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Polarizzazione, l'opinione di Eileen, Professore Bullizzato
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==Episodio del professore bullizzato che colpisce l'alunno== L'esempio di cronaca del professore che perde le staffe e dà un pugno allo studente che lo stava bullizzando, offre un esempio significativo su cui riflettere<ref>[https://www.tecnicadellascuola.it/prof-da-pugno-ad-alunno-giuliani-docente-in-trappola-reazione-comprensibile-ma-del-tutto-sbagliata-podcast Prof dà pugno ad alunno, Giuliani: “Docente in trappola, reazione comprensibile ma del tutto sbagliata” – PODCAST]</ref>. Non credo ci sia la necessità di ribadire che la reazione del docente, seppur umana, è sbagliata e da biasimare, ma limitare l'analisi della vicenda a questa condanna sarebbe alquanto superficiale. ===Prima premessa=== Devo premettere che ho lavorato all'ITIS, conosco bene la situazione e, sono degli animali impazziti. Ora, da psicologa posso analizzare e comprendere le dinamiche che ci sono dietro, ovvero che non sono "ragazzi cattivi", ma hanno certe mentalità che spesso derivano dal fatto di essere cresciuti in determinati contesti socioeconomici o culturali, per cui le loro azioni hanno senso date le circostanze; il loro comportamento è influenzato da ciò che i loro genitori avranno fatto (o non fatto, che è parimenti importante a livello di possibili ricadute), tuttavia questo non giustifica ciò che accade in quelle scuole. È necessario cercare una soluzione per quella che è stata giustamente definita un'emergenza educativa. ===Seconda premessa=== Riguardo l’ITIS è che tra gli studenti c’è sicuramente chi parte con un buon presupposto a frequentare quel tipo di scuola perché magari non vuole impegnarsi troppo nello studio e al contempo magari ha il padre che ha un'officina o una piccola azienda metalmeccanica e vede quindi come fare l'ITIS seriamente. Cioè c’è sicuramente chi segue questa scuola per studiare; ma di fatto per molti non è così. Infatti non la finiscono per mancanza di motivazione e si comportano in maniera offensiva verso i docenti. E qui cito un caso di esempio: c'è un ragazzo che voleva fare il parrucchiere. Gli chiesto perché non frequentasse la scuola apposta per parrucchieri (che c’è in zona) e mi spiegava che sua mamma non voleva, dice che lì si studia troppo poco, così l’ha spinto a fare di l'IPSIA (in cui comunque fai anche le materie normali). Io vorrei dire a quella povera donna: ma se tu me lo mandi all'IPSIA diventa uno spacciatore xD! Se lo mandi alla scuola per parrucchiere a fare quel che gli piace non diventerà Shakespeare, non diventerà Schopenhauer, ma diventerà un ottimo e onesto parrucchiere. Qual è il problema, mi chiedo? ===Perché serve trovare una soluzione?=== Tutto ciò per dire che è una situazione complicata. Non si può dare la colpa al 100% ai ragazzi, così come non si può darla interamente ai professori. Non dico che questi ragazzi vadano picchiati ma andrebbe usata della disciplina in un modo diverso. Bisognerebbe rispondere nella loro lingua e fargli capire che non possono comportarsi così. Sarebbe comodo limitarsi a sentenziare in astratto su come dovrebbe essere un mondo perfetto, senza tuttavia fare il minimo sforzo per rapportarci al mondo reale. Gli estremi non vanno mai bene, così come è disfunzionale il gesto del professore, è parimenti disfunzionale che i ragazzi vengano lasciati come animali. Di fatto ci sono delle classi che i professori non riescono a gestire e non possono certo venire a dire che le sanzioni disciplinari funzionano. Bisogna trovare una terza via. ===Psicoterapia come possibile soluzione=== Una possibilità sarebbe quella di fare 5 ore di psicoterapia al pomeriggio oltre alle 5 ore di studio della mattina. Questa sarebbe la mia soluzione, se solo si potesse fare. Perché è evidente che questi ragazzi a fare psicoterapia non ci vanno o non ci sono andati abbastanza da piccoli. Ti parlo di gente che ha il cappotto di Calvin Klein o North Face, che non sono affatto economici, non è gente povera, non è una questione economica. Ma del resto io stessa, non è che vengo da una famiglia povera, ma quando ho iniziato ad avere problemi io stessa ai miei non è passata manco dall'anticamera del cervello di mandarmi da uno psicoterapeuta, finché non sono arrivata a starci proprio male. Tra l'altro ti racconto un altro episodio in tema con lo psicologo a scuola: qualche giorno fa stavo parlando con una mia amica psicologa, mi raccontava che la sua terapeuta è in gamba, almeno per quello che ha visto lei e io, dico anche il mio mi sembra in gamba, solo che ho visto solo lui. E lei mi risponde: “no, io ne ho visti vari… Aspetta però, quella della scuola conta?” Ed io ero tipo: “no, che non conta, ovvio, va lì gratis o quasi! Si farà pagare 5-10€ l'ora per star lì”. E infatti l'unica volta che ho deciso di andarci io, di usufruire di questo servizio importante fornito dalla scuola, ogni cinque cazzo di minuti sta qua prendeva il telefono e parlava coi clienti veri, quelli che le davano i soldi. ===Impossibile parlarne sui social, però dipende=== A me sembra evidente che la realtà è complessa e non si può banalizzarla, ma se provassi a fare un discorso articolato su certi gruppi Facebook mi ucciderebbero. Sul “Polemista”, ad esempio, se avessi detto anche solo come battuta, che un po' capisco il professore – anche rimarcando che ovviamente ha sbagliato a picchiare l'alunno e che è sempre sbagliato usare la violenza fisica (cosa che penso davvero) – mi avrebbero uccisa. E a tal proposito voglio ribadire che cambia molto da gruppo a gruppo. Il giardino di Mike the Meme ad esempio è un posto civile e lo è ''perché Mike banna chiunque faccia dei flame'' o commenti stupidi non desiderabili. Si litiga lo stesso, ma si litiga in maniera civile. Infatti mi piace un sacco per i dibattiti più o meno seri. Noto che comunque alcune persone non arrivano a comprendere certi messaggi (non gliene va fatta una colpa), ma si possono avere dei dibattiti seri, sul Polemista no.
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