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Da Tematiche di genere.
Versione del 22 apr 2024 alle 10:06 di Admin (discussione | contributi) (Creata pagina con "https://www.instagram.com/stories/pillolefuturopresente/3351022297076814074/ pillolefuturopresente 22 h C'è una dimensione fondamentale della struttura stessa dei social network, che è potenzialmente devastante per l'efficacia delle rivendicazioni politiche. È il concetto di economia della reazione. Ne parla bene, in un bell'articolo sulla London Review of Books, William Davies che descrive le piattaforme come un contesto in cui "informazioni ed emozioni rimbalzano...")
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pillolefuturopresente 22 h

C'è una dimensione fondamentale della struttura stessa dei social network, che è potenzialmente devastante per l'efficacia delle rivendicazioni politiche. È il concetto di economia della reazione. Ne parla bene, in un bell'articolo sulla London Review of Books, William Davies che descrive le piattaforme come un contesto in cui "informazioni ed emozioni rimbalzano tra nodi di una vasta e complessa rete, mutando mentre viaggiano. In questo modello, ogni reazione individuale è un'ulteriore informazione gettata nella rete, alla ricerca di contro-reazioni".

Sui social network, più di ogni altra cosa (re)agiamo, immaginando, nello stesso tempo, di generare e ottenere una reazione. Qualcuno lo fa per strategia - economica o di promozione di sé altri in totale buona fede. Lo facciamo però in una dimensione individuale : ogni reazione è atomo, che contribuisce a costruire nient'altro che un gruppo di reazioni, in una catena potenzialmente e fisicamente infinita di tentativi di attirare l'attenzione. - Il punto è che, spesso, la reazione si esaurisce piuttosto velocemente. Perché manca l'azione, la dimensione collettiva, il punto di caduta. È più estetica, che politica, si legge in un bel libro che si chiama La fine della fine della storia. Cosa facciamo adesso? Cosa resta dopo la catena infinita di reazioni, di condivisioni, di affermazioni di sé in relazione (o in opposizione) agli altri? La fine, la morale della favola, ha sempre rappresentato nella storia un punto di partenza, un momento per tirare le somme e costruire. Ma come si fa quando nulla finisce più (al massimo si esaurisce)?