Politically Correct

L'argomento è quanto mai attuale oggi e vi sono stati spesi fiumi di parole. Di seguito un estratto dall'articolo di Wikipedia con aggiunta di formattazione.


L'espressione correttezza politica (in inglese political correctness) designa una linea di opinione e un atteggiamento sociale di estrema attenzione al rispetto formale, soprattutto nel rifuggire l'offesa verso determinate categorie di persone. Qualsiasi opinione o condotta in deroga è ritenuta offensiva e inaccettabile, per essere "ok", essa dovrà perciò essere libera da ogni tipo di pregiudizio razziale, etnico, religioso, di genere, di età, di orientamento sessuale, o relativo a disabilità fisiche o psichiche della persona nei confronti di categorie considerate come discriminate.

Nascita del politicamente corretto

CriticheModifica

Il politicamente corretto è considerato da diversi autori una forma di conformismo linguistico, con i limiti tipici di qualsiasi forma di pensiero unico (da notare come "pensiero unico" sia usato come aggettivo e non in forma polemica), nel quale vengono individuate tracce di neopuritanesimo[1].

Riduzione di espressioni linguistiche discriminatorie ed offensive nei confronti delle minoranzeModifica

Viene inoltre criticato il bizantinismo (significato[2]) di certe definizioni che sfumano negli anni[3]:

Quelli che un tempo erano minorati sono divenuti prima invalidi, successivamente handicappati, poi portatori di handicap, quindi disabili ed infine diversamente abili.

Classico è pure il ricorso alla definizione negativa: non vedenti per ciechi, non udenti per sordi, non deambulanti per para o tetraplegici; definizioni, oltre che inesistenti nel lessico medico, quasi sempre sdegnosamente rifiutate, quale segno d'ipocrisia in assenza di concreti vantaggi, dagli enti di tutela delle categorie interessate.

Una critica è sostenuta dagli organizzatori della campagna contro la correttezza politica, secondo i quali l'adozione di termini non offensivi nei riguardi di determinate categorie viene sancita senza interpellare le categorie stesse, il che costituisce già un fattore di discriminazione[4].

Lingua IngleseModifica

afro-americani che sostituì niggers e negros e parzialmente blacks, quest'ultimo viene infatti usato ancora nel linguaggio comune assieme a whites;

  • gay sostituì "sodomite" e "faggot" (sodomita, finocchio).

Lingua italianaModifica

  • Invece del termine negro si invitava a usare nero, omologo al termine bianco;
  • Invece del termine zingaro, si invitava a usare il nome proprio dell’etnia, ovvero ròm o sinti a seconda dell'etnia (aggettivi inalterati in genere e numero);
  • Diversamente abile o disabile sostituiscono varie espressioni offensive che erano usate in passato (minorato, l'anglicismo handicappato, poi portatore di handicap, mongoloide, ecc.). Questo termine è stato criticato dalle stesse associazioni di categoria, in particolare perché esso rischia di ostacolare un'analisi obiettiva della realtà[5].
  • disoccupato sostituisce nullafacente.

Disamina di VenturaModifica

Una disamina ideologica è svolta da Raffaele Alberto Ventura nel suo libro La guerra di tutti. Populismo, terrore e crisi della società liberale, alle pp. 263-270. Dopo averne proposto una genealogia che mostra i suoi lati positivi, l'autore ne solleva alcune criticità:

«Non soltanto delimita degli spazi in cui sembra ormai impossibile dire alcunché (ad esempio i cosiddetti safe spaces delle università americane), ma per giunta fallisce nella sua funzione primaria: invece di pacificare, fornisce nuovi e infiniti pretesti di conflitto. Individuando aggressioni e microaggressioni dietro ogni scambio comunicativo, il Politicamente Corretto ha finito per diventare una teoria della “guerra giusta” alla portata di chiunque»[6].

Disamina di Costanzo PreveModifica

 

La teoria che forse ha avuto più fortuna e risonanza sul politicamente corretto, è quella del filosofo Costanzo Preve. Già nel 2005[7] Preve profetizzò che il politicamente corretto sarebbe diventato un concetto primario nella politica occidentale.

Secondo Preve, il tardo-capitalismo statunitense ed europeo, avendo esaurito, con la caduta dell'URSS, la sua spinta emancipatrice in direzione di uno Stato sociale (che avveniva sotto il pungolo di un modello alternativo socialista), avrebbe convogliato tutte le sue energie "progressiste" verso battaglie morali-culturali, in un sostanziale regresso dei diritti sociali ed economici conquistati nel Novecento.

Il politicamente corretto, dunque, sarebbe servito come arma retorica dei media dominanti, al fine di esasperare i conflitti "culturali" presenti nella società, così da mettere uno contro l'altro progressisti e conservatori, bianchi e neri, uomini e donne, etero e gay.

Tutti i conflitti possibili sarebbero saliti alla ribalta dell'agenda politica. Tutti, tranne il conflitto di classe. In questo modo le forze economiche dominanti, "culturalmente" divise tra progressisti e conservatori, avrebbero beneficiato di una fonte perenne di legittimazione politica.

Lettera di 150 intellettualiModifica

A seguito delle mobilitazioni di piazza legate al movimento Black lives matter, il 7 luglio 2020 circa 150 intellettuali (tra i quali Noam Chomsky, J. K. Rowling e Margaret Atwood) hanno pubblicato una lettera aperta (A Letter On Justice And Open Debate[8]) per lanciare un avvertimento sui pericoli di "una nuova serie di standard morali e schieramenti politici che tendono ad indebolire il dibattito aperto in favore del conformismo ideologico".

Una forma di politically correct riguardante la cultura in generale sarebbe la cultura dell'annullamento[9].

Altre criticheModifica

John CleeseModifica

Sì, ci sono alcuni video di John Cleese sul wokeism. Uno di questi è intitolato “John Cleese’s War on Wokeism” disponibile su YouTube1. In questo video, Cleese, una leggenda di Monty Python, sostiene che il politicamente corretto stia rovinando la creatività in tutti gli aspetti dell’attività umana12. Ha anche discusso di come il politicamente corretto e il wokeism siano nemici non solo dell’umorismo, ma del pensiero creativo in tutte le aree dell’attività umana23.

Chimamanda AdichieModifica

Abbiamo riassunto l'accaduto nell'articolo:

 Lo stesso argomento in dettaglio: Politically Correct Episodio Chimamanda Adichie.

In breve una frase detta dall'autrice di «Dovremmo essere tutti femministi» viene estrapolata dal contesto e strumentalizzata per dare contro alla scrittrice da una sua collega e amica.

L'articolo è molto divisivo, ha senso però considerarlo come integrazione / risposta

Punti salienti:

  • Adichie aveva definito «ragionevole» l’articolo che scaraventò l’autrice della saga di «Harry Potter», J.K. Rowling
  • Aidichi afferma: «Ci sono molte persone, sui social media, piene d’ipocrisia e prive di compassione, capaci di pontificare con facilità su Twitter se si parla di gentilezza ma non sono in grado di mostrare vera gentilezza. Persone le cui vite sui social media sono casi di studio di aridità emotiva. Persone per le quali l’amicizia – e le sue aspettative: lealtà, compassione e sostegno – non contano più».
  • L'autore dell'articolo definisce l'espressione concreta del politically correct come una cultura del bullismo a fin di bene.

Si limita a nascondere e demonizza gente normale

Critica presa da un articolo secondo cui Il “politically correct” è inutile, in quanto non elimina il marcio, ma si limita a nasconderlo[10] e aggiunge una riflessione sul rischio di polarizzazioni:

Il “politically correct”, dunque, non è efficace contro i target della sua attività, ma non solo. Esso è controproducente, in quanto contribuisce alla formazione di nuovi fanatici e zeloti. Questo meccanismo è diabolico nella sua estrema semplicità.

I veri bersagli dalla “cultura del politicamente corretto”, infatti, sono persone che hanno idee più conservatrici rispetto alla massa, specie in ambito sociale. Ma non sono jihadisti, neonazisti o ultraconservatori. Sono solo persone normali un po’ più all’antica, che non vogliono imporre agli altri le loro idee, ma non vogliono neanche rinunciarvi.

Questo è inaccettabile per i paladini del “politically correct”, per i quali il mondo si divide in progressisti (loro) e non progressisti (tutti gli altri). Ma se non sei un progressista, allora devi essere automaticamente un nazista/omofobo/sessista. Di conseguenza, o rinneghi in toto le tue idee, o diventi un paria 》

Confronto con fautori del PCModifica

 Lo stesso argomento in dettaglio: Confronti sul Politically Correct.

Cancel CultureModifica

Il politicamente corretto non viene applicato solo al linguaggio, bensì anche a fenomeni e opere artistico culturali di vario genere; dal cinema alla musica fino alla scultura.

Nell'ambito delle manifestazioni pubbliche del Black Lives Matter del giugno 2020, negli Stati Uniti, al fine di mettere in discussione miti e icone considerate politicamente scorrette, vennero abbattute e danneggiate illegalmente diverse statue, fra le quali quelle di

Articoli sull'argomentoModifica

Libri sull'argomentoModifica

Libri In ingleseModifica

  • Cancel Culture: The Latest Attack on Free Speech and Due Process (English Edition)
  • Don't Burn This Book: Thinking for Yourself in an Age of Unreason
  • False Alarm: How Climate Change Panic Costs Us Trillions, Hurts the Poor, and Fails to Fix the Planet
  • Beyond Order: 12 More Rules for Life, Jordan B. Peterson
  • Woke, Inc.: Inside Corporate America's Social Justice Scam

Argomenti collegatiModifica

NoteModifica

  1. Thomas Norman Trenton, Generation X and Political Correctness: Ideological and Religious Transformation among Students, The Canadian Journal of Sociology / Cahiers canadiens de sociologie, Vol. 22, No. 4 (Autumn, 1997), pp. 417-436.
  2. Questione bizantina è un'espressione idiomatica usata per indicare una discussione inutile e sterile, che può anche risultare pericolosa in un frangente in cui occorre prendere decisioni rapidamente; l'uso si estende anche alle complicazioni procedurali della burocrazia, con riferimento al complesso cerimoniale della corte bizantina.
  3. La fallacia dei luoghi comuni - Seconda edizione, su www.edizioniesi.it. URL consultato il 17 maggio 2021.
  4. (EN) FAQ Archived 2009-02-19 at the Wayback Machine sul sito ufficiale di Campaign Against Political Correctness
  5. - Diversamente abile? Inclusione? Disabilità intellettive? A proposito della terminologia., su www.disabilitaintellettive.it. URL consultato il 2 gennaio 2021.
  6. Template:ItR. A. Ventura, La guerra di tutti. Populismo, terrore e crisi della società liberale, minimum fax, Roma, 2019, pp. 263-264.
  7. Elementi di politicamente corretto.
  8. (EN) A Letter on Justice and Open Debate, su Harper's Magazine, 7 luglio 2020. URL consultato il 7 gennaio 2021.
  9. Che cosa è la cancel culture, al centro di un grande dibattito sulla libertà di espressione, su Il Riformista, 14 luglio 2020. URL consultato il 4 gennaio 2021.
  10. Il “politically correct” è inutile, in quanto non elimina il marcio, ma si limita a nasconderlo. I fanatici e gli zeloti di tutte le bandiere, infatti, non sono scomparsi, si sono solo nascosti. Inoltre, hanno elaborato sofisticate strategie per aggirare gli ostacoli dovuti alla “PC culture”. L’esempio più comune è il “dog whistle”. Il “dog whistle”, come suggerisce il nome, è un segnale, un messaggio che solo un pubblico ben preciso è in grado di recepire. Per esempio i neonazisti, per non essere riconosciuti come tali, hanno a disposizione una vasta gamma di termini, gesti e simboli. Inseriti in un discorso, solo altri neonazisti coglieranno il vero significato del messaggio, che passerà invece inosservato agli occhi degli altri.
  11. Tutte le statue prese di mira durante le proteste di questi giorni, su Wired, 17 giugno 2020. URL consultato il 13 febbraio 2021.
  12. Milano, imbrattata la statua dedicata a Montanelli, su rainews. URL consultato il 28 settembre 2021.

BibliografiaModifica

  • La guerra di tutti. Populismo, terrore e crisi della società liberale, Raffaele Alberto Ventura, minimum fax, Roma, 2019
  • America e libertà: Da Alexis de Tocqueville a George W. Bush, Furio Colombo, Baldini Castoldi Dalai, 2005
  • Igiene verbale. Il politicamente corretto e la libertà linguistica, Edoardo Crisafulli, Vallecchi, 2004
  • L'ombra del potere. Il lato oscuro della società: elogio del politicamente scorretto, Bonvecchio C., Risé C., Red, Como, 1998
  • Le buone maniere, D'Urzo V., Il Mulino, 1997, ISBN 88-15-05998-9
  • Il razzismo è una gaffe. Eccessi e virtù del «Politically correct», Baroncelli Flavio, Donzelli, 1996, ISBN 88-7989-206-1
  • La macchia umana, Philip Roth, Einaudi
  • La lingua imbrigliata. In margine al politicamente corretto, Massimo Arcangeli in Studi di lessicografia italiana, Accademia della Crusca, Firenze, 2001, vol. XVIII, n.18, pp. 285-306