Scienza arrogante

Da Tematiche di genere.
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Per introdurre l'argomento riportiamo la trascrizione del video YouTube I pericoli della scienza arrogante dove Stefano Vendrame di SpazioSfera che ci spiega quanta ignoranza c'è verso la scienza.

La trascrizione è stata effettuata in automatico, tutti i diritti sono dei rispettivi autori.

Riassunto[modifica | modifica sorgente]

Il testo tratta l'argomento dell'arroganza della scienza e si articola in quattro parti principali:

  1. Il principio di falsificabilità e l'epistemologia di Karl Popper: Il testo parla del concetto di falsificabilità, un principio chiave nell'epistemologia di Karl Popper, secondo il quale una teoria può essere considerata scientifica solo se può essere sottoposta a un test che potrebbe dimostrare la sua falsità. Il testo sottolinea che la scienza non può dimostrare la verità, ma solo temporaneamente accettare teorie finché non vengono smentite.
  2. Scienza e verità: Il testo mette in evidenza la distinzione tra conoscenza e verità, ribadendo che la scienza mira alla conoscenza e non alla verità assoluta. La verità non è tra gli obiettivi della scienza.
  3. Scienziati in mala fede e strumentalizzazione della scienza: L'autore discute di come la scienza può essere strumentalizzata, utilizzata come uno scudo per promuovere idee, convinzioni o agende personali. Gli studi scientifici possono essere usati sia per sostenere una certa idea, sia per mettere in discussione altre idee.
  4. Pretesa di esclusività della scienza: L'autore esprime preoccupazione per la tendenza di alcuni a considerare la scienza come l'unico criterio valido per stabilire la verità, escludendo tutto ciò che non è scientifico. Egli avverte contro la confusione tra validità scientifica e validità in senso assoluto. Ci sono questioni che non sono oggetto di studio scientifico, ma ciò non significa che non siano valide o importanti.
  5. Esempi di questioni che sfuggono alla portata della scienza: Il testo fornisce vari esempi di affermazioni o idee che non sono scientificamente verificabili, ma possono comunque essere valide. Esempi includono affermazioni sulla religione, pratiche di medicina tradizionale, e la teoria dell'energia vitale.

L'autore conclude che mentre è importante distinguere ciò che è scientifico da ciò che non lo è, è sbagliato pensare che tutto ciò che non è scientifico sia invalido o dovrebbe essere silenziato.

Trascrizione[modifica | modifica sorgente]

Bentrovati amici del web, come promesso qualche mese fa nel video sulle fake news, dedichiamo oggi un video a suonare un campanello d'allarme su quella che io chiamo l'arroganza della scienza, cioè alcune derive sempre più diffuse che stanno portando moltissime persone ad allontanarsi dalla scienza e a perdere fiducia nelle sue meravigliose possibilità. Dal punto di vista del sapere scientifico viviamo in tempi veramente incredibili. Nel giro di pochissime generazioni la scienza e la tecnologia hanno fatto balzi in avanti straordinari. La ricerca scientifica ci offre ogni giorno cure mediche che fino a poche decine di anni fa potevamo solo sognarci. Abbiamo calcolatori che in pochi secondi completano calcoli che prima richiedevano mesi di computazione manuale o erano semplicemente impossibili, processano, integrano miliardi di informazioni creando modelli in grado di formulare le predizioni più accurate. Parallelamente a questo, la diffusione e l'accesso alle informazioni scientifiche è diventato più semplice che mai. Con 2 o 3 click si ottengono oggi informazioni che una volta richiedevano mesi di ricerche nelle varie biblioteche.

Eppure, paradossalmente, proprio nell'epoca in cui assistiamo a questi straordinari balzi in avanti della scienza e della tecnologia, la nostra fiducia nei loro confronti sembra farsi sempre più bassa, avendo sotto gli occhi i risultati più incredibili del progresso, le cure mediche più evolute e i mezzi di trasporto più veloci, le tecnologie informatiche più potenti. Stiamo diventando sempre più scettici verso il sapere prodotto utilizzando il metodo scientifico. La voce della ragione sembra farsi sempre più debole e sovrastata da quella di cialtroni che invece gridano sempre più forte. Mettiamo in dubbio le raccomandazioni degli istituti scientifici più autorevoli, mentre guru e ciarlatani vari sembrano avere sempre più seguito. E proprio nell'epoca in cui l'accesso alle informazioni è il più semplice di sempre, sembra che non siamo più capaci di trovare quelle che ci servirebbero davvero.

Sommersi da un oceano di informazioni (vedi infodemia), stiamo diventando sempre più ignoranti. Ora ho già fatto un lungo video in cui ho chiarito che per come la vedo io, anche i cialtroni devono poter parlare senza essere censurati e nessuno può arrogarsi il diritto di mettere a tacere le voci contrarie o di imporre le verità a cui bisogna credere.

La libertà, inclusa quella di espressione, è una cosa troppo preziosa per l'esercizio della democrazia e va difesa ad ogni costo. E la fiducia si guadagna, non si impone per obbligo, così come in tutto la fiducia degli amici, la fiducia negli insegnanti, la fiducia nei politici, la fiducia negli ingegneri. E così, allo stesso modo, anche la fiducia nella scienza, negli scienziati, nei medici e nei farmaci. Si guadagna la credibilità, si guadagna, non si può imporre.

Chi è autorevole non ha bisogno di essere autoritario. Per cui se accade che guadagna più fiducia un imbonitore da baraccone che la comunità scientifica anziché cercare di imbavagliare gli imbonitori.

Colpe come società in generale e come comunità scientifica[modifica | modifica sorgente]

Chiediamoci piuttosto quali sono le nostre colpe come società in generale e come comunità scientifica in particolare, perché è evidente che stiamo sbagliando qualcosa e secondo me i problemi più gravi sono due.

Infodemia: mass media vs sistema formativo[modifica | modifica sorgente]

Uno è inevitabilmente il sistema educativo che sta fallendo nel compito di fornirci gli strumenti adeguati per valutare con spirito critico le migliaia di informazioni a cui siamo esposti, la loro qualità, il loro significato e il loro peso relativo nel contesto più generale. Senza queste capacità rischiamo di

  • non saperci più raccapezzarsi
  • lasciarci influenzare
  • ingigantire i problemi (vedi catastrofizzazione)
  • credere a cose che non sono vere
  • vacillare quando ci vengono presentate due tesi contrastanti.

In sostanza di venire sommersi da questo mare di informazioni senza che ci servono a nulla.

Mass media: la ricerca dell'attenzione a tutti i costi[modifica | modifica sorgente]

I mezzi di informazione, come abbiamo discusso più volte, sono responsabili di creare una grandissima confusione sui temi scientifici che porta poi a sfiducia. E questo da un lato dipende dalla sempre maggiore semplificazione degli argomenti, perché si ha il terrore di stufare e perdere l'attenzione, unita al ricorso sconsiderato all'effetto sensazionalistico. Per approfondire

Sempre per catturare l'attenzione, però, se semplifichi, semplifichi e in più queste cose semplici le esageri ed estremizzi per fare i titoli ad effetto, è ovvio che poi passano messaggi fuorvianti e sembra sempre di leggere un giorno una cosa, il giorno dopo l'esatto opposto per cui uno dice va beh, tanto nessuno ne capisce niente.

Per approfondire il tema consiglio la lettura del libro Sociability di Francesco Oggiano. Parla del ruolo dei social nella ricerca della viralità[1], della paura di scontentare il pubblico, dell'abbandono dei principi giornalistici, nascita delle Fuck News e dei tanti episodi di ingiustizie che ne sono conseguiti.

Sistema formativo[modifica | modifica sorgente]

ma secondo me il problema ancora più grave è che per ragioni storiche, in alcuni paesi come purtroppo l'Italia, a differenza ad esempio del Nord Europa, i giornalisti seguono un percorso di formazione totalmente inadeguato dal punto di vista scientifico, per cui sono bravissimi quando devono parlare dei retroscena di Palazzo nel governo nell'opposizione, ma quando devono fare informazione su questioni che riguardano aspetti scientifici, fanno disastri perché non sanno di cosa stanno parlando, ma spesso pensano di aver capito tutto, il che li rende ancora più pericolosi. [00:05:00]

Polarizzazione del dibattito[modifica | modifica sorgente]

Più in generale, tutto questo è lo specchio di un più ampio problema culturale, con la pericolosissima e sempre crescente tendenza alla polarizzazione delle idee, per cui in tutti i campi pare che sia inevitabile dividersi in fazioni opposte, sempre più intransigenti e arroccate su posizioni sempre più estreme l'uno contro l'altro armati e perdere la capacità del confronto, del compromesso ove possibile e ove non sia possibile, comunque la tolleranza verso le posizioni diverse dalla nostra. L'apprezzamento per la bellezza di essere in disaccordo per la bellezza del confronto, del dialogo, della pluralità di idee e che lo scopo del confronto non è umiliare o ferire o sconfiggere o mettere in difficoltà l'avversario, come la moda dei talk show o peggio dei duelli televisivi sembrano voler imporre alla fine di un confronto di idee. Non ci deve per forza essere un vincitore e uno sconfitto, ma al contrario, dovrebbe esserci un arricchimento per entrambi. E invece oggi pare che se si hanno idee o posizioni opposte si debba per forza essere nemici o addirittura odiarsi o insultarsi o con me o contro di me. E i miei amici sono solo quelli che hanno le mie stesse idee. E questo così come avviene in politica, nella religione, in tutti gli altri campi, avviene purtroppo sempre più spesso anche tra gli scienziati, così come tra i giornalisti che dovrebbero fare divulgazione e non propaganda. (vedi anche gli articoli della categoria Polarizzazione)

Arroganza della scienza[modifica | modifica sorgente]

L'altro problema è invece che è il tema di oggi è quell'atteggiamento che io definisco l'arroganza della scienza e che sta allontanando la scienza da molte persone e a buon diritto.

Non parliamo dell'essere cortesi o meno

Badate quando dico arroganza, non mi riferisco alla boria di certi scienziati che a volte vedete pontificare in televisione o sui social media per mantenere la loro reputazione o più spesso cogliere al volo l'occasione di costruirsi in fretta una. Né mi riferisco a chi irride o insulta chi la pensa diversamente da sé. Questa non è l'arroganza della scienza e l'arroganza degli scienziati, per fortuna solo di alcuni scienziati o presunti tali, ma diciamo riguarda gli individui. E vabbè, quelli ce li dobbiamo sopportare E pazienza quello. Peraltro abbiamo per fortuna una facilissima soluzione che si trova in tutte le nostre case e si chiama tasto off del telecomando. Idem sul web e sicuramente nel mio piccolo. Per qualcuno appartengo io stesso a tale categoria. Ma almeno qui c'è la decenza di avere sotto un box dei commenti per esprimere il vostro disaccordo o anche semplicemente per mandarmi al diavolo. Io però oggi non sto parlando degli individui.

Sto parlando di alcuni concetti, ahimè molto più diffusi e che permeano l'immaginario e il modo di agire collettivo, per cui quella che rischia di diventare arrogante non sono singoli scienziati, ma la scienza nel suo insieme.

Ebbene, io individuo in particolare tre ambiti in cui la scienza secondo me pecca di arroganza e vorrei oggi sottoporli alla vostra considerazione invitandovi a riflettere su ciascuno di essi. Ve li anticipo subito.

  1. Il primo è la pretesa normativa che nasce dalla confusione tra dati e conclusioni e dall'illusione che possa esistere un agire scientifico.
  2. Il secondo è l'illusione di infallibilità, che nasce dalla confusione tra verità e conoscenza e dalla dimenticanza delle regole base del metodo scientifico.
  3. E il terzo è la pretesa di esclusività che nasce dalla confusione tra validità scientifica e validità in generale e che rischia di portare a una scienza che vorrebbe far sparire dal mondo tutto ciò che scienza non è.

Primo ambito di arroganza, Pretesa normativa[modifica | modifica sorgente]

E allora cominciamo dal primo ambito di arroganza, cioè la scienza che pretende di diventare normativa e tradursi in una sorta di vivere scientifico, un agire scientifico, cioè l'idea del tutto mal riposta che sia in qualche modo possibile agire, vivere, prendere le decisioni guidati unicamente dai dati scientifici. In altre parole, confondere la scienza con l'agire scientifico.

Il problema è proprio che non è mai la scienza a dare risposte etiche[modifica | modifica sorgente]

"Lasciamo parlare i fatti", sentiamo dire, ma i fatti parlano da soli? I dati parlano da soli? Ebbene no, i dati da soli non parlano mai. Così come uno strumento di misurazione, da sempre un numero, ma i numeri non hanno un significato intrinseco, lo assumono esclusivamente in base alla decisione che abbiamo preso noi di inquadrarli in un determinato contesto.

Esempio[modifica | modifica sorgente]

È come dire io decido se fare il bagno in questo mare esclusivamente sulla base di quanto è inquinato. Lo decide la scienza, la scienza fa le analisi e mi dice "In quest'acqua c'è una concentrazione di enterococchi di 600 unità formanti colonie per 100 ml". Quindi lo fai o non lo fai sto bagno? Questo non me lo può dire la scienza. Sono io che posso decidere "ok, al di sopra di 500 di enterococchi, è troppo inquinato e non faccio il bagno". Ma quella è una scelta mia, non dei dati, non lo hanno deciso le evidenze scientifiche se era il caso o meno di fare il bagno l'ho deciso io.

Posso fare degli altri studi per capire fino a che valore di coliformi è sicuro fare il bagno. E la scienza mi dirà "ok, con tot enterococchi si infettano tre persone su 100 con tot altri se ne infettano sei con di più ancora se ne infettano 9/100".

Ok? E quindi fino a che valore decidiamo che è sicuro fare il bagno di nuovo? Quella è una scelta che devo fare io.

Non saranno mai i dati a dirlo perché sarà una decisione che dovrò prendere, soppesando i vantaggi e gli svantaggi e i rischi coi benefici.

Voi mi dite io voglio zero infezioni. La scienza risponde "Se vuoi zero infezioni allora, nessuno potrà mai fare il bagno da nessuna parte". E okay, anche questa è una decisione valida come tutte le altre, ma ugualmente arbitraria per quanto basata sui dati scientifici.

[00:10:00]

Agire scientifico non esiste, la scienza passa la palla ad etica e politica[modifica | modifica sorgente]

I dati oggettivi sono sempre quelli, ma la decisione su cosa fare è vostra. In ogni caso facciamo questo, decidiamo quello unicamente sulla base delle evidenze scientifiche.

Ebbene, sulla base delle medesime evidenze scientifiche, tu puoi fare una cosa così come il suo esatto contrario. E sapete perché? Perché quello che fai, Le decisioni che prendi sono sempre per definizione soggettive è pericolosissimo lasciar passare l'idea che se io faccio qualcosa sulla base delle evidenze scientifiche, sto facendo qualcosa di oggettivo e che non si sarebbe potuto fare altrimenti no?

Le evidenze sono le evidenze, ma poi quello che io ci faccio sulla loro base non ha più nulla di scientifico.

Mai per definizione, quindi l'agire scientifico non esiste. Dire io agisco unicamente guidato dalla scienza è una cosa che non esiste, è una completa illusione.

Quando dai dati che sono oggettivi passo a cosa io decido di fare sulla base di quei dati. Lì non c'entra più niente la scienza. Quelle sono scelte. E allora ammantare queste scelte con una veste di scientificità dicendo "a ma quello che abbiamo deciso è basato unicamente sui dati, sulle evidenze scientifiche". Come dire quindi oggettivo, scientifico, incontestabile e non si sarebbe potuto fare diversamente. È una distorsione pazzesca. C'è uno iato[2] nettissimo tra l'analisi scientifica e la prescrizione normativa, per cui concetto da scolpire a fuoco nella testa, le evidenze scientifiche non hanno mai intrinsecamente valore decisionale. La scienza descrive ma non prescrive. Ed è per questo che in tutto il mondo normalmente le autorità scientifiche esprimono pareri che non hanno mai valore vincolante, ma solo informativo. E a volte qualcuno se ne scandalizza. Ma in realtà meno male che è così, perché le decisioni sono sempre politiche o filosofiche o etiche, insomma, declinatelo come volete.

Lo scienziato ha una formazione verticale[modifica | modifica sorgente]

Dipende dal contesto della decisione. Ma non si può chiedere agli scienziati di decidere perché lo scienziato studia la sua cosina, vede la sua fettina e dice la soluzione ideale per la mia fettina della mia cosina. Nell'immediato sarebbe fare così, ma non ha la più pallida idea delle implicazioni che potrebbero avere le sue raccomandazioni se per salvare la sua fettina della sua cosina si distrugge nel frattempo tutto il resto della torta non ne vale la pena, ma questo non lo potrà mai vedere. Lo scienziato, l'esperto, proprio in quanto tale, sa solo vedere in profondità, sempre che sia bravo, ma in profondità, nello stretto perimetro del suo campo di expertise. Ma da questa sua stretta visuale non può prevedere le ripercussioni più ampie del suo operato o dei suoi consigli.

Il mettere insieme le cose e soppesare i pro e i contro delle decisioni, integrando questa fettina con l'altra fettina con l'altra fettina per avere la visione generale. La prospettiva lunga non è compito della scienza, perché sennò poi ci stupiamo quando sentiamo due esperti che dicono che bisognerebbe fare cose opposte e diciamo "siamo a posto, se non sono d'accordo neanche gli esperti, la scienza è inutile" e no siamo noi che non abbiamo capito qual è il compito della scienza.

Quando gli esperti dicono quello che secondo loro bisognerebbe fare, stanno parlando delle loro conclusioni che hanno tratto dai dati scientifici. Ma le opinioni degli scienziati non sono la scienza, sono opinioni e perciò è assolutamente normale che due scienziati diversi traggano conclusioni diverse, perché quella non è la scienza che parla da sola.

I dati sono gli stessi e sono perfettamente validi. E la scienza, producendoli il suo compito, lo ha assolto egregiamente. Se invece noi pensiamo che la scienza possa parlare da sola e debba dirci cosa dobbiamo farne di quei dati. Siamo noi che stiamo sbagliando, non lei.

Esempio[modifica | modifica sorgente]

Faccio un esempio. Fino agli anni 40 del secolo scorso i liquidi refrigeranti usati nei frigoriferi erano tutti velenosi. Quando poi, negli anni 40 gli scienziati avevano finalmente trovato qualcosa di non tossico per l'uomo che funzionava egregiamente, i clorofluorocarburi furono sottoposti ad ogni tipo di test di laboratorio senza rivelare alcun effetto collaterale né per la salute né per il funzionamento dei frigoriferi. E così, presi dall'entusiasmo, si cominciò a utilizzarli sistematicamente. Peccato che nessuno aveva previsto che sì, per l'uomo non erano tossici e come liquido refrigerante funzionavano a meraviglia, ma stavano portando l'umanità intera sul precipizio dell'estinzione perché nell'atmosfera devastavano lo strato di ozono che ci protegge dalle radiazioni ultraviolette, tanto che il loro utilizzo dovette essere completamente bandito nel giro di qualche decennio. Ma come si faceva a prevedere una cosa del genere? Sarebbe stato difficile per chiunque. La lezione, perciò, è che bisogna andarci piano, tanto più quando si vogliono fare i grandi cambiamenti su scala planetaria, perché non è mai possibile prevedere tutte le conseguenze di quello che facciamo, soprattutto se fissiamo la nostra attenzione su un problema specifico, ma non consideriamo che le conseguenze nefaste potrebbero ricadere da qualche altra parte e creare un problema peggiore di quello che si voleva risolvere. Il campanello d'allarme qui è quando vi imbatterete in qualcuno che dice "Ah, io guardo i dati e basandomi esclusivamente sui dati oggettivi vi dico che cosa bisogna fare". Ecco, state alla larga.

Ad esempio spesso mi si chiede ma allora, basandosi esclusivamente su quello che dice la scienza, qual è la dieta migliore? Ma come pensate che la scienza possa provare? Qual è la dieta migliore? Ma che cacchio di esperimento dovreste fare? Ma non si può. Voi potete misurare come cambia l'espressione di un certo marker.

[Ndr: Il concetto non è intuitivo ad una prima lettura. La complessità di ciò che la scienza studia è mostruosamente superiore a quello che si può immaginare.]

[00:15:00] Mangiando un piatto di broccoli non potrete mai provare che mangiare i broccoli previene le malattie cardiovascolari o che mangiare il lardo le provoca. Quelle sono conclusioni. Saranno sempre ipotesi educate, argomentate e convincenti. Tutto quello che. Ma saranno sempre solo ipotesi. Sono conclusioni che traiamo noi mettendo insieme i dati di molti studi diversi e tentando di interpretarli e dare loro un significato e un'applicazione pratica. Ma sono conclusioni nostre, non sono mai i dati che parlano da sé. Non c'entra niente che mi diciate, ma comunque la decisione è basata sui dati.

Se io dico lancio un dado e se viene tre ammazzo qualcuno e poi viene tre e ammazzo qualcuno, chi è il colpevole dell'omicidio? Io o il dado. Quindi basato sui dati oggettivi, non vuol dire deciso dai dati oggettivi. E invece la decisione è per definizione arbitraria e quindi politica e si può decidere tutto quello che si vuole, ma non tirare in ballo la scienza come se fosse lei a dettare direttamente le decisioni.

Perché se poi la decisione si rivela infelice e resta l'idea che quella decisione era stata presa dalla scienza per forza, poi va a finire che la gente perde la fiducia nella scienza. E invece no.

Deve essere ben chiaro che quelle sono scelte arbitrarie di cui il decisore politico si assume la responsabilità e se la assume lui non la scarica sulla scienza, se l'assume e ne risponderà davanti ai suoi elettori. Poi se agli elettori sta bene si può fare qualunque cosa vieti. Obblighi censori in prigione, sopprime le libertà fondamentali e fa di tutto quello che vuoi. Ma non lo fa in nome della scienza, perché la scienza non c'entra proprio nulla. Troppo spesso sentiamo usare a sproposito questo appello alla scienza e alle evidenze scientifiche. Teniamoci unicamente i dati e mettiamo a tacere chiunque dica qualcosa di contrario alle evidenze. Questo è forse uno dei modi più odiosi di distorcere e infangare una cosa così meravigliosa come la scienza per trasformarla in uno strumento di controllo o, peggio, di censura. E siccome io adoro la scienza, trovo insopportabile che venga usata come scudo dietro cui nascondere antidemocratici propositi di orwelliano sapore in alimentazione. Questo si manifesta, ad esempio con proposte di vietare la commercializzazione di alcuni cibi, tassare pesantemente altri, vietare che uno yogurt abbia più di tot zuccheri o uno snack più di tot grassi, obbligare a mettere la verdura in ogni piatto al ristorante e altre pesantissime forzature o intrusioni nelle libertà personali.

Esempio[modifica | modifica sorgente]

È come se mi dicessero un giorno tieni, ti diamo pieni poteri, decidi tu cosa deve mangiare la popolazione italiana, ma me la darai a gambe levate. Io posso dire cosa c'è dentro un carciofo dove si trova la vitamina K e quanto aumenta il rischio di tumore al colon? Mangiando molta carne rossa? Posso indicare quelli che sono, secondo me gli approcci migliori alla dieta equilibrata, ma poi ciascuno decide per sé cosa mangiare. Vi immaginate se si stabilisse qual è la dieta ideale? Poi si imponesse per dogma illiberale? Che cosa la popolazione deve mangiare? L'obbligo di broccoli? Aiuto! Primo perché magari sbaglio io qualcosa E poi perché non tutti hanno la stessa mia visione filosofica delle priorità, per cui il mio compito di far vedere i nutrienti che si perdono passando dalla pasta integrale a quella raffinata. Ma non di dire che bisognerebbe smettere di vendere la pasta bianca e tantomeno di vietarne la vendita. Perché sennò?

Così, per tornare un esempio che faccio sempre negli anni 80 avremmo tolto dal commercio il burro e lasciato solo le margarine idrogenati che raccomandavano le linee guida. E così facendo avremmo impedito a quelli che dicevano "io me ne infischio delle linee guida e voglio lo stesso il burro" di poterselo mangiare. E adesso, in retrospettiva, sappiamo che sono quelli che hanno fatto la scelta migliore, perché le margarine erano piene di grassi trans che facevano assai peggio del burro.

Secondo ambito di arroganza, illusione di infallibilità[modifica | modifica sorgente]

Scienza vs Scienziato: la scienza è umile per definizione[modifica | modifica sorgente]

E così siamo arrivati al secondo ambito di arroganza, quella che potremmo chiamare illusione di infallibilità che fa a pugni con quella che è una regola assolutamente di base del metodo scientifico, cioè che la vera scienza è umile per definizione, non pretende di avere risposte definitive e sa benissimo che tutto quello che dice potrebbe essere sbagliato.

E invece, talora, per sovra-compensare le proprie insicurezze e talora per difensiva da chi si sente attaccato per le sue posizioni, talora in malafede, per difendere la carriera o salvare la faccia, ma molto spesso in perfetta buonafede, per puro e semplice condimento, ci troviamo davanti scienziati con la completa certezza della ragione, convinti di avere la verità in tasca e la certezza assoluta che la ragione sia dalla loro parte.

Ora una persona che è convinta nel profondo di avere la ragione dalla sua parte, di sapere con assoluta certezza cosa è meglio fare e cosa è meglio per il bene di tutti, diventa la persona più pericolosa del mondo, perché pur di conseguire quel fine riterrà che qualunque mezzo sia giustificabile.

Nietzsche: «le convinzioni pronfonde sono nemiche della verità più pericolose delle menzogne» Watzlawick l'idea che esista una sola realtà è l'illusione più pericolosa

Il metodo scientifico: cos'è la scienza[modifica | modifica sorgente]

Il campanello d'allarme qui è fare sistematicamente appello alle prove, cioè dire sempre questa cosa non è stata provata dalla scienza o viceversa. Sì, questa cosa è stata provata scientificamente. Ebbene, questo denota o malafede o enorme ingenuità sulle possibilità della scienza o enorme ignoranza sul funzionamento del metodo scientifico, perché chi conosce il metodo scientifico sa che la scienza non prova mai nulla. Non è questo il suo compito. Al limite, se funziona bene, la scienza può confutare una teoria, ma non la potrà mai provare, mai non ne ha proprio gli strumenti, non è tra i suoi compiti. Per cui se qualcuno vi dice io mi fido solo delle cose provate dalla scienza. Oppure ah, questa cosa è stata dimostrata scientificamente. Ebbene, lasciatelo perdere perché non sa nemmeno di cosa sta parlando.

[00:20:00]

Tante volte nei nostri video abbiamo citato il grande epistemologico (vedi epistemologia).

Karl Popper il suo merito più? È stato il contributo alla sistematizzazione del metodo scientifico e in particolare aver sancito il fondamentale cambio di prospettiva dalla verifica alla falsificazione, cioè farci capire che di fronte a un'ipotesi scientifica, il metodo più valido ed efficace per sottoporlo all'esame scientifico non è cercare di provarne la validità, ma cercare di falsificare.

Forse ricordate la barzelletta dell'uomo che batte le mani ogni 10 secondi e quando gli chiedono perché batti continuamente le mani, lui risponde per tenere lontano i leoni. Ma non ci sono leoni qui a Milano, gli dicono. E lui fa, appunto. Moltissime pseudoscienze affermano di essere valide perché le loro teorie sono provate dai fatti. Se un astrologo fa una predizione corretta dirà che questo prova la sua validità. Se uno fa la dieta del melone fritto e sta meglio, dirà che questo prova la validità della dieta che ha seguito. E per il nostro amico della barzelletta il fatto che non ci siano in giro Leoni dimostra che il suo metodo per tenerli lontani sta funzionando alla perfezione.

Popper risolse brillantemente il problema dicendo "e no, non è questo il modo giusto di testare un'ipotesi dal punto di vista scientifico", cioè verificare che funziona, ma bisogna fare il contrario, cioè provare a dimostrare che non funziona. Per qualunque ipotesi ci sarà qualche osservazione che la conferma, ma questo non ne prova la verità. Ed è per questo che la scienza non deve procedere cercando di trovare fatti che confermino le sue ipotesi, ma continuando a cercare fatti che tentino di confutare. Perché se tu batti le mani il leone non arriva.

Questo non prova che la tua teoria è vera e quindi non prova nulla. Ma se invece il leone arriva a questo si prova qualcosa, cioè che la tua teoria è falsa. Ma da questo fatto deriva immediatamente un gigantesco bagno di umiltà della scienza, perché ci insegna che l'unica cosa che la scienza può provare è che una teoria è falsa, mentre non potrà mai provare che una teoria è vera. Più cerco di falsificare un'ipotesi e non ci riesco più. Quella ipotesi cresce di validità, ma in nessun caso potrà diventare una certezza. Nulla, neanche le teorie più solide. La gravità e la relatività sono verità assolute, sono solo temporaneamente accettate perché mai provate, ma potenzialmente in attesa che qualcuno arrivi a smentirle.

E quindi il merito straordinario di Popper è stato ribadire a chiare lettere che la scienza non arriva mai alla verità né a conoscenze definitive. La scienza propone delle teorie, poi cerca di confutarle, raccogliendo dati o facendo esperimenti e se non ci riesce le accetta in via di tentativo finché qualcuno dovesse smentirle. E fintanto che una teoria ci aiuta a spiegare i fatti osservati e resiste a ripetuti tentativi di falsificare.

Possiamo certamente accettarla come valida, ma dobbiamo distinguere nettamente tra conoscenza e verità.

La verità non fa parte degli obiettivi della scienza. Quello a cui può mirare la scienza è unicamente la conoscenza che, per quanto tentativo può essere comunque utilissima, e di importanza vitale; gravida di applicazioni pratiche, di straordinari progressi nella qualità della nostra vita. Ma non sarà mai certezza. Grave errore illudersi che la scienza porti a comprendere la verità dell'universo.

Guardate cosa scriveva Erasmo da Rotterdam nel suo Elogio della pazzia, parlando degli scienziati:

Quanto dolcemente delira mentre si costruiscono innumerevoli mondi, mentre misurano il sole, la luna, le stelle e i pianeti. Come se bastassero il pollice e il filo, mentre spiegano la causa dei fulmini, dei venti, dell'eclissi e di tutte le altre cose inesplicabili. Ma intanto la natura se la ride magnificamente di loro e di tutte le loro congetture. Nulla essi conoscono con sicurezza. E a dimostrarlo basti il fatto che non c'è un solo problema sul quale non siano in disaccordo.

Scienziati in mala fede: la scienza viene strumentalizzata[modifica | modifica sorgente]

Naturalmente, come dicevamo prima, il problema non è necessariamente l'ignoranza, ma la mala fede, cioè sapere benissimo tutte le cose che abbiamo appena detto, ma usare la scienza come scudo, come parola con cui riempirsi la bocca per portare avanti le proprie idee, le proprie convinzioni o le proprie agende.

E allora, guarda caso, quando si tratta di sostenere le idee che ci vanno a genio, ecco che un qualche studio scientifico da qualche parte a cui appellarci lo troviamo sempre e quindi a questa cosa è stata approvata dalla scienza (un tale comportamento rientra tra quelli tipici del comportamento passivo aggressivo).

Viceversa, quando ci sono le cose che non ci fanno comodo, ecco che all'improvviso gli studi non sono mai abbastanza. E sì, ci sono, ma sono controversi, hanno limitazioni, si potrebbero interpretare anche così e comunque non provano nulla in modo conclusivo, inequivocabile.

Quindi quando si tratta di vendere il farmaco innovativo e costosissimo sperimentato in 2 minuti, "li ah no, ma siamo assolutamente tranquilli. Ci sono tutte le prove scientifiche che funziona da Dio ed è assolutamente sicuro". Poi quando si tratta di una vitamina o di un vecchio farmaco col brevetto ormai scaduto che non costano niente, voi potete anche arrivare con la carriola colma di tutti gli studi pubblicati, ma lì chissà come mai non sono mai abbastanza conclusivi. E allora quella è una pericolosa bufala che non è stata provata dalla scienza e anzi potrebbero addirittura essere pericolosi con un minimo di impegno, di intelligenza e di capacità comunicative.

[00:25:00]

È facilissimo menare per il naso la gente utilizzando argomentazioni perfettamente razionali e supportate da abbondanti riferimenti alla letteratura scientifica.

Lo abbiamo osservato decine di volte anche nei nostri video. Voi entrate in una libreria, guardate nel reparto di saggistica e trovate centinaia di libri scritti tutti in questo modo, anche tomazzi[3] di centinaia di pagine che dicono "Slam, ecco tutte le prove scientifiche delle scemenze che dico io". E se li leggete ci sono effettivamente centinaia di riferimenti bibliografici a studi che supportano le tesi dell'autore. Come avevo fatto anch'io nel video sui pericoli di frutta e verdura, cioè l'approccio della scienza al rovescio. Prima decido quello che voglio dimostrare e poi cerco tutte le prove a supporto. E come ci spiegava prima Popper, se procedo così qualcosa lo trovo sempre per sostenere qualunque cosa. Un qualche studio pubblicato lo trovate per sostenere qualunque argomentazione. Anche perché lo studio, cioè il dato scientifico, come abbiamo imparato nella prima parte del video, è appunto questo: un dato. Non viene con la sua interpretazione intrinseca, ma quando voi parlate di interpretazione di applicazioni pratiche del tipo "il succo di carciofo è ideale per depurare l'organismo" lì state traendo una conclusione dai dati per cui io posso prendere il dato pubblicato e appiccicare la mia interpretazione, facendo passare l'idea che questa sia supportata dalla letteratura scientifica.

Quindi evitiamo di abusare dell'appello arrogante agli studi scientifici, sia in un senso che nell'altro, evitando sia di usarli come scudo per scoraggiare le nostre idee, sia di usarli come arma per attaccare quelle che non ci vanno a genio. Non è a questo che servono.

Terzo ambito di arroganza, pretesa di esclusività[modifica | modifica sorgente]

E infine aggiungiamo il terzo tassello del nostro discorso quando la scienza ci prende gusto a diventare criterio normativo e comincia a pensarsi infallibile. Da lì il passo è breve per arrivare un altro problema che è quello di cominciare a voler escludere tutto ciò che scienza non è. A pretendere che il dibattito avvenga solo ed esclusivamente nel suo alveo e auspicare che sparisca dal mondo ciò che non è scientifico. Il problema principale qui è fare confusione tra validità scientifica e validità tout court.

Se io formulo un'ipotesi che non è possibile mettere alla prova attraverso un esperimento o l'osservazione, questa ipotesi non è scientificamente valida. O meglio, non è valida dal punto di vista del metodo scientifico, che non coincide esattamente con la scienza in generale, ma è solo un suo strumento. Ma questo è un altro discorso che riserviamo per un'altra volta. Per cui ammettiamo pure che quella ipotesi non sia scientificamente valida.

Il metodo scientifico è solo uno strumento utilizzato dalla scienza

Questo però non vuol dire, come vorrebbero alcuni talebani della scienza che sia necessariamente falsa. Magari è verissima, semplicemente sta al di fuori del campo della scienza. Quindi la sua validità non si può sottoporre all'esame del metodo scientifico e nemmeno vuol dire che non è un'ipotesi valida. Semplicemente non è scientifica, ma questo non ci dà nessun diritto di dire che è una stupidaggine e che si tratta di ciarlataneria, che non se ne dovrebbe nemmeno parlare e che chi ne è convinto deve essere irriso, insultato e possibilmente messo a tacere.

Esempi[modifica | modifica sorgente]

L'esempio più banale di tutti se io dico Dio esiste. Questa è un'ipotesi che non si può né verificare né smentire con gli strumenti della scienza, per cui non è un'ipotesi scientificamente valida. Ma non per questo uno non ci può credere lo stesso. Magari è anche vero, semplicemente non è scienza. Poi vabbè, questo è un esempio banale. Ci sono ovviamente molte più sfumature. Per esempio, Popper riteneva che la psicanalisi di Freud non rispondesse ai requisiti della scienza. "Quando Freud dice che cosa ho sognato stanotte? Che ammazzavi una zanzara. Ma siccome da piccolo c'erano sempre le zanzare nella stanza di tua madre, in realtà tu volevi ammazzare tua madre". Ebbene, come la provi o la falsifichi la validità di questa interpretazione? Non puoi e quindi possiamo dibattere se l'interpretazione freudiana dei sogni o degli atti mancati appartenga o meno al regno della scienza. Ma anche se concludessimo che no, non è scienza, non per questo significa che dobbiamo irridere o abolirla o vietare agli psicanalisti di praticarla. Né significa che è falsa o sbagliata o inutile. Significa solo che sfugge alle misurazioni proprie del metodo scientifico.

  • Ci sono cose che la scienza non potrà mai studiare per definizione, perché sono completamente al di fuori dei suoi strumenti, ad esempio tutto quello che riguarda la fede, la religione, la trascendenza.
  • Poi ci sono cose che si possono studiare, ma non è stato fatto. Ad esempio ci sono una marea di antichissimi rimedi della medicina tradizionale cinese che non sono mai stati sottoposti ad alcuno studio scientifico con un esperimento controllato. E spesso sentiamo frasi del tipo ma questa cosa, questa nozione non è supportata da nessuno studio scientifico ed è un attimo. Ma cosa vuol dire che è stata studiata e falsificata? E allora un conto oppure semplicemente che nessuno si è mai preso la briga di studiarla perché è una cosa diversa? L'assenza di prove non è una prova contraria.
  • E poi ancora ci sono moltissime cose che la scienza non può studiare semplicemente perché non ne ha ancora gli strumenti. Ma il fatto che qualcosa non sia misurabile dalla scienza non significa che non esiste. Prendete ad esempio la teoria dell'energia vitale e dei flussi energetici nel nostro corpo, tra noi e gli altri, tra noi e la natura, tra noi e l'universo. Sono conoscenze che derivano dall'intuito umano e tramandate da un sapere millenario dell'umanità. Anche intuitivamente. Noi diciamo che una persona è piena di energia oppure [00:30:00] svuotata di energia, ma scientificamente non siamo mai riusciti a misurare questo livello di energia vitale, così come inteso da queste teorie. Per cui se io dico che la teoria dei. Non è scientifica. Ho perfettamente ragione a dirlo, ma questo non implica in nessun modo che sia falsa o non valida. Semplicemente il suo studio e al di fuori degli strumenti oggi a disposizione del metodo scientifico.

Quindi facciamo benissimo a distinguere chiaramente ciò che è scientifico da ciò che non lo è. Ma sbagliamo in pieno se pensiamo che tutto ciò che non è scientifico sia ipso facto non valido o, peggio ancora, che andrebbe messo a tacere.

La scienza diventa arrogante quando pretende di essere l'unica cosa valida, tutto quello che c'è e che quindi essere scientifici debba implicare l'esclusione non solo della spiritualità, del mito, della filosofia e della metafisica, della fede, della religione e della magia, ma anche dell'arte, dell'intuizione, della sensazione della creatività, della passione e della testardaggine, ecc.

Vedi anche[modifica | modifica sorgente]

  • Scientismo
  • Complessità. Un'introduzione semplice - Giuseppe Licata

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. Viralità, Clickbait e FuckNews
  2. divario, interruzione, soluzione di continuità
  3. tomi, libri, volumi