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Riassunto articolo Femminicidio e violenza maschile: falso binomio
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== L'uomo è violento di natura? == === Stereotipi e Media === Il messaggio che viene invece implicitamente veicolato dai '''media''' è quello che l’uomo, in quanto '''maschio''', sia '''violento a priori''', e il rischio degli stereotipi è che divengano una chiave di lettura riducente e distorcente della realtà, ponendo, di fatto, le basi per un estremo pregiudizio gravissimo e fuorviante che attribuisce un sesso alla violenza e ne relega le cause a presunte caratteristiche innate e “naturali”, pone, di fatto, le basi per un estremo pregiudizio, annullando il ruolo e la responsabilità personali. {{S|}} === Natura della Violenza Umana (corto) === Sono numerosi gli esempi storici e le ricerche scientifiche che dimostrano come, per l’essere umano, ''l’aggressività non sia affatto qualcosa di “naturale”'', non dipenda dal DNA e non risponda a dinamiche codificabili e che l’agire violento sia piuttosto un atto contestuale e non mai il mero risultato di innati e incoercibili processi biochimici. === Natura della Violenza Umana === I ''fenomeni'' di violenza sono molto ''complessi'' e articolati e soprattutto hanno una storia e un significato. Sono numerosi gli esempi storici e le ricerche scientifiche che dimostrano come, per l’essere umano, l’aggressività non sia affatto qualcosa di “naturale”, non dipenda dal DNA e non risponda a dinamiche codificabili e che l’agire violento sia piuttosto un atto contestuale e non mai il mero risultato di innati e incoercibili processi biochimici. Come ben spiega e documenta nel suo libro, “''[https://g.co/kgs/zThdqa La bestia dentro di noi. Smascherare l'aggressività]''” Adriano Zamperini, ''docente di Psicologia della violenza'', di ''Psicologia del disagio sociale e di Relazioni interpersonali'' all’Università di Padova: «…non esiste una presunta molla aggressiva alla quale ascrivere le azioni violente verso gli altri e non esistono supporti empirici che possano dimostrarla». <u>L’errore è proprio quello di lavorare troppo spesso sulla categoria piuttosto che sulle persone.</u> A riprova di questo, se prendiamo in considerazione la teoria dell’apprendimento sociale, secondo la quale i comportamenti violenti sarebbero frutto di modelli educativi appresi, trasmessi a livello intergenerazionale, possiamo coglierne facilmente i limiti. ''Una vasta letteratura scientifica dimostra innanzitutto che non tutti i bambini cresciuti con genitori violenti e/o che abbiano subito abusi divengano poi adulti violenti'', ''ma neppure nel caso contrario'' (ovvero di bambini violenti con genitori violenti), ''si può escludere'' a priori la variabile ''che le cause della violenza siano correlate'' ad altri e diversi ''fattori ambientali sfavorevoli''. ''Tantomeno è impossibile pensare di non prendere in considerazione'', nell’essere umano, i ''fattori soggettivi'' sia di ''rischio'' che di ''resilienza''. === Riduzionismo Filosofico e Complessità dell'Individuo (corto) === Una lettura esclusivamente sociologica, fondata soltanto sulla devianza, si traduce inevitabilmente in una forma vera e propria di “'''riduzionismo filosofico'''”, un grave problema ideologico che porta alla perdita della dimensione della complessità; l’individuo va compreso nel suo contesto e nella sua storia, e questo è terreno di specifica pertinenza della psicologia. === Riduzionismo Filosofico e Complessità dell'Individuo === Una lettura esclusivamente sociologica, fondata soltanto sulla devianza, si traduce inevitabilmente in una forma vera e propria di “<u>riduzionismo filosofico</u>”, un <u>grave problema ideologico che porta alla perdita della dimensione della complessità</u>; l’individuo va compreso nel suo contesto e nella sua storia, e questo è terreno di specifica pertinenza della psicologia. Non sono infatti concepibili modelli di intervento idonei ed efficaci sugli autori di violenza che non contemplino la variabile psicologica del fenomeno, la soggettività e il funzionamento della loro personalità. === L'Intervento Psicologico sul Maltrattamento (corto) === Nel nostro Paese esiste una carenza profonda sull’intervento psicologico sul tema e, da questo punto di vista, quando si parla di relazioni maltrattanti, il cui meccanismo fondante è la distruzione dell’altro, occorre innanzitutto evidenziare che questo è assolutamente identico per uomo e donna. === L'Intervento Psicologico sul Maltrattamento === Nel nostro Paese esiste una carenza profonda sull’intervento psicologico sul tema e, da questo punto di vista, quando si parla di relazioni maltrattanti, il cui meccanismo fondante è la distruzione dell’altro, occorre innanzitutto evidenziare che questo è assolutamente identico per uomo e donna. === Evoluzione Terminologica (corto) === Lo stesso termine di '''violenza domestica''', coniato negli anni ’70 e usato in modo generico dagli studiosi per indicare la violenza nella coppia matrimoniale, in cui la vittima era tipicamente la donna, oggigiorno viene utilizzato per designare qualsiasi atto di violenza tra partner, senza alcuna definizione a priori del genere dell’abusante e della vittima. Altrettanto si può affermare per l’espressione '''''Intimate Partner Violence'' (IPV)''', denominazione più recente, comparsa nel 2000 e maggiormente diffusa nella letteratura internazionale per connotare la violenza tra persone che abbiano, o abbiano avuto, una qualunque relazione intima (coniugi, fidanzati, partner occasionali, etc.). === Evoluzione Terminologica === Lo stesso termine ''<u>violenza domestica</u>'', coniato negli ''anni ’70'' e usato in modo generico dagli studiosi per ''indicare la violenza nella coppia matrimoniale, in cui la vittima era tipicamente la donna,'' oggigiorno viene utilizzato per designare qualsiasi atto di violenza tra ''partner'', senza alcuna definizione a priori del genere dell’abusante e della vittima. Altrettanto si può affermare per l’espressione ''Intimate Partner Violence'' (IPV), denominazione più recente, comparsa nel 2000 e maggiormente diffusa nella letteratura internazionale per connotare la violenza tra persone che abbiano, o abbiano avuto, una qualunque relazione intima (coniugi, fidanzati, partner occasionali, etc.). Ovviamente, al passo con i mutamenti sociali, non è più stato possibile concepire soltanto la coppia classica eterosessuale e la moglie tradizionalmente sposata quale esclusiva, possibile vittima dell’uomo. === Le Radici del Comportamento Violento (corto) === Una lettura puntuale e profonda del comportamento violento, porta a identificarne le ''radici'' in due configurazioni relazionali tipiche e tra loro molto differenti, ovvero: *conflittualità di coppia molto elevata, caratterizzata dall’incapacità di separarsi; *un tratto di personalità francamente patologico del perpetratore. Se nel primo caso è la ''relazione disperante'' l’elemento fondante del maltrattamento, che genera sofferenza e nella quale la violenza diventa l’espressione difensiva disfunzionale da un dolore antico destabilizzante che si rivive, nel secondo caso si tratta generalmente di un ''grave disturbo della personalità'' caratterizzato, secondo una chiara definizione di [[google:Caretti+e+Craparo+del+2010&rlz=1C1CHBF_itIT880IT880&sourceid=chrome&ie=UTF-8|Caretti e Craparo del 2010]], «da una condizione di aggressività istintuale e dall’incapacità di stringere una relazione oggettuale basata sulla reciprocità e sulla corrispondenza delle comuni emozioni», che conduce il soggetto ad agire una violenza unilaterale indipendentemente dalla relazione con quello specifico ''partner''. === Le Radici del Comportamento Violento === Una ''lettura'' puntuale e profonda del ''comportamento violento'', porta a identificarne le ''radici'' in ''due configurazioni relazionali tipiche'' e tra loro molto differenti, ovvero *all’interno di una situazione di conflittualità di coppia molto elevata, caratterizzata dall’incapacità di separarsi *oppure in una struttura di personalità dell’autore di violenza francamente patologica Se nel <u>primo</u> caso è la relazione disperante l’elemento fondante del maltrattamento, relazione che genera sofferenza e nella quale la violenza diventa l’espressione difensiva disfunzionale da un dolore antico destabilizzante che si rivive, Nel <u>secondo</u> caso si tratta generalmente di un ''grave disturbo della personalità'' caratterizzato, secondo una chiara definizione di [[google:Caretti+e+Craparo+del+2010&rlz=1C1CHBF_itIT880IT880&sourceid=chrome&ie=UTF-8|Caretti e Craparo del 2010]], «da una condizione di aggressività istintuale e dall’incapacità di stringere una relazione oggettuale basata sulla reciprocità e sulla corrispondenza delle comuni emozioni», che conduce il soggetto ad agire una violenza unilaterale indipendentemente dalla relazione con quello specifico ''partner''. === Conclusione: La Prospettiva Psicologica === In conclusione, la psicologia, che per suo intrinseco mandato mai prescinde dagli individui, dalle loro relazioni, dalla loro mente e dalle loro storie, non può che negare ogni e qualsiasi definizione e/o classificazione dell’atto violento che escluda un’accurata indagine del soggetto e delle circostanze. Da ciò si evince definitivamente che <u>l’essere umano di genere maschile nella sua generalità non umilia, picchia, o peggio ancora uccide il proprio ''partner'' poiché cela immancabilmente in sé un maltrattante, ma questo può accadere e, purtroppo accade, in condizioni specifiche e talvolta estreme che sarebbe importante imparare a riconoscere a fini preventivi, proprio perché caratterizzate da segnali precisi e ricorrenti.</u> Attraverso una richiesta precoce di aiuto, la psicologia può efficacemente intervenire nello spezzare la spirale della relazione violenta, così contribuendo alla diminuzione degli episodi di maltrattamento spesso ad esito letale di cui oggi constatiamo la crescita esponenziale.» === Conclusione: La Prospettiva Psicologica (corto) === In conclusione, la psicologia, che per suo intrinseco mandato mai prescinde dagli individui, dalle loro relazioni, dalla loro mente e dalle loro storie, non può che negare ogni e qualsiasi definizione e/o classificazione dell’atto violento che escluda un’accurata indagine del soggetto e delle circostanze. Da ciò si evince definitivamente che l’essere umano di genere maschile nella sua generalità non umilia, picchia, o peggio ancora uccide il proprio partner per propensione naturale, ma questo può accadere e, purtroppo accade, in condizioni specifiche e talvolta estreme che sarebbe importante imparare a riconoscere a fini preventivi, proprio perché caratterizzate da segnali precisi e ricorrenti. [[Categoria:Femminismo]] [[Categoria:Sensazionalismo]] [[Categoria:Polarizzazione]] [[Categoria:Violenza]] [[Categoria:Violenza di genere]] [[Categoria:Femminicidi]]
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