movimento Occupy e della Campagna presidenziale del 2008 del senatore democratico Barack Obama, che è stato demonizzato come "socialista". Osserva che le diffamazioni contro Obama non hanno funzionato, poiché il sostegno a lui è aumentato e le persone sono curiose di sapere cosa significasse effettivamente socialismo. Sotto di lui lo sceriffo Warren Evans della Contea di Wayne ordina la fine dei pignoramenti legati ai subprime; il Miami Famiglie a basso reddito che combattono insieme, che rioccupano le case pignorate; e i lavoratori di Republic Windows and Doors, che hanno organizzato uno sciopero per sedersi dopo essere stati licenziati senza licenziamento, ferie o sussidi sanitari dopo che l'azienda è stata rilevata da Bank of America e JPMorgan Chase. Il film si conclude con Moore che segna Wall Street come una scena del crimine, affermando che gli americani vivono nel paese più ricco della Terra e meritano un lavoro dignitoso, assistenza sanitaria, una buona istruzione e una casa propria. Moore aggiunge che è un crimine che gli americani non abbiano queste cose e non le avranno mai finché il male del capitalismo continuerà ad arricchire i pochi a spese dei molti. Chiede che il capitalismo sia eliminato e sostituito con qualcosa di buono per tutte le persone: la democrazia. Moore conclude che non può raggiungere questo obiettivo da solo e chiede aiuto allo spettatore, ponendo fine al film. Cita la frase di Don Regan a Ronald Reagan, "... e per favore, accelera".

Ricezione critica[modifica | modifica sorgente]

Il sito web aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes ha riportato un indice di gradimento del 75% sulla base di 185 recensioni, con un punteggio media di 6,71 su 10. Il consenso dei critici del sito recita: " Lo ami o lo odi, Capitalismo cattura Michael Moore nel suo elemento di muckraking -- con tutta la spettacolarità incentrata su Moore che comporta."[6] [[Metacritico]], che assegna una valutazione media ponderata su 100 alle recensioni dei critici mainstream, ha riportato un punteggio medio di 61 su 100 basato su 35 recensioni, indicando "recensioni generalmente favorevoli".[7]

Deborah Young, scrivendo per il giornale commerciale The Hollywood Reporter, ha scritto di Capitalism: A Love Story, "Sebbene sia meno concentrato di Sicko o Fahrenheit 9/11... poiché il soggetto è più astratto, questa è una tipica opera di Moore: divertente, spesso sopra le righe e di dubbia documentazione, ma con punti fortemente espressi che lasciano gli spettatori molto su cui riflettere e dibattere dopo che sono usciti dal cinema".

Young ha riconosciuto la semplificazione dell'argomento da parte di Moore e ha aggiunto: "Ma qui il suo talento è evidente nel creare due ore di cinema avvincente contrastando un montaggio in rapido movimento di immagini d'archivio degli anni '50 che esaltano la libera impresa con il disastro economico del presente". Il critico ha osservato a chi è rivolto il documentario: "Sebbene incolpa tutti i partiti politici, incluso il Democratici , per aver ceduto al salvataggio, il film è attento a risparmiare il presidente Barack Obama, che rimane un simbolo di speranza per la giustizia."[8]

Leslie Felperin del giornale commerciale Variety ha scritto: "L'obiettivo di Pic è meno capitalismo in quanto capitalismo rispetto al settore bancario, che Moore infilza spietatamente, spiegando il crollo economico dell'anno scorso in termini di un sesto - il selezionatore potrebbe capire. Detto questo, c'è ancora molto qui per infastidire di destra ers , così come coloro che, per quanto siano d'accordo con la politica di Moore, non riescono proprio a sopportare la sua eccessiva semplificazione, sentimentalismo sul naso e goofball japery." Felperin ha detto che il documentario era strutturato in modo simile ai precedenti documentari di Moore, "Capitalism salta considerevolmente, stabilendo un mix di reportage, interviste e polemica". Felperin ha osservato il ruolo di primo piano di Moore nel suo documentario, credendo che fosse giustificato dalla rilevanza delle crisi nell'industria automobilistica che la famiglia di Moore ha incontrato personalmente. Il critico si è lamentato del fatto che Moore si sia sforzato di "manipolare le emozioni degli spettatori con scatti di bambini che piangono e scelte musicali strappalacrime ", ritenendo che il documentario funzionasse meglio quando il regista ha lasciato che l'argomento si svolgesse attraverso vari resoconti.[9]

Al momento dell'uscita del film nel Regno Unito nel febbraio 2010, The Times ha affermato che il film "mostra Moore al suo meglio innegabilmente potente e al suo peggio di sfruttamento e manipolatore":

Il film è brillantemente ricercato, sia per quanto riguarda la rete labirintica di connessioni tra il mondo della finanza ei corridoi del potere, sia per quanto riguarda i filmati d'archivio abilmente utilizzati. Le interviste agli addetti ai lavori del Senato e agli esperti finanziari sono informative, [...] Moore sostiene in modo convincente che qualcosa è marcio nell'attuale sistema economico.

Precisione "topica" (dei temi trattati)[modifica | modifica sorgente]

L'editorialista nazionale di affari di Associated Press, Rachel Beck, ha esaminato l'accuratezza di tre punti fatti in "Capitalismo":

  1. Tre mesi dopo una scena in cui Moore si avvicina alla sede di Goldman Sachs per reclamare i fondi dei contribuenti, la banca è stata una delle dieci a rimborsare parte dei 68 miliardi di dollari ricevuti dal [Troubled Asset Relief Program]. Moore ha risposto all'azione: "Non stiamo parlando della maggior parte delle persone che hanno preso i soldi;... non è stato restituito nemmeno il 10 percento dei 700 miliardi di dollari."[10]
  2. Moore critica Wal-Mart per le polizze da "contadino morto", tutte 350.000 delle quali sono state cancellate nel 2000. Tuttavia, Moore osserva che la risoluzione delle polizze è stata trattata nella presentazione di fatti e citazioni nei titoli di coda.
  3. Il documentario critica il senatore Christopher Dodd e altri funzionari governativi per aver beneficiato di programmi finanziari esclusivi; Moore critica Dodd in particolare per prestito predatorio come presidente del Comitato bancario del Senato. L'AP ha riferito che i tassi di interesse e le commissioni coinvolti erano norme per il settore e che il Comitato selezionato per l'etica del Senato ha autorizzato Dodd e Kent Conrad di ricevere trattamenti speciali, ma ha avvertito i senatori di esercitare "maggiore vigilanza" su tali accordi.

L'Association of Advanced Life Underwriting ha rilasciato una dichiarazione in cui Moore "ha definito erroneamente" Corporate Owned Life Insurance (COLI), affermando che le questioni sono state affrontate dal Congresso negli anni '90 e di nuovo nel 2006. L'AALU afferma inoltre che viene stipulata un'assicurazione sulla vita di proprietà dell'azienda solo su dipendenti altamente retribuiti, solo con la loro conoscenza e consenso e che COLI finanzia benefici per i dipendenti e protegge i posti di lavoro e che i dipendenti non pagano nulla per COLI ma ricevono vantaggi sostanziali.[11]

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica sorgente]

Alla Festival del Cinema di Venezia, Moore ha vinto il " Leoncino d'Oro " ("Piccolo Leone d'Oro") per il suo documentario, e ha anche ricevuto il Premio Open del festival.[12] Il documentario è stato anche nominato per il Leone d'Oro del festival,[13] ma ha perso contro Lebanon. Moore ha anche ricevuto una nomination per Miglior sceneggiatura di documentari dai Writers Guild d'America.[14] Ai 15th Critics' Choice Awards, ha ricevuto una nomination per il Miglior film documentario.[15]

Vedi anche[modifica | modifica sorgente]

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. Obama attacks 'casino-style mentality' on Wall Street, su thehill.com. URL consultato il 20 maggio 2015.
  2. Capitalism: A Love Story
  3. In 2009, US prosecutors charged former Pennsylvania judges, Mark Ciavarella Jr. with fraud in connection with receiving $2.6 million in kickbacks in return for sending teenage offenders to two privately-run juvenile facilities – PA Child Care and Western PA Child Care.  The judges allegedly accepted money in return for imposing harsh sentences on juveniles brought before their courts and ensuring that juvenile offenders were sent to PA Child Care facilities.   Judge Ciavarella was accused of routinely depriving youth defendants of their right to counsel and ordering teenage offenders into detention even when probation officers did not recommend it.  He was sentenced to 28 years in prison and was ordered to pay $1.17 million in restitution.  Judge Conahan was sentenced to 17 years in prison. PA Child Care lawsuits (re "kids for cash" scandal)
  4. https://www.no-regime.com/ru-it/wiki/Plutocratic
  5. Incidente del volo US Airways 1549, udienza. 24 febbraio 2009. Camera degli Stati Uniti, sottocommissione per l'aviazione, commissione per i trasporti e le infrastrutture. Washington: Government Printing Office, 2009.
  6. /m/capitalism_a_love_story/ "Capitalism: A Love Story (2009)". Rotten Tomatoes. Fandango Media. Retrieved 23 ottobre 2019. {{cite web}}: Check |url= value (help)
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  12. Errore Lua in package.lua alla linea 80: module 'Module:Citation/CS1/Suggestions' not found.
  13. O'Neil, Tom (30 luglio 2009). .latimes.com/awards_goldderby/2009/07/will-venice-film-festival-kick-off-race-for-oscars-again.html "Il Festival del cinema di Venezia svela la formazione del Leone d'Oro guidata da Michael Moore". [ [Los Angeles Times]]. Retrieved 23 settembre 2009. {{cite news}}: Check |url= value (help)
  14. "Vincitori del premio Writers Guild 2010". TV Source Magazine. 21 febbraio 2010. Retrieved 20 febbraio 2019.
  15. {{cite web|url=http://www.criticschoice.com/movie-awards/15th-annual-critics-choice-movie-awards-2010-best- picture-the-hurt-locker/ |title=15th Annual Critics' Choice Movie Awards (2010) – Miglior film: The Hurt Locker |date=21 novembre 2011|website=Critics Choice |access-date=2 gennaio 2021} }