Modifica di Un episodio emblematico: la morte di George Floyd

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<blockquote>Qualche settimana dopo la morte di George Floyd, nero di Minneapolis deceduto dopo essere stato schiacciato a terra dall’agente Derek Chauvin durante un controllo di polizia. Quella morte, ripresa da più angolazioni, semplice da comprendere, dotata di un audio universale («''I can’t breathe''»), diventa forse la storia di cronaca nera più virale di tutti i tempi. Provoca indignazione, rabbia e attivismo, e li convoglia tutti su Instagram. Nel giro di un mese, la pagina dell’organizzazione per i diritti dei neri Naacp guadagna un milione di nuovi follower. Attivisti neri diventano punti di riferimento mondiali per il tema delle discriminazioni razziali. Pagine sorte dal nulla diventano hub per condividere informazioni e dati. «C’è stato un momento in cui le persone si sentivano in colpa se non postavano qualcosa che avesse a che fare con quello che stava succedendo» ha spiegato Thaddeus Coates, artista e divulgatore nero. «La gente non postava più foto di cibo, perché faceva strano vedere la foto di un panino e subito dopo quella di una persona che era stata uccisa.»</blockquote>
{{Torna a|Sociability di Francesco Oggiano}}<blockquote>Qualche settimana dopo la morte di George Floyd, nero di Minneapolis deceduto dopo essere stato schiacciato a terra dall’agente Derek Chauvin durante un controllo di polizia. Quella morte, ripresa da più angolazioni, semplice da comprendere, dotata di un audio universale («''I can’t breathe''»), diventa forse la storia di cronaca nera più virale di tutti i tempi. Provoca indignazione, rabbia e attivismo, e li convoglia tutti su Instagram. Nel giro di un mese, la pagina dell’organizzazione per i diritti dei neri Naacp guadagna un milione di nuovi follower. Attivisti neri diventano punti di riferimento mondiali per il tema delle discriminazioni razziali. Pagine sorte dal nulla diventano hub per condividere informazioni e dati. «C’è stato un momento in cui le persone si sentivano in colpa se non postavano qualcosa che avesse a che fare con quello che stava succedendo» ha spiegato Thaddeus Coates, artista e divulgatore nero. «La gente non postava più foto di cibo, perché faceva strano vedere la foto di un panino e subito dopo quella di una persona che era stata uccisa.»</blockquote>
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