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Riassunto articolo Femminicidio e violenza maschile: falso binomio
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=== Natura della Violenza Umana === I ''fenomeni'' di violenza sono molto ''complessi'' e articolati e soprattutto hanno una storia e un significato. Sono numerosi gli esempi storici e le ricerche scientifiche che dimostrano come, per l’essere umano, l’aggressività non sia affatto qualcosa di “naturale”, non dipenda dal DNA e non risponda a dinamiche codificabili e che l’agire violento sia piuttosto un atto contestuale e non mai il mero risultato di innati e incoercibili processi biochimici. Come ben spiega e documenta nel suo libro, “''[https://g.co/kgs/zThdqa La bestia dentro di noi. Smascherare l'aggressività]''” Adriano Zamperini, ''docente di Psicologia della violenza'', di ''Psicologia del disagio sociale e di Relazioni interpersonali'' all’Università di Padova: «…non esiste una presunta molla aggressiva alla quale ascrivere le azioni violente verso gli altri e non esistono supporti empirici che possano dimostrarla». <u>L’errore è proprio quello di lavorare troppo spesso sulla categoria piuttosto che sulle persone.</u> A riprova di questo, se prendiamo in considerazione la teoria dell’apprendimento sociale, secondo la quale i comportamenti violenti sarebbero frutto di modelli educativi appresi, trasmessi a livello intergenerazionale, possiamo coglierne facilmente i limiti. ''Una vasta letteratura scientifica dimostra innanzitutto che non tutti i bambini cresciuti con genitori violenti e/o che abbiano subito abusi divengano poi adulti violenti'', ''ma neppure nel caso contrario'' (ovvero di bambini violenti con genitori violenti), ''si può escludere'' a priori la variabile ''che le cause della violenza siano correlate'' ad altri e diversi ''fattori ambientali sfavorevoli''. ''Tantomeno è impossibile pensare di non prendere in considerazione'', nell’essere umano, i ''fattori soggettivi'' sia di ''rischio'' che di ''resilienza''.
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