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Scienza arrogante
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===Primo ambito di arroganza, Pretesa normativa=== E allora cominciamo dal primo ambito di arroganza, cioè la scienza che <u>pretende di diventare normativa</u> e tradursi in una sorta di vivere scientifico, un agire scientifico, cioè l'idea del tutto mal riposta che sia in qualche modo possibile agire, vivere, prendere le decisioni guidati unicamente dai dati scientifici. In altre parole, confondere la scienza con l'agire scientifico. ====Il problema è proprio che non è mai la scienza a dare risposte etiche==== "Lasciamo parlare i fatti", sentiamo dire, ma i fatti parlano da soli? I dati parlano da soli? Ebbene no, <u>'''i dati da soli non parlano mai'''</u>. Così come uno strumento di misurazione, da sempre un numero, ma i numeri non hanno un significato intrinseco, lo assumono esclusivamente in base alla decisione che abbiamo preso noi di inquadrarli in un determinato contesto. =====Esempio===== È come dire io decido se fare il bagno in questo mare esclusivamente sulla base di quanto è inquinato. Lo decide la scienza, la scienza fa le analisi e mi dice ''"In quest'acqua c'è una concentrazione di enterococchi di 600 unità formanti colonie per 100 ml"''. Quindi lo fai o non lo fai sto bagno? Questo non me lo può dire la scienza. Sono io che posso decidere "ok, al di sopra di 500 di enterococchi, è troppo inquinato e non faccio il bagno". Ma <u>quella è una scelta mia, non dei dati, non lo hanno deciso le evidenze scientifiche se era il caso o meno di fare il bagno l'ho deciso io</u>. ''Posso fare degli altri studi'' per capire fino a che valore di coliformi è sicuro fare il bagno. E '''la scienza mi dirà''' "ok, con tot enterococchi si infettano tre persone su 100 con tot altri se ne infettano sei con di più ancora se ne infettano 9/100". Ok? E quindi fino a che valore decidiamo che è sicuro fare il bagno di nuovo? Quella è una scelta che devo fare io. Non saranno mai i dati a dirlo perché '''''<u>sarà una decisione che dovrò prendere, soppesando i vantaggi e gli svantaggi e i rischi coi benefici</u>'''''. Voi mi dite io <u>voglio zero infezioni</u>. La scienza risponde "Se vuoi zero infezioni allora, nessuno potrà mai fare il bagno da nessuna parte". E okay, anche questa è una decisione valida come tutte le altre, ma <u>ugualmente arbitraria per quanto basata sui dati scientifici</u>. [00:10:00] ====Agire scientifico non esiste, la scienza passa la palla ad etica e politica==== <u>I dati oggettivi sono sempre quelli, ma la decisione su cosa fare è vostra</u>. In ogni caso facciamo questo, decidiamo quello unicamente sulla base delle evidenze scientifiche. Ebbene, sulla base delle medesime evidenze scientifiche, tu puoi fare una cosa così come il suo esatto contrario. E sapete perché? Perché quello che fai, Le decisioni che prendi sono sempre per definizione soggettive <u>è pericolosissimo lasciar passare l'idea che se io faccio qualcosa sulla base delle evidenze scientifiche, sto facendo qualcosa di oggettivo e che non si sarebbe potuto fare altrimenti</u> no? Le evidenze sono le evidenze, ma poi quello che io ci faccio sulla loro base non ha più nulla di scientifico. Mai per definizione, quindi l''''agire scientifico non esiste'''. <u>Dire io agisco unicamente guidato dalla scienza è una cosa che non esiste, è una completa illusione.</u> Quando dai dati che sono oggettivi passo a cosa io decido di fare sulla base di quei dati. Lì non c'entra più niente la scienza. Quelle sono scelte. E allora ammantare queste scelte con una veste di scientificità dicendo "a ma quello che abbiamo deciso è basato unicamente sui dati, sulle evidenze scientifiche". Come dire quindi oggettivo, scientifico, incontestabile e non si sarebbe potuto fare diversamente. È una '''distorsione pazzesca'''. C'è uno iato<ref>divario, interruzione, soluzione di continuità</ref> nettissimo tra l''''analisi scientifica''' e la '''prescrizione normativa''', per cui concetto da scolpire a fuoco nella testa, le evidenze scientifiche non hanno mai intrinsecamente valore decisionale. La scienza descrive ma non prescrive. Ed è per questo che in tutto il mondo normalmente le autorità scientifiche esprimono pareri che non hanno mai valore vincolante, ma solo informativo. E a volte qualcuno se ne scandalizza. Ma in realtà meno male che è così, perché le decisioni sono sempre politiche o filosofiche o etiche, insomma, declinatelo come volete. =====Lo scienziato ha una formazione verticale===== Dipende dal contesto della decisione. Ma <u>non si può chiedere agli scienziati di decidere perché lo scienziato studia la sua cosina</u>, vede la sua fettina e dice la soluzione ideale per la mia fettina della mia cosina. Nell'immediato sarebbe fare così, ma <u>non ha la più pallida idea delle implicazioni che potrebbero avere le sue raccomandazioni se per salvare la sua fettina della sua cosina si distrugge nel frattempo tutto il resto della torta</u> non ne vale la pena, ma questo non lo potrà mai vedere. Lo scienziato, <u>l'esperto, proprio in quanto tale, sa solo vedere in profondità</u>, sempre che sia bravo, ma in profondità, nello stretto perimetro del suo campo di expertise. Ma da questa sua stretta visuale non può prevedere le ripercussioni più ampie del suo operato o dei suoi consigli. Il mettere insieme le cose e soppesare i pro e i contro delle decisioni, integrando questa fettina con l'altra fettina con l'altra fettina per avere la visione generale. <u>La [[prospettiva lunga]] non è compito della scienza</u>, ''perché sennò poi ci stupiamo quando sentiamo due esperti che dicono che bisognerebbe fare cose opposte'' e diciamo "siamo a posto, se non sono d'accordo neanche gli esperti, la scienza è inutile" e no siamo noi che non abbiamo capito qual è il compito della scienza. Quando gli esperti dicono <u>quello che secondo loro bisognerebbe fare, stanno parlando delle loro conclusioni che hanno tratto dai dati scientifici. Ma le opinioni degli scienziati non sono la scienza</u>, sono opinioni e perciò è assolutamente normale che due scienziati diversi traggano conclusioni diverse, perché quella non è la scienza che parla da sola. I dati sono gli stessi e sono perfettamente validi. E la scienza, producendoli il suo compito, lo ha assolto egregiamente. Se invece noi pensiamo che la scienza possa parlare da sola e debba dirci cosa dobbiamo farne di quei dati. Siamo noi che stiamo sbagliando, non lei. =====Esempio===== Faccio un esempio. ''Fino agli anni 40'' del secolo scorso i ''liquidi refrigeranti'' usati nei frigoriferi erano ''tutti velenosi''. Quando poi, negli anni 40 gli scienziati avevano finalmente trovato qualcosa di non tossico per l'uomo che funzionava egregiamente, i <u>clorofluorocarburi</u> furono sottoposti ad ogni tipo di test di laboratorio senza rivelare alcun effetto collaterale né per la salute né per il funzionamento dei frigoriferi. E così, presi dall'entusiasmo, si cominciò a utilizzarli sistematicamente. <u>Peccato che nessuno aveva previsto che sì, per l'uomo non erano tossici e come liquido refrigerante funzionavano a meraviglia, ma stavano portando l'umanità intera sul precipizio dell'estinzione</u> perché nell'atmosfera devastavano lo strato di ozono che ci protegge dalle radiazioni ultraviolette, tanto che il loro utilizzo dovette essere completamente bandito nel giro di qualche decennio. Ma come si faceva a prevedere una cosa del genere? Sarebbe stato difficile per chiunque. La <u>lezione</u>, perciò, è che bisogna andarci piano, tanto più quando si vogliono fare i grandi cambiamenti su scala planetaria, perché non è mai possibile prevedere tutte le conseguenze di quello che facciamo, soprattutto se fissiamo la nostra attenzione su un problema specifico, ma non consideriamo che le conseguenze nefaste potrebbero ricadere da qualche altra parte e creare un problema peggiore di quello che si voleva risolvere. Il campanello d'allarme qui è quando vi imbatterete in qualcuno che dice "Ah, io guardo i dati e basandomi esclusivamente sui dati oggettivi vi dico che cosa bisogna fare". Ecco, <u>state alla larga</u>. Ad esempio ''spesso mi si chiede ma allora, basandosi esclusivamente su quello che dice la scienza, qual è la dieta migliore?'' Ma come pensate che la scienza possa provare? Qual è la dieta migliore? Ma che cacchio di esperimento dovreste fare? Ma non si può. Voi potete misurare come cambia l'espressione di un certo marker. <blockquote> [Ndr: Il concetto non è intuitivo ad una prima lettura. La complessità di ciò che la scienza studia è mostruosamente superiore a quello che si può immaginare.]</blockquote> [00:15:00] Mangiando un piatto di broccoli non potrete mai provare che mangiare i broccoli previene le malattie cardiovascolari o che mangiare il lardo le provoca. Quelle sono <u>conclusioni</u>. Saranno sempre ipotesi educate, argomentate e convincenti. Tutto quello che. Ma saranno sempre solo <u>ipotesi</u>. Sono <u>conclusioni che traiamo noi mettendo insieme i dati di molti studi diversi e tentando di interpretarli e dare loro un significato e un'applicazione pratica</u>. Ma '''sono conclusioni nostre, non sono mai i dati che parlano da sé'''. Non c'entra niente che mi diciate, ma comunque la decisione è basata sui dati. Se io dico lancio un dado e se viene tre ammazzo qualcuno e poi viene tre e ammazzo qualcuno, chi è il colpevole dell'omicidio? Io o il dado. Quindi <u>basato sui dati oggettivi, non vuol dire deciso dai dati oggettivi</u>. E invece <u>la decisione è per definizione arbitraria e quindi politica</u> e si può decidere tutto quello che si vuole, ma non tirare in ballo la scienza come se fosse lei a dettare direttamente le decisioni. Perché <u>se poi la decisione si rivela infelice e resta l'idea che quella decisione era stata presa dalla scienza per forza, poi va a finire che la gente perde la fiducia nella scienza</u>. E invece no. <u>'''Deve essere ben chiaro che quelle sono scelte arbitrarie di cui il decisore politico si assume la responsabilità e se la assume lui non la scarica sulla scienza'''</u>, se l'assume e ne risponderà davanti ai suoi elettori. Poi se agli elettori sta bene si può fare qualunque cosa vieti. Obblighi censori in prigione, sopprime le libertà fondamentali e fa di tutto quello che vuoi. <u>Ma non lo fa in nome della scienza</u>, perché la scienza non c'entra proprio nulla. Troppo spesso sentiamo usare a sproposito questo appello alla scienza e alle evidenze scientifiche. Teniamoci unicamente i dati e mettiamo a tacere chiunque dica qualcosa di contrario alle evidenze. Questo è <u>forse uno dei modi più odiosi di distorcere e infangare una cosa così meravigliosa come la scienza per trasformarla in uno strumento di controllo o, peggio, di censura</u>. E siccome io adoro la scienza, trovo insopportabile che venga usata come scudo dietro cui nascondere antidemocratici propositi di orwelliano sapore in alimentazione. Questo si manifesta, ad esempio con proposte di vietare la commercializzazione di alcuni cibi, tassare pesantemente altri, vietare che uno yogurt abbia più di tot zuccheri o uno snack più di tot grassi, obbligare a mettere la verdura in ogni piatto al ristorante e altre pesantissime forzature o intrusioni nelle libertà personali. =====Esempio===== È come se mi dicessero un giorno tieni, ti diamo pieni poteri, decidi tu cosa deve mangiare la popolazione italiana, ma me la darai a gambe levate. Io posso dire cosa c'è dentro un carciofo dove si trova la vitamina K e quanto aumenta il rischio di tumore al colon? Mangiando molta carne rossa? Posso indicare quelli che sono, secondo me gli approcci migliori alla dieta equilibrata, ma poi ciascuno decide per sé cosa mangiare. Vi immaginate se si stabilisse qual è la dieta ideale? Poi si imponesse per dogma illiberale? Che cosa la popolazione deve mangiare? L'obbligo di broccoli? Aiuto! Primo perché magari sbaglio io qualcosa E poi perché non tutti hanno la stessa mia visione filosofica delle priorità, per cui il mio compito di far vedere i nutrienti che si perdono passando dalla pasta integrale a quella raffinata. Ma non di dire che bisognerebbe smettere di vendere la pasta bianca e tantomeno di vietarne la vendita. Perché sennò? Così, per tornare un esempio che faccio sempre <u>negli anni 80 avremmo tolto dal commercio il burro e lasciato solo le margarine idrogenati</u> che raccomandavano le linee guida. E così facendo avremmo impedito a quelli che dicevano "io me ne infischio delle linee guida e voglio lo stesso il burro" di poterselo mangiare. <u>E adesso, in retrospettiva, sappiamo che sono quelli che hanno fatto la scelta migliore, perché le margarine erano piene di grassi trans che facevano assai peggio del burro.</u>
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