Riassunto studio Analyzing Femicide in Italy. Overview of major findings and international comparisons: differenze tra le versioni

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[[File:ImageAnalyzing Femicide in Italy. Overview of major findings and international comparisons.png|miniatura]]
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Analizzando i dati dal 1990 al 2010, è possibile notare una forte ''diminuzione degli omicidi totali'': tuttavia, questa diminuzione ha interessato esclusivamente le vittime maschili: <u>questo a causa delle politiche volte a combattere il fenomeno della mafia</u>. Il numero degli omicidi con vittima di sesso femminile non ha invece subito cambiamenti.
Analizzando i dati dal 1990 al 2010, è possibile notare una forte ''diminuzione degli omicidi totali'': tuttavia, questa diminuzione ha interessato esclusivamente le vittime maschili: <u>questo a causa delle politiche volte a combattere il fenomeno della mafia</u>. Il numero degli omicidi con vittima di sesso femminile non ha invece subito cambiamenti.
''L’incidenza è di 0,6/100000 e il 92% degli aggressori sono uomini.''
 
L’incidenza è di 0,6/100000 e il 92% degli aggressori sono uomini.
 
=== Dati relativi alle vittime ===
{| class="wikitable"
{| class="wikitable"
|+Nazionalità delle vittime
|+Nazionalità delle vittime
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|}
|}
{| class="wikitable"
{| class="wikitable"
|+
|+Fascia di età delle vittime
!''Fascia di età''
!'''Fascia di età'''
!
!'''%'''
!
!'''n°'''
|-
|-
|''25-44''
|''25-44''
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|}
|}


{| class="wikitable"
|+Titolo di studio delle vittime (disponibile nel 18% dei casi, per un totale di 191 vittime)
!Titolo di studio
!%
!n°
|-
|Laurea
|19%
|37
|-
|Diploma di scuola secondaria
|36%
|68
|-
|Diploma di scuola media
|18%
|34
|-
|Scuola primaria o nessun titolo
|27%
|52
|}
{| class="wikitable"
|+Status occupazionale delle vittime
!Occupazione
!%
!n°
|-
|pensionata
|17%
|186
|-
|casalinga
|15%
|166
|-
|impiegata
|5%
|53
|-
|lavoratrice autonoma
|6%
|65
|-
|studentessa
|5%
|54
|-
|lavoratrice domestica
|4%
|49
|-
|imprenditrice o dirigente d'azienda
|4%
|48
|-
|lavoratrice non specializzata
|4%
|41
|}
Il 51% (n.547) delle vittime aveva figli, circa un terzo dei quali erano minorenni. Dodici donne (1%) sono state uccise mentre erano incinte. Nel 9% (n.100) dei casi la vittima era coinvolta nella prostituzione o nel traffico di droga.


''Il 51% (n.547) delle vittime aveva figli, circa un terzo dei quali erano minorenni.''
=== Dati relativi ai colpevoli ===
''Dodici donne (1%) sono state uccise mentre erano incinte.''
Le informazioni riguardanti i colpevoli riguardavano 954 persone in totale. Come indicato sopra il 92% (n .878) dei femminicidi è stato commesso da uomini. Di seguito i dati relativi alla fascia di età:
 
{| class="wikitable"
''È stato possibile raccogliere informazioni sui titoli di studio delle vittime solo nel 18% dei casi (n.191), e anche se scarsamente rappresentativi, i dati sono degni di nota: per quanto riguarda questo gruppo, il 19% (n.37) era laureata, il 36% (n.68) aveva un diploma di scuola secondaria, il 18% (n.34) un diploma di scuola media, e il restante 27% (n.52) aveva un titolo di scuola primaria o nessun titolo.''
|+Fascia di età del colpevole
 
!Fascia di età
''Lo status occupazionale delle vittime era molto vario: pensionata 17% (n.186), casalinga 15% (n.166), impiegata 5% (n.53), lavoratrice autonoma 6% (n.65; per esempio artigiana, proprietaria di un negozio o contadina), studentessa 5% (n.54), lavoratrice domestica 4% (n.49), imprenditrice o dirigente d'azienda 4% (n.48), lavoratrice non specializzata 4% (n.48), disoccupata 4% (n.41).''
!%
 
!n°
''Nel 9% (n.100) dei casi la vittima era coinvolta nella prostituzione o nel traffico di droga.''
|-
 
|25-44
''Le informazioni riguardanti i colpevoli riguardavano 954 persone in totale.''
|47%
 
|452
''Come indicato sopra il 92% (n .878) dei femminicidi è stato commesso da uomini, che nel 47% (n. 452) dei casi avevano un'età compresa tra i 25 e i 44 anni, e nel 26% (n. 252) tra i 45 e i 64 anni. L'alta maggioranza degli assassini era italiana (84%); le quattro nazioni straniere di provenienza presenti erano, nell'ordine, Albania, Romania, Marocco e Cina, cioè i quattro maggiori gruppi di migranti presenti in Italia. Rispetto al gruppo delle vittime, la condizione occupazionale degli autori era più omogenea: operaio non specializzato 19% (n .184), pensionato 17% (n. 166), disoccupato 14% (n .134), impiegato 11% (n .97). I casi di femminicidio che coinvolgono il suicidio o il tentato suicidio dell'autore rappresentano il 27% (n. 254) dei casi e i principali mezzi di suicidio sono armi da fuoco (63%, n .138) o impiccagione (15%, n. 33), quasi sempre subito dopo il crimine e sulla stessa scena del crimine. Il 13% (n. 125) degli autori aveva precedenti penali per furto, crimini contro la persona e omicidio, ma il 73% (n. 692) non aveva precedenti penali (nessun dato era disponibile nel 14% dei casi). Nell'87% (n. 830) dei casi l'uomo è stato identificato dalla polizia entro 20 giorni dal crimine.''
|-
 
|45-64
''Il 77% (n. 831) dei femminicidi in Italia è stato commesso da un autore conosciuto dalla vittima; in particolare il 69% (n. 751) è avvenuto all'interno di una relazione familiare o intima e il 16% (n. 171) è stato commesso in concomitanza con rapina, scippo o crimine organizzato (per 78 casi non si hanno informazioni). Per quanto riguarda i femminicidi in ambito familiare, il 21% (n. 232) è stato commesso da parenti (in particolare genitori e figli) e il 47% (n. 505) da un partner (marito, compagno, ex marito o ex partner della vittima). Se la vittima e l'autore erano sposati o conviventi al momento del reato, nel 39% (n. 195) dei casi la relazione durava da più di 10 anni; se la vittima e l'autore erano divorziati o separati, nel 52% (n. 67) dei casi l'allontanamento o il divorzio erano avvenuti nell'anno precedente. Nel 73% (n. 94) dei casi è stata la vittima a chiedere il divorzio, mentre solo nell'1,5% (n. 2) dei casi è stato l'autore di violenza a chiedere il divorzio. Nell'86% (n. 436) dei casi di IPF, la vittima e l'omicida avevano una relazione molto conflittuale che comportava discussioni, gelosia e controllo da parte dell'uccisore sul comportamento della vittima; nel 15% dei casi la donna era stata vittima di violenze fisiche o sessuali ricorrenti, di cui altri erano a conoscenza.''
|26%
 
|252
''Le variabili relative al mese dell'anno in cui è avvenuto il femminicidio, al giorno della settimana e all'ora del giorno non si sono rivelate significative, e lo stesso si può dire riguardo alla regione d'Italia e della dimensione della città: i femminicidi sono avvenuti sia nel Nord che nel Sud d'Italia, e sia nei piccoli paesi (tra i 1.000 e i 5.000 abitanti) che nelle grandi città (con più di 250.000 abitanti).''
|}
 
L'alta maggioranza degli assassini era italiana (84%); le quattro nazioni straniere di provenienza presenti erano, nell'ordine, Albania, Romania, Marocco e Cina, cioè i quattro maggiori gruppi di migranti presenti in Italia.  
''Il database dell'Eures non tiene traccia delle unità più piccole di un comune, quindi è impossibile distinguere tra le zone svantaggiate/benestanti di una grande città, o ottenere un quadro dell'ambiente del quartiere.''
Rispetto al gruppo delle vittime, la condizione occupazionale degli autori risulta più omogenea; di seguito i dati:
 
{| class="wikitable"
''Le armi più frequentemente utilizzate sono state le armi da fuoco (31%, n. 338) - ma solo il 18% (n. 169) degli autori era in possesso di un porto d'armi - seguite dai coltelli (29%, n. 314) e dalle armi improvvisate (12%, n. 133) come oggetti o strumenti domestici (come martelli, pezzi di legno o barre di metallo) sequestrati dall'autore sul posto.''
|+Status occupazionale del colpevole
 
!Occupazione
''C'è stato un numero significativo di casi (18%, n. 192) in cui il femminicidio è avvenuto per mezzo di aggressione, strangolamento o soffocamento, con l'autore che ha attaccato fisicamente la vittima, spesso con le sue stesse mani. È emerso anche un alto livello di premeditazione: 38% (n. 413, ma mancano informazioni per 297 casi).''
!%
 
!n°
''Il corpo della vittima è stato quasi sempre trovato dalla polizia sulla scena del crimine, cioè a casa della vittima (20%, n. 218), o di entrambi (40%, n. 437). In questi casi la scena del crimine più comune è stata la camera da letto (30%, n. 223), seguita da spazi di circolazione come le scale, il corridoio o l'ingresso (28%, n. 205) e la cucina (17%, n. 99).''
|-
|operaio non specializzato
|19%
|184
|-
|pensionato
|17%
|166
|-
|disoccupato
|14%
|134
|-
|impiegato
|11%
|97
|}
I casi di femminicidio che coinvolgono il suicidio o il tentato suicidio dell'autore rappresentano il 27% (n. 254) dei casi e i principali mezzi di suicidio sono armi da fuoco (63%, n .138) o impiccagione (15%, n. 33), quasi sempre subito dopo il crimine e sulla stessa scena del crimine.  
Per quanto riguarda eventuali precedenti penali dell'assassino, si veda la tabella sottostante:
{| class="wikitable"
|+Precedenti penali del colpevole
!Presenza di precedenti penali
!%
!n°
|-
|precedenti per furto, crimini contro la persona o omicidio
|13%
|125
|-
|nessun precedente penale
|73%
|692
|-
|nessun dato disponibile
|14%
|137
|}
Il 77% (n. 831) dei femminicidi in Italia è stato commesso da un autore conosciuto dalla vittima; e in particolare:
{| class="wikitable"
|+
!contesto in cui è avvenuto il femminicidio
!%
!n°
!
|-
|all'interno di una relazione familiare o intima
|69%
|751
|
|-
|in concomitanza con rapina, scippo o crimine organizzato
|16%
|171
|
|-
|nessun dato disponibile
|8%
|78
|
|}
{| class="wikitable"
|+Identità dei colpevoli di femminicidi avvenuti in ambito familiare
!Relazione
!%
!n°
|-
|partner (marito, compagno, ex marito o ex partner della vittima)
|47%
|505
|-
|parenti (in particolare genitori e figli)
|21%
|232
|}
I seguenti dati riguardano i casi di IPF, cioè femminicidi avvenuti per mano di un partner o ex partner della vittima. Se la vittima e l'autore erano sposati o conviventi al momento del reato, nel 39% (n. 195) dei casi la relazione durava da più di 10 anni; se la vittima e l'autore erano divorziati o separati, nel 52% (n. 67) dei casi l'allontanamento o il divorzio erano avvenuti nell'anno precedente. Nel 73% (n. 94) dei casi è stata la vittima a chiedere il divorzio, mentre solo nell'1,5% (n. 2) dei casi è stato l'autore di violenza a chiedere il divorzio. Nell'86% (n. 436) dei casi di IPF, la vittima e l'omicida avevano una relazione molto conflittuale che comportava discussioni, gelosia e controllo da parte dell'uccisore sul comportamento della vittima; nel 15% dei casi la donna era stata vittima di violenze fisiche o sessuali ricorrenti, di cui altri erano a conoscenza.
La tabella sottostante riporta le armi più frequentemente utilizzate:
{| class="wikitable"
|+
!Arma del delitto
!%
!n°
|-
|Armi da fuoco (totale)
|31%
|338
|-
|Armi da fuoco (in possesso di porto d'armi)
|18%
|169
|-
|Coltelli
|29%
|314
|-
|Armi improvvisate trovate sul posto
|12%
|133
|}
C'è stato un numero significativo di casi (18%, n. 192) in cui il femminicidio è avvenuto per mezzo di aggressione, strangolamento o soffocamento, con l'autore che ha attaccato fisicamente la vittima, spesso con le sue stesse mani. È emerso anche un alto livello di premeditazione: 38% (n. 413, ma mancano informazioni per 297 casi).
Il corpo della vittima è stato quasi sempre trovato dalla polizia sulla scena del crimine, cioè a casa della vittima (20%, n. 218), o di entrambi (40%, n. 437). La tabella sottostante riporta i luoghi di ritrovamento del corpo in questi casi:
{| class="wikitable"
|+
!luogo di ritrovamento
!%
!n°
|-
|camera da letto
|30%
|223
|-
|scale, corridoio o ingresso
|28%
|205
|-
|cucina
|17%
|99
|}
Altri elementi sono l'overkilling, ovvero uso eccessivo della forza durante l’omicidio, e altre forme di violenza inflitte al cadavere, come legare, imbavagliare o smembrare. La violenza sessuale sembra essere presente solo nel 2% dei casi, ma gli esami medici non sono stati eseguiti sistematicamente quindi il dato è probabilmente molto inferiore alla realtà.
{| class="wikitable"
|+
!Elementi caratterizzanti il femminicidio
!%
!n°
|-
|Overkilling
|14%
|149
|-
|Altre forme di violenza
|18%
|88
|-
|Violenza sessuale
|2%
|17
|}
Le variabili relative al mese dell'anno in cui è avvenuto il femminicidio, al giorno della settimana e all'ora del giorno non si sono rivelate significative, e lo stesso si può dire riguardo alla regione d'Italia e della dimensione della città: i femminicidi sono avvenuti sia nel Nord che nel Sud d'Italia, e sia nei piccoli paesi (tra i 1.000 e i 5.000 abitanti) che nelle grandi città (con più di 250.000 abitanti). Il database dell'Eures non tiene traccia delle unità più piccole di un comune, quindi è impossibile distinguere tra le zone svantaggiate/benestanti di una grande città, o ottenere un quadro dell'ambiente del quartiere.


''Altri elementi sono l'overkilling ovvero uso eccessivo della forza durante l’omicidio (14%, n. 149) e altre forme di violenza inflitte al cadavere (18%, n. 88), come legare, imbavagliare o smembrare. La violenza sessuale sembra essere presente solo nel 2% (n. 17) dei casi, ma gli esami medici non sono stati eseguiti sistematicamente quindi il dato è probabilmente molto inferiore alla realtà.''
== Analisi dei dati ==
== Analisi dei dati ==
I dati italiani confermano l’ipotesi formulata in diversi studi internazionali e l’evidenza riscontrata a livello mondiale, ovvero che ''le donne vengono uccise quasi esclusivamente dagli uomini, per la maggior parte da uomini con cui hanno o hanno avuto una relazione intima''.  
I dati italiani confermano l’ipotesi formulata in diversi studi internazionali e l’evidenza riscontrata a livello mondiale, ovvero che ''le donne vengono uccise quasi esclusivamente dagli uomini, per la maggior parte da uomini con cui hanno o hanno avuto una relazione intima''.